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Autore: Phoenix_Robbins    09/12/2017    2 recensioni
Mosca, seconda guerra mondiale. Lei infermiera e la più piccola della famiglia, lui maggiore dell'Armata Rossa e fidanzato con la cugina della protagonista. Un'amore impossibile...proibito che consumerà entrambi fino all'ultimo respiro e darà loro la forza di andare avanti nonostante le mille difficoltà a cui la guerra sottopone. Quell'amore potrebbe distruggre per sempre ciò che hanno di più caro, la felicità dell'altro
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Dicono che l'inverno sia il periodo più brutto dell'anno, il freddo, la neve, il buio ma io credo di amarlo. Sarà che forse mi rispecchio in questa stagione, pensandoci io sono proprio come l'inverno: a prima vista lo odi perché é freddo, non trasmette calore, ma se provassi a viverlo ti renderai conto che in realtà l'inverno va semplicemente capito. Ecco io sono così, dall'esterno posso sembrare cinica e apatica ma se qualcuno provasse realmente a capirmi sono sicura che cambierebbe idea su di me. Ad oggi nessuno si é mai sforzato di conoscermi, mi classificano solamente come quella ragazza insicura, fragile e terribilmente sola. Insicura perché mi preoccupo troppo del giudizio delle persone nei miei confronti; fragile perché sono la più piccola in casa; sola...beh, credo sia solamente una conseguenza. Sono immersa nei miei pensieri mentre guardo seduta in salotto di fronte alla finestra i fiocchi di neve scendere lentamente e dolcemente,quasi come se stessero ballando una danza, quando sento chiamarmi dalla cucina 
"Karina! Vieni devo dirti una cosa importante" strilla mia madre 
"Arrivo mamma" le rispondo sbuffando, trova sempre i momenti migliori per importunarmi. Mi alzo dalla sedia e raggiungo la cucina, vedo mia madre che è intenta  a preparare la cena per stasera 
"Ah, eccoti qui. Vai a cambiarti i vestiti e datti una rinfrescata" mi dice girandosi
"Perché dovrei?" le chiedo titubante
"Più tardi verranno a farci visita tua cugina Marina e il suo ragazzo" mi spiega
"Ah..." riesco solo a dire 
"Marina dice che é un uomo bellissimo. Chissà magari avrà gli occhi azzurri o i capelli biondi...non vedo l'ora!" sentenzia mia madre con aria sognante
"Sì, ho capito. Vado a vestirmi. Hai già avvisato Melania?" le chiedo. Melania é mia sorella maggiore, ha 25 anni, io 19. La adoro anche se tenta di proteggermi troppo
"Melania non tornerà in tempo, starà a lavoro tutto il pomeriggio" mi risponde. In cuor mio sapevo che non sarebbe venuta in tempo, lavora troppo e tutto questo solo per portarci dei soldi in più...d'altronde non navighiamo di certo nell'oro ma non possiamo neanche lamentarci. Tutti in famiglia diamo una mano per sopravvivere: mio padre lavora come architetto, mia madre e Melania sono sarte mentre io sono un'infermiera. Ho sempre avuto questa passione, curare persone, dare loro speranza e ho avuto l'opportunità di far realizzare questo mio sogno grazie alla guerra. Già...siamo nel 1942 e i feriti qui a Mosca aumentano sempre più, per non parlare dei tanti soldati che rimangono feriti quindi l'ospedale principale della mia città aveva bisogno di persone pronte a diventare infermiere. Così colsi l'occasione appena scoppiò la guerra e conseguii il mio attestato in modo da poter lavorare. Inutile dire che all'inizio la mia famiglia non approvava il mio nuovo impiego ma dovettero accettarlo poiché i soldi con il conseguire della guerra sarebbe iniziati a non bastare; al momento andiamo avanti e cerchiamo di risparmiare il più possibile. 
