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Autore: Niaile    02/12/2017    2 recensioni
Un anno particolare per il magico Trio. Ron impegnato a sbaciucchiarsi, Harry nasconde qualcosa ed Hermione rimane folgorata dalla sorpresa che sono gli occhi di Malfoy. Tra un discorso e un altro la rabbia rende le persone vere mentre l'amore le rammollisce.
Ecco che Hermione e Malfoy diventano amici, ma Hermione inizia a sperimentare le farfalle allo stomaco.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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*
Cos’era la rabbia?
Erano le due settimane passate ad aspettarlo senza che lui si facesse vivo!
Erano le parole che si erano detti, le canzoni che, involontariamente, si erano dedicati, i ricordi che si erano creati!
Erano i chilometri di distanza che avevano superato!
Erano i pensieri sbagliati e le verità scottanti!
Erano loro due ormai persi!
Erano gli sguardi sfuggiti!
Erano le promesse infrante!
Erano gli errori!
Era lo stomaco in subbuglio quando qualcosa ricordava lui!
Era lui che andava via!
Era la consapevolezza che fosse tutto finito a causa sua!
Un anno finito. Un anno spazzato via.
La rabbia era lei che non faceva altro che pensarci, che aveva sbagliato. Che aveva distrutto tutto.
La rabbia era lui che non voleva ripararlo.
Hermione fin da sempre aveva amato Ron, il suo sorriso, le sue lentiggini, la sua goffaggine, il suo costante farla stare bene nonostante tutto. Solo che nella vita di tutti capita di sbandare, di perdere il controllo ritrovarsi su strade non asfaltate fatte di bivi interessanti. Questo era stato Malfoy per lei. Un bivio. Interessante.
Il problema fondamentale delle donne, però, sono le aspettative. Hermione, che fin da bambina aveva scelto una via razionale per la sua vita, quella sbandata non l’ha retta. Ron limonava con Miss Lavlav ed Harry era ossessionato da Malfoy.
Forse perché era stanca di pensare troppo, forse perché Voldemort minacciava di ucciderli tutti, forse per fare uno sgarbo a Ron, decise di assecondare l’ossessione dell’amico… ma si sa, le donne non reggono mai le ossessioni e soprattutto i ragazzi sono bravissimi a far soffrire!
*
-Malfoy, ti è caduto questo.
-Ma che vuoi!
-Vaffanculo.
-Bah!
*
-Granger ma l’amichetto tuo ha preferito denti piccolini rispetto ai tuoi?
-Malfoy hai paura dei miei pugni dal terzo anno, non mi provocare.
-Gelosa?
-Malfoy cresci!
*
-Hermione ho bisogno di parlarti.
-Dimmi.
-Oggi ho visto che litigavi con Malfoy…
-E quindi?
-Trovi spesso una scusa per farlo. Mi devi dire qualcosa?
C’era qualcosa che doveva dirgli? In realtà si, ma non poteva! Cosa avrebbe detto Harry se Hermione avesse ammesso quella cosa, che non riusciva proprio a dire, al suo migliore amico?
-Nono…
-Con la storia di Ron non vorrei che tu iniziassi a credere che io mi sia alleato con lui. Io ti voglio bene, lo sai vero?
-Si, Harry e te ne voglio anch’io. Tanto. Ma non c’è nulla. Nulla!
Non risultava convinta manco alle sue orecchie.
Dopo quella chiacchierata Hermione era arrivata al punto. Il famoso punto. Quel punto. Cosa le piaceva di Malfoy? La cosa più ovvia era sicuramente l’attrazione fisica, in fondo non si conoscevano e anche se i lineamenti del biondo erano molto spigolosi, ma gli occhi. Draco Malfoy poteva essere il più grande stronzo che avesse mai conosciuto, ma quegli occhi provocavano strane sensazioni alla riccia. No! Lei non doveva pensare a Malfoy, in ogni caso Malfoy non pensava a lei.
*
-Granger potresti gentilmente spostarti.
-Si. Posso.
-Grazie.
*
-Malfoy agitare e colpire, non colpire e basta.
-Grazie.
