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Autore: Rinalamisteriosa    07/12/2017    2 recensioni
[Prima crossover fra Uta no Prince-sama/Kaichou wa Maid Sama! (Ambientazione UtaPri, personaggi di entrambi gli anime) || Mini-long || Accennini a qualche coppia e/o rapporto fraterno]
«Quale condizione?» domandò Aoi, rimanendo a bocca aperta, non si capiva se per la sorpresa o per fare scena.
«Oh, niente di preoccupante, tranquillo. Soltanto una caccia al tesoro, dove io e te dobbiamo semplicemente metterci a capo di due gruppi e guidarli pazientemente verso un obiettivo comune», lo rassicurò il più grande, facendo spallucce.
«Perché proprio una caccia al tesoro?».

{Prima classificata al contest "Find a treasure" indetto da missredlights e Emanuela.Emy79 sul forum di EFP}
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Ringo Tsukimiya, Un po' tutti
Note: Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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ringo-chan_and_aoi-chan_cop

Ringo-chan and Aoi-chan with the Shining Treasure Hunt

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PRIMO CAPITOLO (Antefatti)

 

 

 

La stanza di Tsukimiya Ringo era avvolta dalla penombra delle prime ore del mattino, solo una luce soffusa penetrava dalle persiane socchiuse, eppure non era difficile scorgervi l’eccentricità della persona che l’occupava. Visitare quella particolare camera era come cercare conferma della doppia identità del suo famoso proprietario: dalle pareti intonacate di azzurro confetto, alla tendina glitterata che bisognava scostare per inoltrarsi all’interno; dalla parete costellata di fogli a sfondo bianco con sopra disegni abbozzati, modelli e vestiti che lui cuciva e confezionava da sé – lo scialle che, aprendosi, svelava delle luccicanti ali di farfalla, per esempio –, all’angolino dedicato ai costumi dei concerti live per i suoi ex studenti.

Poi vi erano scaffali pieni di libri, di riviste varie, di premi e targhette vinte in passato, alcune foto incorniciate, la custodia del clarinetto, una stufetta per i giorni più freddi e un divanetto a forma di cuore, più un cuscino puntellato di stelline finte sopra.

E infine il semplice letto, costituito da materasso e trapunta, con comodino accanto, sul quale dormiva l’idol e sensei.

In realtà, Ringo non stava affatto riposando, infatti si era già destato da un bel pezzo e sedeva in pigiama alla sua scrivania, davanti a un portatile acceso che rischiarava il suo fine viso intento a leggere una finestra aperta sullo schermo.

Dopo aver contattato privatamente un net idol abbastanza popolare sul web, con una bella galleria settimanalmente aggiornata e accessibile a tutti, dopo essere entrati in confidenza e dopo avergli proposto una collaborazione vantaggiosa per entrambi, con la promessa di una co-conduzione in un nuovo programma televisivo, il ventiseienne attendeva giusto una risposta affermativa per mettere in moto i primi ingranaggi di un periodo fruttuoso che l’avrebbe finalmente visto protagonista. Il giovane sensei non poteva negare di provare una certa ansia a riguardo, ma grazie al suo lavoro costante sul campo poteva vantarsi di aver accumulato una buona dose di fortuna, ottimismo e altri requisiti necessari al successo del progetto. Non appena la risposta che attendeva con trepidazione comparve davanti a lui, Ringo si sciolse in un sorriso fiducioso e digitò velocemente i tasti per dei saluti e qualche smile, prima di chiudere tutto e correre a prepararsi, prima per le lezioni da tenere all’Accademia, poi per l’appuntamento con Aoi-chan.

“The show must start on!”.

 

 

 

La stanza di Hyoudou Aoi non era la solita cameretta quadrata ed essenziale che uno poteva immaginare per uno studente maschio delle scuole medie. Non era così, poiché Aoi amava le cose carine e graziose fin da piccolo, perciò la stanzetta doveva rispecchiare esattamente la sua essenza adorabile, a dispetto del padre che invece disapprovava.

