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Autore: Atatakakakunakatta    09/12/2017    2 recensioni
"sarò sempre al tuo fianco Principessa"
Ricordo il tuo nome...
oggi ho lasciato una dozzina di rose sulla tua tomba.
Sono in ginocchio nell'erba e tiro via le foglie, sono quì per parlare un pò, ho delle cose che ho bisogno di dirti...
ora che è finita.
Darei in cambio il mondo intero per vedere quella piccola parte di cielo ricambiare il mio sguardo...ora che non ci sei più...devo convivere con le scelte che ho fatto.
Non riesco a vivere con me stessa oggi...sono una stupida.
Ti ho sempre avuto quì, al mio fianco..ma non mi sono mai resa conto di quanto tu fossi importante per me..fino a che non ti ho perso per sempre....
Hanno detto che pronunciare il tuo nome mi avrebbe dato un pò di pace ma...non è così.
So che farei tutto in maniera diversa se ne avessi la possibilità ma tutto quello che ho sono queste rose da darti...non possono aiutarmi a rimediare.
Eccoci quì...
Non ho mai voluto qualcosa così tanto.
riaverti quì...al mio fianco..di nuovo.
Ti vedrò in un'altra vita...
Nel cielo, dove non diciamo mai addio.
"Sarò sempre al tuo fianco M'Lady"
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buio

È tutto ciò che percepisco attorno a me.

Non vedo niente.

Non sento niente.

Provo una sensazione sgradevole…non è paura, la paura è diversa ed ormai ho imparato a conviverci da quando sono cominciate le mie avventure come eroina di Parigi.

No, non è paura…è…inquietudine? non so nemmeno io come definirla, è … una strana morsa al cuore.

E’ come se stessi qui al buio, ad aspettare qualcuno che so per certo non arriverà mai, però…non…non posso smettere di aspettare.

Ma chi? E perché?!

All’improvviso sento finalmente qualcosa.

Una voce sta bisbigliando lontano, sembra trasportata dal vento, è flebile, non riesco a capire bene cosa stia dicendo.

-…r…em..r…a..uo…c…o…..-

Tendo le orecchie mentre il mio cuore comincia a battere all’impazzata per non so quale ragione.

-sa….sem…..a….t..o….f….nco…inc….a-

Eccola di nuovo, non riesco ancora a capire cosa stia dicendo ma questa volta riesco ad udirla…

La voce di quel qualcuno che sento di dover aspettare, lo so, è la sua. Lo capisco, il mio cuore non ne vuole sapere di calmarsi e ho gli occhi pieni di lacrime...lo sento, sto per scoppiare a piangere ma non capisco perché!

Mentre sento le lacrime rigarmi le guance la vista comincia a sfocarsi, come quando guardi direttamente il sole e ne rimani abbagliato e per qualche secondo non vedi nulla.

Chiudo e riapro le palpebre per poter focalizzare meglio ciò che ora , diradando l’oscurità attorno e riempiendo tutto di luce candida mi si para davanti.

Due occhi verdi come smeraldi che mi guardano , pelle olivastra ed un sorriso malinconico.

Non riesco a causa della luce improvvisa a focalizzare bene i tratti del volto…ma…io non lo conosco...sembra uno straniero…non penso di averlo mai visto…ne sono certa eppure…perché sto piangendo? Perché sto tremando? Perché desidero così tanto stringerlo a me?

Mentre i singhiozzi mi salgono alla gola riesco finalmente a capire cosa, quella voce estremamente dolce, malinconica e intrisa di ricordi di cui non riesco a capacitarmi stia cercando di dirmi.

-sarò sempre al tuo fianco principessa-

 

 

-MARINETTE! SVEGLIATIII!!-

Apro gli occhi e mi ritrovo nel mio letto, mentre tendo una mano al cielo cercando di afferrare chissà cosa.

-finalmente, mi stavo preoccupando-

Giro il viso sul cuscino notando Tikki che mi osserva preoccupata ed agitata.

Cercando di capire che cosa sia successo mi metto a sedere, portandomi una mano a stropicciarmi gli occhi infastiditi dalla luce mattutina che filtra dall’oblò sopra il mio letto.

Perché stavo piangendo?

-Tikki…che è successo?- chiedo confusa strofinandomi il braccio sugli occhi

-all’improvviso ti sei messa a gridare e a piangere nel sonno…ho provato a svegliarti ma non ne volevi sapere- dice il mio kwami volando vicino al mio viso – che cosa hai sognato? Hai fatto un incubo?-

-…io…non lo so …- affermo portandomi una mano alla testa.

Che diavolo era successo?

-mmmm sei sicura di stare bene Marinette?- chiede la piccola coccinella mostrandomi un visino preoccupato.

