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Autore: ScoSt1124    08/12/2017    12 recensioni
[Sterek|Omegaverse|OS divisa in due parti|14390 parole]
Stiles è un ragazzo padre.
Lui e JJ sono sempre stati bene da soli, almeno fino a che non è arrivato Derek a destabilizzare la loro tranquillità.
Dal testo: "Sei legato a qualcuno?" Era rimasto perplesso a quella domanda. Insomma, cosa glielo faceva credere? "No, perché?"
"Hai addosso l'odore di un altro alpha." Ok, Stiles non si aspettava una riflessione del genere e si era ritrovato in contropiede su cosa rispondere, gli era uscito spontaneo. "Oh, no. È di mio fi... figlio."
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note iniziali: Buonsalve!
Sì, è un'omegaverse. No, non è rossa. Mi spiace. Non sono brava con le rosse e obiettivamente è la mia prima omegaverse, quindi spero di non fare casini. C'è un accenno all'mpreg ovviamente, non è niente di che, ma avviso lo stesso così, nel caso vi dia fastidio, possiate decidere di chiuderla.

 




Love of the not common people

 




Un'altra bolletta.  
Questa volta non sarebbero arrivati a fine mese, Stiles se lo sentiva. 
Ok, se lo sentiva anche il mese precedente, quello prima ancora e tutti quelli prima di quei due. Invece se l'erano sempre cavata. Ce l'avevano sempre fatta e ce l'avrebbero fatta anche questo mese. Magari avrebbe chiesto qualcosa a suo padre, un aiutino; o magari per questo mese non avrebbe tenuto da parte i soldi per gli studi di JJ. Avrebbe trovato un modo, non era uno che perdeva le speranze subito.  
Non che in passato non le avesse perse. Figuriamoci, era stato un omega rimasto incinto perché non si era accorto di essere in calore durante una festa al liceo; come poteva non aver mai perso le speranze? Le aveva perse eccome.  

Le aveva perse quando la sua colossale cotta del liceo, con cui era andato a letto quella sera, gli aveva risposto in modo orribile. "Stilinski non andrei mai a letto con uno come te. Inventati altro e vallo a dire al padre vero di quel bambino. Se cerchi i miei soldi non li avrai." Sì, la sua colossale cotta del liceo era Derek Hale. Un emerito pallone gonfiato che si credeva un gran figo (quale era) e che credeva di poter ottenere tutto con i soldi. Stiles nemmeno sapeva cosa ci trovava in lui, eppure sapeva che sotto quella corazza c'era qualcosa di migliore.  
Aveva portato avanti la gravidanza nonostante tutto e nonostante tutti ed era nato JJ, quello era stata la cosa migliore alla fine.  
Ovviamente era scoppiato uno scandalo. Un omega, non legato, rimasto incinto e senza che nessuno sapesse chi era il padre.  
Era per questo motivo che aveva deciso di lasciare la città, l'aria di Beacon Hills stava diventando troppo pesante. Aveva ricominciato da un'altra parte, suo padre non ne era stato contento ma sapeva che era la cosa migliore. Così come gli aveva detto che poteva sempre contare su di lui. Stiles non gli aveva mai detto chi era il padre del bambino, era stato meglio così, e John aveva smesso di insistere. L'aveva seguito per i primi tempi, gli aveva dato una mano a gestire la gravidanza ma dopo che si era ripreso dal parto aveva iniziato a cavarsela da solo e John era tornato a casa. 

E, forse, era giunto il momento di tornare a chiedergli una mano. Stiles e JJ erano una squadra formidabile. Stiles faceva di tutto per non fargli mancare nulla e faceva in modo di essere sempre a casa quando lui tornava da scuola. Per quello guadagnava così poco, ma non poteva fare altrimenti. Non l'avrebbe lasciato in mano ad un estraneo per qualche soldo in più da dare comunque a quell'estraneo.  
Avevano trovato il loro equilibrio e in otto anni i ricordi migliori di Stiles erano legati a suo figlio. A volte pensava a tutto quello che non aveva fatto, ma poi lo guardava e si dimenticava dei sacrifici.  
Ogni tanto JJ gli chiedeva come mai non aveva un altro genitore e sapeva che non era pronto alla storia vera, così ci girava intorno. Se l'erano sempre cavata bene così. Qualche difficoltà non li avrebbe buttati giù. 