Il quattordicenne dai tratti femminei nel volto giovanissimo teneva sempre in bella vista tutte le sue bambole e i suoi pupazzetti kawaii con i quali giocava da bambino, tutti ordinatamente disposti sulle mensole saldate alle pareti. Vi era sempre l’occorrente per il taglio e per il cucito sopra la scrivania disordinata, insieme ai testi scolastici e alle riviste di moda, nonché all’armadio pieno zeppo di vestiti smessi della zia Satsuki, abiti che lui si prodigava a modificare e a sistemare secondo le proprie misure.

Vestirsi da donna non era un semplice hobby per Aoi, ma si trattava di una vera e propria passione, mescolata al desiderio di riscatto che lui provava quando i bulletti che lo prendevano in giro, i compagni che lo additavano mormorando malignità alle sue spalle, andavano subito in visibilio per i suoi travestimenti impeccabili e perfetti. Aoi ci prese gusto e iniziò a ricercare la popolarità anche su internet; difatti fu così che divenne net idol. La sua pagina infatti era costantemente visualizzata da un numero spropositato di suoi fan. E non immaginava lontanamente che quella cosa sarebbe successa tanto presto, ma una celebrità, ultimamente, lo aveva veramente contattato e lo aveva fatto spesso, per conoscerlo e per fargli delle proposte interessanti ed elettrizzanti.

Appena sveglio, Aoi controllò la posta elettronica e rispose positivamente all’ultima richiesta del personaggio famoso, così entrambi si misero d’accordo per luogo e orario dell’appuntamento.

 

 

 

«Zia Satsuki, zia Satsuki, porto grandi novità!» esclamò Aoi Hyoudou, entrando come uno sgargiante fulmine dai colori vivaci nel Maid Latte e intrufolandosi nelle stanze del retro locale. Il sorriso gioioso che il nipote mostrava in quel momento era così luminoso che la donnina dai capelli viola si meravigliò a tal punto da far oscillare pericolosamente un vassoio con sopra piatti e tazzine. Se non ci fosse stata Misaki Ayuzawa ad aiutarla, probabilmente tutti gli oggetti di vetro sarebbero caduti a terra, frantumandosi in mille pezzi.

«Cosa ti è successo di bello? Hai finalmente rinunciato all’idea di confezionare dei vestiti per me?» ironizzò la cameriera part-time, mettendo il vassoio al sicuro. Tutte le altre giovani dipendenti presenti nella stanza si avvicinarono, curiose di sentire la replica del nipote della proprietaria.

«No, no, no. È una notizia ancora più eccitante, non so da dove cominciare… In poche parole, in un futuro prossimo potrebbe iniziare la vera scalata al successo di Aoi-chan! Ho attirato l’attenzione di una celebrità del mondo dello spettacolo che potrebbe spianarmi la strada, pensate!» rispose tutto d’un fiato, facendo una giravolta infantile nel suo grazioso vestito rosso e nero da lolita.

«Davvero?!» dissero tutte in coro.

«Ed è rimasto talmente colpito dalle bellissime foto nella galleria del mio sito web, dai fantastici video che ho girato, da avermi proposto la co-conduzione in un programma televisivo! Non riesco più a trattenermi, non mi sembra vero! Oh, un’altra cosa: ci siamo dati appuntamento qui, sta per arrivare».

«Cooosa?!» trasecolarono le donne, nuovamente in coro.

«Cercate di non farmi fare brutta figura, mi raccomando», concluse gioviale Aoi, dandosi delle arie e scuotendo la parrucca bionda straripante di boccoli. «Adesso vado a sedermi al nostro tavolo».

«Eh?! Come? Di già?» si stupì Erika.

«U-una… celebrità?!» mormorò Satsuki.

«Quindi è tutto vero!» esclamò Honoka.

«Ma questo contatto sarà affidabile?» si chiese Subaru.

«Quando arriverà, dobbiamo tenerli d’occhio, ragazze!» affermò Misaki, stringendo i pugni.

