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Autore: shira21    11/12/2017    0 recensioni
Uno Sheldon sotto gli effetti di medicinali tranquillanti è uno Sheldon confuso ma estremamente sincero, soprattutto nei confronti del suo migliore amico ed ex coinquilino, Leonard.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Leonard Hofstadter, Sheldon Cooper
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Come siamo arrivati davanti alla porta dell'appartamento 4A?
É tutto così confuso e io non sono mai confuso.
Sono appoggiato contro Howard e mi sfugge una risata; lui mi guarda male prima di bussare e chiamare qualcuno ad alta voce.
Non abito più qui, vorrei dirgli, mi sono trasferito nell'appartamento di fronte con la mia fidanzata Amy. Ma le parole si rifiutano di uscire, il mio corpo non agisce con la stessa velocità del mio cervello ma d'altronde non l'ha mai fatto del tutto.
«Arrivo, arrivo!» Leonard spalanca la porta e quando ci vede spalanca gli occhi come un cerbiatto investito dai fanali «Cosa diamine gli hai fatto?»
Io ridacchio ancora una volta, non mi ero mai reso conto che suono buffo fosse il ridacchiare.
Avanzo barcollando e mi lascio cadere sul mio posto. Quanto mi piace il mio posto!
«Stava avendo un attacco di panico e gli ho dato qualche goccia di un nuovo farmaco che Bernie sta testando... beh, forse più di qualche goccia!»
«Lo hai drogato? Lo sai che non regge... beh, nulla che sia più forte di un tè!» Leonard si stringe la radice del naso, come fa sempre quando è irritato. Howard invece mi lancia un occhiataccia prima di esclamare esasperato -che bella parola, esasperatoesasperatoesasperatoesasperato- «Cosa dovevo fare? Le ragazze sono via per tutto il week-end e io non lo sopportavo più. Tutto tuo ora, buona serata!»
Ah giusto: Amy, Penny e Bernadette sono andate a Las Vegas e io non sapevo come passare il fine settimana. Anche Raj mi ha buttato fuori ma almeno all'osservatorio dove lavora non avevo avuto un inquietante esperienza con un cucciolo di cane!
Leonard richiude la porta e mi chiede qualcosa. Cosa non ne ho idea!
Però mette qualcosa sul fuoco e quindi immagino che mi stia preparando una bevanda calda. L'ho educato bene e ora mi dispiace non avergli detto più spesso quanto gli voglio bene.
Leonard non è solo il mio migliore amico o il fratello che non ho mai avuto -anche perché il mio vero fratello è troppo stupido!- ma è la persona su cui posso fare sempre affidamento, l'amico che mi aiuta a stare con le altre persone e capirle quando per me non è facile, lo scienziato con voglio lavorare e, forse, il solo con cui sono felice di condividere la gioia di una grande scoperta ma più di tutto è l'unico che mi capisce al cento per cento, anche più di Amy o mia madre.
Sono goffo mentre tiro su le gambe e mi rannicchio. Lenny, il latte di Howard aveva un sapore strano.
Ah, e sei stato la mia prima cotta.
«Sheldon, stai delirando. Ora bevi un po' di cioccolata e ti porto a letto».
Ops, devo aver parlato ad alta voce...
«Sì e anche adesso.»
Lo guardo e sento il battito accelerare e uno strano formicolio allo stomaco. Certo, potrebbe essere anche qualsiasi cosa mi abbia dato Howard.
«È di sicuro così, amico. Anche tu sei il mio migliore amico ma sei sotto farmaci, devi andare a dormire!»
A quanto pare continuo a dire ad alta voce qualsiasi cosa penso.
«Sì, Sheldon».
Rido e lascio che Leonard mi tiri su, è più basso di me ma io sono molto più magro. In ogni caso, barcolliamo un attimo prima di dirigerci verso la stanza di Leonard. «Forza, per stanotte puoi dormire da me ma domani te ne torni nel tuo appartamento».
«E tu dove dormirai?»
«Sul divano» ed è così carino quando arrossisce e le pupille gli si dilatano. Mi guarda strano e io ridacchio ancora una volta. Prima però che possa aprire la porta perdiamo l'equilibrio e gli finisco addosso, schiacciandolo contro il muro. È questione di un attimo e poi le mie labbra sono sulle sue: lo sento irrigidirsi prima di rilassarsi in modo completamente inaspettato.
Passo le mani tra i suoi morbidi capelli e la bocca sa di menta e cioccolato, come un dolcetto.
E quando la sua lingua sfiora la mia, forti scosse elettriche mi saettano in tutto il corpo: in questo momento mi sento a metà strada tra Flash e Hulk.
Leonard ride, segno che ancora una volta ho parlato ad alta voce.
Poi mi fa entrare in stanza e stendere sul letto. Nel giro di pochi secondi il sonno inizia a prendere possesso del mio corpo e, come le altre volte che mi sono trovato in questa situazione -drogato da uno dei miei amici,  non tra le braccia di Leonard- domani non mi ricorderò nulla. Gli unici buchi di memoria da quando mia madre ha smesso di allattarmi.
«Fidati, è meglio se non ricordi tutto!» E con questo se ne va.
Prima di scivolare in un mondo di sogni penso che potrò anche dimenticarmi di averlo finalmente baciato o di avergli confessato i miei sentimenti ma non potrò mai dimenticare il fatto che un angolo del mio cuore lo ama e continuerà a farlo per sempre.
   
 
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