*
A sedici anni bisogna essere maturi. E con il tempo che passava a vedere Ron e quell’asina giuliva sbaciucchiarsi, Hermione aveva fatto fondo a tutta la sua maturità. Poteva permettersi qualche giorno da immatura?
-Per Merlino certo che posso!
Si alzò dalla poltroncina dove stava studiando, con scarsissimi risultati, e uscì fuori. Nel giardino.
Era il quindici novembre e faceva freddo. Lei aveva bisogno di quell’aria pungente per non soffocare.
Si sedette sulla panchina più lontana e alzò il viso: il cielo era buio. Le nuvole offuscavano la timida luce che ancora resisteva e il vento soffiava forte. Tra un po' sarebbe scesa la notte e l’indomani avrebbe sicuramente nevicato. A novembre è così, in cinque minuti si stravolgono le giornate. E lei si sentiva stravolta. Novembre era il suo mese.
-Granger!
Ora, Hermione si considerava troppo intelligente per fare la parte dell’adolescente innamorata che già solo dalla voce per l’amato inizia a contorcersi, eppure lo stomaco della grifondoro stava letteralmente andando nel panico. Era quella voce. La sua voce. Lui.
-Malfoy!
-Ti congelerai qua fuori senza mantello!
-Tanto stavo rientrando.
-Fai bene.
-Ciao.
-Ciao.
Si alzò. Aveva quasi iniziato a camminare quando si fermò. Non si voltò.
-Malfoy.
-Granger.
-Mi piaci.
Rimase ferma cinque secondi. Lui non avrebbe risposto, lo sapeva. In fondo quell’attrazione era totalmente sbagliata e soprattutto infondata. Ma Hermione era stanca di pensare, riflettere, razionalizzare, metabolizzare e tutto quello che una ragazza matura può e deve fare.
Malfoy la rendeva diversa. Più instabile. E in quel momento le andava bene così. Non voleva una storia. Malfoy era il ragazzo più sbagliato del mondo con cui avere una storia. Ma le piaceva.
Ovviamente lui non la fermò.
Tristemente.
*
Corridoi pieni e due ragazzi che si sfiorano a malapena.
Non parlano.
Non ne hanno motivo.
*
Dal quel quindici novembre erano cambiate un bel po' di cose. Malfoy ed Hermione non parlavano più.
Perché è più semplice odiarle le persone. È come se a provar sentimenti ci si rammollisca.
Beh… è vero! Tutta la questione delle farfalle nello stomaco, del tremolio delle ginocchia, il cuore che batte forte forte a ritmo dell’imbarazzo che ti tinge le guance! Ad odiare si fa prima.
-Hermione devo dirti una cosa.
La ragazza era accucciata nella poltrona davanti il camino, la solita. Stava leggendo uno dei suoi romanzi babbani preferito e da tutto il giorno non aveva pensato al biondo.
-Mmm
-Io e Malfoy ci siamo baciati.
La prima cosa che pensò Hermione fu a come dovette sentirsi Malfoy dopo aver sentito a bruciapelo la sua confessione. Poi pensò a come si sentisse lei. Poi a perché cavolo Harry non l’avesse preparata un pochino prima.
-Wow!
-Wow? Solo wow?
-State insieme?- non c’era nessuna inclinazione nella sua voce. Piatta. Apatica. Ma dentro scoppiava di rabbia.
-Da pomeriggio.
-Auguri.
-Hermione che succede? Capisco che stiamo parlando di Malfoy, ma Draco è tutta un’altra cosa. Tu non lo conosci e non puoi capire. Non conosci la nostra storia e quindi ti sembra tutto surreale. Ma io dovevo dirtelo, non sopportavo più il silenzio, come se i sentimenti che provavo fossero sbagliati.
-Tu credi siano giusti? Ogni volta che lo vedi ti si chiude lo stomaco? Quando ti parla ti rimbombano le orecchie? E quando gli parli tu senti arrossarsi le guance? Dio Harry se ne sei innamorato hai fatto bene.
E se ne andò lasciando un Harry confuso davanti alle sue lacrime.
