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Autore: Sarandom    13/12/2017    4 recensioni
Scusate, avevo solo bisogno di dolcezze. Dean, Cas, Sam, Jack e la quotidianità.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Angolo di Sarandom

Questa volta sono qui su, perché ….well, sono andata oltre ciò che avevo in mente. Doveva farsi perdonare per benino, quindi diciamo che non li ho resi proprio rating rosso, ma… leggermente censurati, QUI SIAMO ALLA RICERCA DI COCCOLE, RIGHT?

Buona lettura ;)

 

P.S.: questo è un regalino che ho finito oggi di scrivere, perché gli altri sono in stesura, quindi ci sarà da aspettare un pochino, SORRY

 

Forgiveness

 

Tornati a casa, Sam prese le scatole dalle mani di Jack “Queste le prendo io. Non mi fido dell’alto tasso di golosità, qui dentro” disse indicando Jack e Dean. Il maggiore roteò gli occhi mentre l’altro sorrise colpevole.  

“Vado a sistemare i vestiti nuovi.” disse il ragazzo e sparì nella sua camera.  

“Fa come fossi a casa t-“ Dean non finì la frase per la gomitata al fianco che gli diede Castiel e restò senza fiato.  

“Puoi ricordarti che sei un cazzo di angelo? Mi servono gli organi.” si difese massaggiandosi la parte lesa.   

“Io preparo la cena.” e Sam sparì in cucina, con anche le crostate e la cheesecake.  

Dean e Castiel restarono lì, senza niente da fare, l’angelo andò a sedersi al tavolo e il biondo lo imitò.  

“Quindi, come stai?” domandò Dean.  

Castiel guardò il luogo dove si trovavano “Meglio.” passò a Dean “E veramente, per una volta. Tu?”  

“Anche. Sono felice riaverti, è un bel passo avanti.”  

Castiel fece un mezzo sorriso divertito.   

Dean controllò che non passasse nessuno. “È stata una…scenata di gelosia, quella di oggi?” domandò incuriosito.  

“Cosa?” fece Castiel, con un sopracciglio alzato.  

Dean sollevò le sue “Dante.”   

“Per quale motivo lo pensi.”  

Dean fece spallucce “Lui stava solo facendo il bello per vendere qualcosa, tu.” lo indicò divertito “ sei stato colpito nel vivo.”  

“Ti fa ridere?” chiese serio l’angelo.  

Dean si passò una mano sulla bocca. “Mi piace.”  

“Ti piace che io sia geloso.” affermò il moro.  

“Sono cose che capitano e l’ho trovato sexy.” 

Castiel corrugò la fronte “Dove è finito il Dean che conosco?” 

Il biondo restò interdetto, all’angelo non piacevano quelle cose? Magari non le conosceva ancora bene, regole umane. 

Man mano che si domandava, dando il via a viaggi mentali tristi, notò l’espressione stronza dell’angelo cambiare, fino a quasi ridergli in faccia. 

“Hai passato fin troppo tempo con noi, che riesci a flirtare fregandomi.” 

“Mi hai beccato.” rispose il moro. 

Dean si sporse verso di lui “Che ne dici di-“ 

“Andare in camera mia.” finì la frase per lui Castiel. 

  “Quella degli ospiti intendi?” rise Dean. 

Castiel per tutta risposta si alzò e fece strada. 

 

 

L’angelo chiuse la porta e Dean lo prese per il gomito, fece per sbatterlo sul muro, ma Castiel restò immobile e lo fece lui.  

“Cas-“ esclamò il cacciatore, prima di essere assalito dalle labbra del moro, il quale gli stringeva con una mano la camicia; scese a baciargli il collo e sbottonargliela fino all’ombelico.

“Caas.” sibilò, sotto le sue attenzioni osservandolo, passò le mani sopra le sue spalle e gli tolse il trench, facendolo cadere a terra. 

Afferrò la cravatta e lo portò di nuovo a se, baciandolo e questa volta l’angelo si fece spostare, fino a sedersi sul letto. Dean si sedette sui suoi fianchi e Castiel gli tolse la camicia e la cintura, lo stesso fece il biondo, facendolo poi sdraiare. 

