Buona lettura!
Parole
sussurrate
Parole
d’amore sussurrate nell’angolo buio della tua
mente. Sussurrate, hanno paura di
uscire, di farsi sentire, di esserci davvero. Sussurri... ma sono nella
mente,
non escono dalle labbra che rimangono serrate. E le mordicchi, il
lucidalabbra
si rovina, non ti importa. Le uniche cose che contano sono quei
sussurri, che
rimangono dove sono.
La
bocca si schiude, ma è solo per passare la lingua sulle
labbra. Non sembra, ma
quello è un gesto sexy. Non ne sei convinta? Allora guarda lui quando lo fa. Ecco, adesso il tuo
cuore batte così forte che
non senti più ciò che ti circonda.
Vedi
i suoi occhi verdi e ti prende un colpo. Respira, respira! Non
lasciarti affannare.
Eccole
di nuovo, le parole sussurrate. Vorrebbero uscire, forza, falle uscire!
Ma no,
ti vergogni. E le guance si colorano di un delicato rosa, che tende
molto al
rosso fuoco. Ti passi una mano su quel calore, ma non diminuisce. Anzi,
la mano
serve solo a far capire a lui che sei imbarazzata, e così
è ancora peggio.
Abbassi
gli occhi, punti lo sguardo a terra e non lo rialzi finché
lui non ti dice
qualcosa. Non lo capisci, alzi la testa e chiedi di ripetere. Lui
sorride,
enigmatico, ma ripete. Ripete e ti viene un colpo.
Sorridi,
sembrando gioiosa, ma non lo sei. Anzi, sei a dir poco furibonda. Il
rosso
sulle guance non è più dovuto a imbarazzo, ma a
rabbia. Le parole sussurrate
non cambiano, ma come può deriderti così sulla
tua sciarpa giallo canarino che
ti ha passato tua sorella? Tu la adori! Ma, a pensarci bene, forse
è un po’
strana. Però ha già finito di ridere, e tu non
riesci a mettere il muso. Non ci
riesci, non ce la fai...
E
invece lo metti. Dopo aver sorriso, fai il muso, ti giri e te ne
vorresti
andare, anzi, stai proprio per muovere il primo passo, ma lui ti
afferra e si
scusa.
Adesso
proprio non sai che fare; la sua presa scotta, scotta come fuoco
ardente, i
suoi occhi penetrano la tua anima fino in fondo, o almeno
così sembra a te.
Come se potesse vedere che una volta, a cinque anni, hai girato mezza
città
solo con le mutandine, perché cercavi il cane; oppure
quando, a otto, hai
offerto la tua caramella a un tuo compagno perché ti
piaceva, e lui l’ha
rifiutata; o anche quando, a dodici, hai dato il tuo primo bacio. Tante
sono le
cose che stai ricordando, però quello che resta
più impresso è il suo tocco sul
tuo braccio.
Le
parole non sono più sussurrate, ma stanno urlando. Urlando
dentro la tua mente,
fra poco escono, ma ancora non apri la bocca per dire ciò
che senti davvero,
dici solo che non fa nulla, no, però poteva avere
più tatto. Glielo dici con
una punta di acidità. L’hai già
perdonato, ma non vuoi assolutamente farti
usare da lui o da qualcun altro. Mai.
Lo
guardi negli occhi. Lui fa uno sguardo da scuse, e a quel punto tu sei
persa.
Persa in lui.
Perché
non lo baci? Semplice, è troppo presto, almeno secondo te.
Le
parole gridano, ti spaccano la testa, sono troppo forti per chiunque,
ma non
per te che le lasci nella mente. Lì, dove lui non
può sentirle, solo intuirle
se ti ha cominciato a capire. Ma sai che non accadrà. No,
non ti capirà. No.
Sorridi
ancora una volta, poi lo saluti con la mano e ti giri, dandogli le
spalle,
vorresti rimanere, ma no, non puoi, ti stanno aspettando, e non vedi
che lui
osserva te e la tua bellissima sciarpa gialla di cui, ormai,
è innamorato perso.
Forse anche lui ha delle parole sussurrate che non riescono a uscire.