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Autore: _Bri_    03/12/2017    1 recensioni
Tratto dal prologo:
...Per questo quando si arriva ad incontrare un paio d’occhi che sono stati fatti per farti ingoiare il disgusto, pur di averli sempre incollati a te, si è disposti a spostare l’asta del proprio giudizio sul bene e il male.
Ci si sporca le mani ed il cuore.
Ma in quegli occhi, poi, potrai immergertici senza ritegno.
E sarà meraviglioso.
[Storia sospesa]
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Matt, Mello, Near, Nuovo personaggio | Coppie: Matt/Mello
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Threesome, Violenza
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Butterfly and Hurricane
 
 
Amare è una cosa difficile.
Bisogna che sussista la volontà di conoscere, ispezionarsi ed affondare nella coscienza dell’altro, per poi decidere se sia giusto o sbagliato, capire quanto si è disposti a piegarsi per accettare le nefandezze che l’oggetto del desiderio nasconde, talvolta viscido e corrotto, nel suo profondo punto oscuro.
Per questo quando si arriva ad incontrare un paio d’occhi che sono stati fatti per farti ingoiare il disgusto, pur di averli sempre incollati a te,  si è disposti a spostare l’asta del proprio giudizio sul bene e il male.
Ci si sporca le mani ed il cuore.
Ma in quegli occhi, poi, potrai immergertici senza ritegno.
E sarà meraviglioso.
 
PROLOGO
 
C’è un giorno più sbagliato degli altri, per una ragazzina, per cambiare totalmente la propria vita. Come può accadere che proprio nel momento in cui la tua tutrice ti sta aiutando a preparare i bagagli per trasferirti in una casa famiglia perché una divinità di indubbia natura maligna ha strappato alla vita tuo nonno -un uomo che sembrava piegare il mondo intero distrutto da un colpo apoplettico-, il dolore che da qualche giorno percepivi alla pancia si faccia intenso e lancinante?
 Tuo nonno non solo era l’unica persona che è stata presente nei tuoi ultimi 6 anni, inoltre lo consideravi buono e giusto, nonostante c’è chi ti ha detto più volte che fosse un infame, un omuncolo a cui piaceva la bella vita ricamata da cocaina e prostitute. Ma quando tornava a casa la sera ti dava sempre un buffetto ed insisteva a correggerti i compiti, che avevi già svolto tutti con noiosa puntualità, perché come lui ribadiva sempre sei troppo intelligente per seguire il normale programma scolastico; e quando i suoi occhi grigi, proprio come i tuoi, scorrevano le righe disordinate dei fogli la sua bocca screpolata e coperta dalla barba incolta sputava sempre una risata e si complimentava
-E brava Áine, anche questa volta nemmeno un errore- quindi per premiarti ti dava la cioccolata più pregiata che ci fosse in circolazione.
Perché ti viene in mente ora il sapore di quella cioccolata? Ora che sei chiusa in bagno ed osservi con orrore gli slip macchiati che stanno lì a gridarti che non sei più una bambina, che l’età della pubertà è finita per lasciare spazio all’adolescenza che scalpita, desiderosa di scombussolarti il corpo.
Ti asciughi le lacrime di rabbia che hanno invaso gli occhi e reprimi un urlo amaro.
Non voglio, non ora!
Sfiancata afferri un’assorbente dalla confezione che tenevi pronta da tempo, che tanto lo sapevi che questo momento sarebbe arrivato presto. Ma perché proprio adesso? Dopo il funerale che ti ha definitivamente affossata, dopo la notizia che saresti presto finita in mezzo ad una moltitudine umana con cui non vorresti avere niente a che fare.
Ti avvicini al lavandino e ti perdi a guardare il viso impallidito ed i tuoi capelli rossi, che scivolano scomposti fin sotto il mento.
-Ti senti bene Áine?-
La voce di Viky arriva oltre la porta del bagno. È una cara ragazza che si è subito attivata appena ha saputo quello che era successo a tuo nonno; conosce un posto che è perfetto per te, così ti ha detto mentre ti stringeva la spalla per regalarti quel conforto che non arriva.
-Tutto bene, si- borbotti infine.
Sempre che possa andare tutto bene ad una tredicenne appena rimasta totalmente sola al mondo, che si trova a fare i conti con il primo giorno di ciclo e che presto verrà portata via da casa sua.
Ma rimarrà comunque di tua proprietà, solo che potrai tornarci non prima di aver compiuto 16 anni, ti ha rassicurata Viky.
Triste, arrabbiata ed inconsolabile esci dal bagno ed afferri l’ultimo bagaglio rimasto ancora in casa e poi segui l’ondulare dei lunghi capelli castani che sobbalzano sulla schiena di Viky, pronta ad anticiparti nell’uscita da quella casa che rimarrà chiusa per un bel po’.
Il viaggio in auto passa rapidamente: ti sei premurata di portare una grande scorta di cd da ascoltare con l’ausilio del lettore-cd e la musica acida e violenta accompagna i tuoi occhi chiari, persi nello scenario mutevole che lascia la campagna per arrivare infine a Winchester.
Il cancello in ferro battuto si apre al vostro arrivo e Viky porta l’auto fino al cortile che precede un grande portone scuro; c’è un uomo ad attendervi, sembra burbero ed infastidito, ma saluta Viky con un abbraccio caloroso, come se i due si conoscessero da tempo. Indubbiamente deve essere così. L’uomo ti squadra infine; gli occhi coperti da spessi occhiali da vista si soffermano sui tuoi capelli vermigli e scompigliati, attraversa i lineamenti del volto, si acciglia nel notare la tua maglia dal collo strappato a righe bianche e nere ed i tuoi jeans scurissimi, che collimano con gli anfibi bassi nonostante il caldo di giugno. Sei sicura che stia cercando la forza per non commentare e quando si avvicina a te ed allunga una mano per salutarti, scorgi persino un accenno di sorriso.
-Ben arrivata alla Wammy’s House. Io sono Roger e sarò il tuo referente, come quello di tutti gli altri ragazzi che vivono qui, del resto.- Poi l’uomo torna a rivolgersi a Viky –Andiamo dentro, ho l’esigenza di spiegare alcune cose decisamente importanti.
 
