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Autore: MrPoche    11/12/2017    0 recensioni
Si tratta del mio primo racconto vero e proprio. E' una "bozza" che spero di migliorare con le critiche dei lettori. Da sempre appassionato di mitologia ho deciso di creare una storia che mescolasse le divinità di ogni religione e cultura con uno dei miti che più mi attira: il mondo sotterraneo di Agartha.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Questa non è una storia di amore e cavalleria.
Questa non è una novella né una fiaba.
Questa è la manifestazione dell’animo umano, la fusione di sete di conquista e potere che lo porta ad essere spietato oltre ogni scrupolo.
 
Capitolo 1 - Neve Salata
 
[Parigi, Champs Élysées, Arco di Trionfo]
 
Una calma rasserenate vegliava su Parigi in quella tiepida mattina di primavera. Il tram tram quotidiano di ogni abitante pervadeva le vie della città a partire dalla più famosa, gli Champs Élysées. La lunga strada che conduceva al magnifico Arco di Trionfo non era mai stata così trafficata da automobili,autobus e motocicli guidati da gente nervosa probabilmente in ritardo per il lavoro. Insomma, neanche così tanto calma come giornata.
Il De Gaulle era un continuo andirivieni di Boeing. Un 747 della AirFrance,compagnia di bandiera, volava fiero sulla sua capitale diretto a Roma.
A bordo garanti del business e turisti ascoltavano le istruzioni di Hostess e Steward quando un improvviso lampo illumino dall’esterno l’interno dell’aeromobile lasciando spaesati i passeggeri che subito si rivolsero verso i finestrini posti sul lato da cui era sembrato provenire il bagliore. Non sembrava esserci nulla di strano...forse il riflesso del sole su un aereo transitato nelle vicinanze? Ad un tratto un bambino strattonò la madre indicando verso l’esterno . “Mamma,mamma, guarda! Un uomo che vola!” La mamma non volle dargli retta ma ciò che il bambino stava dicendo era la verità.
Un uomo stava veramente precipitando.
 
Mancavano ormai pochi metri al suolo quando la gente se ne accorse, l’uomo stava per schiantarsi al suolo.
Chi urlava,chi si affrettava a chiamare la polizia.
Ad un tratto un forte colpo, polvere e pezzi d’asfalto dappertutto.
Il traffico si paralizzó e un silenzio caló sulla zona fino al dissolversi della nube di polvere formatasi. 
L’uomo fluttuava a pochi centimetri dal suolo e attorno a lui in gigantesco cratere .
L’uomo si alzò davanti agli occhi increduli della gente e iniziò a parlare farfugliando parole incompressibili. 
Improvvisamente il ragazzo alzò il braccio come per scacciare una mosca colpendo un qualcosa che sembrava essergli stato scagliato contro.
La gente inizió a correre spaventata ovunque.
Il misterioso ragazzo puntò lo sguardo al cielo scorgendo in lontananza una sagoma fluttuare a qualche centinaio di metri da terra. 
“Mi segui fin qui, Dvalin?”
Una lama gli fu scagliata contro e il ragazzo la devió creando qualcosa simile ad un campo di forza che scaglió l’arma lontano in mezzo alla folla che nel panico fuggiva dalla zona di combattimento.
“Posso deviare o bloccare ogni tuo colpo finché sarai così codardo da affrontarmi da lontano”
Il nemico sparí per riaprire nel giro di pochi secondi davanti al ragazzo.
“Ne sei sicuro?”
Con la lama che teneva nella mano destra sferrò un montante che il giovane blocco a malapena venendo respinto lontano. 
“Non dimenticare chi sono. Posso creare lame di ghiaccio in quantità finché c’è acqua.”
 
Il giovane,ferito tra i detriti del palazzo contro il quale era stato scagliato a gran forza, si alzò in piedi e prese dalla tasca una gemma dal colore verde.
“Ho bisogno del vostro aiuto,cercate di fare in fretta!” E detto ciò frantumo la pietra nel pugno.
 
[Cattedrale di Montmartre]
Davanti all’altare della cattedrale una ragazza era apparsa. Indossava un abito da battaglia verde ornato da rifiniture dorate, i suoi lunghi capelli color smeraldo erano tenuti sciolti con qualche treccia sbarazzina e un diadema ornato da piccoli smeraldi. Insomma, una dea in verde. Reggeva nella mano destra un grosso Arco nero dalle striature argentate e reggeva in spalla una faretra.
 
