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Autore: LysandraBlack    04/12/2017    1 recensioni
[Gravity]
[Gravity]Gravity, film del 2013. Tutti ce lo ricordiamo per Sandra Bullock e George Clooney, certo.
Ma se la storia fosse stata narrata da un altro punto di vista, completamente opposto? Ecco, questa è la storia di come i detriti si sono divertiti da pazzi a distruggere tutto quanto. Ah, che giornate!
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Uno dei primi oggetti che incontrammo nella nostra traiettoria fu uno di quei satelliti nuovi di pacca: appena tirato a lucido, se ne stava tronfio a trasmettere segnali. Ma quando ci vide arrivare, beh, allora cambiò idea. Tremò tutto di paura (o forse fu per il fatto che ci schiantammo addosso a lui mandandolo in mille pezzi?) mentre lo distruggevamo per poi passare oltre.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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DETRITI

COME SONO ANDATE DAVVERO LE COSE




Cominciammo con una gigantesca esplosione.
Prima di quel momento, nessuno di noi aveva mai sentito un rumore del genere. Eravamo sempre stati fissi in posizione stabilita, chi incollato, chi saldato, chi solo parzialmente mobile (quei fortunati, accidenti a loro!). Alcuni di noi ricordavano ancora il rumore dei motori che ci avevano portato nello spazio, ma era successo moltissimo tempo prima. E comunque proprio nessuno si sarebbe mai potuto immaginare un boato così assordante. Anche se, effettivamente, essendo noi composti di materiali inorganici, non dovremmo riuscire a sentire nulla, neppure ad immaginare o ricordare... Ma andiamo avanti, non dobbiamo perderci nei dettagli!
Dicevamo? Ah, sì, giusto! Facevamo parte di un gigantesco satellite, ormai da anni fuori uso. Non potete immaginare la noia, tutto il giorno ad orbitare intorno ad un piccolo, insignificante pianeta bluastro, nel silenzio più assoluto. Non un rumore, mai un visitatore. Intorno a noi, lo spazio immenso, con stelle, pianeti, satelliti naturali (che chissà, forse sono simpatici. Non siamo mai riusciti a comunicare granché con la Luna, è sempre dalla faccia sbagliata!)... Tutte cose che non avremmo mai potuto vedere. Solo e soltanto silenzio, noia e solita routine quotidiana da spazzatura spaziale. Talvolta incrociavamo qualche satellite nuovo di zecca, ma si sa, quelli sono talmente spocchiosi e pieni di sé, che mai e poi mai ci avrebbero rivolto la parola. Un paio di volte incontrammo altri ruderi come noi, ma i discorsi non furono poi un granché: lamentele, per lo più. Insomma, eravamo da un bel po' rassegnati alla noia quando... BOOOOOM! Un qualcosa, avvicinatosi a grandissima velocità, ci colpì in pieno, staccandoci gli uni dagli altri e sparpagliandoci per lo spazio grazie ad una stupenda esplosione. Eravamo liberi!
Alcuni di noi furono spazzati via, riuscendo a superare l'attrazione gravitazionale (ora, vi chiedete come lo sappiamo? Alcuni di noi raramente riuscivano a captare cose interessanti dalle varie stazioni radio...). Noialtri, con nostra grande sorpresa, cominciammo a muoverci ad altissima velocità intorno al bluastro pianeta chiamato Terra.
Tutti insieme, muovendoci in modo scomposto, fummo trascinati dalla forza dell'esplosione. Alcuni di noi ebbero un po' paura all'inizio, (dopo anni di quiete, era un bel cambiamento!) ma presto tutti si convinsero che questa novità era soltanto positiva. Certo, Joe soffre ancora di nausea da movimento, ma ormai ci è abituato, gli succedeva anche quando eravamo fermi...
Uno dei primi oggetti che incontrammo nella nostra traiettoria fu uno di quei satelliti nuovi di pacca: appena tirato a lucido, se ne stava tronfio a trasmettere segnali. Ma quando ci vide arrivare, beh, allora cambiò idea. Tremò tutto di paura (o forse fu per il fatto che ci schiantammo addosso a lui mandandolo in mille pezzi?) mentre lo distruggevamo per poi passare oltre.
Da lì in poi, fu molto divertente. Incrociammo sulla nostra traiettoria due navicelle, una di esse aveva ancora umani a bordo. Scompostamente, quelli delle prime file urlarono di prepararsi, mentre tutti insieme ci lanciammo su quegli insulsi agglomerati di metalli lucidi, distruggendoli, accartocciandoli, facendoli esplodere e liberandoli nello spazio. Dopo, incontrammo un altro satellite abbandonato: dovevamo aiutarlo. Riuscimmo a romperlo in tanti piccoli pezzi, che riconoscenti si unirono a noi in quella folle corsa. Stessa fine fecero due stazioni spaziali.
Ormai, eravamo un grande gruppo. Mai eravamo stati così felici!
Quando l'avanguardia segnalò un altro satellite, con umani fuori bordo, sapevamo già cosa fare. Alcuni si precipitarono verso il blocco di metallo, altri cercarono di colpire quelle minuscole figure che, in preda a quello che gli umani definiscono “panico”, tentavano di evitarci. Fu uno spasso. Il satellite, che trasportava un enorme telescopio, fu ridotto ad un ammasso di rottami, che cominciarono anch'essi a viaggiare con noi. Un paio di noi riuscirono a colpire un umano vagante, altri, come me, non riuscirono a colpire i due che si ostinavano a vagare in quella che ormai era la nostra orbita.
