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Autore: Mash    03/12/2017    3 recensioni
★★ Questa storia partecipa all’iniziativa “Calendario dell’Avvento 2017!” a cura di Fanwriter.it
Non contiene tracce di frittata.
Nessun uovo è stato sacrificato nella stesura di questa storia.
[Quell’anno, per la Vigilia, Yukihira aveva avuto la bella idea di invitare tutti al dormitorio della Stella Polare e fare una festa, con annessa scommessa su chi avrebbe preparato la pietanza più buona. Non ci sarebbe stato niente di eclatante, solo l’ennesima occasione per mettere in mostra la propria cucina con alcune pietanze natalizie.
O quello che pensavano i giapponesi sulle pietanze adatte al Natale.]
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Souma Yukihira, Takumi Aldini, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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★★ Questa storia partecipa all’iniziativa “Calendario dell’Avvento 2017!” a cura di Fanwriter.it
★ Data: 3° Dicembre
★ Rating/Avvertimenti: Verde/ Shonen-ai [
"Questa storia non contiene frittata"]
★ Fandom: Food Wars! [Somakumi]
★ Numero parole: 2364


 
Il dolce di Natale

Si aggiustò l’ennesima volta la giacca e si guardò di nuovo allo specchio, spostando una ciocca di capelli dal viso.
Perfetto.
Fece un respiro profondo, come per darsi la carica, e poi uscì dal bagno. Isami lo aspettava vicino la porta, tenendo due bottiglie di spumante analcolico. Appena uscito, sentì subito i suoi occhi addosso, che lo seguivano negli ultimi preparativi, in attesa.
Tolse dal frigo il dolce che aveva preparato qualche ora prima e recuperò una custodia dorata, infilando il tronchetto all’interno, facendo attenzione a non rovinarne i bordi.
Alla fine aveva optato per un dolce che considerava tipico nella sua nazione, il tronchetto al cioccolato, e aveva lavorato ore per rendere il tutto perfetto.
Isami non l’aveva aiutato perché il fratello aveva, come al solito, sfidato Yukihira; scommettendo che il suo dolce sarebbe stato migliore rispetto quello dell’altro.
Andò poi nella sua stanza e prese un piccolo pacchetto sopra il comodino, infilandoselo nella tasca dei pantaloni.
Il fratello continuava a guardarlo, mantenendo il suo tipico sorriso sarcastico sul volto.
-La smetti?-
Isami ridacchiò.
-Di fare che cosa?- domandò, come se non avesse capito quello che gli era stato chiesto.
-Mi osservi come se stessi per fare un passo falso e non aspettassi altro che vedermi inciampare sulla torta a faccia avanti.-
-Non sarebbe male.-
Una venuzza di rabbia pulsò sulla fronte di Takumi. Suo fratello era, come al solito, troppo diretto. Perché si divertisse nel guardarlo fare figuracce non era chiaro nemmeno a lui.
-Beh, smettila. Non succederà.- recuperò il cappotto e la torta e fece un gesto al fratello, aspettando che uscisse dalla stanza prima di chiudere la porta a chiave.
Passare la Vigilia di Natale con altre persone che non facessero parte della loro famiglia non gli era mai capitato. I giapponesi non avevano un’usanza particolare per quell’evento, al contrario della famiglia di suo padre.
Certo, il fatto che fossero tutti ospitati alla loro trattoria e lui e suo fratello dovessero sgobbare sia per i parenti e sia per gli altri clienti era qualcosa di un po’ diverso rispetto alla tradizione italiana, ma ammetteva che si era sempre divertito.
Cucinare per la loro famiglia era differente rispetto al cucinare per un estraneo. Era come metterci qualcosa in più.
Stranamente, mentre preparava il tronchetto di Natale, aveva provato le stesse sensazioni che aveva quando lo preparava in Toscana, per la sua famiglia.
Quell’anno, per la Vigilia, Yukihira aveva avuto la bella idea di invitare tutti al dormitorio della Stella Polare e fare una festa, con annessa scommessa su chi avrebbe preparato la pietanza più buona. Non ci sarebbe stato niente di eclatante, solo l’ennesima occasione per mettere in mostra la propria cucina con alcune pietanze natalizie.
O quello che pensavano i giapponesi sulle pietanze adatte al Natale.
Takumi sospirò, posando una mano sulla spalla del fratello.
-Andiamo?-
Isami gli sorrise e fece strada.
 
La Stella Polare era, come sempre, un caos.
