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Autore: Bleach Girl    24/06/2009    4 recensioni
Lo avrebbe rimproverato, certo.
Gli avrebbe tirato il solito, leggero, scappellotto, e gli avrebbe detto con quel suo tono di voce impertinente "Ma che caaavolo dici? Non smette di piovere perchè sei tu che non ci vuoi vedere il sole, stupido quincy!"
- Non è così, Ichigo... - sorrise amareggiato -...non sono io che non voglio vederlo. E' il sole che ha smesso di esistere, per noi-
Questa storia si è classificata prima al contest "When the dawn is only another night" indetto da kajii.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hichigo, Ishida Uryuu
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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As a lake

 

Autore: Bleach Girl

Titolo: As a lake in the middle of the winter

Rating: giallo

Generi: malinconico, introspettivo

Personaggi - Pairing: Ishida Uryu, Ichigo Kurosaki

Avvertimenti: What if...?, leggerissimo shonen ai. Ma probabilmente lo vedo solo io, dato che ho il pallino dello yaoi.

Trama: in realtà è semplicissima, come la granita: è una loving memory di Ishida sulla tomba dello shinigami; il colpo di scena finale, però, ci rivela che in realtà è stato proprio il quincy a uccidere Ichigo, dato che l’energia spirituale che aveva sprigionato il ragazzo era troppo grande per essere contenuta da entrambi e avrebbe finito per ucciderlo ugualmente (rif. al volume 6). E Ichigo non è a prova di quincy, per sua sfortuna.

Note dell’autrice: ho interpretato il colore dei capelli di Kurosaki e il suo carattere come un sole, una speranza che in qualche modo faceva sperare tutti coloro che volevano che la guerra finisse. La sua morte quindi è una specie di tramonto, che non rivedrà un’alba. E qui ci ho collegato la frase “quando l’alba è solo un’altra notte”.

 

 

> As a lake in the middle of the winter

 

In piedi, ritto sotto la pioggia, esile come se dovesse spezzarsi da un momento all’altro.

Gelida la tempesta di cristalli taglienti, gelido il cielo del piombo notturno.

Piove.

Una pioggia sottile, tagliente, fine, che però si schianta dolorosamente sul suo viso.

Ma sopporta, perché sa che il sole non ritornerà, non stavolta.

Un tempo – sì, c’era stato un tempo, ricordava – in quella pozza di tristezza un sole aveva raccolto la forza di brillare, di ardere.

Così fioco da avere il coraggio di abbagliare tutti, nonostante le coltri di vapori neri che lo oscuravano –nuvole? Sì, forse erano nuvole, ma che importava? - lo soffocassero ogni giorno di più, lo costringessero in ginocchio.

 

L’avevano guardato agonizzare fino alla fine.

 

Le sue dita, fragili, pallide, scivolarono come gocce – erano anch’esse pioggia?- stancamente lungo i pochi katakana incisi con grigia cattiveria nella pietra, in quella lapide spoglia.

Un nome roco, stentato, uscì in un soffio da quelle labbra bagnate

 

- Ichigo... –

 

Il sole, quel sole che aveva avuto l’ardire di splendere, spezzando la lugubre cappa plumbea sopra di loro.

Il sole fatto di caldi e morbidi capelli rossi, fatto di frasi impertinenti e ribelli, sputate in faccia con un che di ironico.

Il sole che era riuscito a farli sognare, a fargli credere che forse da tutto quello potevano uscirne, che non sarebbe piovuto in eterno, che quell’incubo chiamato guerra avrebbe potuto un giorno trovare la fine.

 

- Perché dovevamo crederlo, non è vero Ichigo? –

 

Ne avevano avuto un disperato bisogno, in fondo.

Ed era bello, era rassicurante vederlo, sentirlo al tuo fianco; una presenza testarda, calda, che in qualche modo riusciva a tirarti su, non importa quanto in basso tu fossi caduto.

 

Alzò la mano al cielo, un lago nel cuore dell’inverno. Perché ora era così cupo? Perché non smetteva di piovere?

 

Lo avrebbe rimproverato, certo.

Gli avrebbe tirato il solito, leggero, scappellotto, e gli avrebbe detto con quel suo tono di voce impertinente “Ma che caaavolo dici? Non smette di piovere perché sei tu che non ci vuoi vedere il sole, stupido quincy”

 

- Non è così, Ichigo... – sorrise amareggiato – non sono io che non voglio vederlo. E’ il sole che ha smesso di esistere, per noi-

 

Da quando l’astro aveva smesso di indicargli una strada?