Segui incurvata nelle spalle i due adulti lungo un corridoio lungo. Non ti guardi intorno. Ignori i volti dei ragazzi che senti spiarti curiosi
Sono la nuova attrazione, sono arrivata per strapparvi alla noia, pensi infastidita ed infine varchi la soglia di quell’ufficio caldo e maniacalmente ordinato.
 
Regola numero 1:
Da questo preciso istante il mio nome sarà Ái. Non dovrò rivelare il mio vero nome a nessuno.
 
Regola numero 2:
Le lezioni vanno frequentate con regolarità. La malattia è l’unica eccezione alla regola, per il resto ogni infrazione verrà punita.
 
Regola numero 3:
Rispettare il coprifuoco. Ci sono giorni specifici in cui è permesso ai ragazzi di protrarsi svegli oltre l’orario previsto, ma nella norma ci si deve recare nella propria stanza entro le 10:00 di sera.
 
Regola numero 4:
Una volta a settimana si deve effettuare un colloquio di un’ora con uno psicoterapeuta. Come per le lezioni eccezion fatta è la malattia. Ogni infrazione verrà punita.
 
Regola numero 5:
Non è consentito fumare o consumare alcolici, tantomeno droghe. Se si viene sorpresi a compiere una delle azioni non consentite, ci sarà una punizione.
 
Regola numero 6:
Il rispetto dell’altro è alla base della Wammy’s House.
 
Regola numero 7:
Quando L intende mettersi in contatto con i ragazzi, questi dovranno recarsi nell’aula magna.
 
