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Autore: Toregam    17/12/2017    0 recensioni
Mark un giovane guerriero che combatte per la salvezza del mondo con la sua Mifrit.
Contro un tiranno assetato di sangue!
L'ultimo della sua specie, l'unico a poter salvare il mondo!
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole sorgeva ed inondava le vaste pianure della terra di Blant. Il vento soffiava leggero e scompigliava i capelli blu mare di Mark, sdraiato, con lo sguardo rivolto al cielo, su una delle torri più alte della città di West Town. I suoi pensieri erano rivolti al perché il tiranno stesse cercando di conquistare l'intero mondo, e principalmente, al perché tutti i ragazzini del paese lo prendessero in giro. Cosa aveva mai fatto di così grave da esser odiato da tutti? Perché nessuno lo accettava? Era sempre stato isolato da tutti, sin da bambino, era cresciuto da solo. L'unica sua amica era la sua spada di legno, che portava ovunque lui andasse, con il quale si allenava giorno e notte in modo da poter diventare forte e sconfiggere il tiranno, solo allora forse poteva esser accettato da tutti. I suoi pensieri vennero interrotti da un rumore proveniente da dietro la porta della terrazza.

" Chi può esser mai? Non viene mai nessuno qui!"

pensò Mark. Si alzò ed estrasse la sua spada dal fodero, che aveva legato dietro sul fianco , ed attese che, chiunque ci fosse dietro la porta, uscisse. La porta si aprì di botto. Uscirono una decina di ragazzi, tutti armati, o con un bastone, di legno, o con spade come quella sua. Lo guardarono con aria minacciosa, pronti ad aggredirlo.

" Perché sono qui? Che ho fatto stavolta?"

pensò.

-Per te è finita, lurido verme!-
Gridò uno di loro, il quale fu il primo a correre verso di lui. Mark iniziò a correre verso il ragazzo, che era pronto a dargli un colpo di bastone sulla testa, ma Mark si abbassò all'ultimo secondo, bloccando l'arma nemica con la mano sinistra, e gli diede un colpo di spada sullo stomaco, facendolo cadere senza fiato. Guardò il resto dei ragazzi, avevano un'espressione terrorizzata. Si guardarono tra di loro ed uno urlò
-Ha atterrato il nostro capo, non abbiamo possibilità contro di lui! Scappiamo!
E così dicendo i ragazzini iniziarono a correre verso le scale . Iniziò a corrergli dietro. Scese le scale velocemente, arrivato all'ultimo scalino vide che era giunto al mercato della città, c'era gente ovunque, ma di quei ragazzini non c'era più traccia. Pensò di averli persi ma all'improvviso vide uno di loro correre fra la folla.

-Fermati!-

Gridò Mark, ma il ragazzo continuava a correre, così decise di inseguirlo. Corse più veloce che poté, facendosi largo fra la confusione, fece cadere due casse di mele ed una signora, che gli urlò qualcosa contro, ma in testa aveva solo il pensiero di prendere quel ragazzino. Durante la corsa si accorse che il ragazzo si fermò, aspettò un attimo e si gettò da una delle finestre che racchiudono la città. arrivato alla finestra osservò cosa ci fosse al di sotto di essa. C'erano dei carri ed un mucchio di paglia, vide anche una stalla, con dei cavalli al suo interno, ed un bosco, in lontananza. Decise di saltare giù. L'atterraggio fu attutito dalla paglia, sentì un crack che però non capì da dove provenisse, si alzò e si guardò intorno, nessuna traccia del ragazzo. Controllò anche dentro la stalla, ma niente, non c'era. Pensò che si fosse rifugiato nel bosco. Durante la strada di ritorno a casa si accorse che la sua spada era spezzata.

"Ecco cosa era stato quel rumore! Adesso come faccio a dirlo a mia madre?"

Pensò. Se sua madre avesse scoperto dell'azzuffata si sarebbe infuriata con lui, era meglio che trovasse una scusa al più presto.
Casa di Mark era molto ampia, appartenuta alla sua famiglia da vari decenni. Era formata da non più di tre stanze, due servivano per dormire ed una per poter pranzare. Sul fianco della casa si trovava la stalla, dove, sia Mark che la madre, la utilizzavano soltanto per allenarsi. Al rientro Mark trovò la madre nella stalla , allora senza far rumore entrò silenziosamente e si sedette su uno sgabello, di fianco la porta d'entrata, ad osservarla. Si muoveva in un modo straordinario, mentre volteggiava su se stessa sembrava che danzasse. La madre di Mark era l'unica Elfa ad esser diventata una guerriera dei draghi, grazie all'allenamento ricevuto dal marito, il guerriero dei draghi più forte al mondo. 
Quando la madre si accorse di lui sussultò. Sorrise, aveva uno splendido sorriso, sembrava una dea, forse per i suoi splendidi e lunghissimi capelli castani oppure per i suoi occhi blu, per quanto profondi, sembrava si trovasse il mare. -Mark non mi aspettavo che fossi qui!
Mark non disse nulla, una lacrima scese languida sul suo volto.