Le sorrido

-tranquilla, non è nulla, sarà stato un incubo forse-

-Marinette!- sento gridare mia madre dal piano di sotto – ma non sei ancora partita?! È tardissimo!-

Guardo l’orologio ancora frastornata e…..

Sono morta

La professoressa mi ucciderà di sicuro.

Afferro i primi vestiti che trovo e mi fiondo in bagno facendo ruzzolare Tikki che mi svolazzava attorno sul letto.

-sei un disastro marinette…- ride nervosa l’esserina mentre prego ogni santo esistente che accorra in mio aiuto e uccida la professoressa.

In 5 minuti sono pronta, afferro la borsa in cui si era già nascosta la mia amichetta rossa a pois e mi fiondo a scuola pensando poi solo in seguito che magari avrei fatto prima e mi sarei risparmiata una gran sudata trasformandomi in Ladybug e arrivando a scuola like a boss saltellando per i  tetti di Parigi.

-alla buon ora signorina Dupain-cheng-

-mi scusi professoressa, l-la sveglia non ha suonato e così…- cerco di giustificarmi mentre la donna demoniaca davanti a me scruta ogni centimetro, ogni poro della mia pelle facendomi sudare freddo più di qualunque akumizzato io abbia mai dovuto affrontare.

Tiro un’occhiata chiedendo aiuto o in caso l’estrema unzione alla mia amica Alya, seduta al suo posto che mi risponde mimando il segno della croce.

Progettando poi vendetta sposto istintivamente lo sguardo un posto più in basso, notando Nino, il suo ragazzo se così possiamo dire e lui, l’amore della mia vita che spero non noti i miei occhi a forma di cuore mentre l’osservo, Adrien Agreste.

Sembra distratto dal cercare qualcosa nella cartella ma, quando alza lo sguardo mi fa un sorriso e io sento la bavetta cominciar a gocciare dagli angoli della bocca.

Dopo un buon tot di predica da parte della professoressa alla fine ho il privilegio di potermi sedere al mio banco.

-la giornata comincia alla grande!- dice scherzando Alya

-oooo, non sai quanto- piagnucolo sbattendo la fronte sul banco. -Ed è solo l’inizio-

 

-una voce ?-

-mmm…era…era tutto così strano…uff- mi lamento accasciandomi sulla panchina del cortile interno della scuola mentre con la coda dell’occhio fulmino Chloè che continua a fare la gallina con il mio Adrian poco più in là.

-bhe, i sogni non hanno quasi mai un significato, o per meglio dire….perchè sei convinta che proprio questo lo abbia? E non magari quello dell’altra settimana quando hai fatto quel sogno dove bevevi un martini sulla tour eiffel con un gabbiano con l’impermeabile?-

-mmm…ecco, come te lo spiego…vedi, io c’ero..ero lì mmmm mentre mi parlava ciò che provavo era intenso, era vero, non come nei classici sogni…mi sono svegliata e non riuscivo a smettere di piangere- rispondo pensierosa

- vuoi dire che i sentimenti per quel gabbiano con l’impermeabile non erano sinceri?  Lo hai solo illuso?- scherza lei guadagnandosi un’occhiataccia

-quella persona era così…reale…i suoi occhi…io credo di conoscerli bene ma non so dove gli ho già visti…e la sua voce…-

–bhe mari…è inutile scervellarsi, non ne verrai a capo comunque, rilassati e cerca di concentrarti sulla verifica della quarta ora- mi irrigidisco 

-v-verifica..? c-c-che verifica?-

-…sei un disastro-

-ALYAAAAAAAA- piagniucolo disperata

-dai susu, non ti preoccupare- tiro su con il naso

-sai come scamparla?- le chiedo speranzosa

-nope, impossibile, nada, per questa volta mi sa tanto che sei fregata- dice categorica

-mi spieghi come faccio a non preoccuparmiiii!?!? Ma che amica seiiiiiiiI!!!!- piango disperata mentre lei accarezzandomi i capelli infierisce con un –rassegnati, recupererai la prossima volta-.

Prima di recarmi in aula per sorbirmi ciò che il destino mi ha riservato mi dirigo in bagno a darmi una sistemata, dopo quel pianto il mascara si è rovinato e dev essere almeno presentabile per non sfigurare davanti ad Adrien.

Apro lo zainetto nero e rosa notando Tikki seduta sopra la trusse del trucco

-tutto bene?- le chiedo notando il suo volto pensieroso

-m-marinette…- mi guarda dubbiosa

-dimmi-

-…i-il sogno che hai fatto…-

-mmmm?-

-ecco…vedi…- la guardo interrogativa –quelli forse erano i r-

DRIIIIN

La sua voce viene coperta dalla campanella che riduce in frantumi anche il mio sogno di una vita lunga e prospera. Morirò oggi, nell’aula di chimica a soli 15 anni, non conoscerò mai Emma e Hugo i due bellissimi figli miei e di Adrien che ancora non sa che avrà due figli e hans, il nostro criceto.

