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Autore: maryku    23/06/2009    4 recensioni
Una ragazza che fa fronte ai problemi di tutti gli innamorati, una storia in cui ognuno riesce un po' a immedesimarsi, quando le parole nella tua testa spingono per uscire, ma non lo fanno per paura, per imbarazzo o per timore.
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora, io non volevo pubblicarla su efp, ma qualcuno, qualcuno che usa la faccina d'angelo per convincermi, mi ha costretta, così eccola qui! Spero che vi piaccia, anche se è scritta velocemente e non sono sicura della sua riuscita. Fatemi sapere che ne pensate.
Buona lettura!

Parole sussurrate

 

Parole d’amore sussurrate nell’angolo buio della tua mente. Sussurrate, hanno paura di uscire, di farsi sentire, di esserci davvero. Sussurri... ma sono nella mente, non escono dalle labbra che rimangono serrate. E le mordicchi, il lucidalabbra si rovina, non ti importa. Le uniche cose che contano sono quei sussurri, che rimangono dove sono.

La bocca si schiude, ma è solo per passare la lingua sulle labbra. Non sembra, ma quello è un gesto sexy. Non ne sei convinta? Allora guarda lui quando lo fa. Ecco, adesso il tuo cuore batte così forte che non senti più ciò che ti circonda.

Vedi i suoi occhi verdi e ti prende un colpo. Respira, respira! Non lasciarti affannare.

Eccole di nuovo, le parole sussurrate. Vorrebbero uscire, forza, falle uscire! Ma no, ti vergogni. E le guance si colorano di un delicato rosa, che tende molto al rosso fuoco. Ti passi una mano su quel calore, ma non diminuisce. Anzi, la mano serve solo a far capire a lui che sei imbarazzata, e così è ancora peggio.

Abbassi gli occhi, punti lo sguardo a terra e non lo rialzi finché lui non ti dice qualcosa. Non lo capisci, alzi la testa e chiedi di ripetere. Lui sorride, enigmatico, ma ripete. Ripete e ti viene un colpo.

Sorridi, sembrando gioiosa, ma non lo sei. Anzi, sei a dir poco furibonda. Il rosso sulle guance non è più dovuto a imbarazzo, ma a rabbia. Le parole sussurrate non cambiano, ma come può deriderti così sulla tua sciarpa giallo canarino che ti ha passato tua sorella? Tu la adori! Ma, a pensarci bene, forse è un po’ strana. Però ha già finito di ridere, e tu non riesci a mettere il muso. Non ci riesci, non ce la fai...

E invece lo metti. Dopo aver sorriso, fai il muso, ti giri e te ne vorresti andare, anzi, stai proprio per muovere il primo passo, ma lui ti afferra e si scusa.

Adesso proprio non sai che fare; la sua presa scotta, scotta come fuoco ardente, i suoi occhi penetrano la tua anima fino in fondo, o almeno così sembra a te. Come se potesse vedere che una volta, a cinque anni, hai girato mezza città solo con le mutandine, perché cercavi il cane; oppure quando, a otto, hai offerto la tua caramella a un tuo compagno perché ti piaceva, e lui l’ha rifiutata; o anche quando, a dodici, hai dato il tuo primo bacio. Tante sono le cose che stai ricordando, però quello che resta più impresso è il suo tocco sul tuo braccio.

Le parole non sono più sussurrate, ma stanno urlando. Urlando dentro la tua mente, fra poco escono, ma ancora non apri la bocca per dire ciò che senti davvero, dici solo che non fa nulla, no, però poteva avere più tatto. Glielo dici con una punta di acidità. L’hai già perdonato, ma non vuoi assolutamente farti usare da lui o da qualcun altro. Mai.

Lo guardi negli occhi. Lui fa uno sguardo da scuse, e a quel punto tu sei persa. Persa in lui.

Perché non lo baci? Semplice, è troppo presto, almeno secondo te.

Le parole gridano, ti spaccano la testa, sono troppo forti per chiunque, ma non per te che le lasci nella mente. Lì, dove lui non può sentirle, solo intuirle se ti ha cominciato a capire. Ma sai che non accadrà. No, non ti capirà. No.

Sorridi ancora una volta, poi lo saluti con la mano e ti giri, dandogli le spalle, vorresti rimanere, ma no, non puoi, ti stanno aspettando, e non vedi che lui osserva te e la tua bellissima sciarpa gialla di cui, ormai, è innamorato perso. Forse anche lui ha delle parole sussurrate che non riescono a uscire.

   
 
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