Regola numero 8:
È severamente proibito l’uso di macchine fotografiche, tanto quanto è proibito possedere armi di alcuna natura. Se si viene trovati in possesso di una di queste due cose, si verrà puniti.
 
Osservi il volto dell’uomo frastornata dallo spiegamento di quel regolamento che puzza di gabbia e oppressione. Roger sembra non fare caso al tuo disappunto, probabilmente la tua faccia sgomenta non si discosta da quella assunta dai ragazzi che prima di te hanno ricevuto le regole. Sposti i grandi ed infossati occhi grigi verso Viky, che ti sorride rassicurante.
-Non è così terribile come sembra. Far parte della Wammy’s House è un onore Áine, voglio dire… Ái- stringe la tua mano torturata dall’ansia con la sua, tornita e rassicurante, -Questa è stata la mia casa per anni-
La donna assottiglia gli occhi scuri quando nota il tuo naso arricciarsi dallo stupore.
-Hai delle domande da farmi?- ti chiede Roger, interrompendo così lo scambio muto di sguardi con Viky.
-Solo una- Punti le pupille plumbee sul tuo nuovo tutore, -Chi sarebbe questo L?-
 
La tua nuova stanza è ampia e soleggiata e specularmente divisa in due ambienti, ricreati per accogliere due persone. Dall’accumulo di libri, vestiti e suppellettili deduci che è già occupata da un’altra persona, che presto diverrà la tua compagna nel condividere il tuo unico spazio di privacy. Ti siedi sul letto dopo che Viky e Roger hanno lasciato i tuoi bagagli accanto al tuo letto. Passi le dita esili nei capelli rossi e reprimi un sospiro fra le labbra morbide, che contrastano di netto il colore pallido del viso; presto la donna che risulta essere l’unico contatto con il tuo passato ti lascerà sola, a lottare coni mostri che ti ricordano che tuo nonno è morto, che la tua vita ha sterzato brutalmente in un’altra direzione, che sei sola a rimboccarti le maniche e ricominciare.
Cara, è la fine.
-Appena avrai sistemato le tue cose verrai con me, ti presenterò ai tuoi nuovi compagni-
La voce di Roger arriva perentoria alle tue orecchie, non puoi fare altro che annuire ed incurvarti ancor più nel tuo corpo che soffre per i dolori del flusso che scivola bastardo dal ventre.
 