Da quando quel sole rosso era caduto, immobile, nel fango. Da quando una divisa di shinigami nera si era inzaccherata nella pioggia e nel sangue – il suo sangue –.

 

- Da quando sei tramontato, Ichigo –

 

[ - Non potrà funzionare, Kurosaki! -

- Stai zitto! Se sei qui per gufare, potevi restare dov’eri! -

- Ascoltami, una volta tanto! Possibile che tu voglia sempre fare di testa tua? -

- Quella domanda te la rigiro tale e quale! Possibile che tu debba sempre pensare che tutto andrà storto? -

Silenzio.

- Farai attenzione, Kurosaki? -

- Promesso. -

- Promesso? -

- Promesso! -

Era un sole bugiardo, lo sapeva.

Strano, quella notte non pioveva.

Ironico come si badi alle cose più futili quando il mondo intorno* a te si sta per sgretolare.

- I-io ho fiducia in te, Kurosaki. -

- Perché tu sei colui che più brilla fra noi.

Ci farai vedere la luce, Ichigo? -

Sorriso.

- Grazie, Ishida.-

E lì, in contrasto con quel cielo grigio, gli era sembrato brillare sul serio.

Quei capelli color del fuoco erano sembrati rifulgere, come un piccolo sole.]

 

Invece, strano, non aveva mai pensato che un sole potesse sanguinare.

Eppure, ogni sole tramonta, e si bagna a occidente, nelle distese di sangue.

A ogni sole è concesso un tramonto. Ma quel sole non sarebbe sorto mai più. Mai.

E quando la pioggia ti sfregia il volto, quando non vedi una luce al di là di quell’oscurità, quando l’alba è solo un’altra notte, allora sai che non ti è rimasto più nulla in cui credere.

 

- E tu, tu in cosa credevi, Ichigo? -

[- Kurosaki!-

Un’energia così abbagliante da accecarlo.

Sapeva che l’energia spirituale di Ichigo non era mai stata normale, eppure quella superava ogni limite raggiunto prima; non aveva mai visto Zanpakuto così gigantesca.

- Kurosaki, fermati! E’ una pazzia! -

Una freccia. Un’altra freccia.

- Ci farai ammazzare tutti! –

Una freccia. Ancora, ancora e ancora.

Una terribile, agghiacciante consapevolezza. Non sarebbe andata come le altre volte. Non avrebbe potuto contenerla, non stavolta, non ora che quell’energia mostruosa si era impadronita in quel modo del ragazzo -della loro speranza-.

Non rimaneva altro da fare, ora che aveva superato il punto di non ritorno, se non una cosa.

- Ichigo! -

Così imponente, così ardente contro quel cielo dove ogni cosa era grigia.

Abbagliante, rosso, di un rosso così forte da travolgerti.

E il pensiero di un istante sfociò nella testa dell’arciere.

- Come un sole... -

Una freccia seguì una traiettoria diversa; il sangue del suo braccio si mischiò a un sangue diverso, che ora scorreva nel fango assieme alla pioggia.

Una luce accecante, così bianca da farti male; un calore inaspettatamente bruciante, che lo avvolse completamente.

Si costrinse a guardare, in tempo per vedere un fuoco che si abbatteva a terra, rotolava nella fanghiglia rossastra e nel terreno reso sdrucciolevole dal sangue, che si fermava ai suoi piedi, senza una parola, la bocca nella poltiglia.

Il loro sole era tramontato.]

 

La fronte seguì le dita lungo la fredda pietra, un singhiozzo eruppe dal petto.

Una goccia leggera e gelida si spense sulla sua mano.

Pioggia?

Pioggia, pioggia che cadeva dai suoi occhi.

 

- In che cosa credevi, Ichigo? -

Guardò l’orizzonte.

Pioveva.

 

- Credevi che un giorno avrebbe smesso di piovere? Che sarebbe spuntato il sole? -

 

Un sorriso triste, disperato. Il sorriso di chi non vede più nulla per cui valga la pena lottare.

 

- Quel sole eri tu, Ichigo -

 

Non te n’eri mai reso conto?

 

- Eri un sole bastardo, strafottente, pieno di sé. E non sai quanto ti odio. Ti odio, perché eri l’unica cosa della quale non potevamo fare a meno. -

 

- Non risorgerà il sole, Ichigo. Non per noi -

 

All’orizzonte, solo fredde nubi.

 

E pioggia.