Invece era successo. Erano tornati a Beacon Hills. 

JJ non l'aveva presa bene per niente. A Stiles si era stretto il cuore, ma non era riuscito a fare altrimenti. John li aveva riaccolti a braccia aperte ed erano rimasti lì fino a che non avevano trovato una sistemazione. 

Pian piano si erano abituati alla vita di Beacon Hills.  
Stiles, ogni mattina, preparava la colazione a JJ, lo portava a scuola, si fermava a prendere il caffè e scappava a lavoro. Aveva trovato un piccolo impiego come informatico in una azienda, niente che gli portasse via del tempo da suo figlio; anche se, ora, poteva chiedere a suo padre di andarlo a prendere se faceva tardi a lavoro. 
Si erano sistemati bene o così sembrava, Stiles non poteva chiedere di meglio. Riusciva di nuovo a tenere via una parte di stipendio per JJ e questo significava che stava andando bene. 
Era una cosa che faceva ogni mese.  
Più di una volta l'insegnante di musica gli aveva detto che JJ aveva un dono naturale per il piano. Riusciva a suonarlo senza che nessuno gliel'avesse mai insegnato e Stiles si era sempre chiesto com'era possibile e l'insegnate aveva insistito per aiutarlo con l'approfondimento dello studio. Così aveva iniziato a tenere da parte i soldi per il conservatorio perché JJ glielo aveva chiesto e lui gli aveva risposto che ci avrebbero provato.  

Erano passati quattro mesi da quando era tornato a Beacon Hills e, non sapeva se per sventura o per coincidenza, aveva iniziato a parlare con un ragazzo. Alto, moro, occhi verdi, barba. Stiles era sicuro fosse il solito bello e dannato, eppure si sentiva bene quando scambiavano quelle parole al mattino, mentre aspettavano il caffè. Non sapeva nemmeno perché ancora non si erano presentati. Sapeva solo che si sentiva in qualche modo completo e che non c'era bisogno di una presentazione. Non voleva innamorarsi di quel ragazzo, ci aveva provato in tutti i modi. Non si era mai lasciato andare ai sentimenti dopo quello che era successo con quel pallone gonfiato. In più aveva un figlio e fare entrare qualcun altro nelle loro vite, senza essere sicuro che restasse, non gli sembrava il caso. Era anche vero che quel brivido che sentiva ogni volta che quel ragazzo parlava, lo faceva allontanare da tutte le sue idee. Il fatto era che, per una volta nella sua vita, voleva viverlo l'amore. Non voleva fermarsi alla semplice cotta. Voleva legarsi a qualcuno che lo amasse davvero, che glielo dimostrasse e che lo proteggesse. Invece era sempre costretto a stare attento e chi gli parlava spesso non sapeva nemmeno che era un omega.  

 

Alla fine successe, quel ragazzo gli chiese di uscire il giorno in cui si presentarono. 

"Quindi mi stai dicendo che tutta questa caffeina mi farà male, sul serio?" A Stiles piaceva insistere su quel fatto perché sapeva che l'altro non sarebbe rimasto zitto. L'aveva capito in quel mese in cui si erano scambiati strane conversazioni. 

"Certo che sì! Dovresti ringraziarmi. Mi preoccupo per la tua salute." Aveva alzato il suo solito decaffeinato che, senza aggiunte, non piaceva nemmeno a lui. 

"Infatti tu prendi solo decaffeinati e non so nemmeno come fai a berla quella brodaglia." Il moro aveva ribattuto accennando un sorriso. 

"Sono iperattivo, non dormirei. E per il berla ti do ragione, ma si dà il caso che con l'aggiunta di latte e cioccolato sia favoloso."  Che Stiles ci metteva anche qualche quintale di zucchero era un dettaglio e che questo lo rendeva più iperattivo della caffeina, non faceva testo. 

"Di caffè resta poco, non credi?"  

"Sei solo invidioso del mio caffè, caro... Aspett-" Stiles si era fermato come se avesse avuto un'illuminazione. "Noi non ci siamo mai presentati." Bingo.  

"No, un mese e niente nomi." 

"Cazzo, a cosa pensavamo?" Aveva chiesto sbalordito Stiles. 

"Al tuo decaffeinato." Non che parlassero sempre di quello, ma era l'argomento del giorno e il moro non poteva fare a meno di mettere il dito nella piaga. 

