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Autore: Alchimista di Neve    13/12/2017    6 recensioni
"Ti darò metà della mia vita, se in cambio tu mi darai metà della tua!" - Edward Elric, episodio 64
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Elric, Winry Rockbell | Coppie: Edward/Winry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella chiesetta di Resembool aleggiava il profumo delle genziane e delle orchidee che la decoravano, e un brusio si levava sempre più insistente: tra tutte quelle persone, mancava uno dei protagonisti dell’evento.
Sull’altare una sposa era in attesa: una ragazza dai lunghi capelli biondi sciolti sulla schiena, con indosso un abito bianco elegante nella sua semplicità, lungo fin sotto alle ginocchia e con le maniche che coprivano quei pochi centimetri quadrati di pelle sulle spalle. Tra le mani stringeva nervosamente un bouquet di rose chiare. Gli occhi color zaffiro di Winry fissavano insistentemente il portone, spalancato sulla campagna di Resembool e pronto ad accogliere lo sposo ritardatario.
- Dove si sarà cacciato? –

- Dove si sarà cacciato?! – sbottò Edward frugando nei cassetti insieme al fratello, decisamente più composto e meno suscettibile.
- Calmati, Ed, fermati e fai un bel respiro. – gli ordinò Alphonse col suo solito tono rappacificatore, senza risultati.
- Calmarmi?! – chiese Ed sull’orlo dell’isteria. La sua camera da letto era sommersa da libri e indumenti che aveva freneticamente scaraventato a dritta e a manca non appena si era reso conto di aver perso il suo biglietto con i voti nuziali. Con la scarsa intelligenza emotiva che si ritrovava, quel piccolo pezzo di carta valeva tanto quanto una pietra filosofale: cosa avrebbe detto a Winry sull’altare?
Winry.
Altare.
Oh, no…
- Al… - Ed assunse un tono cauto tutt’altro che rilassato – Che ore sono? –
- Le undici e trentacinque. – sospirò Al, pronto all’ennesima sfuriata del fratello maggiore che tutto sembrava fuorché un adulto prossimo a compiere il grande passo.
- Sono in ritardo al mio matrimonio! –
Con le mani tra i capelli si mise a scorrazzare da un lato all’altro della stanza, rimestando tra gli abiti gettati a terra e sfogliando i libri con foga. Alphonse lo raggiunse e gli mise prepotentemente le mani sulle spalle, sperando di farlo rinsavire.
- Ed, fermati immediatamente. –
Nonostante i lineamenti delicati e la voce calda, Alphonse Elric poteva essere a dir poco autoritario, e meglio di chiunque altro sapeva come mettere in riga Edward, instillando il dubbio su chi tra i due fosse il fratello maggiore.
- Ricordi quando abbiamo scritto i voti? – chiese l’alchimista più giovane, fissando negli occhi il più anziano.
- … Sì, più o meno. – rammentò Edward, distogliendo lo sguardo.
- Ricordi cosa avevamo elaborato insieme? Qualche frase che ti è rimasta in mente, una parola, qualunque cosa…? –
Edward lasciò passare qualche secondo prima di scuotere la testa in diniego. Al sospirò pazientemente.
- Tu ci tieni a Winry, no? –
Gli occhi di Ed si illuminarono e tornarono a guardare il fratello: - Ma certo, che domande! –
- È molto semplice, allora… - disse Alphonse con un sorriso rassicurante.

