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Autore: missredlights    29/11/2017    4 recensioni
Cosa succederebbe se i figli dei più grandi ninja decidessero di scoprire come si sono conosciuti i loro genitori?
“Ma voi ve lo siete mai chiesto come si sono conosciuti i nostri genitori e di come si siano innamorati? Non siete curiosi di saperlo?”
“Sarada, pensi che me ne importi qualcosa di come quello scemo di mio padre abbia conquistato mia madre?”
“Boruto, io chiederei, visto che tu, come tutti i qui presenti non ne sappiamo proprio niente sull’amore o delle tecniche di conquista.” [tratto dal prologo]
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Boruto Uzumaki, Chouchou Akimichi, Inojin Yamanaka, Sarada Uchiha, Shikadai Nara
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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cap

“Mamma sono a casa.”

Boruto chiuse la porta alle sue spalle e camminò fino in cucina dove trovò sua madre ai fornelli. Nell’aria c’era un buon odore di…

“Stai facendo gli Hamburger!”

All’Uzumaki brillarono gli occhi. Sua madre gli stava facendo il suo piatto preferito.

Che bello, stasera mi abbufferò di Hamburger!

“Vai a posare lo zaino in camera, fra poco si cena.”

Boruto obbedì e corse verso la stanza, buttando lo zaino sul letto e scendendo un attimo dopo. Guardandosi intorno, però, notò qualcosa di strano.

“Dov’è Himawari?”

Dov’era sua sorella? Perché non era corsa a salutarlo? Perché non era ad aiutare la mamma a preparare la tavola e la cena?

“Tua sorella per stasera starà dal nonno e dalla zia Hanabi.”

“E perché?”

“Deve fare un allenamento particolare per il Byakugan.”

“Himawari è sempre impegnata con gli allenamenti. Fra quelli col nonno e la zia e quelli con Temari-sama non c’è praticamente mai a casa, come papà.”

Se ne rese conto un attimo dopo averlo detto. Aveva paragonato sua sorella a suo padre. La stessa assenza, la stessa stilettata di dolore. Strinse la mascella e nascose la tristezza dietro un’alzata di spalle, andandosi a sedere a tavola mentre sua madre posava i piatti su di esso.

“Boruto.”

“Mh.”

“Siediti a mangiare. Parliamo un po’.”

“E di cosa dovremmo mai parlare, scusa?”

Se ne pentì un attimo dopo, notando lo sguardo ferito di sua madre nascosto un attimo dopo da uno sguardo severo.

“Non volevo, scusa.”

Regnò un silenzio pesante, fatto di frasi e gesti non fatti, rotto solo dal rumore delle bacchette.

“In un certo senso posso capirti.”

Quella semplice frase aveva attirato tutta l’attenzione del biondo, che adesso pendeva dalle labbra di sua madre. Come poteva capirlo se lui non aveva mai detto a nessuno, tranne ai suoi amici, come si sentiva davvero? Forse voleva parlare di quando, qualche giorno fa, aveva risposto in quel modo a quello scemo di suo padre?

“Tuo nonno fin da bambina, e parecchi anni dopo, mi ha trattata e vista sempre come una debole. Ero il disonore della famiglia e non ero degna di portare il nome degli Hyuga.”

“Ma che dici? Il nonno non…”

“Lo farebbe mai? Ne sei convinto? Tuo nonno non era come lo conosci adesso. Ci sono voluti anni, guerre e tuo padre per farlo cambiare.”

“Che c’entra papà?”

Hinata gli sorrise, mettendogli nel piatto un altro hamburger, mentre per lei si versava un bicchiere d’acqua.

“Tuo padre ha contribuito nel far cambiare tuo nonno nei miei confronti e ha dovuto sudare sette camice per farsi accettare.”

Al sol ricordare quegli avvenimenti un sorriso comparve sul suo volto. Boruto si sorprese nel constatare che per lui e Himawari sua madre aveva un altro sorriso. Simile, ma non come quello che Hinata aveva ogni volta che parlava di Naruto.

“Quello che voglio farti capire è questo. Tuo padre ha vissuto la solitudine in prima persona. È testardo, agisce d’istinto e si caccia spesso nei guai, ma non è solo questo. È un gran lavoratore, un amico fidato, qualcuno che si è fatto in mille per i suoi amici e ha teso la mano ai suoi nemici. Ha reso il suo Villaggio la sua famiglia quando quest’ultima lo ha additato come mostro per una colpa che non ha. Tutto il Villaggio della Foglia è la sua famiglia, non solo noi e fa di tutto per proteggerci. Può non essere il padre migliore del mondo e puoi anche pensare che non tenga a noi o che pensi solo al lavoro visto che è Hokage. Ma ora ti faccio una domanda. Tu cosa avresti fatto al posto suo? Come avresti agito? Prima di additare una persona e farle del male con parole che non si merita mettiti nei suoi panni.”

Hinata posò le posate sul piatto e prese una mano del figlio fra le sue, stringendola appena.

“Tuo padre ti ama, cercate di venirvi incontro. Puoi farlo?”

“Vedremo.”

Borbottò qualcos’altro, distogliendo lo sguardo dal sorriso di sua madre e cercando di non arrossire. Sua madre lo aveva costretto, gentilmente, a mettersi nei panni di suo padre, andandogli incontro.

Non ti prometto nulla!

“Grazie.”

“Quindi papà lo ami.”

“Darei la mia vita per lui.”

“E lui? Farebbe altrettanto?”

“Sì.”

Quel secco monosillabo non diede possibilità di ribattere, facendolo finire di mangiare per poi andarsene in camera sua. Chiuse la porta alle sue spalle e si sdraiò a letto, guardando il soffitto. Quella chiacchierata con sua madre lo aveva colpito più di quanto desse a vedere, ma una frase gli rimbombava nelle orecchie quando si alzò da tavola.

“Tu e tuo padre siete molto più simili di quanto pensi.”

“Io non sono simile a quello scemo di mio padre.”

Mise su il broncio, chiudendo gli occhi e riaprendoli un attimo dopo, dopo aver sentito la porta di casa aprirsi e chiudersi.

Non può essere…

Aprì la porta senza fare il minimo rumore ed uscì dalla stanza, camminando verso la cucina. Sentì distintamente la voce di suo padre e la risata di sua madre.

“È andata bene oggi?”

“Quelle pratiche non finivano più. Sia io che Shikamaru avevamo bisogno di tornare a casa.”

“Hai mangiato?”

“No, ma ho preso del ramen da Ichikaru.”

Hinata rise, seguita a ruota da Naruto. L’unica cosa che vide Boruto, affacciandosi alla cucina senza farsi vedere dai suoi genitori, fu la carezza gentile che suo padre fece a sua madre.

Che smielato!

Ritornò in camera sua e chiuse la porta a chiave, buttandosi a letto.

Io non sono simile a mio padre e mai lo sarò!

 

   
 
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