"Idiota. Sono Mieczyslaw, piacere." Aveva perso l'abitudine di farsi chiamare Stiles, era cresciuto e in più all'epoca dei fatti tutti sapevano il suo soprannome ed era restio ad usarlo ancora.  

"Ora ho capito perché non l'abbiamo mai fatto. Derek, piacere." Derek aveva fatto una pausa abbastanza lunga prima di presentarsi. Era rimasto come perplesso. 

"Sì, fa sempre effetto il mio nome. Ma non ci posso fare nulla." Aveva riso perché conosceva perfettamente la reazione di tutti. 

"Ok, Miec... ti va di uscire una sera di queste?" 

"Sapevo che avresti abbreviato." 

E Stiles aveva accettato.  
Così, tranquillamente, senza pensarci troppo. Forse poteva essere davvero un inizio. Avrebbe chiesto a suo padre se gli teneva JJ e per la prima volta avrebbe fatto qualcosa per se stesso. Qualcosa di concreto. Anche se poi aveva realizzato che la prima cosa che doveva fare era dirgli che aveva un figlio. Insomma, indipendentemente da come sarebbe andata, era una cosa che andava detta. Non poteva tenerlo nascosto. Doveva accettare entrambi. 

"Ok pà, io vado. Mi raccomando, non farlo stare alzato troppo e non farti fregare." Aveva detto tirando su il cappotto. 

"Figliolo, vorrei ricordarti che non sono nato ieri." No, nato ieri no, ma se c'era da viziare JJ, lui, era in prima fila. Stiles aveva sorriso perché sapeva già come sarebbe andata a finire. Si era avvicinato a JJ e gli aveva scompigliato i capelli. "Ciao, peste. Non far arrabbiare il nonno." Aveva alzato le sopracciglia dicendo "Papà, vai. Sono un angelo." Stiles non aveva potuto fare a meno di ridere. "Sì, quando dormi." Dopo quella risposta era uscito, o sapeva che non ce l'avrebbe fatta. 

Che poi, il karma, doveva essersi divertito davvero un sacco con lui visto che il ragazzo con cui stava uscendo aveva lo stesso nome di quel pallone gonfiato. Fortuna che era totalmente diverso nei modi di fare, e sperava tanto che non sarebbe cambiato quando gli avrebbe detto di JJ. 

Era stata una bella serata, nonostante non tutto fosse andato come previsto. Alla fine di JJ era uscito comunque, senza che Stiles ne parlasse. 

"Perché hai quella faccia?" Stiles iniziava a preoccuparsi. L'altro sembrava come pensieroso. "Sei legato a qualcuno?" Era rimasto perplesso a quella domanda. Insomma, cosa glielo faceva credere? "No, perché?"  

"Hai addosso l'odore di un altro alpha." Ok, Stiles non si aspettava una riflessione del genere e si era ritrovato in contropiede su cosa rispondere, gli era uscito spontaneo. "Oh, no. È di mio fi... figlio." L'aveva detto. Senza pensarci. Capendo dopo, solo vedendo la faccia di Derek. No, non era quello il modo in cui voleva farglielo sapere. "Merda..." 

"Hai un figlio?" Forse era rimasto molto più perplesso di quanto si aspettasse. "Di quattordici anni? Quanti anni hai?" Ora era Stiles che non stava capendo più nulla. Quattordici anni? Perché JJ doveva avere quattordici anni? "Ne ha otto e io venticinque. Perché quattordici?" 

"Come fa a sapere di essere un alpha se ha otto anni?" 

"Ah, per quello. In realtà è una situazione particolare. Quando ha iniziato a stare male, e solo dopo abbiamo capito che era per quello, mi hanno spiegato che, essendo io un omega non legato, la sua natura da alpha è venuta fuori prima per cercare di proteggermi." Stiles non si aspettava di dirgli così tante cose subito, ma era stato improvviso. 

"Non ha un padre?" No, di questo non gli avrebbe parlato. Assolutamente no. "Siamo solo io e lui." 

"Scusa, sono stato inopportuno." Derek sembrava dispiaciuto, ma mica era colpa sua. "Ci stiamo conoscendo. È giusto così." Nonostante fosse un po' spiazzato lo pensava davvero. Fosse stato qualcun altro, in un'altra occasione, non sarebbe stato così clemente. C'erano un milione di domande che gli stavano passando per la testa. Non capiva perché Derek gli facesse quell'effetto, nemmeno lo conosceva più di tanto. Sinceramente dopo le rivelazioni della serata non sapeva nemmeno se l'avrebbe rivisto.  