Forse era quasi impossibile da credere ma quel giorno lo era più degli altri. Il salone di fianco la cucina, che di solito era utilizzato tra i membri del dormitorio per cenare, era addobbato a festa: avevano sistemato il tavolo al centro, con una bella tovaglia bianca e i piatti salati già erano serviti ed emanavano un profumo meraviglioso.
Nella sala le decorazioni non erano finite; ghirlande erano appese e scendevano dai muri, decorate con vischio, fiocchi rossi e palline di dubbio gusto. C’era anche un grosso albero spelacchiato in un angolo, che sembrava aver passato più di quindici feste di Natale al dormitorio, anche questo addobbato dei colori più strani e da decorazioni che sembravano state create con carta da un bambino di dieci anni.
Takumi non amava lo sfarzo nelle decorazioni, e quella sala gli sembrava un’esplosione di troppi colori. Dove erano finiti l’eleganza e il buon gusto?
C’era lo zampino di Yukihira e quello dei suoi pazzi amici, ne era sicuro.
-Siete venuti!- esclamò Megumi, arrivando di corsa per prendere il vassoio dalle mani del ragazzo e ringraziarli per aver portato così tante cose.
-Grazie a voi per l’invito.- disse Takumi, sorridendole.
Megumi quella sera indossava un abito che le donava particolarmente, verde smeraldo con piccoli ricami bianchi, delle calze color carne con piccole palline di neve e capelli acconciati in una treccia bassa che le cadeva su una spalla, con un grosso fiocco bianco.
Suo fratello le sorrise e la ringraziò per l’invito, posando le bottiglie sul tavolo accanto a lui. L’attenzione di Takumi, invece, si era già spostata nella sala, alla ricerca dei capelli rossi di Yukihira.
Megumi si congedò dai due saltellando fino alla cucina, chiedendosi che tipo di dolce i ragazzi avessero portato.
Isami trattenne una risata, mentre sbirciava l’espressione del fratello, che non stava nemmeno tentando di nascondere la delusione di non aver ancora trovato Yukihira all’interno del via vai di studenti che chiacchieravano tra loro.
-Vuoi un fazzoletto, fratellone?- domandò, sarcastico.
Takumi rifiutò gentilmente, prima di capire che lo stava solo prendendo in giro e iniziare ad alzare la voce su quanto fosse infantile nel fare quelle battute.
-‘Yo! Come sempre a fare confusione.-
Soma apparve all’improvviso nel loro campo visivo, sorridendo ai due fratelli. Per l’occasione indossava un abito che sembrava più sobrio rispetto al solito, anche se legato al polso aveva l’inseparabile fascia bianca e i capelli erano sempre in stato confusionario.
-Ah! Yukihira Soma!- esclamò Takumi, voltandosi in maniera più che teatrale, puntando l’indice verso l’altro ragazzo che aveva avuto buona accortezza di distargli più di un metro, altrimenti sarebbe sicuramente stato centrato in un occhio da quel dito.
Gli altri studenti rivolsero loro una veloce occhiata, per poi tornare ai propri discorsi, ormai abituati a quel comportamento tra i due. Isami si era fatto più indietro, come a volergli lasciare un po’ d’intimità, mantenendo però lo sguardo su quello che ormai era diventato il suo spettacolo preferito.
-Sì. Sono io, non hai ancora memorizzato la mia faccia?- domandò Soma, sorridendogli e alzando una mano in un cenno di saluto.
Isami ridacchiò, mentre le guance di Takumi si colorarono di rosso, irritato. Sapeva che non doveva alzare la voce e reagire a quel modo ma ogni volta che Yukihira si palesava davanti a lui, non poteva farne a meno.
-Tsk. Se non fosse così brutta me la ricorderei molto meglio.- rispose, incrociando le braccia al petto.
-Non che la tua sia migliore.- ribatté Soma, per poi fargli un sorriso gentile: -Sono contento siate venuti. Sarà divertente.-
Takumi arrossì ancora di più rispetto a prima, rimanendo a bocca aperta per le parole dell’altro, che aveva dimostrato un comportamento più maturo del solito.
-Ne sono sicuro.- aggiunse Isami, sorridendo sotto i baffi. Per lui quella situazione era già abbastanza divertente.
-Oh! Megumi mi sta chiamando. Ci si becca più tardi!- disse, scappando via senza dare a Takumi il tempo di replicare, lasciandolo a balbettare qualcosa su come si sarebbe divertito di più a casa propria.
