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Autore: Crilu_98    02/12/2017    3 recensioni
Gli occhi severi di Ronja nascondono una bambina che non ha mai avuto davvero la possibilità di crescere, protetta dal mondo e dimenticata dal padre, un guerriero troppo occupato a conquistare nuovi territori per occuparsi di lei. Quando le viene imposto di comprare un nuovo schiavo, lei prende la prima decisione azzardata della sua vita: sceglie Aurelio, un ragazzo testardo che cova un malcelato disprezzo nei confronti di tutti i barbari. Lui sa che le deve la vita e il legame che si instaura tra la nobile Ostrogota e l'ex-legionario mescola antipatia e rispetto, lealtà e discussioni.
In un mondo sorretto a stento da alleanze deboli come ragnatele, i due dovranno sopravvivere non solo all'ostilità di un misterioso cavaliere vestito di nero che osserva ogni loro mossa, ma anche alle spietate lotte di potere che minacciano di trascinare di nuovo l'Italia nel caos.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità, Antichità greco/romana, Medioevo
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Ravenna, Annus Domini 493
 
Teodorico, re degli Ostrogoti, osservò il riflesso distorto che la sua corpulenta figura proiettava sulla superficie curva di un'anfora di bronzo. Si accarezzò con fare distratto il mento rasato e i baffi castani, mentre attorno a lui i servi si affrettavano a ultimare i preparativi per il banchetto.
Dalle porte spalancate che conducevano alle cucine provenivano il vociare delle cuoche ed il profumo della carne arrosto, tuttavia nell'aria c'era una tensione palpabile, dovuta alla presenza dei numerosi barbari armati che presiedevano la sala.
Del resto, Teodorico si era insediato solo da pochi giorni in quel palazzo, dopo aver sconfitto gli Eruli e i Goti di Odoacre con una guerra durata cinque, lunghi anni.
Il re degli Ostrogoti sapeva che in tempi incerti come quelli in cui viveva le alleanze erano fragili e la politica mutava in fretta: lui era riuscito a guadagnarsi il favore dell'Imperatore d'Oriente, Zenone, ma si chiedeva se questo bastasse a legittimare il suo potere sull'Italia.
Anche Odoacre, il nemico che aveva catturato e ridotto in prigionia, aveva a suo tempo goduto dei favori dei senatori e dell'aristocrazia romana, era stato nominato patrizio ed aveva ottenuto il controllo della penisola.
Almeno fino a quando Costantinopoli non aveva iniziato a considerarlo una minaccia.
Ora, Teodorico era consapevole di non poter mantenere il potere senza costruirsi una solida rete di alleanze, non solo con i romani e con i bizantini, ma anche all'interno del suo popolo, da sempre combattuto tra le antiche tradizioni e il fascino della cultura latina. E per farlo era disposto a tutto.
La sua attenzione fu catturata dall'ingresso nella sala dei banchetti di sua moglie Aundefleda.
Teodorico la squadrò compiaciuto, non perché provasse un reale affetto per lei, ma perché Aundefleda costituiva un tassello del complicato mosaico di legami che stava stringendo in tutta Europa: era infatti la sorella di Clodoveo, il re dei Franchi, che da quasi cinquant'anni si erano stabiliti nei territori della Gallia meridionale.
"Mio signore…" mormorò la donna, chinando il capo velato davanti al marito.
"Sedetevi pure, Aundefleda. Il nostro ospite d'onore sta per arrivare e la cena sarà servita presto!"
Mentre la moglie obbediva, Teodorico scambiò un'occhiata d'intesa con il coppiere che sostava accanto al tavolo.
Infine, mentre i suoi guerrieri più fidati chiacchieravano in attesa di poter prendere posto, Odoacre entrò scortato da due armigeri.
Le voci si zittirono di colpo e sia i servi che i nobili assistettero con curiosità, impazienza e timore al confronto tra i due uomini: da un lato il giovane Teodorico, vestito con una tunica pregiata e con la spada al fianco; dall'altra Odoacre, appesantito dall'età e da anni di lussi, disarmato e sconfitto.
L'ostilità nella sala si fece palpabile:
"Il vostro invito mi ha sorpreso, Teodorico!" esordì Odoacre. "Pensavo di dovermi rassegnare a languire nelle prigioni di questo palazzo!"