«Una celebrità… nel mio locale…» mormorò ancora in trance la zia di Aoi, fissando un punto imprecisato della parete frontale, finché Honoka non la scosse un poco e Misaki prese il comando, dando le prime direttive alle altre cameriere prima dell’arrivo del noto ospite, in attesa che il capo riprendesse la sua lucidità mentale.

 

 

 

Si aspettavano chissà chi, invece colui che Aoi attendeva con ansia era un cross-dresser, proprio come lui. Entrambi vestiti da donna, superata la ritrosia iniziale e la formalità tipica di un primo incontro dal vivo, avevano trovato la giusta sintonia e al momento sedevano a un tavolino, persi in una concitata chiacchierata sui loro interessi in comune, soprattutto sulla moda giovanile e sulle tecniche più svariate per attirare gli sguardi dei ragazzi.

Quando Misaki si staccò dal gruppetto di maid appostate dietro una tenda per spiare entrambi, lo fece con un sospiro sollevato, perché il tipo sembrava apparentemente una brava persona. L’uomo con la parrucca rosa confetto, decisamente più lunga e vaporosa rispetto a quella di Aoi, aveva uno sguardo limpido e sincero, che non lasciava affatto presagire cattivi intenti. La ragazza volle comunque assicurarsene facendosi più vicina, con la scusa di togliere le tazze vuote dal tavolino, ai due travestiti. Fu allora che Ringo si sentì incoraggiato a entrare nel vivo della conversazione.

«Caro Aoi-chan, dunque, come ti dicevo prima, abbiamo l’approvazione del mio capo, il presidente Shining Saotome. Però, il vero motivo che mi ha spinto a incontrarti al più presto è che lui ha posto una precisa condizione. E se non la rispettiamo, potrebbe cambiare idea», prospettò Ringo, incrociando le mani in grembo.

«Quale condizione?» domandò Aoi, rimanendo a bocca aperta, non si capiva se per la sorpresa o per fare scena.

«Oh, niente di preoccupante, tranquillo. Soltanto una caccia al tesoro, dove io e te dobbiamo semplicemente metterci a capo di due gruppi e guidarli pazientemente verso un obiettivo comune», lo rassicurò il più grande, facendo spallucce.

«Perché proprio una caccia al tesoro?».

«Credo perché voglia testare le nostre capacità. Io sono un adulto, anche se sembro più giovane, lo so; capisco che tu invece sia ancora minorenne e magari penserai che per te sarà più difficile, però-».

«Aoi sarà anche minorenne, ma noi lo conosciamo e abbiamo fiducia che riuscirà a fare qualunque cosa. Aoi, se per te è davvero importante, non tirarti indietro. Come tua amica, se farai altrimenti io sarò molto delusa da te!» s’intromise Misaki, spostando uno sguardo deciso e penetrante un po’ all’uno e un po’ all’altro.

«Io veramente non ho detto di no! Ci stavo pensando…» precisò il più piccolo, arricciando ulteriormente una ciocca della parrucca.

«Oh! Che bella presenza di spirito ha questa signorina! Che carisma invidiabile! La vedrei benissimo come partecipante attiva, ti consiglio di prenderla per il tuo gruppo, Aoi-chan!» si rallegrò Ringo, rimanendo comunque seduto al suo posto.

«Beh… grazie. Sono sorpresa», disse la liceale.

«Perfetto! Voi due ci sarete sicuramente, quindi te ne mancano altri quattro. Hai carta bianca. Riunisciti con i tuoi amici, parlatene fra voi e fammi sapere i vostri nomi quando sarai sicuro. Ci terrei a consigliare la partecipazione di tua zia, quella bella signorina là in fondo, è bene avere un adulto che ti accompagni in giro per la città di Tokyo… – Ringo fece una pausa, dopo aver ammiccato affabilmente alla donna e averla vista arrossire per il complimento – per oggi è tutto, ti fornirò a tempo debito altri dettagli. Sono soddisfatto di questa piacevole visita. Mi dispiace dovermi già congedare, ma mi aspetta un programma radiofonico in cui sono stato invitato a intervenire e poi, da domani, mi toccherà andare alla ricerca dei miei partecipanti per la caccia al tesoro».