Isami gli mise una mano sulla spalla, sempre mantenendo un’espressione divertita: -Sicuro di non volere quel fazzoletto?-
Il ragazzo sorrise, facendo al fratello segno di no con la testa, seguendo con lo sguardo Yukihira, che aveva iniziato a parlottare con Megumi rivolgendole un sorriso a trentadue denti. Entrava stranamente in confusione quando aveva a che fare con lui, soprattutto se parlavano di qualcosa diverso rispetto la cucina.
Solo dopo qualche altro secondo realizzò che il fratello lo stava di nuovo prendendo in giro.
 
La serata passò senza troppi intoppi.
Il cibo era come sempre buonissimo – a parte alcune sperimentazioni culinarie da cui si tenne prontamente alla larga -, la compagnia era divertente e la cosa migliore fu che durante i giochi da tavolo riuscì a trovarsi nella squadra rivale di Yukihira e a batterlo in più di un’occasione, soprattutto nelle domande di logica.
Poco dopo la mezzanotte e l’accensione di qualche stella filante in giardino, vennero serviti i dolci. Soma alla fine era riuscito a cucinare solo un piatto salato, dato che era stato impegnato nel decorare il dormitorio.
Il tronchetto di Takumi fu apprezzato, e non ne avanzò neanche un pezzo.
La cucina italiana vinceva sempre.
Quando i primi ospiti iniziarono a lasciare il dormitorio e divenne tutto più tranquillo, alcuni dei ragazzi, tra cui Megumi, iniziarono a darsi da fare, tentando di mettere in ordine e sistemare il caos che i loro ospiti avevano creato. C’era spazzatura e cibo un po’ dappertutto, gente che si era appisolata sulle sedie e giochi lasciati aperti sul tavolo.
Takumi era uscito fuori per prendere una boccata d’aria, rimanendo però sulla soglia della porta, ben coperto dalla giacca pesante. Suo fratello, invece, aveva deciso di dare una mano ed era rimasto all’interno, e se lo conosceva bene, stava di sicuro prendendo in giro qualcuno.
Lo sguardo del biondo era rivolto verso il cielo, che però era coperto e a malapena si riusciva a intravedere la sagoma a spicchio della luna che faceva capolino.
-Oi. Mi dispiace per la faccenda del dolce.-
Non era necessario voltarsi per riconoscere quella voce. Yukihira Soma era apparso di nuovo.
-La considererò come una vittoria per abbandono.- disse il ragazzo, sorridendogli.
-Così, non è leale.- Yukihira mise su il broncio, mettendosi di fianco a lui, nonostante lo spazio sulla soglia non fosse così ampio per ospitare entrambi: -Il mio dolce sarebbe stato sicuramente più buono del tuo.- ridacchiò.
-Ti piacerebbe. Il tronchetto avrebbe stracciato qualsiasi cosa avessi servito.- ribatté Takumi, fulminandolo con lo sguardo: -La ricetta di nonna Aldini non la batte nessuno.-
Soma rise di nuovo: -Sì, forse hai ragione.-
Era la seconda volta che non commentava le sue risposte taglienti e ciò voleva solo dire che era concentrato su altro, e non era difficile immaginare cosa.
-Sei preoccupato per la battaglia culinaria?- domandò, portandosi le mani vicino le labbra e soffiando per riscaldarle. Non era stata la sua idea più geniale uscire fuori al freddo.
Yukihira non rispose.
Takumi lo interpretò come un “sì”. Anche lui sarebbe stato preoccupato, soprattutto ad affrontare un simile avversario.
Infilò la mano destra nella tasca dei pantaloni e sfiorò il pacchetto, indeciso. Strinse appena le labbra e sbirciò il ragazzo accanto a lui. La sua espressione era risoluta e aveva negli occhi la solita passione.
Anche se faceva freddo, in quel momento Yukihira sembrava andare a fuoco.  
-Sono preoccupato, ma ce la metterò tutta. Come sempre.-
Gli sorrise e Takumi arrossì, distogliendo lo sguardo da lui.
Si era più volte domandato come l’altro ragazzo riuscisse a essere sempre così sicuro di sé... anche lui era determinato e sicuro della sua cucina, ma la scommessa che aveva fatto in quella battaglia culinaria era una cosa grossa e il suo avversario non era un tipo che scherzava. E lui lo sapeva anche troppo bene.
-Tieni.- disse, porgendogli il pacchetto che aveva in tasca, aspettando che l’altro lo prendesse.
-Che cos’è?- domandò Yukihira, senza però prendere nulla dalle sue mani.