 

 

 

 

 

 

 

* parola inserita ai fini di rendere il testo scorrevole. Nell'originale che ho mandato al giudice, non era presente, e ha costituito un errore.

 

Commento del giudice:

 

    Tabella

    Grammatica: 35

    Attinenza alle richieste: 50

    Lessico: 25

    Stile: 45

    Originalità: 43

    Uso della frase: 20

    Aprosdoketon finale: 15

    Gradimento personale: 9

 

    Voto finale: 242 su 285

 

 

 

Ecco la fic vincente, la fic blu. La chiamo la fic blu per diversi motivi: il banner è quasi tutto blu, è ambientata in un cimitero sotto la pioggia (mi viene in mente il blu) ed è sottolineata tutta in blu.

Quando sottolineo qualcosa in blu, significa che è un periodo incisivo, avvolgente, forte; questa fic è tutta sottolineata in blu, tranne gli errori in giallo.

E' una fic spettacolare, una loving memory di Ishida verso Ichigo, ormai morto. Quanta cura dei dettagli, del lessico, e che stile.

Mi hai fatto vibrare, ogni tuo parola vibrava, risuonava, tintinnava e io con loro.

Io ero Ishida, l'assassino e poi Ichigo, la vittima, ero il loro velato legame, quella pioggia leggera, quelle dita sulla tomba: io era là grazie a te.

E' stata la fic che si è maggiormente inserita nel mio cuore, non per gradimento, ma per stupore.

Finito di leggerla mi sono seduto, e ho pensato a loro, a Bleach in generale, alla morte di kurosaki, tutto era dentro di me come una memoria, come un ricordo preciso.

Anche tu sei stata fregata dagli obblighi, sopratutto nell'aprosdoketon, però tutti gli altri parametri erano così alti, che hai vinto, e che vittoria di otto punti (non mi sono messo a contarli).

Comunque davvero complimenti, un primo premio meritatissimo.

Hai uno stile sublime, dovresti solo tenere più conto di alcuni errorini che fai, poi ti aspetta davvero una posizione altissima, e pensare che ti mancavano 43 punti per il massimo.

 

 

PASSIAMO AI DIVERSI PARAMETRI:

 

 

Grammatica: quasi tutto corretto, tranne dei piccolissimi nei:

 

    Ironico come si badi alle cose più futili quando il mondo a te si sta per sgretolare.

 

 

Hai dimenticato un intorno. (Rileggi)

 

    Il sole fatto di caldi e morbidi capelli rossi, fatto di frasi impertinenti e ribelli, sputate in faccia con un che di ironico.

 

 

Serviva la virgola dopo il primo fatto.

Principalmente questo, nessuna sbavatura, nessuna ripetizione.

Non so che dire, sei brava, dovresti rileggere, o, se non hai voglia, affidarti alle amorevoli cure di un beta-reader, quattro occhi sono meglio di due.

Lo consiglio non tanto perchè sei incapace di rileggere (cosa non vera), ma perchè facilita di molto le cose, inoltre ti può dare un parere interna al campo.

 

Attinenza alle richieste: ti sei attenuta alle richieste

 

Lessico: che lessico!! Un lessico perfetto, studiato e levigato in ogni minimo dettaglio, un lessico capace, erudito, alto.

Sono impazzito già all'inizio con:

 

    In piedi, ritto sotto la pioggia, esile come se dovesse spezzarsi da un momento all’altro.

    Gelida la tempesta di cristalli taglienti, gelido il cielo del piombo notturno.

    Piove.

    Una pioggia sottile, tagliente, fine, che però si schianta dolorosamente sul suo viso.

    Ma sopporta, perché sa che il sole non ritornerà, non stavolta.

    Un tempo – sì, c’era stato un tempo, ricordava – in quella pozza di tristezza un sole aveva raccolto la forza di brillare, di ardere.

 

 

Mi hai conquistato, come la pioggia che cadeva, producendo così un'armonia su Ishida e sulla grigia tomba di Ichigo, nella mia mente rimbombavano le tue parole, il loro eco risvegliava i tiranni del mio spirito, e le sentivo danzare e le sentivo cantare.

Mi hai stregato.

 

Stile: stile maturo, quasi perfetto, di sicuro molto studiato.

Ho già detto di aver sottolineato quasi tutto di blu, quindi che aggiungere? Ah, sì, ho trovato un errorino nello stile:

 

    Così fioco da avere il coraggio di abbagliare tutti, nonostante le coltri di vapori neri che lo oscuravano –nuvole? Sì, forse erano nuvole, ma che importava? - lo soffocassero ogni giorno di più, lo costringessero in ginocchio.

