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Autore: _Alexis J Frost_    11/12/2017    1 recensioni
[Fate/Apocrypha ]
[Fate/Apocrypha ][Mordred!Centric ]
Cosa potete saperne voi, inetti e ignoranti, cosa potete saperne voi di cosa significa illudersi di poter avere tutto pur sapendo che in realtà non vi sia mai stato niente per te? Di cosa si prova nel protendere le braccia verso un sogno non ottenendo nulla se non che disgrazia, eppure ostinandosi a rimanere in piedi, rialzandosi sempre per poter sputare in volto al destino e dimostrare che persino un ignobile bastardo può elevarsi sino a raggiungere l'oro e la luce brillante di un re.
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MORDRED'S SONG
 
E' freddo, qui intorno. Gelido come la neve, privo di colore nell'eterno inverno candido.
E' freddo, qui dentro. E mi chiedo, disgraziatamente, assiduamente, ossessiva nella mia copertura menefreghista, se vi sia mai stato calore, giacché la mia mente non riesce a rammentarlo in alcun modo. Non ho ricordi del rosso che porto indosso; il rosso del tepore e dell'amore, il rosso che va a scontrarsi con l'odio uscendone vittorioso e trionfante nella sua luce splendida.
Il mio unico rosso porta con sé il metallico lezzo del sangue; sublime, delizioso, eppure freddo. Freddo, già, freddo come gli abbracci mancati, il conforto mai avuto. Freddo come un'oscura vita già segnata dal concepimento più marcio e disonorevole.
Vi siete mai chiesti almeno una volta durante queste vostre inutili e tranquille vite, come ci si sente a perdere una battaglia ancor prima di cominciarla? A lottare per qualcosa che sapevate dall'inizio non avreste avuto mai?
Naturalmente no. Cosa potete saperne voi, inetti e ignoranti, cosa potete saperne voi di cosa significa illudersi di poter avere tutto pur sapendo che in realtà non vi sia mai stato niente per te? Di cosa si prova nel protendere le braccia verso un sogno non ottenendo nulla se non che disgrazia, eppure ostinandosi a  rimanere in piedi, rialzandosi sempre per poter sputare in volto al destino e dimostrare che persino un ignobile bastardo può elevarsi sino a raggiungere l'oro e la luce brillante di un re.
Poco importava del tiepido sangue che scorreva nelle mie mani, di quegli occhi vitrei che mi fissavano opprimenti, come se volessero urlarmi tacitamente una rancorosa sentenza prima della loro tragica espiazione.
(Ma che diritto avevano loro di giudicarmi? Che diritto avevano loro di sperare che dessi loro importanza, quando io stesso non l'avevo mai avuta?)
Sì, sì...! Non m'importava nulla della polvere che mi precedeva. Guardavo sempre avanti, con una sfilza di cadaveri alle mie spalle ed il vuoto che mi abbracciava come unico compagno.
Camminando a testa alta inseguivo un obiettivo divenuto ormai la mia unica ancora per salvarmi dalla follia più marcia ed il vuoto più stile. Quel vuoto gelido in cui si potevano udire solo echi assordanti di urla mai sfociate e antichi pianti di una bambina nata a causa di un errore, cresciuta come se fosse tale, con un nome sbagliato, un corpo sbagliato...tutto sbagliato, sbagliato, sbagliato!
...Perché sono solo?
Questa la domanda più ovvia che da sempre batte dentro di me, insieme con il mio cuore.
Nei sogni vedo sempre una bionda, luminosa figura pronta a tendermi la mano e mostrarmi un regno di valorosi cavalieri. La raggiungo, mi protendo per afferrarla; voglio esser avvolto nella luce, sì. Voglio far parte di quelle persone, voglio guidarle proprio quando un sorriso orgoglioso mi avrebbe scombinato i capelli e detto di aver fatto un ottimo lavoro.
Ma quell’arto proteso si tramuta sempre in un artiglio del color della pece e la mia mano viene strappata via, tranciata dal proprio braccio proprio quando la luce diviene pura ombra, meschina in quel suo ghigno diabolico pronto a ripetermi che non valgo nulla, che il trono non mi sarà mai di diritto e lui, o lei...mio padre mi guarda con occhi freddi, dandomi poi le spalle con sprezzo.
Guardalo, padre, guarda l'odio che dentro di me cresce! Guarda la creatura che tu hai creato e che tu stesso hai contaminato!
Guardami, guardami e temimi.
Cercavo affetto, considerazione! Cercavo solo quel che ogni figlio si aspetta!
Ma adesso...oh, voglio solo la distruzione, la tua. Il cuore di re che da sempre è vissuto in me, non potrà mai emergere senza prima estirpare quel marcio che tanta sofferenza e rancore gli ha lasciato covare in grembo.
Ironico, nevvero? Non è ironico il modo con cui il fato si prende gioco di me, cambiando ogni carta in tavola?
Non trovate ingiusto che nessuno mi hai mai chiesto se lo volessi? Se mi piacesse?
No, naturalmente!
Ero solo un errore. Ma nessuno ha mai pensato che quest'errore non ha mai voluto comportarsi come tale, intestardito dal viscerale desiderio di ergersi al di sopra di lui e riscattarsi a discapito di qualsiasi altra cosa.
Dal buio più fitto, questo cavaliere rosso ha lasciato che le sue fiamme divampassero alte e fiere. Non si è mai arreso, non si è mai pianto addosso. Non ha fatto della sfortuna una scusante, non ha pianto lacrime alla ricerca di pietà. Bensì ha lottato, con le unghie e con i denti, a suon di testate e scalciate.
Forse la sua era una battaglia persa dall'inizio ma non è forse una vittoria aver saputo fronteggiare il fato stesso? Non è forse glorioso aver preso pugni uno stereotipo di disgrazia per creare una nuova fenice?
Dio solo sa quanto ho combattuto per cambiare il mio destino.
Cosa io abbia fatto per distruggere le catene e ritrovare la libertà.
Sei tu il caduto.

