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Autore: Vanessa1995    12/12/2017    2 recensioni
Ned Stark, dopo la fine della ribellione, torna a casa con una bambina e sua madre.
Anni dopo Theon e Robb chiedono ad Emily di scegliere uno dei due, ma questa non vuole scegliere tra di loro e passa una notte con entrambi.
Poco dopo il corteo reale arriva a Grande Inverno ed Emily deve partire con loro, ma otto mesi dopo la ragazza dà alla luce una bambina, la cui nascita rischia di far crollare il regno nel caos.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister, Robb Stark, Sansa Stark, Theon Greyjoy
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Mancavano ancora circa due settimane all'arrivo a Grande Inverno. Emily andava in giro con una faccia da funerale oppure rimaneva nella sua tenda, seduta su una sedia o sul suo giaciglio, accarezzandosi il ventre gonfio.
Anche quel giorno era al riparo, in piedi accanto al tavolo, intenta a parlare con una donna. Per la precisione era una sarta e, tra le altre cose, si occupava di vestitini per neonato e le stava mostrando alcune delle sue creazioni. Per lei erano delle vere e proprie opere d’arte, con quei disegni perfetti ricamati sopra. Guardandoli non poteva fare a meno di pensare alla sua amica Sansa.
« Questo ha ricamati sopra degli alberi, uccellini e fiori. Tuttavia, se lo desiderate, posso ricamare dei leoni su una copertina. »propose. « Data la situazione, non ho idea di quando la finirò, sinceramente. » ammise.
« No, preferirei un drago. » affermò, senza notare che il marito fosse appena entrato nella tenda.
« Come desiderate, principessa. » rispose. Quel titolo le suonava ancora strano, sebbene ormai avrebbe dovuto esserci abituata. Temeva che ci sarebbe voluto ancora del tempo prima che accadesse e si accarezzò con disinvoltura la pancia, nella quale cresceva in suo piccolino.
« Dunque, desidero dieci vestitini da neonato. Ricamate sopra quello che ritenete più opportuno, basta che non siano leoni. I gatti sono ben graditi. » esclamò. La donna annuì. « Ah! Per tre copertine vale lo stesso discorso dei vestitini. » continuò, ricordandosi di essersi dimenticata di quelle.
« Come desiderate principessa, vi lascio. » prese la sua roba e uscì.
« Vi state organizzando per l’arrivo del neonato? » sussultò nel sentire quella voce e si girò verso Tyrion.
« Sì. » confermò, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Abbassò lo sguardo verso il tavolo, non riuscendo a reggere il suo sguardo.
« Mio fratello si è assunto tutta la responsabilità per l’accaduto e Cersei mi ha riferito che è stata tutta una sua idea. » prese la brocca sul tavolo e rovesciò il suo contenuto in un calice, constatando con dispiacere che si trattava di acqua.
« Davvero? » chiese sorpresa, sedendosi sulla sedia.
« Mi piacerebbe sentire la tua versione del racconto ora. » disse, sedendosi vicino a lei e porgendole un calice, anch'esso pieno d’acqua.
« Non c’è molto da dire. Durante il viaggio ci siamo avvicinati e… » tacque, incapace di continuare, e tirò un profondo sospiro. « Abbiamo iniziato una relazione, per poi scoprire appena arrivati che mi aveva tradita. » concluse. Calò il silenzio tra di loro, uno di quelli che sembravano potesse urlare. La tensione era palpabile.
« Pensi che ti abbia usato? » domandò pensieroso.
« Non ne sono sicura, però è possibile. » rispose incerta, passandosi una mano tra i capelli rossi. « Immagino che chiederti scusa sia inutile. » osservò, convinta che non l’avrebbe mai perdonata.
« Vediamo: una, due, tre... » lo fissò perplessa nel vederlo contare qualcosa con le dita. « Circa una trentina? » era ancora più sorpresa se possibile e non riusciva a capire a cosa si stesse riferendo.
« Di che parli? » domandò infatti.
« Facciamo una cinquantina, ovvero le volte in cui ti ho tradita. Temo che tu sia ancora in svantaggio. » notò, lasciandola a bocca aperta e incapace di ragionare. Dire che era scioccata era un eufemismo, non riusciva a credere alle proprie orecchie.
« Mi stai prendendo in giro? » chiese con gli occhi spalancati.
« Sto solo cercando di farti sentire meno in colpa. Mi hai perdonato non so quante volte e nemmeno tutte. » esclamò, come se fosse la cosa più normale del mondo. Ringraziò che le avesse riempito un calice perché aveva un gran bisogno di bere e se lo portò alle labbra, bevendo un grosso sorso.