Dean gli strinse le mani con le sue, ai lati della testa, la fronte sulla sua e lo guardò mentre gli sussurrò a fior di labbra “Chi ti credi di essere” 

Castiel era intento a studiare le sue labbra. “Un angelo del Signore” rispose. 

“Ah, sì” Dean si fece più vicino, per parlargli all’orecchio “Allora mostrami” 

Castiel ghignò e senza il minimo sforzo lo girò, si strinse a cavallo di una gamba di Dean e il biondo gli stuzzicò la pelle dei fianchi e della schiena, mentre Castiel prese il suo viso tra le mani e lo baciò. Gli scompigliò i capelli frizionando il bacino. Dean chiuse gli occhi e mugugnò sollevando la testa, le labbra del moro si preoccuparono di torturare un lobo, mentre la mano destra del biondo si intrufolò sotto la stoffa dei boxer per stringergli il culo. 

“Dannazione, Cas” disse, mentre faceva fatica a respirare; l’angelo dimenticava parecchie cose, tra cui il suo bisogno di respirare, non che a Dean dispiacesse troppo durante queste sessioni. 

“Vuoi che smetto?” lo provocò, passando il naso sulla sua mandibola e poi baciandogli il petto. 

“Non fare l’idiota e toglici i pantaloni” nella sua testa sicuramente suonò autoritario, tutto il contrario di come realmente apparve. 

Castiel si mise carponi, con uno schiocco di dita entrambi furono parzialmente nudi e Dean lo richiamò a se per poi mettersi sopra di lui. 

Riprese a baciarlo, come non dovesse esserci domani, accarezzò ogni centimetro della sua pelle, caldissima sotto il suo tocco. 

Iniziò ad ansimare ed affondò il viso nell’incavo del collo dell’altro, lottando contro il suo stesso corpo. Il suo bacino continuava a dimenarsi, la sua erezione sporgeva dai boxer e si scontrava con quella dell’angelo. 

“Dean, vuoi…” 

Gli costò rispondere, ma non erano mai arrivati a quel punto, al contrario delle allusioni e le battute che regalava al fratello. 

“No” stava respirando a forza e a pieni polmoni, cercando di calmarsi. 

“Non farlo, seguimi” Castiel, cercò di farlo rilassare, gli passò un braccio sulle spalle, stringendolo a lui, Dean lo seguì portando il braccio sotto il cuscino e la mano libera di Castiel raggiunse i loro bacini. Liberò entrambi dall’ultimo ostacolo e li strinse insieme, massaggiandoli. Dean lo pregò di andare più veloce, lo aiutò muovendosi da solo nella sua mano, ad un certo punto sentì la testa vuota e restò senza fiato. Si lasciò andare sul corpo sotto il suo; era vero che non sudava, decisamente suo contrario. 

“Credo sia andata bene” Sussurrò Castiel sui suoi capelli, il viso del biondo era nascosto sotto il suo mento; ad ascoltare la sua voce profonda e roca, si sentì meglio. 

L’angelo diminuì la stretta attorno a lui, aveva iniziato a tremare, ma le sue dita sulla pelle erano riuscite a farlo rilassare.  

“Sei …fantastico” disse Dean, ponendo fine al silenzio che stava per farlo addormentare. 

Castiel sorrise “Ho imparato dal migliore” lo stuzzicò. 

Dean si scosse in una risata “Leccapiedi” si ritrovò a seguire la linea della mascella, delle labbra, del naso, fino agli occhi; lo stava guardando anche lui.

Si specchiarono, quel tanto per affondare entrambi l’uno nell’altro. 

Dean non glielo aveva mai detto, ma ricordava quel blu tra le pareti dell’Inferno. 

Castiel non glielo aveva mai confessato, ma forse amava il verde dei suoi occhi più di tutte le foreste che aveva visto crescere. 

“Posso dormire un po’?” gli domandò. 

“Certo che puoi” 

Dean sentì un fruscio e poco dopo un lenzuolo lo stava coprendo, Castiel spense la luce e Dean fu cullato nel sonno dal respiro regolare dell’angelo. 

 

 

   
 
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