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Autore: RLandH    07/12/2017    0 recensioni
[The promised neverland][The promised neverland] [Emma/Musica] [Indecentber - No, alla fine ho solo preso un prompt]
Spessi e curvi a causa delle trecce in cui usava costringerli, ondulati come le creste delle onde sulla spiaggia, o come ad Emma piaceva immaginarle. Non era mai arrivata a vedere una cosa come il mare, però lo immaginava in quella maniera, come le ciocche mosse dei lunghi capelli di Musica, sbrogliati sulla schiena nuda.
Emma si era seduta anche lei, si era anche sporta un po’ in avanti ed aveva baciato Musica sulla collottola
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Emma, Musica
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Alla fine non sono riuscita a finirla per il sesto giorno dell’Indecentber ma non importa perché è indecente nel modo sbagliato. Cioè non è erotica e solo brutta ahaha.
Comunque ho deciso di metterla sotto Flashfic per la lunghezza, alla fine ho sforato solo di 25 parole e chiamarla OneShot mi sentivo in colpa. Comunque non consideratela parte dell’Incedentber ma come una fanfiction scritta con prompt Capelli Lunghi.
Riguardo alla ship, si lo so è strana, ma a me piace tanto e quindi … Comunque è una future!Fic in cui Emma  (e gli altri) stanno ancora girovagando per il mondo dei demoni non essendo ancora capaci di valicare “il muro” e forse tergiversano ancora perché devono salvare Phil e gli altri. Non mi sono voluta sbilanciare.
Spero che a qualcuno possa interessare.
Il titolo prende spunto da una parte di una poesia di Tibullo (Si, fidiamoci di google)
Un giorno verrò all'improvviso
e tu, come sarai,
coi lunghi capelli sciolti,
corrimi incontro a piedi nudi!


Buona lettura
RLandH






 
[Indecentber2017, Giorno 6, Capelli Lunghi]
 
 



E tu, come sarai, coi lunghi capelli sciolti, corrimi incontro 
 
 

“Dovresti smetterla ti tirarmi i capelli” aveva commentato Musica con una risatina allegra, non era realmente toccata da quella cosa in realtà, lo sapevano entrambe. Si era sollevata dalla posizione supina ed i capelli lunghi erano scivolati sulla pelle di cera. Erano di una tonalità così particolare, così inumana. Spessi e curvi a causa delle trecce in cui usava costringerli, ondulati come le creste delle onde sulla spiaggia, o come ad Emma piaceva immaginarle. Non era mai arrivata a vedere una cosa come il mare, però lo immaginava in quella maniera, come le ciocche mosse dei lunghi capelli di Musica, sbrogliati sulla schiena nuda.
Emma si era seduta anche lei, si era anche sporta un po’ in avanti ed aveva baciato Musica sulla collottola, aveva spostato le lunghe ciocche con il naso, dividendo il crine come una tenda. La pelle dell’altra era coriacea.   Aveva allungato una mano ed aveva carezzato la schiena pallida dell’altra, ma poi Emma aveva spostato le mani per poterle passare sui capelli di Musica, non erano morbidi e setosi, erano crespi, nodosi e rovinati dalla vita selvatica che faceva. Era una cosa che avevano in comune.
“Che mi piacciono tanto” le aveva sussurrato sulla pelle del corpo, facendo scivolare le dita rosee tra le ciocche lillà. I capelli avevano diversi annodamenti che non avevano permesso un movimento fluido alle sue carezze. Musica non perdeva tempo a sistemargli, strecciargli e snodarli, era una nomade che viveva per i boschi, senza un posto che potesse chiamare suo e probabilmente senza una mamma che in passato si fosse mai presa cura di lei. Non che Musica ne avesse mai avuto bisogno, pensava Emma, sapeva cavarsela bene ed era buona. Aveva posato il mento sull’incavo della spalla dell’altra.
I capelli di Musica però erano lisci, se gli avesse pettinati, non come quelli di Emma, lei aveva i ricci. Un groviglio folto senza possibilità di essere domato. Mamma infatti l’aveva quasi costretta a portarli corti per tutta la sua infanzia e poi … semplicemente non c’era stata la possibilità di poterli portare lunghi, di potersi curare un po’.
Doveva occuparsi dei bambini, doveva occuparsi di una ribellione. Doveva occuparsi di sopravvivere.
Una parte di lei, invidiava come Musica potesse concedersi quelle libertà. Come Musica avesse potuto scegliere di non essere parte di quel mondo. Il luogo che anelava Emma si trovava a metà tra i ricordi di una menzogna e la speranza di un’illusione. Al di là di un muro che sembrava non riuscire a raggiungere mai.
L’altra si era voltata verso di Emma, aveva un sorriso raggiante sul viso, ma era controllato, perché fossero solo le labbra e non si vedessero i denti.
I denti avrebbero rovinato l’incanto che si erano costruite nella profondità della terra.
Bastava sollevare un po’ gli occhi dalla bocca, invitante, di Musica perché la magia si dissolvesse. “A me piacciono i tuoi” aveva ghignato il demone, infilando la mano tra i suoi ricci, prima di sporgersi di nuovo e baciarla sulle labbra.
Emma le aveva accarezzato la schiena e senza potersi controllare, aveva intrecciato le sue dita ai ciuffi dell’altra.
Le piacevano proprio quei capelli.
Sapevano di qualcosa di inarrivabile. 
   
 
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