Recitavano le voci intorno, ripetuti  dai sussurri incessanti nella mia testa.
Le ignoravo. Non meritavano ascolto.

Sei come la  figura di un vecchio gioco.
Ma nessun jolly vi è al tuo fianco.
Attorno a te, solo miseria e distruzione.


Spegnerò la luce e ucciderò l’alba, urlavo.
Nessuno comprendeva.
Mi getterò io stesso nella miseria.
Spegnerò la luce dai capelli d’oro, ucciderò l’alba dagli occhi di smeraldo.
E una nuova era sarà inaugurata, cancellando per sempre quell’uomo così odiato ed amato.

Non puoi essere salvato.
Non puoi essere curato.


Eppure, non volevo essere salvato. Non volevo essere curato.
Non era ciò che desideravo neanche quando la spada perforò il mio petto e quegli occhi freddi gridarono nuovamente la mia tragica sentenza.
Come nel mio incubo, la mano protesa era diventata un artiglio pronto a distruggermi; ed io, povero sciocco senza pace, fino a quando la mia vita non abbandonò il corpo ho sperato che lui mi desse l'accettazione che tanto cercavo.
E l'odio, infettatomi ormai del tutto, infine proclamò ancora una volta il trono alla ricerca di riscatto e vendetta, senza poterlo mai ottenere.

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Song fic : Mordred's Song by Blind Guardian.
E dopo mesi di assenza dovuta alla maturità che sta risucchiando il mio tempo, eccomi con un'altra fanfiction su Fate, stavolta incentrata su Mordred. Mordred che ho preso molto a cuore e si è aggiunta alla mia già lunghissima lista di personaggi preferiti di Fate. 
Nulla, spero di non essere stata OOC e mi scuso se posso sembrare un po' arrugginita. So che è così ma mi serve un poco d tempo per riprenderci la mano, dopodiché prometto di tornare con fanfiction migliori.
Grazie a chiunque leggerà e alla prossima!
  
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