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Autore: Medeafire    01/12/2017    2 recensioni
Seconda classificata al contest “AU is the only way” indetto da meryl watase sul forum di efp.
Storia partecipante al contest "AU is the only way" indetto da Meryl watase sul forum di Efp.
Tratto dal primo capitolo:
"Ingenuamente credevo che la fine di una storia fossa dovuta ad un tradimento o all'assenza di amore, era impossibile per me che una relazione finisse nonostante ci si amasse l'un l'altro... almeno questo era ciò che credevo fino ad oggi, quando una delle più intense storie d'amore si era sgretolata sotto il peso dei litigi, delle incomprensioni.
Qual è questa splendida storia d'amore di cui parlo? La mia."
Store ambientata nel mondo ospedaliero con una Sasusaku un po'... insolita.
Buona lettura!
Sasusaku; accenni Sasumei, Shisaku e Suikarin.
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mei Terumi, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Shii, Suigetsu | Coppie: Karin/Suigetsu, Sasuke/Sakura
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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 Capitolo 4

 

27 ottobre 2017 

Dopo aver lasciato Mei a casa, il mio unico pensiero era quello di andare in ospedale, non avrei perso neanche un secondo con lei... 

 

29 settembre 2017 

Da quel giorno non abbiamo avuto alcun tipo di confronto, neanche un litigio, avrei preferito anche solo scontrarmi con lei pur di parlarle ma mi negava pure questo. L'unica cosa che riuscivamo a fare era fissarci come due deficienti quando gli altri erano distratti, la guardavo e speravo che i miei occhi potessero dirle più di quanto sarei stato in grado di dirle a voce... come per scherzo del destino non ci capitava da tempo di essere inseriti negli stessi interventi e quindi tutto diventava più difficile, temevo che per noi due fosse giunta la fine – veramente questa volta – perché prima non ci avevo mai creduto, sapevamo entrambi di non poter rimanere a lungo separati, al minimo segno di cedimento ci saremmo ritrovati di nuovo insieme, e così era stato. 

 

-Sasuke, ho bisogno di un favore –  

-Cosa le serve? -  

-Mi servi in sala due, c'è una nefrectomia –  

-Credevo che dovesse fare l'intervento il dottor Aburame –  

-È un intervento da fare in laparoscopia e tu sei l'unico ad essere intervenuto più volte con questa tecnica, la dottoressa Haruno ti affiancherà, mi pare di ricordare che lei ha assistito ai tuoi interventi –  

-Sì, faccio preparare la sala allora –  

Non mi capitava da un po' di fare un intervento in laparoscopia ma ero elettrizzato, avrei usato un accesso retroperitoneale per abbassare notevolmente i rischi. 

Sento la porta dietro di me aprirsi, non c'è bisogno di girarmi per sapere chi è entrato. 

-Davvero facciamo un intervento in laparoscopia? – 

-Pensavo di usare un accesso retroperitoneale – confermo mentre continuo a studiare la cartella del paziente  

-Sono contenta che abbia l'occasione di farlo tu – alzo la testa di scatto e rivolgo il mio sguardo verso di lei che mi sorride teneramente e poi entra nella sala attigua, e io sono un coglione per aver rischiato di perdere tutto questo. 

 

** 

 

L'intervento era andato bene – ovviamente – e io e Sakura avevo riassaggiato la bellezza della nostra complicità rimasta intatta nel tempo. 

L'unica sensazione che sento mentre mi sfilo la mascherina e mi lavo, è di benessere. 

-Io ti amo e tu lo sai perfettamente – raramente pronuncio parole d'amore, non fa parte del mio modo di essere, preferisco di gran lunga i fatti, ma ora come non mai capisco che lei deve sentire quello che provo per lei. 

-Lo so ed è per questo che mi ha fatto così tanto male, non credevo potessi arrivare a tanto –  

-Ho sbagliato – è difficile ammetterlo per uno orgoglioso come me ma è la realtà dei fatti questa volta – ma davvero non è mai significato nulla per me, e tu sai anche questo perché a te mi sono mostrato totalmente, senza inganni... So che vuoi farmela pagare ma la punizione più grande a cui mi puoi condannare è quella di impedirmi di parlarti, di starti vicino –  

Lei mi guarda preoccupata ma con un fondo di felicità - c'eravamo lasciati perché eravamo stanchi di litigare così spesso, e adesso mi mancano anche i nostri litigi, le nostre incomprensioni, perché anche quelle sono la prova di quanto ti amo... ho cercato di allontanarti convinta che quella fosse la soluzione migliore per dimenticarti, ma continuavo ad avere la mente e il cuore impregnati di te. -  

Sento finalmente di nuovo quel senso di tepore e completezza che solo Sakura riesce a trasmettermi, le avvicino la testa al mio petto e le deposito un profondo bacio sulla nuca, poi esco dalla stanza con un'idea in mente. 