 

Invece, la mattina successiva, l'aveva ritrovato al solito bar e, stranamente, gli parlava ancora. Forse sarebbe andata bene. 

"Senti" aveva iniziato Derek "pensavo che un giorno potremmo uscire di nuovo." 

Stiles non se lo aspettava, proprio no. "Sì, mi farebbe piacere."  

"Domani sera?" Ok, forse Stiles non si aspettava così in fretta e così su due piedi. Poi aveva promesso a JJ che sarebbero andati al cinema. Non poteva non andare. "Sono un po' incasinato." L'aveva detto grattandosi la testa e risultando preoccupato a sentire la domanda di Derek. "Come mai?" 
"Ho promesso a JJ che l'avrei portato al cinema."  

"Oh, non fa niente allora." Aveva detto guardando in basso. "Ti avrei chiesto di venire con noi, per me non è un problema, ma credo sia troppo presto per JJ" In realtà credeva fosse troppo presto in generale. "Sì, certo. Facciamo dopo domani?"  

"Sì, comunque prima o poi te lo farò conoscere." Prima o poi te lo farò conoscere? Ma se nemmeno sapeva se quella storia sarebbe continuata. Ogni tanto perdeva il lume della ragione senza accorgersene. "Volentieri." 

                                                                            *** 

No, no e no. Stava entrando in quella storia a capofitto. La seconda uscita c'era stata, così come una terza, una quarta e una quinta. C'era stato un bacio e Stiles credeva di non sopravvivere a quel bacio perché era stato stupendo, anche se non aveva molti parametri. Già, era rimasto incinto durante una festa mentre era ubriaco ma non aveva mai provato quel qualcosa per nessuno. Così come non aveva dato un vero bacio. Dio, se era confuso. Era più che confuso e si sentiva bene allo stesso modo.  

Stiles aveva fatto tanto ma alla fine JJ aveva conosciuto Derek un giorno al bar. Non era nemmeno previsto. 

"Signore, c'ero prima io." Stiles sapeva che attaccava bottone con tutti, quello l'aveva sicuramente preso da lui, solo che non si era accorto con chi lo aveva fatto questa volta. 

"Scusami. Non ti avevo visto." Quella voce era fin troppo familiare. "Voi grandi non ci vedete mai, ora vado a prendere la mia brioche." Non poteva essere vero. 

"JJ cosa ti avevo detto?" Stiles si era avvicinato a JJ. "Non è colpa mia. È il signore. Io ero venuto al bancone." Sempre il solito. Conosceva i suoi polli. "Ciao Derek. Lui è JJ."  

Stiles aveva visto la faccia stupita di Derek, che era rimasto senza parole. "Papà, lui chi è?" JJ non gli aveva dato tempo di ribattere. "Un amico." Ecco, Stiles era rimasto sul vago, mentre JJ non lo era mai. "Oh, sì. Quello con cui esci."  

"S-sì. Ok, chiedi la brioche a Luke che poi andiamo al tavolo." JJ senza rispondere era andato a prendere la sua solita brioche al cioccolato. "JJ." tutto quello che era riuscito a dire Derek. "Sì, so che fa questo effetto all'inizio." Era davvero rimasto sconvolto. "Sì, beh... cioè non-" E nemmeno era riuscito a finire una frase. "Vuoi... sì, insomma... sederti con noi?" JJ aveva alzato le sopracciglia, suo padre era davvero imbranato in queste cose. Fortuna che era giovane. Anche se, vedendo l'altra parte era peggio che peggio. 
Era stato JJ a tener banco e Stiles non se ne era meravigiato. Derek sì, ma Stiles credeva che nemmeno aveva mai visto un bambino. Figuriamoci non rimanere stupiti da JJ che aveva una mentalità quasi da adulto per via della sua natura. 