-Ascoltatemi bene, voglio silenzio assoluto. Ehi, silenzio!-
Le voci dei ragazzi oltre la porta non sembrano sopirsi nonostante il tono autoritario di Roger; per la prima volta da giorni sorridi appena, forse tutte quelle regole che ti hanno terrorizzata non sono poi così ferree, pensi mentre stropicci le mani una nell’altra ed attendi di essere chiamata nell’aula.
-Oggi è arrivata una nuova ragazza, che sono certo accoglierete con gentilezza, non è vero?- Roger non sembra molto sicuro e questo ti strappa il flebile sorriso che ti imporpora il volto. Ma almeno è riuscito a catturare l’attenzione dei ragazzi, che si sono ammutoliti di botto. L’uomo si schiarisce la voce
-Entra pure-
Ti sbrighi a cercare lo sguardo di Viky al tuo fianco, che piega le sue labbra sottili in un sorriso e ti incita ad entrare nell’aula.
-Vi presento Ái. Siate gentili con lei e ricordatevi il motivo per cui ognuno di voi si trova alla Wammy’s House.-
I tuoi occhi scorrono rapidi la decina di ragazzi e ragazze seduti davanti a te e che ricambiano il tuo sguardo fugace, incuriositi da quella novità. Noti con disappunto che il numero di ragazze è ben inferiore a quello dei ragazzi, infatti ne scorgi solo tre, ma l’imbarazzo non ti permette di soffermarti su nessuna di loro e rapida ti affretti a rivolgere la tua attenzione all’insegnante dietro la cattedra, un uomo basso e corpulento, con una calvizie incipiente ma con un sorriso caldo, che ti fa cenno di sederti in uno banco nella penultima fila. Rivolgi un ultimo sguardo a Viky, in piedi oltre la porta, che ti sorride e ti saluta con la mano, bisbigliando che vi rivedrete presto; con coraggio ti sposti rapidamente nel banco indicato e affondi sulla sedia in silenzio.
Quando Roger si congeda la lezione di fisica del professor Bumb riprende, per cui estrai un quaderno e l’astuccio dalla borsa a tracolla abbandonata al tuo fianco e cerchi di capire quale sia l’argomento trattato. Senti bisbigliare tutt’intorno a te e questo ti innervosisce a tal punto che affondi gli incisivi nel labbro ed inizi a passare la mano dietro la nuca con nervosismo.
-Che razza di nome è Ái?-
La voce arriva alle tue spalle come un sibilo fastidioso. Non rispondi e non ti volti, eppure quello che sei certa essere un ragazzo, dato il tono profondo, insiste nel voler attirare la tua attenzione –Non ti hanno insegnato l’educazione?-
A quel punto inclini il capo quanto basta per spiare quel viso incorniciato da un lungo caschetto biondo ed una frangia folta che arriva a sfiorare un paio di grandi occhi chiari. Quel ragazzino che avrà su per giù la tua età ciondola sulla sedia con trascuratezza, eppure non smette di tenere quegli occhi gelidi su di te, mentre la bocca si inclina in un angolo del viso con sfrontatezza.
-Dai amico, è appena arrivata, dalle il tempo di respirare un po’.-
Sposti la tua attenzione sul ragazzino seduto al suo fianco. Ringrazi dentro di te che quello sia intervenuto e gli accenni un sorriso prima di girarti e tornare a guardare il tuo quaderno ancora candido.
-Oh andiamo Matt, volevo solo fare un po’ di conversazione con la rossa- mastica ancora quella voce dietro di te.
-Se ritieni noiosa la mia lezione puoi anche uscire, Mello. Non sarò di certo io a rimpiangere la tua assenza- Il tono ironico del professore ti provoca un ghigno divertito ed improvvisamente ti rilassi.
-In realtà si professore, mi annoia terribilmente la lezione di oggi, il programma è per ritardati e nessuno di noi, teoricamente, lo è- Lo incalza il ragazzino biondo.
Ovviamente il professor Bumb si premura di cacciare questo Mello fuori dall’aula; senti il rumore della sedia spostarsi con vigore e non puoi fare a meno di sbirciare questo ragazzo avviarsi alla porta svogliato. Prima di uscire però ti lancia un’occhiata gelida, che contrasta con il suo ampio sorriso. Quegli occhi ti imbarazzano a tal punto che inclini il viso verso il quaderno con un movimento deciso, intenzionata a non tornare a guardare quel ragazzo che senti lasciare l‘aula ridendo, tantomeno nessuno degli altri presenti, di cui senti il peso dello sguardo sulla nuca.
 
Benvenuta alla Wammy’s House, Áine O’neill.
 
 
Ciao a tutti meravigliosi lettori! Sono tornata nel mondo di Death Note! Yup! Dopo una breve pausa a seguito della conclusione di “Come Arance nel Deserto” (per chi di voi ha già letto quella storia: bentornati! Per i nuovi: benvenuti!), mi sono ritrovata oggi a buttare giù questa storia, con una nuova inedita protagonista che questa volta non avrà a che fare con L, bensì con la generazione dei giovani. Non so dove mi porterà e non so quanto riuscirò a stargli dietro, ma spero con tutto il cuore che questo prologo vi abbia incuriositi; se dovessi riscontrare pareri positivi tenterò di portarla avanti nel miglior modo possibile, promesso! Per ora c’è poco da dire: vi invito a recensire, così da farmi sapere cosa ne pensiate. Intanto vi abbraccio e vi mando un morsetto al sapor di cioccolato.
D.
   
 
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