Lasciò delle banconote sul tavolo, sostenendo a Misaki che poteva tenere pure il resto come mancia per sé. La ragazza bruna si inchinò di fronte alla generosità del cliente e nuovo amico di Aoi.

«Arrivederci, padrone».

 

I due cross-dresser uscirono fuori dal Maid Latte e insieme percorsero in silenzio un tragitto corto fino alla limousine nera che aspettava l’idol travestito.

«Caro Aoi-chan, come dico anche ai miei studenti qualche volta: impegniamoci al massimo! Vedrai che la prova andrà bene, la supereremo e faremo il nostro programma! Bye Bye!».

 

 

 

I loro nomi arrivarono prima di quanto io mi aspettassi. Tempo una settimana dal giorno in cui avevo incontrato per la prima volta Aoi-chan e già gli ingranaggi della nostra futura collaborazione brillante si erano messi in moto alla grande!

Li lessi con una nota di compiacimento nella voce.

Ayuzawa Misaki – era la cameriera dallo sguardo ardente che avevo avuto il piacere di vedere quello stesso giorno.

Usui Takumi – che, a detta di Aoi-chan, era un ragazzo molto enigmatico e affascinante invaghito della bella maid.

Shintani Hinata – amico d’infanzia di Ayuzawa-chan, ingenuo e golosone.

Ayuzawa Suzuna – oh, bene, anche la sorellina! Interessata al “tesoro” finale, ovviamente.

A parere mio, si trattava invero di due belle coppiette, naturalmente a quella lista erano inclusi anche Aoi-chan e sua zia, Hyoudou Satsuki.

 

 

 

*

 

 

 

«Posso sedermi accanto a lei?».

Per avvicinarsi alla giovane donna seduta in silenzio, Ringo recitò la parte di colei che, dopo essere stata in giro per negozi a fare shopping sfrenato, cercava una panchina in cui sedersi. E guarda caso, il posto accanto alla diretta interessata era libero.

Kanzaki Noriko – questa era l’identità della bruna – annuì, imperscrutabile.

«Grazie mille! Camminare sui tacchi è davvero stancante», lamentò Ringo, chinandosi per massaggiarsi solerte le caviglie, in fondo doveva essere credibile, era persino circondato da alcune buste e pacchi colorati.

«Ora può riposare».

«Già...».

Ringo si soffermò a osservarla da vicino: i capelli erano intrecciati in una pettinatura insolita, con tre treccine dal lato sinistro e altre tre dal lato destro del viso irrigidito da un’espressione dura. Eppure, doveva essere quel tipo di faccia che, se rilassata, appariva bella e delicata come una statua di porcellana.

Indossava degli abiti semplici, con tessuti non molto costosi, forse di seconda mano.

Gli stivaletti, abbinati al cappotto scuro, facevano pensare a una domestica uscita per una commissione, cosa che effettivamente corrispondeva a verità, a quanto risultava dalle sue accurate indagini.

Kanzaki-san non era una semplice cameriera, ma la persona più vicina alla bambina che Ringo voleva reclutare per la caccia al tesoro. E avrebbe partecipato anche lei stessa, poiché non sembrava tipo da affidare la piccola Hijirikawa a gente che, in fondo, era sconosciuta.

«Sta aspettando che escano i bambini da scuola?» domandò, per spingerla a fare conversazione.

Silenzio.

«Un figlio? Una figlia? O forse una sorella minore?» ritentò Ringo.

Silenzio.

«Ha forse perso il linguaggio? Eppure prima parlava!».

«Non ho figli e nemmeno sorelline, ma è vero, sto aspettando una bambina», dichiarò la donna, seccata.

«Come si chiama?».