"Mi stai simpatico, nonostante l'inizio. Sei un alpha, stai attento a mio padre." Specialmente questa uscita aveva fatto coprire la faccia a Stiles, forse voleva addirittura sotterrarsi, ma amava quando JJ si preoccupava anche se sapeva che era solo un bambino e doveva essere il contrario. "In che senso?" E Derek, ovviamente, non aveva capito. "Non è legato. Non fargli del male." No, assolutamente. Era un bambino, certe cose non doveva dirle, né tantomeno pensarle. Stiles sapeva che era tutta colpa sua, che se fossero stati una famiglia normale, se fosse stato legato, JJ sarebbe stato ancora nell'ignoranza. Ma non aveva potuto fare a meno di prendere quella scelta. Non poteva avere calori con JJ in casa e senza essere legato. Quindi aveva sempre nascosto la sua natura a tutti. Prendeva soppressori da anni e la gente non si era mai accorta di nulla e questo lo aveva portato a non ricevere avance, fortunatamente, ma a far venire fuori la natura di JJ molto prima. 

"Non voglio fargliene. Anche tu mi stai simpatico." Aveva ribattuto Derek poco dopo. Stiles si sentiva anche di troppo, ma ormai non poteva fermarlo. "Ok, puoi uscire con noi qualche volta." No, doveva fermarlo o sarebbe finita male. "Ok, peste. Basta così. Non credo che Derek voglia uscire con noi se continui a sembrare il nonno." Stiles non era così in imbarazzo da tempo. "Non sembro nonno, poi Derek è un tipo tosto. Mi piace. A te no?" Decisamente in imbarazzo. "JJ!" Stiles aveva allungato il braccio per avvicinare JJ a sé e con l'altra mano aveva iniziato a scompigliargli i capelli grattandogli la testa con il pugno. "Papi, no, i capelli no. Ahia." Entrambi si erano messi a ridere mentre JJ ritornava composto e si sistemava i capelli e Derek si sentiva di troppo in quella scena così particolare.   

*** 

L'inevitabile era successo quando JJ gli aveva detto che gli sarebbe piaciuto avere un padre come Derek. Si erano ritrovati a passare qualche pomeriggio assieme e Stiles si stava convincendo che poteva essere felice, che potevano costruire qualcosa in più. Appunto, si stava. Nulla di più. 
Sì, perché il karma doveva volergli davvero male per la terza volta.  

Cos'era successo per farglielo credere? Semplice, aveva scoperto il cognome di Derek. 

Cosa c'era di strano? Hale. Derek era il pallone gonfiato che l'aveva messo incinto e che se ne era fregato. 

Come diavolo aveva fatto a non accorgersene prima?!  Non era possibile. Non gli somigliava per nulla né fisicamente né caratterialmente. E poi non aveva lo stesso odore. Che gli era successo? 

Forse Derek sapeva tutto sin da quando si era presentato, per quello cercava di guadagnarsi la fiducia di JJ. No, non poteva essere. Stiles si era presentato come Mieczyslaw ed era sicuro che al liceo nessuno conosceva il suo vero nome. In più aveva affrontato una gravidanza quindi non poteva più avere lo stesso odore di quando se ne era andato da Beacon Hills.  
Santo cielo, perché non se ne era accorto prima? 

Stiles non poteva continuare quella cosa, doveva allontanarlo il prima possibile. Se JJ si fosse affezionato... forse doveva dirglielo. Ma come? Non sapeva nemmeno la storia. Derek li avrebbe rifiutati, era già successo e l'avrebbe rifatto. Ma non era più solo e indifeso, ora doveva pensare a JJ. Non avrebbe digerito facilmente un rifiuto. Non dopo ciò che aveva detto a Derek. 
Così aveva iniziato a inventare scuse per diminuire le uscite, anche se Derek trovava il modo per riuscire a vederli.  

Poi era successo qualcosa che non avrebbe mai pensato.  

Era stato recapitato un pianoforte a casa di Stiles. Sapeva che era opera di Derek, non poteva essere altrimenti. Era l'unica persona a cui JJ aveva parlato della sua passione per il piano. Stiles odiava la ricchezza di Derek. Quel pianoforte avrebbe dovuto regalarglielo lui con i risparmi, non qualcuno con cui stava uscendo da mesi ma che stava per essere scaricato. 

(16:19) Grazie mille, ma non possiamo accettare. SS 

No, non potevano.  

(16:22) Perché? DH 

(16:25) Non puoi regalare un pianoforte al figlio di uno con cui nemmeno sai se continuerai ad uscire. SS 

(16:26) L'ho fatto. E ti ho già detto che lo faccio con piacere. Mi piacete e non so come spiegartelo, ma sento un legame speciale con JJ. Son contento se è felice. DH 

Un legame... sei suo padre. Stiles aveva il pensiero fisso. 