« La situazione è diversa. » disse, finito di bere l’acqua. Stavolta era il nano ad essere stupito.
« Diversa? Non capisco cosa intendi dire. » alzò gli occhi al cielo.
« Sono incinta Tyrion! » esclamò un po’ adirata. « Come pensi di spiegarlo alla gente? Appena si verrà a sapere... » non le permise di finire la frase.
« Appena lo verrà a sapere Daenerys farà i salti di gioia. » rispose. « Ha scoperto che Jon è suo nipote, però non ha alcuna intenzione di lasciargli vendicare suo figlio come suo erede. » spiegò.
« Suo figlio? Jon si è sposato? » al Sud non le era giunta nessuna voce in merito.
« A quanto pare lui e Sansa Stark hanno avuto una relazione segreta. Quando lei ha scoperto di essere incinta è scappata, però appena è nato il bambino gli ha rivelato tutto. » raccontò.
« Pensavo che Sansa non potesse avere più figli. » notò sorpresa, però felice che si fossero sbagliati. Il biondo alzò e abbassò le spalle in risposta e bevette.
« Daenerys mi ha permesso di venire a salvarti perché il futuro della sua dinastia era incerto, o meglio del suo trono. » disse. « Dal momento che sei incinta, potrà tornare a dormire sogni tranquilli e se è un maschietto, in teoria, non dovremo essere costretti a seppellirlo in tenera età come nostro figlio. » aggiunse.
« Da tempo non parliamo di Rhaegar. » si rese conto, intrecciando le mani sul tavolo.
« Non c’è nulla di cui parlare, purtroppo il nostro principino è morto in tenera età. » disse, preparandosi un altro calice da bere.
« Non è stata colpa tua. » precisò, prendendogli una mano e stringendogliela leggermente.
« Non è stata colpa di nessuno. » confermò. « E adesso pensiamo a te, al bimbo e ai nostri nemici. » si drizzò in piedi, le diede un bacio sulla guancia e le massaggiò le spalle.
« Daenerys sarà felice, però non hai pensato alla gente. » chinò il capo per poter vedere l’espressione sul suo viso. Restò impassibile nell'udire le sue parole.
« Io un’idea ce l’avrei. » si sedette nuovamente e prese le sue mani tra le proprie. « Potremmo dire che è nato con un mese di ritardo o, se gli Dei ci assistono, nascerà un mese prima o con qualche settimana d’anticipo. » propose. Scosse la testa.
« No, non ti permetterò di mentire per proteggere me. » non glielo avrebbe lasciato fare, non era giusto.
« Io intendo prendermi cura di te e del piccolo. In fondo è mio nipote ed è giusto che io me ne prenda cura. » disse, portandosi una mano al petto mentre lo diceva. Rifletté un attimo e capì che il suo ragionamento non faceva una piega.
« Grazie. » cedette. Si alzò in piedi e gli prese una mano, stringendogliela. « Ti sono immensamente grata. » continuò.
« Avrei una mezza idea su come potresti dimostrarmi la tua gratitudine. » il suo tono era malizioso e la rossa scoppiò a ridere, inginocchiandosi ai suoi piedi.
« Sarà un vero piacere. » disse, slacciando i lacci dei suoi calzoni. Da tempo non facevano l'amore e le era mancato immensamente.
« Ti amo. » si sollevò e lo spinse contro il tavolo, infilandosi in mezzo alle sue gambe e baciandolo con passione.
« Mi sei mancato. » confessò, per poi baciargli il collo. Gli levò la camicia, per poi accarezzargli il petto e la pancia.
« Anche tu mi sei mancata. » lo baciò nuovamente e, dopo qualche secondo, si ritrovò distesa sul letto con il nano sopra che le accarezzava le gambe e le cosce sotto la stoffa della gonna dell'abito.

Due settimane dopo

Daenerys non era felice per l'arrivo di Cersei, ma doveva pensare alla sua gente e non alla leonessa, secondo Jon, che non vedeva l'ora di rivedere Emily. Strano scoprire all'improvviso che la ragazza che conosci da una vita è la tua sorellastra e quella che credi esserlo in realtà è tua cugina. Adesso Sansa era al sicuro a Roccia del Drago con i loro figli.
Attendeva l'arrivo della gente. Era incredibilmente nervoso e camminava avanti e indietro nell'ingresso del castello, sotto lo sguardo divertito di Davos e quello contrariato di sua zia.
« Calmati Jon. » il tono dell'uomo era vagamente ironico e si girò verso di lui, un pochino infastidito inizialmente da quel sorriso. Tuttavia poi la prese sul ridere e sorrise a sua volta.