«Lei è veramente curiosa, sa? Solitamente non tollero tutta questa confidenza da parte di un’estranea», mise le cose in chiaro, a quel punto Ringo sussultò e comprese il perché: Noriko-san era prudente e diffidente di natura. Che le fosse accaduto qualcosa di brutto in passato?

«In tal caso le dirò chi sono, così non sarò più un’estranea. Tsukimiya Ringo. Ventisei anni. Nato il quindici settembre. Sono alto un metro e settantatre centimetri e mi travesto da donna, perché sono diventato famoso in queste vesti. Lavoro come insegnante all’Accademia di arti dello spettacolo Saotome e Masato-kun è stato mio alunno. Ho conosciuto la sua sorellina, Mai, quella volta in cui era scappata di casa e-».

«Ehi! Ho capito! Non c’è bisogno di riempirmi di informazioni…» lo bloccò, travolta da un fiume in piena di parole.

«Facciamo così: ci crederò solamente se Mai-chan riconoscerà il tuo viso», decise infine la trentaduenne, puntando uno sguardo attento verso lo sciame chiassoso di bambini, che iniziò a riversarsi in quel momento fuori dal portone principale della scuola elementare.

Una bambina si staccò tranquillamente da quella marea di piccoli in divisa scolastica per raggiungerli, come se già sapesse il punto preciso in cui Noriko la aspettava. Ed era sorprendente il modo in cui il volto della donna si rilassò al cospetto di Mai, sembrava quasi un’altra persona rispetto a prima, fiduciosa, gentile e amabile. E anche il modo in cui il tono di voce le si ammorbidì non passò inosservato.

«Mai-chan, hai mai visto “questa donna” che mi siede accanto? Ti ricordi di lei?» s’informò subito. La piccola ci mise poco a ricordare il suo viso, aveva una buona memoria, per sua fortuna. “Chissà come avrebbe reagito, altrimenti, la sospettosa tutrice…”.

«Noriko-san, questa signorina gentile lavora nello stesso posto dove lavora anche oniichama!» spiegò la bimba, gioiosa.

«Visto? Non sono solito mentire», puntualizzò Ringo, senza però mostrarsi offeso.

«Domando umilmente scusa».

«Mai-chan, ascolta, mi rende felice il fatto che tu non mi abbia dimenticato, ma mi renderesti ancora più felice se partecipassi a una caccia al tesoro», precisò Ringo, alzatosi con calma dalla panchina per inchinarsi di fronte alla bambina.

«Un tesoro vero? Dove si trova?» s’incuriosì Mai.

«Questo non posso dirlo adesso, è una sorpresa. Noi avremo una bella mappa della città di Tokyo per orientarci nelle varie tappe che prepareranno apposta per noi. Raccoglieremo indizi e giocheremo tutti insieme, sarà bellissimo, vedrai!» fu ben felice di informarla in modo chiaro e semplice.

«Anche Noriko-san può giocare con noi?».

«Certamente».

«Senta, non ho capito bene dove vuole andare a parare: perché la signorina dovrebbe assecondarla? Cosa ne ricava?» si fece avanti la domestica, di nuovo presa dai sospetti.

«Beh... è innanzitutto uno svago, quello che le sto offrendo. E poi, se non erro, lei e suo fratello non hanno molte occasioni per vedersi. Mi sembra un buon pretesto per convincervi, ma se non basta-».

Noriko si coprì le labbra, sorpresa, mentre la piccola Mai si accostava a lei tirandole la manica del cappotto scuro.

«Accettiamo! Vero che accettiamo? Ti prego, Noriko-san, non sarò in pericolo e non scapperò lontano da te! Mi comporterò benissimo, farò la brava!».

La donna scosse la testa, scrollando anche le sei treccine.

«Non è questo il punto, Tsukimiya. Abbiamo degli orari da rispettare e non posso fare saltare la scuola alla signorina, frequentarla è un suo dovere».

«Non dovrà preoccuparsi per questo, sistemiamo tutto noi!» garantì Ringo, conciliante.