(16:26) Non dovevi. SS 

(16:28) Accettatelo. DH 

(16:28) Ci penseremo. SS      

Non poteva essere peggio di così. Doveva trovare il modo di risolverla. Ovviamente JJ era stato più che contento del pianoforte e Stiles amava sentirlo suonare. Era uno dei tanti giorni in cui lo sentiva suonare che aveva visto quelle due lettere incise sul pianoforte.  

T.H. 

E Stiles aveva intuito. 

(12:24) Non l'hai comprato, vero? SS 

(12:32) No, era di mia madre. Ma io non lo so suonare e so che lei avrebbe voluto che non finisse in disuso. DH 

(12:37) Lo sta suonando ora, se non hai nulla da fare puoi venire a sentirlo. SS 

(12:38) Io... Grazie. DH 

Stiles sapeva di star sbagliando. Sentiva una strana sensazione, come se qualcosa doveva andar male, ma se ne era fregato per un attimo. Gli era venuto istintivo. 
Derek era arrivato poco dopo, JJ era stato felice di vederlo. Ancora non aveva avuto l'occasione di ringraziarlo, così aveva suonato una melodia per farlo. Stiles non aveva resistito, era andato in cucina. Non poteva farcela, non ci riusciva, era troppo difficile. Era stato un'ondata in piena di emozioni. Il karma gli stava giocando troppi scherzi ed era andato ancora peggio quando, JJ, finito di suonare, l'aveva chiamato con il suo soprannome e non con il solito "Pà". Stiles era tornato lì di colpo sperando non fosse troppo irrimediabile ma, a vedere la faccia di Derek, era una tragedia. Tragedia confermata quando Derek aveva aperto bocca "Stiles..." Questo era tutto ciò che era uscito. "Già." Stiles l'aveva detto con l'aria più fredda che potesse esserci, mentre incrociava le braccia al petto. "Lui è..." Non era riuscito a finire nemmeno questa di frase; così Stiles aveva preso in mano la situazione. "J tiri su la manica della maglia?" Stiles aveva una prova di tutto quello che aveva detto otto anni prima. Se la ricordava bene la voglia che Derek aveva sul braccio. Ci aveva anche scherzato da ubriaco, ma quando JJ era nato e l'aveva vista non aveva avuto più nessun dubbio. Nemmeno quelli che Derek aveva cercato di fargli venire facendolo sentire una persona orribile.  

JJ l'aveva fatto senza pensarci, a lui piaceva pure quella voglia. Derek non aveva fiatato per troppo tempo. "JJ vai in camera tua per un po'?" Stiles sapeva che non ci sarebbe andato senza una spiegazione. "Perché?" Non l'avrebbe fatto. "Te lo spiego più tardi. Ora devo parlare con Derek." E continuava a non cedere. "Sono grande abbastanza da rimanere." Quello che non capiva mai era che lo faceva per il suo bene. "JJ..." Dopo questo aveva alzato gli occhi al cielo ed era andato in camera sua. 

Derek ancora non si era mosso. Sembrava un pesce lesso. Ora le caratteristiche le aveva tutte. Pesce lesso, pallone gonfiato, infame. Insomma, in quegli anni gliene aveva dette di tutti i colori, eppure ora non sapeva nemmeno da che parte cominciare. Alla fine era stato Derek a proferire parola per primo. "Era vero..." Parole più inutili non poteva dirle. "Già. Credi ancora che mi stia inventando tutto per rubarti i soldi? Quella è la porta, puoi uscire." Stiles era stato lapidario. "Perché non me l'hai detto?"  
Quello era troppo. Perché non gliel'aveva detto? Ma era serio? 
"Sono più che certo di averlo fatto, visto che ricordo ancora le tue esatte parole." Sapeva che sarebbe andata a finire male e che JJ avrebbe sentito tutto. "Non intendevo in quel momento, intendevo quando ne hai avuto la certezza." Ok, era davvero deficiente, Stiles non voleva crederci. "Ne avevo la certezza già quella mattina quando mi... ci hai rifiutati. Non sono mai andato a letto con nessuno se non con te. Quali enormi dubbi dovevo avere?" 