Non portò mai vederti girare sulla ruota Hans.

Mi riprendo dai miei viaggi mentali random e torno a fissare tikki che sembra essersi rabbuiata.

-stavi dicendo qualcosa?-

-mmm n-no…nulla, su, torna in classe sennò ti beccherai un’altra lavata di capo- e con le lacrime agli occhi mi dirigo alla mia aula.

Finita la verifica infernale dove sono strasicura di non aver preso la sufficienza mi posso rilassare un po’.

Mi poggio pesantemente sullo schienale della panca dove sono seduta sospirando.

-avanti amica mia, è finita –cerca di consolarmi Alya

-qualcosa non va Marinette?-dice la voce meravigliosa di Adrien che vedo girarsi e guardarmi dal banco davanti al mio.

Quei suoi occhi così dolci, quel sorriso appena accennato, i capelli biondi che ordinati e luminosi gli illuminano il viso…ma quanto una persona può essere mervigliosa?! È illegale

-a! e? a n-mo nno sto neve cioè mmm bene Adrien n-non ti preoccupare- cerco di dire mentre sento le guance andarmi a fuoco

-Adrien, Marinette oggi non si sente molto bene, perché non le dai un passaggio fino a casa sua dopo scuola? Tanto ci passi davanti no?- dice spigliata Alya mentre spalanco occhi e bocca maledicendola e santificandola allo stesso tempo.

-e? n-no ma io- cerco di dire imbarazzatissima

-e? davvero Marinette?- torna a fissarmi mandandomi nel panico più totale

-su amico fai il gentiluomo- interviene Nino in combutta con la mia migliore amica come sempre

-per me non c’è problema, devo solo informare il mio autista- sorride l’angelo cordiale –ma come mai non l’accompagni tu Alya?- chiede lui incuriosito dal fatto che la mia migliore amica mi abbandoni così su due piedi

-a no, io…io- temporeggia guardandosi attorno – io devo uscire con Nino- esclama afferrandolo per il colletto come si fa con un gatto.

-eee e non mi dici nulla amico?- chiede Adrian sorridendo maliziosamente mentre l’amico rosso in viso cerca di giustificarsi come può mentre io mi sento morire per la felicità; tornerò a casa con Adrien!!!

 

 

- su Marinette, entra- sorride Adrien  aprendomi lo sportello della sua macchina

-s-scusa per il disturbo- sussurro imbarazzata entrando seguita a ruota da lui

-non ti preoccupare- mi guarda – è da questa mattina che sei strana, scusa se m’immischio ma ho pensato fosse successo qualcosa-

Oddio è preoccupato per me oddio oddio oddio oddio oddio ommioddio devo prenotare una luna di miele.

-ammm no ecco vedi..è che ho fatto un sogno strano e ci ho pensato tutto il giorno come un’idiota…non ti devi preoccupare Adrien-dico rossa in viso

Ad un tratto la macchina frena all’improvviso ed io ed Adrien sobbalziamo in avanti.

-che è successo?- chiede allo scimmione alla guida dell’autovettura il quale risponde indicando fuori dal finestrino un poliziotto che dirige il traffico evidentemente nel panico.

Vedo Adrien sporgersi dal finestrino chiedendo spiegazioni per quell’ingorgo improvviso e l’altro risponde che è a causa della comparsa di un altro akumizzato.

Appena sento le sue parole sobbalzo, devo intervenire.

-s-scusa Adrien, d-devo andare…non sto molto bene ora che ci penso, ho proprio bisogno di andare a casa- cerco di essere convincente mentre lo dico

-a sisi, anche io emm d-devo andare..in bagno, sai mi è venuto un grandissimo mal di pancia e quindi ..mm si bhe ci vediamo domani Marinette- esclama nervoso per poi correre verso il parco che costeggia la strada mentre io mi infilo in un vicolo lì vicino

-che peccato, proprio oggi che potevi rimanere un po’ di più con lui..- sospira Tikki uscendo dalla cartella

-non dirlo a me, ma non abbiamo tempo di lamentarci…TIKKI TRASFORMAMI!-

 

Quando arrivo sul posto, poco più avanti del luogo dove mi ero divisa dall’amore della mia vita vedo già il mio gattino nero preferito in azione mentre attacca l’akumizzato.

-ben arrivata my lady- sorride atterrando accanto a me dopo un balzo.

-hey kitty ti vedo impegnato- sorrido io facendogli l’occhiolino – con che abbiamo a che fare oggi?- chiedo osservando l’akuma.

Era una donna dalla pelle bianchissima ed una maschera rosa avvolta da una tutina aderente del medesimo colore con decorazioni nere, al collo portava una collana d’oro con un gufetto come pendente.

  
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