 

** 

 

-Ma dove stiamo andando? Sono in piedi da un giorno, sono stanca! - 

-Siamo quasi arrivati – le tendo la mano e l'aiuto a salire l'ultimo gradino 

-Ma dov… - spalanca la bocca mentre osserva tutta la città sotto di sé - questa è Konoha? - e si gira nuovamente a fissare il panorama, in pochi conoscono questo posto, io stesso l'avevo scoperto per caso durante l'adolescenza, quando ero arrabbiato con il mondo e mi serviva un posto per allontanarmi da ogni cosa; era un posto che non avevo mostrato a nessuno, nemmeno a lei, una parte di me che le avevo nascosto e che ora ero pronto a rivelarle 

-È un posto meraviglioso... tipico di te. –  


Molti si erano spesso chiesti come io, Sasuke Uchiha, taciturno, schivo, schietto, arrogante e orgoglioso, potessi stare insieme a Sakura Harunoloquace, sorridente, testarda e passionale... solo pochi avevano capito che noi due condividevamo qualcosa che andava anche oltre l'amore. 

 

28 ottobre 2017 

 

Questo è uno di quei momenti in cui mi sento lo stesso ragazzino di parecchi anni fa, arrabbiato con il mondo perché cerca di strapparmi via la mia fonte di felicità. 

Ogni giorno che passa mi perdo sempre di più nel ricordo dei momenti che abbiamo condiviso ma diventa sempre più difficile per me perché temo che di noi resteranno soltanto i ricordi, faccio una fatica immane per non cedere al dolore, certe volte mi diventa difficile anche respirare. Nessuno a parte Naruto sa e comprende come mi sento, per i miei colleghi continuo ad essere il Sasuke integerrimo di sempre. 

 

-Pronto? -  

-Tsunade sono io, ho bisogno di due giorni di malattia –  

-Ma stai bene? -  

-Si, il tempo di schiarirmi le idee –  

 

** 

30 ottobre 2017 
 

"Lascio che mi baci le labbra, mi piace il modo in cui la sua lingua si insinua nella mia bocca, mi sta già sbottonando la camicia mentre io le sfilo definitivamente la longuette permettendo alle mie mani di depositarsi in modo fermo su quelle natiche sode che neanche il camice largo riusciva a nascondere; mi stacco dalle sue labbra per farla adagiare sul letto e continuare da dove ero rimasto, scendo ad accarezzare il suo interno coscia avvicinandomi pericolosamente alla sua intimità calda per tastarla, le sue mani sono già sulla mia cintura per liberarmi dai pantaloni che ormai sono diventati troppo stretti.  

Quando la penetro per la prima volta ho paura di non riuscire a resistere al forte piacere che si sprigiona in tutto il mio corpo, lei incrocia le braccia al mio collo e fa aderire i nostri corpi minando ancora di più la mia resistenza, entrambi stregati dalla magia di quella prima notte insieme dimentichiamo tutto il pudore e ci abbandoniamo alla più intensa passione carnale. Sperimentiamo e scopriamo nuovi fronti del piacere che fino ad allora ci erano ignoti e ci lasciamo andare a portentosi orgasmi per tutta la notte" 

 

Mi sveglio sudato ed ansimante, non ho pace nemmeno nei sogni, non è bastato neanche stare lontano quasi due giorni dall'ospedale per esorcizzare la sua presenza. 

Non ce la faccio, non riesco a stare qui e non vederla, non mi importa se tra pochi giorni tutto potrebbe finire, io devo andare da lei, devo starle vicino.  

In fretta e furia mi vesto e mi ritrovo all'ospedale ancor prima di rendermene conto, fisso l'ingresso senza riuscire a muovere un muscolo, probabilmente sto impazzendo... 

Pur di procrastinare il momento in cui avrei dovuto vederla, avevo fatto il giro di tutto l'ospedale. 

Ero passato dalla neonatologia all'oncologia, dalla rianimazione alla terapia intensiva, passavo dalla vita alla morte semplicemente cambiando corridoio e più mi avvicinavo al mio reparto, più sentivo le forze venir meno... 

 

" -Non capisco perché te la prendi tanto, non era nemmeno un tuo paziente –  

-Io sono un medico, tutte le persone che varcano l'ingresso dell'ospedale sono miei pazienti – 

-Sai che cose del genere possono succedere, fa parte del nostro lavoro –  

-Non credo di potermi mai abituare alla morte di una persona, è un mio limite, mi dispiace ma non riuscirò mai ad abituarmi all'idea che la vita possa morirmi davanti così -  "

 

Aveva sempre saputo usare parole incisive per esprimere i suoi stati d'animo, io non la capivo, faceva parte del gioco la morte di qualcuno, per questo avevo sempre cercato di migliorarmi, per evitare il più possibile che una vita potesse spegnersi prematuramente. Non avevo mai pensato alla morte come ad un mio limite ma in quel preciso istante tutti i pensieri di Sakura erano anche i miei e potevo comprendere perfettamente il suo dolore, la sua rabbia, la sua rassegnazione... 