« Vorrei vedere te se stessi per rivedere tua sorella. » ribadì in sua difesa.
« Non è tua sorella. » commentò irritata la bionda e le lanciò un'occhiataccia.
« Sì che lo è! » tuonò, illudendosi che un giorno l'altro l'avrebbe capito e accettato. Sollevò le mani in segno di resa, sebbene dubitava che sarebbe stato così semplice e che avesse già ceduto. Se ne andò. « Aspetta, devi esserci pure tu quando arriveranno. » la richiamò. La bionda lo ignorò, continuando a camminare, e in breve tempo scomparve alla sua vista. Assunse un'aria scocciata. « Le importa solo di Emily e della sua pagnotta. » commentò contrariato, riferendosi al bimbo che aspettava con quel termine.
« Avete chiamato seriamente il vostro futuro re con il nome "pagnotta"? » chiese l'altro, fingendosi scandalizzato.
« Dal momento che non ne conosciamo ancora il sesso... » si difese, sebbene fosse consapevole che come scusa non reggeva e scoppiò a ridere, seguito a ruota dall'uomo, che scosse la testa divertito.
« Vi consiglio di non chiamarlo in quel modo quando nei paraggi c'è la madre. » gli suggerì.
« Va bene, lo farò. » rispose,, sinceramente grato per il suggerimento, seppure non fosse esattamente quello.
« Vostra maestà, sono arrivati. » annunciò una guardia avvicinandosi. Annuì piano nella sua direzione.
« Va bene. » disse e tirò un profondo sospiro. Uscirono fuori dal castello, ritrovandosi nel giardino di Grande Inverno.
Attesero qualche minuto e poi la gente incominciò ad arrivare. Diede il benvenuto a tutti e poi si mise alla ricerca della sua sorellastra. Lei e Tyrion apparvero da dietro due donne dai vestiti poveri. Si precipitò verso di loro.
« Emily. » gli sorrise e lo abbracciò e lui la strinse forte a sé. « Bentornata. Stai bene? » domandò premuroso. Posò una mano sul proprio ventre gonfio.
« Stiamo bene. » rispose con un sorriso sforzato sul viso.
« Tyrion. » si ricordò del nano e si girò verso il biondo. « Bentornato. Spero che il viaggio sia andato bene. » aggiunse, rivolgendosi ad entrambi.
« Non è stato male. Se penso che la prima volta che sono andata al Sud ero incinta e torno al Nord di nuovo incinta, mi fa un effetto strano. » commentò, continuando ad accarezzarsi la pancia attraverso la stoffa del vestito. Il marito si accostò a lei.
« Come vanno le cose qua? » chiese.
« Abbastanza bene. I Non-morti ed Estranei si sono rivelati più furbi di quanto ci aspettassimo, ma non importa. » rispose, ripensando alle ultime battaglie che non si erano concluse proprio bene ad essere sinceri.
« Speriamo che questa faccenda sia presto risolta. » commentò la rossa.
« Data la tua condizione, preferisco che tu e altre eventuali donne incinta e bambini troppo piccoli per combattere vi mettiate in viaggio per Roccia del Drago. » disse, augurandosi che non creasse problemi e accettasse senza fiatare.
« Non ho alcuna intenzione di abbandonare mio marito e lasciare la mia gente. » ribadì con decisione. Alzò gli occhi al cielo, domandandosi come mai a volte la gente non obbedisse e basta, evitando di complicare una situazione già di per sé difficile.
« Invece lo farai e ricordati chi potrebbe essere il tuo vero re. » incrociò le braccia con aria di sfida e comprese che non sarebbe stato facile quanto sperava.
« Tu non sei mai stato il sovrano di nulla, né ti interessa diventarlo. » rispose. Doveva ammettere che aveva perfettamente ragione.
« Per favore, Emily. » disse con tono implorante, seppure si rendesse conto che fosse inutile parlare ed era preferibile agire.
La rossa, suo malgrado, dovette cedere e partì per la sua nuova casa provvisoria in compagnia di numerose persone. Avrebbe preferito restare a Grande Inverno, tuttavia non ci fu modo per convincere il suo fratellastro e suo marito. Una parte di lei era felicissima all'idea di rivedere la sua vecchia amica Sansa e si domandava come stesse e se fosse cambiata.
Il suo viaggio fu tranquillo e non incontrarono nessun mostro in giro. Per la maggior parte dei giorni piovette. Il mare era in tempesta quando arrivarono a destinazione e dovettero aspettare due giorni addirittura prima di poter raggiungere l'isola. Non le era dispiaciuto l’ultima volta abitare laggiù e presto avrebbe rivisto Sansa. Era entusiasta.

   
 
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