Perché stava piangendo? Quant’era bello odiarsi? Odiarsi implica comunque dell’interesse e forse si stava convincendo sul serio che Malfoy potesse non aver risposto quella volta solo perchè aveva bisogno di metabolizzare e che quel tacito odiarsi fosse la loro prima tappa. E invece Draco semplicemente era interessato ad Harry. Al suo migliore amico.
Correva veloce verso la panchina. Quella dove Malfoy le aveva detto di coprirsi. Si stava prendendo cura di lei solo perché era amica del suo ragazzo.
Quanto possono essere stupide le ragazzine innamorate? Ecco perché Hermione le odiava. Ecco perché lei razionalizzava e metabolizzava tutto. Ecco perché con Ron non era mai successo niente. E alla sola idea di essersi messa in ridicolo col biondino voleva scomparire.
La panchina era già occupata.
-Harry te l’ha detto.
-Da quanto va avanti?
-Da qualche mese.
-Me lo dovevi dire.
-Era compito di Harry non mio. Smettila di piangere.
-Puoi lasciarmi sola?
-No.
-Non sto piangendo per te.
-Lo so.
Si asciugò le lacrime e lo guardò.
-Hermione Granger non piange per i ragazzi.
-Hermione Granger non va facendo dichiarazioni a destra e a manca… e invece!
-Non ti sei dichiarata. Hai ammesso a te stessa un interesse. Le dichiarazioni non si fanno così.
-Hai bisogno di fiori e cuori?- gli si sedette accanto.
-Già. Sono un Malfoy io!
-Harry è stato più bravo di me?
Gli occhi di Draco, a sentir parlare di Harry, si illuminarono. Lei sorrise. Amaramente.
-Harry è un caso a parte. Disperato direi. È pazzo!
-Conoscendolo ti avrà tipo messo al muro e baciato.
-Mi fai paura!
-Harry è così. Più da azioni che da parole.
Si guardarono e sorrisero.
Amaramente.
*
-Non dovevi essere tu a dirglielo.
-Ma sono amici. E lui voleva dirglielo.
-Se avesse voluto glielo avrebbe detto. Cazzo, Hermione, se lo perdo per colpa tua… dio mio!!
*
-Draco.
Nessuna risposta. Nessuno sguardo. Erano amici. Ma non si parlavano.
*
Harry e Malfoy stavano insieme ormai da cinque mesi. Hermione e Draco non si parlavano da tre settimane. Ormai mancava poco alla fine della scuola. All’inizio dell’estate. Due mesi senza vederlo e sentirlo. Non sarebbe andata dai Weasley perché non voleva vedere Harry. Era il suo ragazzo e ne parlava in continuazione. Ron, ormai, si era rassegnato. Ron. Si era lasciato, finalmente, e lei aveva iniziato a pensare di nuovo a lui, al tempo che aveva perso odiandolo… ma pensava a lui solo perché odiava pensare a Malfoy.
Quanto odiava Hermione!
Aprì un libro a caso e strappò un foglio di pergamena. Iniziò a scrivere. Da quanto non scriveva? Da quanto aveva iniziato ad odiare.
Il silenzio della biblioteca fece da cornice al suo cuore che vomitava inchiostro.
“Ho litigato con Draco. Quei litigi che purtroppo durano un bel po'… tanto. Secondo me per sempre! Quei litigi che allontanano, dividono, distruggono! Quanto meno io mi sento distrutta.
La colpa è solo mia. Non voglio giustificarmi e non ho manco bisogno di mettermi nei suoi panni per capirlo, però è tutto il contorno che mi pesa.
Avevamo già litigato in questi mesi, il fatto poi che Harry non sapesse di noi quasi sempre ne era la causa. Il mio carattere, il mio orgoglio, le mie paranoie. La nostra stupida amicizia. Il mio unico modo pe stringergli le mani. Io gliel’ho detto:
-Sono fatta così e non potrai di certo cambiarmi tu.
-Ho le spalle larghe io.
Già, di solito prende lui in mano la situazione, stavolta non vuole farlo. Perderlo mi sta facendo TROPPO male!