Poi, colpimmo altre quindici stazioni spaziali, grandi e piccole, una grossa navetta che tentò fino all'ultimo di sfuggirci ma venne alle fine presa in pieno da un cavo d'acciaio a cui alcuni di noi stavano attaccati, e parecchi satelliti che andarono felici ad ingrandire il nostro gruppo. Ormai c'erano “detriti” (così ci chiamano gli umani) provenienti da tutti i paesi: cinesi, americani, giapponesi, francesi, inglesi... E poi, ovviamente, noi che venivamo dalla Russia. Un bel frastuono di cigolii, fischi, botti e stridii in ogni lingua del mondo!
Nelle retrovie sentirono che ci sarebbero voluti “novanta minuti” per fare un altro giro. I cervelloni del gruppo, quelli che avevano le parti informatiche ed elettroniche, calcolarono che il tempo era quasi scaduto. Presto, avremmo incominciato un nuovo giro.
Sotto di noi, l'Europa, il continente più luminoso di tutti, poi l'Oceano. Quanto è azzurro il mare! Chissà com'è fatto, come sarebbe fluttuarci dentro... Eravamo sopra l'America, quando avvistammo di nuovo quei due umani che ci erano sfuggiti prima. Uno era decisamente troppo lontano (che anche lui desiderasse vedere lo spazio profondo?), mentre l'altro stava perdendo tempo vicino alla stazione spaziale russa, che aveva ancora molti nostri compagni ancora imprigionati. Naturalmente, facemmo del nostro meglio per distruggere tutto, ma l'umano ci scappò una seconda volta, grazie ad una navicella. Però riuscimmo a strappare via il paracadute, con il quale molti giocarono nelle orbite successive.
Era però così divertente che nessuno ci rimase male: dopotutto, si erano aggregati al nostro viaggio altri “detriti” molto simpatici, oltretutto russi. Uno dei nuovi arrivati, mentre stavamo orbitando sopra il Pacifico, raccontò una barzelletta su un satellite, una sonda e una capsula che cercano di convincere un cargo spaziale di essere un'astronave. Un Americano ribatté che le astronavi esistono davvero, e un Giapponese giurò che un suo cugino si trovava proprio su una di quelle, ma nessuno diede loro credito, a parte un piccolo gruppo di appassionati di Sci-Fi che erano appartenuti ad un satellite televisivo inglese.
Passammo vicino alla Luna, che questa volta ci sorprese tutti accennando un saluto. Se persino quella spocchiosa si era decisa a degnarci di una parola o due, significava che eravamo proprio forti!
Al terzo giro della Terra, incontrammo di nuovo l'umano, stavolta vicino alla stazione spaziale cinese. Mai capiti i Cinesi, hanno tutti quegli strani segni addosso, inoltre fanno rumori assolutamente incomprensibili. (Ho conversato una volta con uno di loro, il risultato è che quello credeva gli stessi parlando di telescopi, mentre io stavo raccontando di quella volta che ci ha quasi investito un meteorite...) In ogni caso, questo umano il Cinese doveva capirlo, perché stava guidando una delle loro navicelle. Insomma, abbiamo cercato anche questa volta di colpirlo, sfrecciando vicinissimo alla scatoletta di metallo, sibilando, cigolando e fischiando. Niente, proprio non voleva farsi prendere. Nel frattempo, molti ne hanno approfittato per ridurre a pezzettini il poco che restava integro della stazione spaziale. Ci hanno ringraziato, o almeno credo.
Purtroppo, la navicella con l'umano a bordo ci sfuggì, ma alcuni, che orbitavano un po' più in basso del nostro gruppo, giurarono di averla sentita ululare. “Ululare”, non “parlare” o “cantare” o qualsiasi altra cosa facciano gli umani. Quindi non crediamo ci stesse molto con i circuiti, qualche colpo lo doveva avere preso.
Alcuni sostengono di aver visto la navicella poi andare a fuoco, scendendo negli strati inferiori. Probabilmente è stato un corto circuito nel sistema dell'umano che ha mandato a fuoco tutto... Non c'è da fidarsi, sono così fragilini...
Oh, ma ho dimenticato di dire perchè sto raccontando tutto questo! Ora vi spiego.
Qualche giorno fa, abbiamo incrociato un altro satellite, che trasmetteva segnali radio. I suoi pezzi ci hanno raccontato che è stato prodotto un “film”, (dove gli umani vedono le cose come se gli succedessero di fronte, solo che loro sono in una scatola dove non succede un bel nulla... In effetti non ho capito bene come funziona, ma non oso andare a chiedere ai fan della fantascienza!), che tratta proprio di noi. Beh, non esattamente di noi, ma siamo presenti. Purtroppo, appariamo molto poco, e si vede il nostro fallimento nel colpire l'umano che continuava a sfuggirci. Quindi, il circolo degli appassionati di memoria (insomma, tutti i “detriti” che appartenevano ai controlli di comando) hanno insistito perché alcuni di noi si mettessero a raccontare come le cose sono andate veramente. E così mi sono messo a raccontare tutto quanto al gruppo dei satelliti radiofonici, che cercherà di trasmetterlo ai prossimi satelliti funzionanti che incontreremo. Così tutti sapranno quanto siamo più interessanti degli umani su cui hanno fatto quel “film”.
Oh, c'è una sonda diretta su Marte che si dirige incautamente nella nostra direzione. Devo andare!












Note dell'Autrice: questa storia l'avevo dedicata a due mie amiche che erano venute a vedere con me Gravity al cinema. Per tutto il tempo abbiamo sperato che i protagonisti venissero travolti dai detriti, e ci esaltavamo un sacco al loro arrivo. Da qui, la storia. Poi è rimasta ad ammuffire nella memoria del pc, ma ho deciso di pubblicarla. Probabilmente non la troverà mai nessuno perchè manco esiste la sezione ("e te credo!") però mi spiaceva lasciarla lì. Quindi, ecco qui i detriti!

  
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