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Autore: Caste96    11/12/2017    0 recensioni
Una guerra millenaria arriva sulla terra e 5 giovani vengono scelti per combatterla e per questo poteri antichi verranno risvegliati dentro di loro.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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PROLOGO



Nicholas si svegliò 5 minuti prima della sveglia, le lenzuola erano attorcigliate attorno a lui e la voglia di alzarsi era pari a zero, aveva avuto per l'ennesima volta lo stesso incubo. Il buio non nascondeva l'inizio della giornata attorno a lui perchè i rumori della mattina lo sovrastavano, il classico avanzare assordante dei bus e le voci di qualche operaio erano come una tortura.

Il ragazzo aspettò il suona della sveglia e finalmente ebbe la forza per alzarsi e così andò in bagno, lo specchio rifletteva il corpo di un adolescente, i capelli castano chiaro gli cadevano sugli occhi nocciola e solo dopo aver messo gli occhiali riuscì a vedere il suo viso, quel viso così incredibilmente simile a quello di suo padre. Si vesti in fretta mettendosi una maglia bianca e dei pantaloncini di calcio, controvoglia preparò la cartella e andò in cucina, lesse il biglietto che gli aveva lasciato la madre: “Ciao Nicholas, ho avuto un'imprevisto e sono dovuta andare in anticipo a Milano, ti ho messo a scongelare qualche porzione di sugo in più, mi raccomando comportati bene e non fare nulla di immaturo. Ci sentiamo questo pomeriggio.

Baci Mamma.”

Nicholas sorrise e sospirò, bevve una tazza di the e cosi uscì di casa, scendendo le scale si mise le cuffiette e uscito all'esterno sentì immediatamente il tepore del sole che già di prima mattina si faceva sentire, prese la bici e partì per scuola. Arrivato verso scuola svoltò una via prima del dovuto aguzzando la vista cercò le figure dei suoi amici, li trovò seduti su una panchina che si passavano una sigaretta, erano due rgazzi e una ragazza: il più alto del gruppo era Thomas, aveva dei capelli biondi che gli cadevano sulle spalle e gli occhi verdi che risaltavano nel volto pallido, poi c'era Isaac possedeva i classici tratti somatici messicani, il paese da dove venivano i suoi genitori, con un sorriso stupido perennemente stampato in faccia, infine c'era Michelle l'unica ragazza del gruppetto e nonché la migliore amica di Nicholas. Arrivato lì Thomas lo punzecchiò subito :

-”finalmente è arrivato il rompipalle”

-”si ciao anche a te Thomas, e buongiorno anche a voi due ” disse con un mezzo sorriso.

-“certo che di mattina sei proprio irrecuperabile, hai la stessa faccia di quando alle medie ti morì il criceto” iniziò Michelle tirandogli un pugno sulla spalla.

-”comunque essendo sempre in ritardo ti sei perso il nostro caro Isaac che si è quasi fatto investire” continuò lei.

-“tutto di norma quindi” rise Nicholas.

-“si tutto normale” constatò la ragazza facendo così ridere tutti e tre.

-“andiamo ragazzi lo sapete bene che il mio rapporto coi guidatori non è proprio amichevole” si giustificò il ragazzo.

“invece di perderci nelle abilità pedonali di Isaac, non dovremmo entrare a scuola? Sta cominciando ad essere tardi e non possiamo perdere la prima ora anche oggi” disse Thomas,

e cosi si incamminarono e dopo che Nicholas legò la bici entrarono a scuola.

La scuola per Nicholas era qualcosa di odioso. Non riusciva ad ascoltare gli insegnati, era troppo testardo per ascoltarli, non aveva bisogno di altri per diventare migliore, o almeno così pensava.

Le ore passavano senza che ci badasse più di tanto, se ne stava per conto suo disegnando degli scarabocchi sul quaderno o facendo giochetti stupidi con Isaac mentre Thomas e Michelle prendevano appunti nella fila affianco alla loro e al suono della campanella fu' il primo a uscire.

Aspettò i suoi tre amici all'uscita della scuola e quando si furono riuniti andarono tutti e tre a mangiare nella pizzeria vicino. Verso le quattro di pomeriggio Thomas e Isaac se ne andarono lasciando Nicholas e Michelle soli , i due si incamminarono verso casa della ragazza parlando del più e del meno ricordando che cos'era erano successo il sabato prima quando un ragazzo ubriaco aveva cercato di palparla e lei l'aveva sistemato con un ceffone in guancia che lo mandò K.O.

Quando arrivarono a casa della ragazza si salutarono con un bacio nella guancia, Nicholas prese la bici e percorse la strada per tornare a casa, e arrivato a casa si mise sui libri, studiando Biologia e Filosofia. Il tempo passò e si fece quasi buio, gli suonò il celulare, era suo madre, lui lo lasciò squillare, l'avrebbe chiamata dopo. Andò in cucina, si preparò la cena con i sughi pronti lasciati dalla madre e dopo aver mangiato a sazietà scese per portare giu l'immondizia. Si incamminò verso i bidoni, dopo avere buttato l'immondizia gli arrivò un messaggio, era Michelle, diceva:”Mi ha chiamato tua madre, richiamala scemo!”. Il ragazzo sospirò, digitò il numero e tese l'orecchio, aspettando la voce della madre. Uno squillo, Due squilli, ci fu un rumore assordante e un vento fortissimo si alzò e poi tutto divenne bianco, il telefono gli cadde di mano, gli occhi gli si stavano piano piano chiudendo, si stava facendo debole, provò a urlare ma non aveva neanche la forza per fare quello. Cadde di fianco al suo telefono, e prima che tutto si fece nero sentì la madre:”Nicholas? Nicholas tutto bene?”

Quando svenne fece lo stesso incubo, lo stesso incubo che viveva ogni notte, vedeva suo padre quando era giovane, era cosi sorridente. Si stava mettendo la cravatta preparandosi per il primo giorno di lavoro, dalla finestra si poteva vedere una bella giornata autunnale, lo vide mettersela di nuovo era qualche mese più tardi perchè dalla finestra si vedevano dei fiocchi di neve, il sorriso era meno raggiante, le occhiaie si cominciavano a vedere. Lo vide mettersi di nuovo quella cravatta il sorriso stava svanendo le occhiaie gli cadevano sugli occhi, lo vide ancora e poi ancora finchè del sorriso non c'era più traccia, stava piangendo, era nella stessa camera, la cravatta era buttata di fianco a lui, suo padre continuava a piangere finchè in un attimo con un unico movimento fluido tirò fuori dalla tasca una pistola, sembrava pesante, di un grigio metallico, un grigio metallico che lo tormentava nei suoi incubi ogni notte. Si posò la pistola nella tempia e dopo un momento di esitazione sparò.

 

 

Ciao a tutti, questa è la prima storia che scrivo, quindi vi chiedo di avere pazienza e se avete voglia potete recensire o scrivermi per aiutarmi a migiorare :). Appena possibile pubblicherò i prossimi capitoli e fidatevi che la trama si svilupperà velocemente

 
   
 
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