Ok eravamo solo amici. Ok i miei sogni non avevano assolutamente senso, ma avevamo un bel rapporto e avevamo sempre fatto di tutto per non rovinarlo, per non distruggerlo, perderlo. Lui con le sue spalle troppo larghe e io con le mie troppe paranoie superate.
Poi cadiamo lì e ci provo a riprenderlo ma lui mi taglia fuori, non vuole.
TROPPO MALE.
Il fatto è che mi ero abituata alla sua costante presenza, attenzioni che richiedevo e ricevevo con fin troppa foga.
E poi finisce tutto.
Ci sta la rabbia, ma se qualcuno è importante non si dovrebbe, ALMENO, tentare di recuperare? Forse, alla fine dei fatti, l’importanza non era poi chissà quanta. Forse siamo, solo, tutti lì di passaggio e ci affianchiamo a chi, in determinati momenti, ci fa bene. In fondo è nell’ordine naturale degli eventi che le cose finiscano, no? Ci sono sentimenti per cui vale la pena lottare ma persone per cui si è troppo stanchi per farlo.
Forse si è stancato.
Forse ha bisogno di tempo.
Forse nulla era così troppo come pensavo.
Forse sto ancora esagerando tutto.
Forse mi manca più del dovuto.”
Scrivere di getto per metabolizzare la vita. Lo faceva da sempre e le riusciva sempre bene. Si sentiva già meglio.
Aveva voglia di scrivere. Aveva una voglia matta di scrivere. Piegò il foglio e nella parte vuota continuò
“Dunque, io non posso donarti ciò che ho creduto di scrivere per te.
Non posso donarti i miei pensieri così pensati che pensarli ancor non si può.
Non posso donarti i miei baci.
Non posso donarti le mie carezze.
Ho racchiuso tutto in una lettera scritta col cuore pesante e gli occhi lucidi. Il magone allo stomaco ad ogni sillaba. Rileggo le mie parole ma non rileggo me. Non rileggo te. E quella lettera è rimasta là, segno intangibile di tutto ciò che non posso donarti.”
Mise tutto in tasca e uscì fuori.
Quel bisogno irrefrenabile di tornare a respirare. Sul serio.
*
Si scontrarono per caso mentre lei stava uscendo e lui stava rientrando.
Si guardarono negli occhi con la malinconia a stregarli. Quegli occhi che l’hanno fatta innamorare.
Corse via da lui quando lui le si fermò davanti. “È di Harry, è di Harry” “Non ti ama, non ti ama” continuava a ripetersi.
Ancora una volta lui non la fermò ma si chinò a prendere ciò che le era caduto.
“Se a settembre mi avessero detto che avrei scritto una lettera per Malfoy, molto probabilmente avrei consigliato vivamente, a chiunque fosse, di andare al San Mungo.”
Per Malfoy. Per lui.
La lesse.
Leggeva Hermione.
Si sentì terribilmente in colpa per aver letto quei sentimenti e perché l’odio di lei gli si spiaccicò tutto in faccia.
Lei stava male.
Ma lui amava Harry…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Pensieri e Parole:
Mettiamola così: se chiariremo continuerò la storia, se non chiariremo comunque, sia io che Hermione, abbiamo avuto il nostro finale. Un finale di mmmmerda ma pur sempre un finale!
Sono dell’idea che certe amicizie certi finali non se li meritano, ma l’ho sempre detto che la mia vita è troppo strana. A differenza di Hermione io e lui siamo stati amici per 460 giorni…
Un chiarimento: non so se possa essere considerata una “Dramione”, anche perché io sono per la “Romione” e la “Drarry” ma mi servivano dei personaggi per la mia storia contorta. In fondo il mio Draco ama il suo Harry e io sono una piccola Hermione senza il suo Ron!
p.s. La prima parte e la lettera sono presi dal mio quadernino, se li trovate fuori luogo o fin troppo dettagliati è dovuto a questo, ma la storia è nata su queste parole, quindi…
Spero vi piaccia e soprattutto spero mi facciate sapere cosa ne pensate.
I personaggi ci sono. La storia è iniziata. Ora tocca al pubblico.
Vivogliotantobene
Sempre vostra Nia <3
   
 
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