La morte sarebbe diventato un limite anche per me. 

 

 

  

Quando entro nella stanza mi accorgo di come tutto sia rimasto intatto, congelato in quella posizione come lei, anche la fioca luce che filtra dalle tapparelle sembra essere rimasta invariata, però...  

C'è troppo silenzio e questa volta non ci sono nemmeno gli sfiatamenti delle macchine a tranquillizzarmi, convinto che la mente mi stia giocando un brutto scherzo mi avvicino al suo letto per accertarmi della sua presenza ma anche quello è vacante, comincio a tossire ripetutamente nella speranza di poter respirare meglio, ma più la sensazione che lei non ce l'ha fatta si concretizza, più le mie vie respiratorie si occludono. 

Non posso credere che non mi abbiano detto niente, che mi diano lo strazio di scoprirlo in questo modo così meschino, avrei preferito vederla mentre le staccavano le macchine, con la consapevolezza di esserle stata acanto fino alla fine, invece mi hanno condannato al rimorso di essere scappato via e di non averla potuta salutare un'ultima volta. I singhiozzi che sento assomigliano più al lamento di un animale in fin di vita, non mi ero mai visto ridotto in quelle condizioni, infuriato butto a terra il vaso posto sopra il comodino continuando a disperarmi, solo quando mi accorgo del sangue che sgorga dal mio dito riesco a tranquillizzarmi ed a riprendere un po' di lucidità. 

 

-Lei è sempre la mia dottoressa preferita, se lo ricordi – 

-Signor Daikoku torni a letto perchè lei è comunque sotto la mia tutela e voglio che riposi –  

Non sono pronto ad impazzire così presto, me la voglio scordare la sua voce, non la voglio sentire. 

-Si deve riposare anche lei, le devo rammentare che è altrettanto una paziente? - se questo vecchio pazzoide non la smette di parlare giuro che esco fuori e lo infilo a forza nel letto.

Sto ancora cercando di ripercorrere mentalmente gli ultimi dieci minuti quando sento la porta aprirsi, chiunque sia si pentirà di aver aperto quell'usc... 

Le braccia mi ricadono lungo il letto quando la vedo: i capelli un po' sfibrati e spettinati, il viso un po' pallido, le labbra rosee e gli occhi... vivi, sconcertati, confusi di vedermi lì in quello stato. 

-Sasuke... - chiudo gli occhi quando sento nuovamente quella voce che mi era stata negata per troppo tempo, lei muove dei passi incerti verso di me ma io rimango ancorato a quel letto. 

-Ho chiesto io a Tsunade di non dirti nulla, mi aveva detto che eri molto stressato e non volevo stressarti ulteriormente – 

Stressarmi? 

-… Volevo farti una sorpresa domani mattina, la dottoressa mi ha detto tutto quello che poteva succedere... -  

Porto entrambe le mani sul volto come per accertarmi di essere ancora reale, di vivere veramente quella conversazione. 

-Sasuke... ho avuto paura – un singhiozzo blocca la sua frase – paura di non vederti più... sei stato l'ultima persona a cui ho pensato prima di perdere i sensi... - di fronte a quella frase scatto come una molla da quel dannato letto e la stringo a me con tutta la forza che mi è rimasta, quando sento le sue mani stingermi con altrettanta forza lascio scorrere via con le lacrime tutta la paura accumulata fino a quel momento, le mie lacrime si mischiano alle sue, le accarezzo il volto felice di sentire di nuovo quel calore e la bacio mentre le sposto dei ciuffi di capelli dalla fronte. 

 

 

-Senza di te io non sarei niente – 

 




Fine. 

 

Angolo autrice 

Come promesso, ecco qui l'ultimo capitolo di questa mini long, ovviamente non avrei mai permesso di far morire Sakura, sono un'inguaribile ottimista ma volevo cercare di trasmettere la sensazione orribile che si prova quando una persona cara non è accanto a noi. Si ha come l'impressione di stare in un limbo, non si vive realmente in quei momenti, si vegeta, ci si trascina dietro il guscio vuoto della propria anima... i ricordi sono l'unico appiglio a cui aggrapparsi per poter far fronte ai momenti di dolore acuto, proprio come ha fatto Sasuke, anche se questi, a lungo andare, non possono riuscire a colmare tutta la sofferenza. 

Ultimata anche questa storia (a cui mi sono molto affezionata)  

*Spunta mentalmente un'altra casella*  

Posso dedicarmi al sesto capitolo dell'ultima long in sospeso, un bacio. 

Medeafire.  

 
   
 
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