L'altro sorrise, lasciando vagare il suo sguardo sulla tunica lunga, i capelli tagliati corti e il viso completamente privo di barba dell'uomo che gli stava davanti e che non sembrava più uno del suo popolo. Forse era per questo che alla fine era andato incontro alla sconfitta: era diventato debole e meno accorto e Teodorico era riuscito ad usurpare il suo trono.
"La guerra è finita, ormai. Bisogna guardare avanti!" rispose, invitandolo con un ampio gesto del braccio a prendere posto.
Fu come se tutti avessero trattenuto il respiro fino a quel momento: il banchetto iniziò tra schiamazzi e risate, mentre i servitori presero a portare in tavola le pietanze, apparentemente indifferenti al fatto che il loro precedente padrone sedesse allo stesso tavolo del nuovo.
Odoacre si portò cautamente un calice alle labbra e annusò il contenuto prima di berlo:
"Temete forse qualche inganno, nobile Odoacre?" chiese Teodorico con benevolenza.
L'altro ghignò, mostrando i denti gialli e storti:
"La prudenza non è mai troppa, Teodorico. Ricordatevelo…"
"Non vi preoccupate, essa non mi è mai mancata. Ma voi non dovete temere alcun sotterfugio: ho intenzione di operare alla luce del sole! Voglio far sì che nessuno, guardando al mio regno, possa dire che io abbia fallito nel dimostrare le mie intenzioni!"
Odoacre gli rivolse un'occhiata sospettosa ed indagatrice:
"Mi sembra un buon proposito, anche se difficile da rispettare!"
"Voi dite?"
"Capisco perché non mi crediate: siete giovane e valoroso. Lo sono stato anche io… Ma col tempo capirete che per sopravvivere in queste terre calde ed infide dovrete essere abile con le parole e con le trappole, oltre che con la spada!"
Gli occhi di Teodorico luccicarono.
"Costui mi crede un ragazzino!" pensò "Buon per me, allora!"
"Non siete curioso di conoscere le mie intenzioni, allora?"
"Immagino che vogliate costruire un solido regno…"
"No, prima voglio occuparmi di questioni molto più urgenti!"
Odoacre si irrigidì, cogliendo la minaccia nel mutato tono di voce del suo nemico, ma era già troppo tardi: ad un segnale di Teodorico il coppiere sguainò un pugnale e lo colpì alla gola.
L'uomo gorgogliò e si portò le mani al collo per proteggersi, mentre il sangue sprizzava sulla tovaglia bianca e sulle vesti di Teodorico. Il sicario continuò a colpirlo implacabile, ancora ed ancora… Fino a quando il corpo del re dei Goti non si accasciò sullo schienale della sedia ed il capo crollò in avanti, privo di vita.
Il re alzò gli occhi sulla sala ammutolita ed osservò i convitati con espressione severa:
"Odoacre cospirava contro di me, sobillando i nobili Ostrogoti alla rivolta. Questo è un esempio per tutti voi: non tollererò cospirazioni o insubordinazioni di nessun genere! Da parte mia, vi prometto terre, ricchezze e un'incommensurabile gloria, nobili amici!"
"Di che gloria parlate, signore?" chiese uno dei suoi uomini, mentre Aundefleda cercava di rimanere impassibile davanti al sangue che imbrattava i piatti e le vivande.
"La gloria di aver sottomesso il più grande impero che questo mondo abbia mai conosciuto!" rise Teodorico, alzando la coppa di vino verso di loro ed assaporandolo con voluttà.
"Ben presto, dei Romani non rimarrà che il ricordo!"
 
 
Angolo Autrice:
Buonasera :)
Ero impaziente di iniziare a pubblicare questa storia per due motivi: il primo è che la mia fonte d'ispirazione, "Il barbaro e il romano" di Melian_Belt è una delle mie letture preferite qui su efp; il secondo è che, devo ammetterlo, mi mancavano le atmosfere di Hereditas, piene di barbari, spade e revival romano xD
Questo è solo un prologo, che dovrebbe aiutare a farsi un'idea di come e perché gli Ostrogoti si sono insediati in Italia verso la metà del V secolo: i veri protagonisti li incontreremo nel prossimo capitolo, ma le loro vicende sono ineluttabilmente legate a quelle dei grandi signori della guerra che in questo periodo fanno il bello ed il cattivo tempo. Ho scelto la versione più mitizzata e cruenta della fine di Odoacre, in realtà fu tristemente strozzato dalle guardie di Teodorico nelle prigioni di Ravenna; però è vero che tentò fino all'ultimo di sobillare i nobili contro il nuovo re.
Non so con quanta costanza riuscirò a scrivere e ad aggiornare, spero di non metterci troppo!
 
   Crilu 
   
 
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