«Noriko-san, dai, accettiamo!» insisté Mai, saltellando mentre le si aggrappava al braccio in cerca di attenzione. Noriko poggiò gentilmente una mano sulle sue piccole spalle per placarne il fanciullesco entusiasmo, poi si diressero verso la macchina con autista personale e allora Ringo si congedò da loro.

«Kanzaki-san, avete tempo per pensarci, comunque. Continuate pure la vostra vita, mi farò sentire e vi fornirò tutte le info essenziali. Non dite nulla in giro, è un segreto, okay? Arrivederci~», le salutò l’idol cross-dresser con voce squillante, agitando una mano.

«Che tipo...» mormorò Noriko, seguendo la signorina dentro l’abitacolo e sbattendo la portiera.

 

 

 

«Kao-chan?».

Mentre usciva dalla porta dell’ambulatorio medico in cui faceva tirocinio assistendo un dottore che esercitava il mestiere da anni, a Kaoru giunse da destra una voce inaspettata.

«Kao-chan!» ripeté il suo nome il proprietario della voce, che, senza dargli il tempo di avere una qualunque reazione, fu subito al suo fianco e lo strinse in un abbraccio soffocante.

«Oh, Kao-chan, quanto sei carino! Diventi sempre più carino, o pensi che sia perché non ci vediamo spesso?» mormorò l’assalitore vicino al suo orecchio con tono zuccheroso; solo allora il ragazzo riuscì a divincolarsi. «Natsu! Smettila!» protestò, imbarazzato.

Si scusò con un inchino timido ai pazienti seduti in sala d’attesa e si diresse verso una portafinestra che conduceva fuori. L’altro lo seguì docilmente e lui gli pose immediatamente la domanda con una leggera nota di rimprovero nella voce bassa: «Shinomiya Natsuki. Che cosa ci fai qui? Potevi scrivermi prima di spuntare davanti così!».

«In verità, Kao-chan, una persona ha chiesto a me e a Syo-chan di poterti incontrare, allora io mi sono offerto di accompagnarlo qui!» dichiarò il ragazzo con gli occhiali in sua discolpa.

«Capisco. Mio fratello sta bene?».

Kaoru Kurusu era il fratello gemello dell’idol Shou Kurusu, soprannominato spesso Syo, molto somigliante all’altro nell’aspetto esteriore, eppure diverso nel carattere e nel temperamento.

«Sì, benissimo, non preoccuparti!» assicurò Natsuki, amico d’infanzia dei gemelli nonché compagno di stanza e di band del fratello assente.

 

 

 

«Kurusu-kun, grazie per aver accettato d’incontrarmi. Non ti faccio perdere tempo, arrivo subito al dunque. Non è che per caso posso considerarti come possibile partecipante a una caccia al tesoro? Ti piace l’idea?» si spiegò senza indugi Ringo-chan.

«Una caccia al tesoro? Come mai ne organizzate una?» pose una domanda più che legittima, dato che non gli avevano mai fatto una proposta del genere.

«Non sono io l’artefice, il mio capo vuole mettere alla prova me e un’altra persona. Però, per farlo, ho bisogno anche di te. Per favore, pensaci, sarà una bella esperienza!» parlò così per convincerlo.

«Non saprei... Non si vedrà in televisione, vero?» si preoccupò Kaoru, essendo di indole timida un’apparizione pubblica lo avrebbe messo molto in imbarazzo: c’erano già tre componenti della sua famiglia famosi, bastavano loro, lui sarebbe rimasto ai margini, nella sua comfort zone. «E-e poi, cosa ci guadagno? Se devo perdere un giorno di tirocinio, mi serve un motivo valido».

«Hai ragione... Io non rientro fra gli organizzatori, ma tuo fratello sì! Non ti piacerebbe fargli una sorpresa?» insisté nel convincimento, rivelando una notizia vera al 90%. Gli Starish erano tutti molto impegnati, sia a livello individuale che di gruppo: l’ultima volta che l’insegnante li aveva sentiti in una videochiamata, non gli avevano dato una conferma definitiva.

