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Autore: id_s    03/12/2017    2 recensioni
“Anche quando sono così vicina a te, tu sembri così lontano… Ho sperato che la mia melodia ti arrivasse attraverso un qualche vento pacifico, che ti dicesse che mi manchi. Io vorrei che tu fossi qui, Draco”
Draco la guarda senza vedere – il corpo sempre più magro, le vene bluastre in un contrasto violento e terrificante con la pelle così trasparente, le ossa sporgenti ed aguzze a rendere spigolosa la sua figura, cancellando ogni traccia della morbidezza che un tempo l’aveva caratterizzata(...)
Astoria è una figura fatta di ombre e sogni corrotti
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Se oggi il mio amore è morto per me, io morirò domani

(Barbri Allen | Angelo Branduardi)

 

 

 

 

Astoria attende in silenzio.

Ha la pelle color madreperla e gli occhi chiari incredibilmente stanchi – indossa un cappotto lungo e nero, la appesantisce e la rende niente più che uno spettro, lì sotto la pioggia fredda, ma lei continua ad aspettare.
Lui la guarda da lontano – la osserva dall’angolo della via, distingue a malapena la sua figura rigida e altera, il suo modo di restare composta e nobile anche sotto l’acqua scrosciante, anche con le membra stanche e il cuore a pezzi.
Draco ha sempre avuto l’impressione che niente avrebbe mai potuto distruggere sua moglie, piegarla o farla desistere dai suoi obiettivi – niente la spaventa di più del timore di perdere il controllo, di liberarsi dalla maschera di fredda alterigia che si è sempre imposta pur di non abbassare la testa.
Astoria ha le braccia incrociate elegantemente, un tremolio le scuote appena le labbra fini ma lei continua a lanciare sguardi alla strada deserta, caparbia nonostante la stanchezza che inizia a suggerirle di lasciar perdere, di accettare la realtà delle cose – in una melodia di lacrime lei continua a cantare “torna a casa”, mentre solo il ritmo della pioggia tiene il tempo.
Draco cammina lento verso di lei, ha lo sguardo basso e i piedi stanchi, e le spalle incurvate sembrano piegate da un peso più grande di quello che sarebbero capaci di portare – l’hai mai amata? Lo sai? O semplicemente non hai mai voluto restare solo?
Allora?”
Astoria inarca le sopracciglia, si scosta dal viso con un gesto secco i capelli biondi e ormai fradici, il suo sguardo fruga dentro ogni singolo pensiero di Draco ed è lì, tra il ricordo di un bacio e il segno sanguigno di unghie sul collo, che fiorisce il suo tormento.
Suo marito porta marchiato sul corpo i segni del suo tradimento, e neanche prova a negare.
Eri con lei, vero?”
È debole la sua voce mentre pronuncia quella domanda – come vetro scheggiato, imprime nelle proprie parole ogni stilla di sofferenza, ogni goccia di veleno che lui continua ad imporle e lei continua ad accettare stoicamente.
Eri con la Mezzosangue”
Draco continua a non rispondere, una mano corre a sfiorare inevitabilmente la pelle arrossata del collo mentre gli occhi di Astoria non abbandonano i suoi, lo tengono incatenato, ancorato alla consapevolezza del suo modo terribile e crudele di consumare dall’interno la bellezza di quella che un tempo era una luminosissima rosa.
Perché Astoria sta appassendo, e la colpa è solo sua.
Il suo nome è Hermione” è l’unica risposta che le sue labbra scarne riescono a formulare – quelle labbra graffiate dal sapore del fumo impresso ancora tra di loro e dai segni dei morsi di un’altra donna, il timbro di un amore diverso, forse perverso, sicuramente proibito.
Lascia sua moglie alle spalle e si dirige verso casa – il Maniero così scuro, così livido di ricordi che gli gridano contro il passato dal quale cerca di scappare nel peggiore dei modi, sputando su di esso e rovinando quella che sarebbe potuta essere l’unica cosa bella della sua vita.
Quando Astoria lo raggiunge nella stanza, asciutta e coperta da una camicia da notte di seta bianca che risalta il suo pallore e la sua magrezza terrificante, Draco percepisce profumo di fiori e di cannella.
Quella che gli sta accanto nel letto – così grande, così freddo, pieno di cose non dette e orgoglio e ancora sofferenza – è la donna che da anni chiama “moglie”, e ancora non ha imparato a riconoscerne l’odore.