-Prendilo e aprilo. Non sarebbe una sorpresa se ti dicessi cosa c’è dentro!- farlo innervosire era abbastanza semplice, soprattutto quando il suo interlocutore era Yukihira Soma.
Un altro sorriso e poi il ragazzo afferrò il pacchetto.
-Io non ti ho preso niente.-
-Non te l’ho dato per avere qualcos’altro in cambio. Ho pensato potesse esserti utile per la sfida. Non è un regalo di Natale o cose del genere.-
-Ma è incartato con una carta natalizia…-
-Era la prima cosa che ho trovato.-
-È chiaramente un regalo.-
La venuzza sulla fronte del biondo pulsò nuovamente: -Aprilo e basta.- liquidò, stufo di insistere su una cosa che non veniva chiaramente compresa.
Soma aprì il pacchetto senza troppa difficoltà, e si trovò tra le mani una boccetta in vetro con dentro una spezia che conosceva bene.
-So che qui si riesce a trovare facilmente, ma questo viene da un piccolo monastero in Toscana. Io e Isami lo abbiamo scoperto per caso in gita scolastica e da allora ci riforniamo sempre da loro. Non so spiegarti bene il perché, ma ha un sapore completamente diverso da quello che vendono qui in Giappone.-
-Grazie.- borbottò Soma, sorridendogli di nuovo.
-Non è niente di che.- Takumi alzò lo sguardo verso il cielo, imbarazzato: -L’ho utilizzato nel tronchetto, è l’ingrediente segreto di mia nonna.- aggiunse, anche se questa informazione era del tutto superflua e forse non avrebbe nemmeno dovuto rivelare una cosa del genere.
Che cosa si faceva ora? Come doveva andare avanti la conversazione? Dov’era suo fratello quando aveva bisogno di qualcuno che lo salvasse da quella situazione imbarazzante?
L’altro continuava a rigirarsi la boccetta tra le mani, osservando il contenuto sotto la luce dell’ingresso, facendo qualche commento sulla dimensione e il colore della spezia all’interno.
Rimasero per circa cinque minuti in silenzio, Soma che cercava di carpire ogni segreto all’interno di quella boccetta e Takumi che guardava il cielo, senza sapere cosa dire per interrompere il silenzio che si era creato tra loro.
-Fa freddo.- sussurrò, portandosi di nuovo le mani vicino le labbra e soffiando vapore.
-Forse dovremmo rientrare.- propose Soma, gettando uno sguardo dentro il dormitorio, vedendo che avevano quasi finito di riordinare.
Rientrare significava condividere di nuovo Yukihira con gli altri studenti, significava recuperare suo fratello e tornare a casa, separarsi da Yukihira.
-Sì, credo sia un’ottima idea.- no, in realtà non lo credeva affatto.
Sarebbe volentieri rimasto a congelare lì fuori se fosse servito a passare dell’altro tempo solo con Soma, lontano da tutti quelli che volevano parlargli e portarlo via da lui.
-Fratellone è passata da un pezzo l’ora per rientrare a casa!- urlò Isami, affacciandosi a una delle finestre della sala, pronto per andare.
Soma rise nel vedere il ragazzo sbracciarsi e Takumi dovette trattenersi dal farlo.
-Beh, direi che per questa sera è tutto.- disse, guardando il rivale negli occhi.
L’altro annuì e gli sorrise, ricambiando lo sguardo: -Dovremmo rifarlo più spesso. È divertente passare del tempo insieme.-
Insieme a lui o insieme a tutti gli altri?
-Sì, soprattutto giocando a Cranium. Ti ho praticamente stracciato.- ribatté il biondo, decidendo che per quella sera non si sarebbe preoccupato ulteriormente di Yukihira e le sue frasi ambigue. Si era divertito ed era riuscito a passare una bella serata con qualcuno che non fosse la sua famiglia.
Era abbastanza.
-La prossima volta vincerò io.-
-Vogliamo scommettere?-



NdA:
Mi inserisco in questo fandom un po' dal nulla.
Volevo scriverci da tanto tempo e l'iniziativa di fanwriter.it me ne ha dato occasione. La storia è stata un parto, scritta di getto ieri e ricontrollata e sistemata più volte perchè non filava come volevo o la fine non mi convinceva.
Ho tentato di fare qualcosa di divertente, grazie per aver letto fino alla fine e grazie a chi mi ha sopportato nei miei scleri e mi ha dato spunti per il titolo e soprattutto per l'avvertimento. Il mio nuovo sogno ora è diventare la prima scrittrice vegana di fanfiction!
Ce la farò!
  
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