"Potevi riprovarci. Ti avrei creduto." Certo, avrebbe continuato a dirglielo. Il fatto era che ci aveva provato altre due volte a dirglielo, per sentirsi dare della puttana che non sapeva con chi andava a letto e sentirsi minacciato di un'ordinanza restrittiva. "Certo, riprovarci... forse ti stai dimenticando un po' di cose. E, per la cronaca, l'ho cresciuto benissimo senza di te." 

Derek aveva tirato fuori la sua parte peggiore, cosa non capitata da quando avevano iniziato a frequentarsi, ma voleva difendersi e forse aveva esagerato. "Immagino come sia cresciuto bene con un solo padre, omega, che andava in calore ogni tre per due perché non legato."  
Stiles non ci aveva visto più. Gli aveva tirato uno schiaffo. Aveva fatto dei sacrifici per tirarlo su al meglio. Prendeva soppressori da otto anni nonostante sapeva tutti i rischi che correva, prendendoli per un periodo così lungo e soprattutto usandoli per bloccargli il calore. Non avrebbe continuato con toni calmi. "Di sicuro meglio che con un padre, Alpha, che non l'ha voluto. Sei sempre il solito stronzo che ricordavo." 

"Non è vero che non l'ho voluto." No, non avrebbe più resistito e gli dispiaceva soltanto che JJ avrebbe comunque sentito la maggior parte delle cose. "Ah, sì? Non ti sei posto il problema che ti stessi dicendo la verità. Che cazzo di problemi hai in testa per dire che è colpa mia?!" Derek non aveva ribattuto quando aveva visto JJ che li fissava con gli occhi lucidi. 

"Merda. J, ascolt-" JJ non aveva fatto finire Stiles, il quale gli si era avvicinato. "Fallo andare via." Glielo aveva sussurrato e Stiles lo aveva ascoltato, perché sapeva che stava per avere una crisi. 

"Derek, vattene." Derek aveva guardato entrambi come se non li stesse sentendo. JJ aveva iniziato a tremare e Derek, al posto di andarsene aveva ripreso a parlare. "Cos'ha?"  

"Der, devi andartene." Stiles non sarebbe stato così gentile un'altra volta. "No. Voglio sapere cos'ha!" Stiles non ci aveva visto più. "Dovevi pensarci otto anni fa, non credi? Ora fai come ti ha chiesto e vattene." Non era stato per niente gentile. Aveva urlato e JJ aveva iniziato a piangere. Derek era uscito preoccupato da quella casa, ma a Stiles non gli importava. Importava solo di JJ in quel momento. 

"Ehi, piccolo. Shhh, ci sono qui io. Respira con me. Tranquillo, non è successo nulla." Stiles gli aveva preso le mani, per cercare di non farle tremare, sapeva che di solito lo aiutava. Era tutto quello che voleva evitare, ed era successo. JJ si era calmato dopo un quarto d'ora. L'aveva fatto sedere sul divano e gli aveva preparato una camomilla. Gliel'aveva portata e poi si era seduto di fianco a lui, lasciandogli un bacio sulla fronte. "Va meglio?" JJ aveva solo annuito. Stiles sapeva che avrebbero dovuto parlare, ma non era quello il momento. Così si erano sdraiati e l'aveva abbracciato, come quando da piccolo stava male, aveva anche provato a scompigliargli i capelli per vedere se reagiva ma lo aveva lasciato fare, nessuna reazione. 

Non sapeva quanto era passato quando gli era suonato il telefono. Un nuovo messaggio.  

(15:12) Per favore, dimmi come sta. DH 

Stiles aveva guardato JJ, ancora tra le sue braccia. Stava dormendo. 

(15:14) Dovevi pensarci prima. SS 

(15:15) Ne riparleremo di questo, vero? Sta meglio? DH 

(15:15) Sta meglio. SS 

(15:17) Stiles... DH 

Stiles non aveva più risposto. Non gli importava, non più, non in quel momento.


















Note finali:

Devo ringraziare Pampu per il titolo e per le continue discussioni con Cinzia.
Per questo la dedico a Cinzia, perché non poteva essere altrimenti, è la madrina di Stiles e JJ e la faccio soffrire da troppo. A Pampu perché ha sopportato qualsiasi scontro verso il suo protetto e a Blu, come sempre.  
La seconda e ultima parte arriverà settimana prossima.
Se siete arrivati fino a qui senza aver chiuso prima, vi ringrazio!
Alla prossima


 

   
 
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