Sentirsi soli, in mezzo agli altri.
Sentirsi soli mentre si ride, si urla, si piange.
Sentirsi sprofondare in un baratro di agonia quando, effettivamente, non abbiamo nessuno accanto.
Mi sento così.
Lo stomaco è vuoto, chiede di essere riempito. Non è una richiesta di cibo, non nel senso classico del termine.
È una richiesta che richiama un altro bisogno. Quello affettivo.
Prima ho pianto con un video comico. Lacrime amare, che ho subito nascosto sotto il getto dell’acqua calda. Un placebo, sì.
Il calore che tanto cerco non si rifà certo a quello della doccia, ma per quei 10 minuti, sono stato bene. Ho visto un film romantico subito dopo, nel letto, con la luce spenta.
Temevo di aver immaginato un mondo dove l’amore esiste, quindi ho voluto correre ai ripari. È da un po’ che non ho nessuna persona al mio fianco. Nessuna ragazza. Ho un blocco emotivo, lo so. È una fortezza che sta resistendo alle guerre, alle intemperie, anche ai bombardamenti. Non c’è verso di distruggere il muro che io stesso, per difesa, ho innalzato. Sto male. Non sono felice. Un minuto rido, un secondo dopo vorrei piangere ma induco la mia virilità a bastonare ogni sentimentalismo e sopprimere così il lento scorrere della tristezza che mi accompagna. È così difficile aver qualcuno con sé? Al di là dell’aver un amore. Mi basterebbe anche un’amicizia. No, un momento. Non è giusto dire questo nei confronti delle amicizie che ho, che ci sono state nei momenti tristi che ho deciso di condividere e che ci sarebbero anche ora, se glielo permettessi. Ma non voglio caricarli di un peso emotivo che trascino così “bene” da solo.
Il trasferimento, l’aria nuova, i posti inesplorati... le novità hanno una data di scadenza, che coincide con la routine.
Inoltre, sono uno scorpione. Per chi non conoscesse la descrizione del segno, sappiate che la nostra curiosità è immensa, sappiamo come raggiungere il profondo senso delle cose, siamo vendicativi, irruenti, ma quando decidiamo di affidare il cuore a qualcuno è per sempre.
Siamo, infine, lunatici e arroganti, ma simpatici.
Non sto qui a parlare dell’astrologia, leggo l’oroscopo solo per cazzeggio, ma mi rivedo nella descrizione.
Tutto questo per far capire che sono consapevole del mio carattere, della mia enorme sfortuna e che dovrei cercare di vedere sempre il lato positivo, in tutto e tutti. Ed è quello che cerco di fare. Ma dopo 1, 2, 3, 1000 volte, ti stanchi. Esaurisci quel poco di ottimismo che la natura ti ha dato.
Sapete, c’è un ragazzo alquanto sui generis che mi incuriosisce.
Non si tratta di una curiosità sessuale, è puramente un interesse mentale. È il mio opposto. In tutto. L’unica cosa in comune è il genere. Abbiamo trascorsi... particolari (vedere Vitadimerda).
Nella mia solitudine, sono le novità che mi scuotono dalle gelide acque in cui navigo. Novità stuzzicanti, che non comprendo, che non hanno senso. D’altronde, chi non è affascinato (se non in un primo momento) dai rompicapo? Stesso principio.
Razionalmente, so che siamo il giorno e la notte.
Il deserto e la foresta pluviale. L’obesità e l’anoressia.
Ed Sheeran e Gigi D’Alessio.
Però, mi capita di pensarci spesso. Vorrei capire come e perché arriva a formulare determinate concezioni.
Vorrei scrivergli, ma non saprei cosa dire per evitare di sembra:
1) interessato a lui in un senso assolutamente inappropriato;
2) un soggetto pronto per un TSO;
3) un futuro serial killer.

E quindi rimugino, come in questo momento. Anzi, è un bene! Perché avevo iniziato il flusso di coscienza (è così che chiamo i testi introspettivi)  con molta più angoscia.
Non so come terminare.
Fondamentalmente vorrei finirla di essere triste e tornare alla felicità di un tempo.