«Una sorpresa... per Syo-chan?» affermò Kaoru alzando un poco il tono della voce, allora il più grande portò un dito sulle labbra.

«Fermo. Shh. Loro non devono sapere che tu ci sarai, altrimenti che sorpresa è?» lo avvisò indicando Natsuki, che, a qualche metro da loro, era stato riconosciuto da una fan e le stava scrivendo un autografo.

«Va bene», acconsentì il biondo con un filo di voce.

«Va bene perché hai capito? O perché confermi?».

«Entrambi».

«Perfetto! Continua pure la tua vita, Kurusu-kun, mi farò sentire io. Ti fornirò maggiori informazioni, per ora è tutto. Grazie per la chiacchierata, è stato un piacere!».

«P-piacere mio».

«Bye bye˜».

 

 

 

 

«Continua pure, non ti preoccupare. Devi solo ascoltarmi. So che posso contare su di te, che mi aiuterai anche in questa situazione. Al nostro Haruki piacevano le cacce al tesoro. Ti ricordi quella volta in cui ci nascose i fogli di uno spartito musicale, poiché desiderava vederci collaborare per trovarli? Lui era fatto così, non s’ingegnava solamente con la musica, cercava di essere creativo e originale in qualunque situazione, soprattutto se ci vedeva annoiati, stanchi o imbronciati a causa di un giudizio troppo severo che non comprendevamo».

Probabilmente, questo non era un bel discorso che Ryuuya Hyuuga voleva stare a sentire proprio mentre faceva la sua sessione quotidiana di flessioni, però era in quel momento che Ringo si sentì ispirato a confrontarsi con l’amico e collega.

L’inflessibile insegnante si fermò, non solo con la scusa di umettare il sudore dalla fronte bagnata, ma anche per replicare.

«Nessuno gli chiedeva di farlo. E se fosse qui, Haruki ti direbbe che non hai bisogno di dimostrare il tuo valore. Puoi riuscire a presentare quel programma senza bisogno di sottoporti a una simile prova. Perché lo fai? Vuoi semplicemente dare voce a chi rimane sempre sullo sfondo?».

«È bello constatare che con te il detto “tutto muscoli e niente cervello” non ci azzecca: sei l’eccezione che conferma la regola, ti adoro!» gioì Ringo, intrecciando le dita a mo’ di preghiera.

«Proverai ancora dell’adorazione per me, dopo che ti avrò costretto a un allenamento speciale? Se dovremo muoverci per la città a piedi, a parte quando saliremo sui mezzi per spostarci da un quartiere all’altro, bisognerà migliorare la tua resistenza», ritenne, per poi prendere qualche sorso di bevanda contenente sali minerali.

«È proprio necessario sottopormi a un allenamento fisico?» si turbò l’idol cross-dresser, indietreggiando di qualche passo.

«Se pretendi il mio aiuto, sì. Siamo professionisti, non lasciamo nulla al caso».

«Aiuto…» sussurrò il più giovane dei due fra sé e sé.

 

 

 

Bene. Era tutto sistemato.

Avevamo dalla nostra parte un giovane tirocinante in medicina, una dolce bambina e la sua diffidente tutrice.

Ci sarebbero stati anche Tomo-chan e Ryuuya.

A prescindere, io ero già compreso nella lista.

Anche la nostra squadra poteva definirsi completa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

________

Disclaimer: A parte Noriko Kanzaki, una mia OC, tutti i personaggi presenti nella storia non mi appartengono e non ho scritto a scopo di lucro.

Vi invito caldamente a consultare la wikia di UtaPri e di KWMS, perché alcuni di loro (presenti o soltanto menzionati) sono personaggi spoiler perché non compaiono nell’anime.

Eventuali note e chiarimenti verranno aggiunti di volta in volta.

 

Prossimo aggiornamento: venerdì 22 dicembre

 

Grazie a chiunque abbia letto e a chiunque vorrà commentare l’inizio di questo delirio (mi piace definirlo così xD)

 

Rina

 

 

  
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