 
[Notre Dame]
Tra i banchi della navata principale un uomo era sbucato dal nulla. Aveva un’aria sbarazzina e dei capelli color cremisi che formavano un’elaborata pettinatura con ciuffi che sembravano reggersi in piedi contro le leggi della gravità, qualcosa che ti aspetteresti da una modella alla Fashion Week.
Indossava una possente armatura nera dalle giunture di colore rosso. Brandiva nella mano sinistra un possente spadone dall’elsa dai colori fiammeggianti.
 
 
[Arco di Trionfo]
Il combattimento procedeva senza esclusione di colpi e l’esito era totalmente incerto . 
“ARRENDITI DIMITRI!”
Il nome del ragazzo era dunque Dimitri.
Detto ciò, Dvalin brandí una lama con potenza sufficiente da scagliare il giovane lontano .
“Ahaha, non hai alcuna speranza, smettila di opporre resist-“
Una freccia avrebbe colpito in pieno la fronte se non l’avesse bloccata in tempo creando una bolla d’acqua nella quale racchiuderla.
La ragazza dai capelli smeraldo l’aveva scagliata dalla cuspide della cupola di MontMartre e questo Dvalin l’aveva capito grazie alla sua formidabile vista che gli permetteva di vedere a chilometri di distanza. Si trovava ora a dover fronteggiare due nemici.
“Dimitri, I devote this calamity to you. Fall, PLEYADES!”
La ragazza scagliò una freccia in cielo illuminando la città con una potente luce violacea che scaturì in una pioggia di raggi violacei simili a stelle cadenti .
Dvalin aprì le braccia.
“Deep water Shield!”
Una barriera d’acqua si interpose tra lui e la pioggia micidiale lanciatagli contro dalla donna. 
Riuscì a bloccare ogni singolo colpo, ma era proprio questo che la ragazza voleva.
Dvalin percepì una presenza alle sue spalle e subito materializzo uno spadino di ghiaccio con il quale fermare il colpo in arrivo.
Il ragazzo dalla nera armatura gli si era scagliato contro con il suo spadone che non era però riuscito a irrompere nella difesa di ghiaccio del nemico.
Lo sguardo di Dvalin puntava agli occhi del ragazzo.
Una voce riecheggiò nella mente della donna.
“Grazie per il diversivo sorella.”
“Quante volte ti ho detto di non chiamarmi così.” Rispose la donna.
“Ok ok scusami Ana!”
“Torna al tuo lavoro Rolan.”
Il ragazzo continuava a tenere lo spadone contro la lama di ghiaccio di Dvalin e la situazione si era bloccata, quando gli occhi di Rolan si accesero come le fiamme che bruciano e la lama dello spadone prese fuoco.
“Maledetto!”
Lo spadino di ghiaccio non poté resistere alla temperatura dell’arma di Rolan che distrutta la difesa nemica gli tirò un calcio scagliandolo contro un monumento nelle vicinanze.
Dvalin era alle strette.
“L’organizzazione crede che 3 pivelli possano bastare a fermarmi…”
Allungo un braccio in direzione MontMartre creando una lunga colonna di ghiaccio che andò a sfondare la cupola della cattedrale dove si trovava Ana, che nel tentativo di schivarla rimase bloccata in un cristallo di ghiaccio.
La stessa sorte tocco a Dimitri che nel frattempo si era ripreso dall’ennesimo urto contro un palazzo.
Per Rolan la situazione era assai diversa.
“In quanto a te, piccolo fiammifero, ho in serbo un trattamento speciale.”
Alzò il braccio al cielo e iniziò a recitare una formula magica.
Dalla Senna , grossi cordoni d’acqua iniziarono ad innalzarsi, come se poco per volta il fiume venisse aspirato, e furono condotti fino alla piazza nella quale il combattimento era in atto.
Dvalin abbasso il braccio.
“Ti presento Pierrot, elementale dell’acqua. Spero tu possa divertirti un’ultima volta.”
Un gigante d’acqua si formò di fronte a Rolan.
I due iniziarono a combattere ma il colosso sembrava schivare ogni colpo cambiando la forma del proprio corpo in quanto fatto di fluidi mentre i potenti getti d’acqua scagliati andavano a ferire il giovane.
“Mi basta un colpo abbastanza potente da farti schizzare ovunque, non sei il primo elementale che affronto.”
Prese la spada e come fosse un giavellotto la lancio contro il nemico disintegrandolo e facendo ricadere acqua ovunque. Rolan e la gente che si nascondeva nel raggio di qualche centinaio di metri rimase inzuppata.
“Oh che cavolo, ora devo pure asciugarmi.”
 
