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Autore: cristinaquaroni    14/12/2017    0 recensioni
Non avrei mai immaginato di poter ritrovare il suo sguardo su di me, i suoi occhi castani mescolarsi al mio verde bosco; eppure eccolo davanti a me con il respiro affannato e i capelli scompigliati. Dov'eri finito per tutto questo tempo?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Riaccesi il telefono dopo diverse ore ed entrai in casa salutando tutti e mi diressi in camera. Andrea mi ha chiamato 17 volte, Gaia 20, Alessandra 16... wow. Ho anche diversi messaggi che dicono "Dove sei?" "Hai idea del casino che hai combinato?" "Cri come sai?" "Ma che ti è preso?"... Ma uno in particolare coglie la mia attenzione: "Ci sono cose che non sai" Da parte di Andrea. Non so se rispondergli o visualizzare semplicemente. Ci pensai un po' e decisi di rispondere. "Che cosa non so?" La risposta non tardò: "Tutto ciò che ho provato per te, esci ti prego voglio parlarti. Sono sotto casa tua". Non me lo feci ripetere due volte; mi misi le scarpe immediatamente e usci di casa; avevo bisogno di risposte, voglio sentire cosa e se ha provato qualcosa per me, voglio sentire le SUE parole non quelle di qualcun altro. Esco velocemente e me lo ritrovo davanti con le mani intrecciate alle sbarre del cancellato, rallentai quando lo vidi con la testa reclinata verso il basso e appena la porta dietro di me si chiuse, alzò velocemente il capo ami fissò negli occhi; tolse le mani dalle sbarre e si sistemò. Aprii il casello ed uscii, non l'avrei fatto entrare neanche per sogno. Lo chiusi dietro di me e mi appoggiai contro di essere per cercare di avere un appoggio perché sicuro senza di esso le mie gambe non avrebbero retto. "Parla". Dissi dura. Si schiarì la voce e cominciò: "Non sono una persona bisognosa d'affetto e tanto meno lo esterno, ma per tutto il tempo che sono stato con te mi sono sentito me stesso anche se in tua presenza mi sentivo in soggezione perché magari se avessi detto qualcosa di sbagliato te ne saresti andata e non ti avrei più rivisto, la mia paura è sempre stata quella di perderti e magari quello che facevo non andava bene, perciò ho chiesto aiuto a gaia che nell'ultimo periodo mi è stata accanto perché con lei posso parlare di tutto e non mi ha mai giudicato, insomma lei è davvero..." "Mi hai chiamato fuori per dirmi quanto è 'fenomenale' gaia come amica? Io me ne vado..." "No aspetta". Tiene fermo il cancello per non farmelo aprire e mi giro continuando ad ascoltare. "Dicevo... chiedevo consiglio a lei non solo per la persona che è, ma anche perché non sapevo come comportarmi con te e avevo bisogno di una persona che mi aiutasse ad approcciare e dire le cose giuste con te". "Bene". Rispondo. "È tutto?" "Ma fai sul serio? Non venuto qui per chiarire e a te non te ne importa?" Faccio una risata isterica e rispondo: "E spiegami, come ci si sente eh? Ci si sente che non mi importa niente di te? Ti senti così? Perché ti spiego, è esattamente il modo in cui mi sono sentita nelle ultime settimane che ci siamo visti. Ti ho detto che sono stata male e sono finita in ospedale e mi hai risposto semplicemente con un 'Non mi interrompere che sto parlando', non mi sono mai aperta con te perché non facevi altro che giudicarmi dicendo che quello che ti dicevo erano cose futili e che non ti importavano, mentre io me ne stavo ad ascoltarti per giorni quando mi parlavi della bici o della moto..." "Mi dispiace". "Anche a me". Abbasso il capo; sono stanca di parlare e sono sollevata che mi abbia interrotto perché avrei avuto altre cosa da dire ma so che sarei finita in un pianto. "Voglio tornare a frequentarmi con te, te lo dico sinceramente. Ti ho scritto ogni giorno quanto mi mancassi e ogni volta mi visualizzavi senza rispondere, mi manchi tantissimo davvero". "Anche a me manca tutto quello che eravamo Andrea..." "Allora ricominciamo, da capo!" "Non mi interrompere... mi manca quello che eravamo anche se mi hai fatto credere una cosa per un'altra. Mi manca quello che avevamo i primi mesi fino a Capodanno. Mi hai trattato malissimo i mesi a venire e io ti stavo dietro come un cagnolino, perdevo due treni per vederti appena potevo, ti accompagnavo a scuola e tu ti scusavi dicendo che avevi sonno. Anche io avevo sonno e rinunciavo a un'ora in più di sonno per vederti e tu mi trattavi comunque malissimo..." "Quindi..." "Quindi no Andrea, non ti è mai importato e non ti importa neanche ora, e adesso anche a me non mi importa più di te". "Mi è sempre importato di te, smettila di dire così!" Alza la voce e sbatte una mano sulla portoncino facendomi sussultare. "Non ti credo Andrea..." Dico con un filo di voce. Appoggia anche l'altra mano dall'altra parte imprigionandomi tra le tue braccia. Avvicina la sua faccia alla mia e rimango pietrificata. Il suo respiro mi solletica la pelle delle guance e i suoi occhi color corteccia si infondono con i miei color bosco. Ogni secondo si avvicina sempre di più e il mio respiro cessa. Le sue labbra sfiorano le mie e il mio desiderio di averle su di me cresceva sempre di più. Le pressò su di me e ricambiai senza indugi. Il suo sapore mi invase e il suo profumo mi circondava stuzzicandomi le narici. Il ricordo del Natale quando gli regalai il profumo che ha addosso. Una lacrima scappò via quando chiusi gli occhi e mi abbandonai al piacere; scivolò lentamente rigandomi le guance e bagnò anche la sua. Accorgendosi si staccò da me distogliendo lo sguardo e lentamente con il pollice la raccolse e la strinse dentro un pugno. "Guardami Cristina". Alzai lentamente lo sguardo con la paura di guardarlo e perdermi di nuovo nel suo sguardo. "Non te ne importa? Rispondi". Certo che me ne importa, ma non glielo dico, tutto questo deve finire ma lo voglio ancora.
   
 
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