Allo scoccare del quarto d’ora che precedeva il mezzogiorno, i due Elric fecero la loro entrata in chiesa. L’organo intonò brevemente la melodia nuziale mentre Edward avanzava lungo la navata con passo rapido ma composto, con la coda di cavallo dorata che ondeggiava a ogni falcata, mentre Alphonse lo seguiva in qualità di testimone. Lo sposo avvampò alla vista di Winry: un po’ per l’imbarazzo di averla fatta attendere, un po’ perché era semplicemente meravigliosa.
Arrivò finalmente a destinazione, fronteggiando la donna con cui, di lì a poco, avrebbe trascorso il resto della sua vita.
- Siamo oggi qui riuniti per celebrare l’unione di Edward Elric e Winry Rockbell… - il prete recitò la formula di apertura, mentre Edward, rifuggendo lo sguardo stizzito di Winry, faceva vagare l’attenzione sugli invitati che affollavano la chiesetta. Mustang non resistette alla tentazione di mimare un applauso al suo ex collega, esibendo il sorriso più derisorio di cui fu capace. Edward quasi gli fece la linguaccia, ma si ricordò di essere ormai cresciuto per rispondere a certe provocazioni: lo avrebbe stuzzicato più tardi, e quei ridicoli baffetti gli fornivano un ottimo pretesto.
Tornò a concentrarsi sulla funzione: era il momento di recitare i voti, e mentalmente Edward ringraziò la sua buona stella che toccasse prima a Winry. Nemmeno lei aveva un bigliettino da leggere, e l’ex alchimista d’acciaio si chiese come facessero gli altri a gestire con tanta nonchalance i propri sentimenti. Cosa c’era che non andava in lui?
Lei gli prese una mano, prima di parlare: - Ed, ricordi quel giorno in cui io ti avvertii che avresti avuto a che fare con me per un bel po’, finché avessi indossato i miei automail? –
Ed annuì, sorridendo al ricordo di una delle tante chiavi inglesi che erano volate dalle mani di Winry contro la sua zucca vuota.
- Non credevo che quella frase potesse rinnovare la propria validità, fino a quel giorno in stazione: quando ti ho promesso il mio ottantacinque percento. –
Gli invitati si voltarono verso i rispettivi vicini, cercando una spiegazione a quell’ultima cifra. Ed sollevò un angolo della bocca al pensiero che solo loro due ne conoscessero il significato.
- Se facciamo due calcoli, tu hai già avuto il mio restante quindici percento, dalla prima volta che abbiamo giocato insieme sino ad oggi. Quindi suppongo che, arrivati alla fine dei nostri giorni, io sarò riuscita a darti il cento per cento… o almeno, questa è la mia intenzione. -
Edward rimase basito a quelle parole, pronunciate con dolcezza nonostante la freddezza dei numeri; si sentì un idiota realizzando che le aveva sempre voluto bene senza mai essere in grado di provarglielo. Winry gli cedette la parola, e in quel momento tutto si fece più chiaro, i dubbi e le paure si dissolsero nel calore di quell’atmosfera familiare, circondato com’era da tutti coloro che negli anni lo avevano sostenuto.
- Winry… - lui le strinse delicatamente la sua mano libera tra le sue, assicurandosi che lei fosse reale e non solo un bellissimo sogno – Non c’è stato giorno che io non pensassi a un modo per non farti soffrire, fallendo miseramente il più delle volte. –
Lanciò un’occhiata fugace al fratello, in piedi di fianco a lui sul gradino inferiore, ricevendo un cenno di approvazione e incoraggiamento.
- Quei giorni di dolore sono finiti. Oggi, con te, voglio iniziare una vita fatta di gioie e soddisfazioni, sperando che tu voglia guidarmi e riparare i miei errori… come hai sempre fatto, e come solo tu sei in grado di fare. -
Il viso di Winry si illuminò per la commozione, i suoi occhi brillarono umidi di gioia.
- Vuoi tu, Edward Elric… -
- Lo voglio. – il prete fu interrotto a metà frase dallo sposo.
- Vuoi tu, Winry Rockbell… -
- Lo voglio. – anche la sposa interruppe il parroco, ansiosa di concludere la funzione.
- Per i poteri conferitimi, io vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la… -
Winry si fece avanti per prima, gettandosi al collo di suo marito, pronto ad afferrarla come se la loro fosse una coreografia studiata. Sotto il trambusto degli applausi e investiti da petali di rosa e chicchi di riso, i due sposi si abbracciarono come amici, e si baciarono come amanti.
   
 
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