 

 

Dove hai cambiato tempo verbale, tra il primo parentesi e il dopo, comunque è quasi sempre lineare, la lettura scorre veloce.

E il finale è stupendo:

 

"   La fronte seguì le dita lungo la fredda pietra, un singhiozzo eruppe dal petto.

    Una goccia leggera e gelida si spense sulla sua mano.

    Pioggia?

    Pioggia, pioggia che cadeva dai suoi occhi.

 

    - In che cosa credevi, Ichigo? -

    Guardò l’orizzonte.

    Pioveva.

 

    - Credevi che un giorno avrebbe smesso di piovere? Che sarebbe spuntato il sole? -

 

    Un sorriso triste, disperato. Il sorriso di chi non vede più nulla per cui valga la pena lottare.

 

    - Quel sole eri tu, Ichigo -

 

    Non te n’eri mai reso conto?

 

    - Eri un sole bastardo, strafottente, pieno di sé. E non sai quanto ti odio. Ti odio, perché eri l’unica cosa della quale non potevamo fare a meno. -

 

    - Non risorgerà il sole, Ichigo. Non per noi -

 

    All’orizzonte, solo fredde nubi.

 

    E pioggia.  "

 

 

Complimenti vivissimi.

 

Originalità: hai preso un voto abbastanza alto in originalità, perchè sei riuscita, lasciando una traccia di yaoi, a mantenere l'IC dei personaggi (per ichigo:

 

    Lo avrebbe rimproverato, certo.

    Gli avrebbe tirato il solito, leggero, scappellotto, e gli avrebbe detto con quel suo tono di voce impertinente “Ma che caaavolo dici? Non smette di piovere perché sei tu che non ci vuoi vedere il sole, stupido quincy”

 

)e sei riuscita ad appassionare, catturare e imprigionare in quelle parole il lettore.

Una loving memory profonda, dove il sole e Ichigo collidono in una sola presenza, e Ishida quasi si assottiglia alla pioggia, a quell'inquietudine, a quella presenza costante e melanconica.

 

Uso della frase: la frase è stata inserita in modo magnifico, lascia sottointendere un qualcosa di più profondo, non solo la fine di un sogno, ma anche la morte di un uomo, la conclusione di una battaglia e la fine ultima della Vita.

Perchè senza sole non c'è vita, no?

 

Aprosdoketon finale: il neo della storia, l'aprosdpketon è difficile da capire, anche perchè lasci sedimentare i sentimenti nel lettore, non garantendo un effetto sorpresa immediato.

L'aprosdoketon risulta smorzato, però sono riuscito forse a trovare una venatura profonda: il paragone fra la pioggia e l'orizzonte nemico, quindi la fine della guerra, con la sconfitta del fronte amico.

Questo però è qualcosa di completamente celato, se davvero era questo l'aprosdoketon che volevi sviluppare, avresti dovuto lasciare una traccia, un segno, una qualsivoglia impronta.

 

Gradimento personale: nove perchè sono rimasto deluso dall'aprosdoketon, comunque è una fic che impressiona. Una bella fic.

Sarà che amo la pioggia, ma tu sei riuscita a riassumere Bleach, prolungandolo, creando un what if, quasi prossimo e probabile futuro.

Non posso dire tanto su questa fic, tranne che mi ha fatto sentire piccolo, piccolo e poco talentuoso nella scrittura.

Una fic del genere rimarrà uno dei miei muri da scavalcare.

 

Commento dell’autrice:

A dire il vero, un po’ di vuoto ti rimane. Perché dopo ventitré ore passate attaccata al pc con una foga che aveva un che di morboso, ora che il contest è finito un po’ malinconica lo sono anche io.

Sinceramente, a parte la soddisfazione del primo posto, la cosa che mi ha reso più felice senza dubbio è stata la valutazione di kajii (o Lorenzo).

Ha dato modo a ognuna di noi di capire dove fossero i nostri errori, e -almeno per quanto mi riguarda- ci ha riempite di gioia con i suoi commenti che ti appagavano del duro lavoro compiuto o che ti facevano capire con una disarmante e gelida professionalità dove tu avessi sbagliato.

E come non ringraziare le compagne e le sfidanti, come non complimentarsi con le podiste - e non solo!- ? Come non ricordare la socia-sterminatrice di lupi mannari Yunie93 e la Uchi-sempai, che con la sua fic mi ha fatto sudare freddo fino all'ultimo? ^____^

  
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