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Autore: Steno    09/12/2017    6 recensioni
I preparativi di Natale sono una faccenda maledettamente seria, specie per gli alberi di Natale.
°°°
Questa è una storia un po' scema che partecipa al calendario dell'avvento di fanwriter.it.
Avvertenze: contiene un alto tasso di nonsense e alberi che flirtano, da assumere a serietà spenta. Può causare perplessità e ribaltamento della prospettiva.
Io vi ho avvertito.
Genere: Commedia, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come ho gia detto, questa storia partecipa al calendario dell'avvento di Fanwriter.it (https://www.facebook.com/fanwriter.it/
Buon Natale!

 
Rockin' Around The Christmas Tree

“Eccoli!” sussurrò eccitata una betulla facendo frusciare il fogliame rado e schiarito dalla stagione invernale mentre indicava un gruppetto di conifere che era appena entrato in palestra.
“Puntuali come un orologio” bisbigliò di rimando una magnolia.

L’abete rosso fletté i rami riscaldandosi, aveva ottenuto un ottimo contratto per un mese e mezzo alle condizioni ideali: ad assumerlo era stato un ristorante chic che gli aveva garantito un angolo del cortile di cinque metri per cinque vicino alla strada, lontano da tutte le fonti di calore. Era deciso a fare un figurone e si era fatto preparare un programma che lavorava sulla resistenza fisica.
Salutò con un cenno un pino silvestre che abitava nella sua stessa macchia e si diresse verso i tapiroulant.

Il pino in questione aveva appena finito una semplice routine di allenamento. Non puntava a mettere su corteccia ma si accontentava di stare in forma. Aveva trovato lavoro presso un’adorabile famigliola che si era innamorata di lui per la fragranza tipica della sua specie. Infatti programmava di fare una doccia e passare un po' di tempo nella spa a curare il suo aspetto.
Vicino all’area sauna incrociò un abete nobile con cui aveva lavorato qualche anno prima, durante una mostra di alberi di Natale.

“Come stai? Ha un aspetto splendido!”

L’abete nobile gonfiò gli aghi lusingato: “Grazie! Mi sto specializzando nelle ghirlande e voglio che siano le più belle sulla piazza”

“Meraviglioso, e come funziona? Doni i tuoi rami secondari ad una ditta specializzata o lavori in proprio?”

“L’anno scorso ho collaborato con una ditta ma quest’ anno ho deciso di lavorare su commissione, ho già una decina di ordini e sono sicuro ne arriveranno altri dopo l’inizio di dicembre, infatti ho prenotato uno spazio ad un grosso mercatino di Natale insieme ad un vischio di mia conoscenza. Lui vuole mettere su uno stand dei baci e abbiamo pensato di spartire la spesa”

“È davvero un’ottima idea! Comunque hai ragione non molti iniziano i preparativi già a novembre. Devi assolutamente mandarmi i tuoi recapiti, che se ho modo spargo la voce”

“Sarebbe fantastico! Io fra una mezz’ora ho finito, potremmo prenderci un bicchiere d’acqua insieme”

“Volentieri! Ora vado che ho una seduta di aromaterapia e la mangrovia che se ne occupa non è una a cui piace aspettare, a dopo!”

“A dopo!”
°°°°°
“Adesso sdraiatevi, puntate i rami al suolo e spingete la chioma all’indietro inarcando il tronco nella posizione del serpente” disse il salice che teneva il corso di yoga per alberi da frutto.
Il castagno si rilassò, i suoi ricci stavano venendo su meravigliosamente bene grazie a quella serie di sedute di yoga incentrate sullo sviluppo dell’armonia fra mente e corpo.
Alla fine del corso si avviò verso gli spogliatoi, a quel punto della maturazione la sua chioma gli sembrava pesantissima e non vedeva l’ora di maturare perché si sentiva ingombrante ed imbranato, per non parlare dei dolori alla base dei rami.
Con i soldi del raccolto si sarebbe concesso una vacanza rilassante, ne aveva proprio bisogno!
°°°°°
Nel frattempo in palestra un esile peccio stringeva i nodi cercando di non mollare.

“Forza, ancora tre!” lo esortò il bambù che gli faceva da personal trainer.

Il giovane peccio aveva deciso di non farsi condizionare dalla natura gracilina della sua specie; aveva una serie di contratti per dei photoset a tema natalizio ed era deciso a non sfigurare vicino ai suoi cugini più imponenti.

“Ancora due! L’ultimo!” il bambù afferrò il bilanciere e lo aiutò a risistemarlo nei sostegni “Ottimo, adesso fai lo stretching e fila alle docce, sei stato bravissimo”

La betulla sospirò alla sua uscita di scena.
“Quando mi chiedono perché mi faccio un’ora di trasporti speciali per venire in palestra qui dovrei rispondere con una foto di quel tronco sodo e flessibile”

“Cara, credimi quel giovane peccio sarà anche un bel bocconcino, ma perché scegliere un giovanotto acerbo quando ci sono certi pezzi di legname come quel pino dell’Oregon laggiù!” dissentì la sua amica magnolia.

Il soggetto delle loro attenzioni era un mastodontico esemplare impegnato con i manubri da quindici chili; fissava concentratissimo il suo riflesso nello specchio completamente tagliato fuori dal resto del mondo grazie agli auricolari.

“Io non vi capisco!” a parlare era stato un platano seduto sulla panca della pressa “Lo sanno tutti che gli alberi di natale sono tutti agrifoglio e carole! Perché perdete tempo con loro quando potreste avere un vero albero”

La magnolia lo squadrò scostandosi un ciuffo di foglie dietro un ramo: “Un vero albero come te? Devo dire che sono sorpresa che il tuo cervellino strafatto di antiparassitari chimici conosca una parola come ‘carola’, loro…” disse indicando i vari tipi di alberi natalizi presenti “Non solo lavorano duro, ma lo fanno nonostante i tipi come te che si credono troppo alberi per indossare una ghirlanda!”

La betulla e la magnolia ridacchiarono e il platano sbatacchiò i rami infuriato.

“Certo! Facile mantenersi in forma se uno lavora solo mese l’anno, e poi guardatelo, chissà quale stupida canzoncina sdolcinata si sta ascoltando con quell’espressione da ebete!”

It's the final countdown
The final countdown
The final countdown
The final countdown
Oh

Il pino dell’Oregon finì l’ultima serie gonfio di orgoglio, aveva vinto il concorso come albero di natale in piazza e gli tremavano le pigne dall’eccitazione all’idea di pavoneggiarsi davanti a migliaia di persone; dopo essere stato decorato da esperti e illuminato dalle più costose luminarie in circolazione avrebbe lasciato tutti senza fiato.
Si avviò fuori canticchiando il ritornello della canzone oltrepassando il gruppetto.

“Almeno loro ce l’hanno un lavoro!” gli fece notare la betulla allontanandosi con la sua amica.

“Bah, tanto meglio, quelle così ti fanno solo inacidire la linfa” borbottò il platano.

“Se sei stufo di tipe del genere magari hai voglia di provare qualcosa di nuovo” intervenne una nuova voce, il platano si voltò solo per trovarsi davanti un rododendro che arrivava a mala pena ai suoi rami “Io saprei bene cosa fare con un bel pezzo d’angiosperma come te…”

Il platano emise un verso strozzato e abbandonò la palestra sconfitto.

“Non sai cosa ti perdi!” gli urlò dietro il rododendro offeso.

Nel frattempo l’abete rosso era a metà della sua routine più carico che mai.

Sarebbe stato il miglior Natale di sempre!
 
   
 
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