 

**

Draco lo ha notato. Ha notato come Astoria sembra scomparire un po’ di più ogni giorno che passa – lei ha gli occhi sempre stanchi e febbrili, scattano da lui alla finestra e quasi sembrano non vedere, non mettere a fuoco, persi forse in un passato diverso.

Lei siede tutto il giorno da sola, suona un vecchio pianoforte un po’ scordato senza neanche guardare i tasti; è una melodia triste, la sua, struggente – capace di straziare anche la sua, di anima, così fredda e incapace di provare amore per la donna che, nonostante tutto, non lo ha abbandonato.
Draco la guarda senza vedere – il corpo sempre più magro, le vene bluastre in un contrasto violento e terrificante con la pelle così trasparente, le ossa sporgenti ed aguzze a rendere spigolosa la sua figura, cancellando ogni traccia della morbidezza che un tempo l’aveva caratterizzata.
Mi dispiace”
È solo un sussurro, il suo, e la voce sembra meccanica – intrisa di apatia, arrochita dal fumo delle sigarette che continua a consumare avidamente, rotta dal suo nervosismo perenne.
Astoria sussulta – e interrompe la sua melodia, il brano di una bellezza decadente, tragica, trova conclusione in qualche nota sbrecciata e in contrasto con le precedenti, mentre le sue mani si bloccano di colpo sui tasti d’avorio.
Anche quando sono così vicina a te, tu sembri così lontano… Ho sperato che la mia melodia ti arrivasse attraverso un qualche vento pacifico, che ti dicesse che mi manchi. Io vorrei che tu fossi qui, Draco”
Ha la voce sottile, spezzata – qualche lacrima bagna la luminescenza perlacea dei tasti del pianoforte, la impregna di dolore, ma quando lei alza lo sguardo i suoi occhi sono puro ghiaccio, impenetrabili nonostante tutto il rancore, nonostante la malinconia.
Astoria è una figura fatta di ombre e sogni corrotti – le sue mani scheletriche riprendono a suonare e Draco lo capisce, che la conversazione è finita.
Lei alza intorno a sé le sue difese, tagliandolo fuori da una vita che si è precluso da solo.

 

**

 

Il corpo di Astoria è immobile.
Sembra un fantasma e poi una bambina, è troppo piccola per quel letto d’ospedale così grande e asettico, è un bozzolo di emozioni contorte che non la abbandonano fino all’ultimo respiro.
Draco ha gli occhi infossati e una tacita rassegnazione scavata in volto – le labbra violacee non sono tanto differenti da quelle della moglie ormai senza vita, intorno a lui continua a sentire il suono di un pianoforte che, da qualche parte nella sua memoria, riempie la sua mente di drammatiche melodie.
Astoria si è lasciata morire – e Draco odia gli ospedali e odia la burocrazia, ma ancora di più odia dover fare i conti con la propria coscienza e con la consapevolezza di essere l’unico colpevole e fautore di quella morte.
Non sa che il Maniero vuoto, privo di quel pallido spettro – imitazione d’un amore – che un tempo l’aveva abitato, potrà forse essere l’unica cosa capace di farlo impazzire, diventando la sua tomba una volta per tutte.




#NdA
Questa one-shot partecipa al contest "La Frequenza dell'Anima" indetto da kosmos_ sul forum di efp.
Nel testo sono presenti alcune citazioni di brani musicali tradotte in italiano.
a)
She's singing "Baby come home" in a melody of tears while the rhythm of the rain keeps time.
    Did you ever love her? Do you know?
Or did you never want to be alone? 
da Jet Pack Blues dei Fall Out Boy

b)
But even closer to you, you seem so very far. And I hope it gets to you on some pacific wind, tells you that I miss you and I wish that you were here. da Wish That You Were Here dei Florence + The Machine.

 

 


 

 

 

 

 


 

   
 
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