Sto salendo le scale diretta al bagno, devo lavarmi i denti e farmi una doccia veloce, l'acqua é perennemente fredda e mi meraviglio che non mi sia ancora venuta la febbre. Una volta finito vado in camera mia e di mia sorella e apro l'armadio, opto per un semplice vestito rosa cipria di pizzo a campana che mi arriva al ginocchio e delle scarpe di Melania con un tacco basso (tendiamo a scambiarci le cose e a nessuna delle due dispiace). Sinceramente io sarei rimasta con il vestito che indossavo prima ma mia madre forse ci teneva a farmi fare bella figura col ragazzo di Marina...mi domando come sarà, l'ultimo era un medico ed era anche un mio superiore, diceva di amarlo ma l'ha lasciato dopo neanche un mese. Cambia spesso ragazzi e non riesco a capire come faccia a dire di amare ogni uomo con cui si metta, secondo me per amare devi veramente voler bene ad una persona e di certo non é una cosa così frivola. Purtroppo io devo ancora trovare l'amore ma non é che ci speri tanto, non sono bella come Marina o Melania, io ho i capelli biondo scuro e occhi verdi loro invece capelli biondissimi e occhi chiari.Non mi ritengo bella perché semplicemente esiste di meglio e sinceramente non ho neanche il desiderio di sposarmi. Forse perché sono strana o forse perché non mi é mai piaciuto nessuno a tal punto da pensare solo esclusivamente a lui .Comunque in questo momento vorrei solo una cosa: che la guerra finisse. Basta con la morte che vive dietro l'angolo, basta con le grida dei civili e dei bambini ad ogni attacco sferrato dai nostri nemici, basta con tutto questo orrore. Ovunque cammini vedi miseria, tristezza e solitudine; non puoi far a meno di pensare a cosa abbia portato tutto ciò e puoi solo pregare che finisca presto. Sto pensando a tutto questo quando sento mia madre chiamarmi nuovamente 
"Karina scendi giù, i nostri ospiti stanno per arrivare e devi darmi una mano a mettere in ordine" esordisce. Non la rispondo e vado direttamente giù, mi guarda attentamente scrutando ogni parte del mio corpo ed esclama 
"Sei bellissima cara" non so se sia davvero onesta ma decido di ignorare il complimento fattomi e mi metto a riordinare i cuscini del divano. Il tempo passa e dopo un'ora sentiamo bussare il campanello, mia madre é agitata lo vedo da come si muove. Va ad aprire la porta e la sento dire 
"Benvenuti! Accomodatevi" con un'aria leggermente impacciata ma non posso biasimarla forse anche io avrei agito allo stesso modo. Vedo arrivare mia cugina Marina, come sempre bellissima, indossa un abito verde smeraldo che fa da contrasto ai lunghissimi capelli biondi. A volte la invidio, lo ammetto.
"Karina! Da quanto tempo, mi sei mancata moltissimo" mi dice abbracciandomi
"Anche tu mi sei mancata" ribatto cercando di sembrare il più naturale possibile perché la verità é che non mi sta molto simpatica. Sciolgo l'abbraccio e subito la mia attenzione cade sull'uomo in piedi accanto a mia madre. Indossa un'uniforme, forse é un soldato o un'ufficiale immagino, ha i capelli neri e degli occhi scuri quasi quanto la pece. Dire che sia brutto sarebbe una bugia bella e grossa.
"Piacere signora..?" dice rivolgendosi a mia madre, ha una voce molto profonda non ne ho mai sentita una così
"Irina Morozova e lei é mia figlia minore Karina" si presenta mia madre e indica me facendomi sentire in soggezione.
"Molto piacere, sono il maggiore Ivanov" esordisce lui guardando prima mia madre è in fine me. Mi scruta per qualche secondo di troppo e mi sembra di essere in imbarazzo ma non ne capisco il motivo dopotutto é il ragazzo di mia cugina
"Karina hai perso la voce?" mi stuzzica Marina, non la sopporto quando fa così
"No. Stavo solo pensando...comunque il piacere é mio" dico spostando lo sguardo sul maggiore, ha degli occhi che sono magnetici...non riesco a smettere di guardarli forse perché sono abituata a vederne di chiari e mai così scuri. 
"Bene, che ne dite se ci accomodiamo? Karina vai a preparare del tè per i nostri ospiti" dichiara mia madre
"Certo, vado immediatamente" le rispondo e la ringrazio mentalmente di avermi mandata in cucina. Quell'uomo mi fa sentire a disagio e non ne riesco a capire il motivo. É una sensazione del tutto nuova per me e non riesco a capacitarmene. L'acqua sta iniziando a bollire e ciò significa che devo tornare di là. Prendo la teiera, ci verso l'acqua bollente qualche manciata di tè e mescolo bene con un cucchiaio di zucchero. Una volta finito porto il tutto in soggiorno e nel momento in cui varco la soglia sento uno sguardo su di me, alzo gli occhi e guardo in direzione dritta e lo vedo. É seduto accanto a Marina, la quale sta conversando animatamente con mia madre, e mi guarda. I nostri sguardi si incrociano e in quel momento non sento e non vedo più nessuno. Ci siamo solo io e lui e mi domando cosa mi stia accadendo. Possono due occhi farti tremare le gambe? Credo di sì, io li ho appena trovati. Qualunque cosa stia accadendo non voglio che finisca perché mi piace maledettamente quando il suo sguardo incrocia il mio. Come se non fosse successo nulla poso la teiera sul tavolino di fronte al divano, verso la bevanda calda nelle tazze e mi siedo. Prevedo un bel pomeriggio, chissà come andrà a finire.





Salve a tutti, innanzitutto ci tengo a ringraziarvi per aver aver letto il capitolo❤ per me é davvero molto importante e ci tengo molto a questa storia. Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e in ogni caso vi invito a lasciare una recensione anche piccola per vedere se la storia piace e posso continuarla. Accetto le critiche perché penso che siano costruttive perciò fatemi sapere. Grazie ancora, ad maiora😉
   
 
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