Dvalin, con un ghigno in volto schiocco le dita.
“Freeze”
Ogni singola persona bagnata dall’acqua del gigante di avvolta da un blocco di ghiaccio, Rolan compreso.
Dvalin era il vincitore.
“Non così presto, ingenuo Dvalin.”
Rolan si ergeva dietro all’uomo con fare di sfida.
“Come diavolo puoi esserti liberato dal ghiaccio?!”
“Oh ma dai non dirmi che non sai nemmeno come funziona la scienza! Credevi che un dominatore del fuoco come me potesse restare in un pezzo di ghiaccio senza reagire??”
“Piccolo insetto!” E scaglió un proiettile d’acqua contro Rolan che con un soffio di fuoco lo fece evaporare all’istante.
Nel frattempo, in qualche modo anche Dimitri era riuscito a liberarsi dal ghiaccio .
 
Rolan scagliò la spada nella Senna e con un tuffo a bomba si gettò nel fiume,giró l’elsa della spada facendo disamorare fiamme tutto attorno che andarono a prosciugare completamente il letto del fiume.
“Ora non hai più acqua nel raggio di qualche chilometro, ranocchio.”
Dimitri si scagliò su Dvalin con un pugno carico di forza che il nemico blocco a fatica rispondendo con un montante talmente potente da spedire Dimitri in cielo.
“Siete soli degli sciocchi se pensate di potermi fermare con dei ragionamenti così limitativi.”
Dvalin alzò dunque le mani al cielo, questa volta entrambe.
 
[Le Havre, Manica]
Grossi cordoni di acqua iniziarono a sollevarsi tra le navi ormeggiate in direzione della capitale. Dvalin stava attingendo acqua dalla più grande riserva che l’uomo possedesse: l’oceano .
 
[Parigi]
Dvalin convoglió l’acqua sopra la città creando una gigantesca bolla.
Dimitri e Rolan erano sotto shock dinnanzi al potere che Dvalin poteva esercitare sull’acqua.
Il nemico si spostò alle spalle di Dimitri e con una presa ferrea lo scagliò dentro la bolla dove iniziarono un combattimento acquatico che sembrava ovviamente favorire Dvalin che si muoveva nell’acqua come fosse un pesce che a gran velocità si scagliava più e più volte su Dimitri che incapace di reagire cercava di incassare ogni colpo.
“Dimitri,cerca di uscire dalla bolla, so come sconfiggere Dvalin.” La voce di Rolan rimbombava nella testa di Dimitri.
 
Rolan corse a MontMartre per liberare Ana dal ghiaccio e le chiese di andarsene il più lontano possibile se ci teneva alla pelle.
Detto ciò si mise in posizione con lo spadone dietro la schiena a toccare il suolo pronto per sferrare un fendente.
 
Dimitri nel frattempo aveva creato un campo di forza davanti a sé abbastanza resistente da poterlo aiutare. Quando Dvalin gli si gettò contro il ragazzo sfrutto la forza generata dal nemico per essere spinto fuori dalla bolla essendosi avvicinato nuotando il più possibile al confine con l’esterno .
“No-gravity shield!”
Dimitri creò uno scudo che iniziò a risucchiare l’aria come un piccolo buco nero.
 
 
 
 
“Brucia tutto, FLAMBERGA!”
La spada di Rolan si accese questa volta con fiamme grandi quanti edifici e con un fendente scagliò un raggio di fuoco contro la bolla di Dvalin.
Il calore generato carbonizzó chiunque e qualsiasi cosa si trovasse nel raggio di qualche chilometro senza esclusioni. Un’enorme esplosione seguita da una gigantesca coltre di vapore divampò sul cielo di quella che un tempo era la Ville Lumiére
Dvalin precipitò al suono tra fiamme e ustioni sul corpo dovute al colpo subito .
Dimitri riuscì ad assorbire le fiamme con la sua barriera e sopravvivere al colpo.
Rolan giaceva invece a terra privo di forze per aver rilasciato senza pensarci due volte il vero potere della sua arma.
 
 
 
Dvalin giaceva a terra in preda ai dolori e Dimitri gli si posò dinanzi con sguardo privo di pietà .
Lo scontro era finito e l’ora del nemico era giunta.
Tutto d’un tratto una lama trafisse il giovane facendolo cadere sulla terra bruciata.
Un uomo alle cui spalle fluttuavano in cerchio una serie di spade era apparso e stava raccogliendo il corpo di Dvalin. Dimitri non capiva e i suoi occhi si chiudevano sempre di più, fino a perdere coscienza sotto il sale che “nevicava” dopo l’evaporazione della bolla d’acqua ricoprendo lintera città così come era stato per l'antica Cartagine.
 
 
Quello fu il giorno in cui la terra per la prima volta conobbe la Magia.
   
 
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