-Perché piangi? Che è successo?

Sua madre lo raggiunge sullo sgabello e si sedette accanto a lui e l'abbracciò.

" Come posso dirle che ogni volta tutti mi prendono in giro? Se glielo dicessi si infurierebbe ed andrebbe a cercarli. Ho paura!"

-Puoi dirmi qualsiasi cosa figliolo, non aver paura!

Mark restò in silenzio per alcuni minuti, pensò che fosse giunto il momento di dire la verità su quello che gli succedeva ogni volta che uscisse di casa, era stanco di doversi sempre nascondere e restare in silenzio

-Ogni volta che esco dei ragazzini mi inseguono e cercano di picchiarmi, ogni giorno, ed oggi mi si è spezzata la spada.-

Le lacrime sul suo viso aumentarono.

-Perché non mi hai mai detto nulla?-

-Avevo paura che ti arrabbiassi e che li andassi a cercare per sgridarli, non voglio passare per il codardo. Non capisco perché tutti i ragazzi mi prendono in giro. Capisco che non sono della vostra stessa razza, per via delle mie corna, però perché mi odiano così tanto? Che ho fatto di male?-

La madre sospirò e si mise in ginocchio davanti a lui.

-Va bene figliolo, ti spiegherò un pò di cose che non sai. Iniziamo dal fatto, che come sai, nel mondo esistono numerose razze, tutte diverse fra loro. Elfi, Umani, Goblin, Angeli, Draghi e così via. Devi sapere che c'è una razza che ormai si sta estinguendo, i Dramani, mezzi umani e mezzi draghi, e tuo padre era uno di loro. Aveva l'aspetto di un semplice Umano con le corna di drago, ma con il diventare sempre più forte e dopo esser diventato un guerriero di drago gli spuntarono le ali.

Penso che sia giunta l'ora di parlarti di lui. Non l'ho mai fatto solamente per proteggerti perché sapevo che se avessi saputo la verità saresti partito, ma adesso sei cresciuto e so che qualsiasi cosa ti dirò prenderai la scelta più saggia.-

Dopo quelle parole Mark restò immobile.

-Ma mi avevi detto che era andato via senza lasciare neanche un lettera!-

Non capiva perché gli aveva sempre mentito su suo padre. Ma adesso avrebbe saputo la verità.

-No, non è stato così. Una sera, mentre stavamo cenando, ai tempi tu eri soltanto un neonato, ci accorgemmo di un essere basso e gobbo entrare dalla cucina, aveva la pelle verdastra e puzzava. Tuo padre mi ordinò di prenderti e scappare il più lontano possibile mentre lui teneva a debita distanza il Goblin. Eseguì i suoi ordini, ti presi e scappai. Non sapevo dove andare, quindi l'unico posto sicuro che avevo era da mio fratello Artur, nella città di Codex. Arrivata lì aspettai il ritorno di tuo padre, ma dopo ben due settimane mi arrivò una lettera, tramite l'uccello viaggiatore, dove c'era scritto che il tiranno aveva fatto prigioniero tuo padre e che poi lo uccise. Ancora oggi non so chi sia stato a scrivermi quella lettera.-

Sul volto della madre scese una lacrima. Mark non sapeva più che dire. Non aveva mai sentito parlare di questa storia, era tutto nuovo per lui, adesso sapeva che ad uccidere suo padre fosse stato il tiranno e non che era scappato.

-Come hai potuto tenermi all'oscuro di tutto questo! Ho sempre creduto che mio padre fosse stato un codardo, invece è morto per salvarci la vita!.-

Iniziò a piangere e corse via. Non sapeva dove andava, voleva solo continuare a correre. Quando rimase senza fiatò si ritrovò nella terrazza,dove aveva litigato con quei ragazzi. Si sdraiò, le lacrime scendevano ancora accarezzandogli il viso, e ripensò a tutto ciò che la madre gli aveva detto. Suo padre era morto per difenderli, aveva sacrificato la sua vita per loro, tutto per colpa di quel tiranno. Iniziò ad odiarlo ed infine decide di volerlo uccidere, voleva che il tiranno morisse per mano sua. Così prese la decisione di partire per diventare anch'esso un guerriero dei draghi e per poter vendicare suo padre.
Restò lì tutta la giornata.

Arrivata la sera tantissime stelle apparirono in cielo. Pensò come sarebbe avere un padre, avrebbe potuto giocare con lui, tirare di spada, avere consigli e tantissime altre cose. Invece si trovava lì, tutto solo.

"Cosa devo fare adesso? Vorrei tanto diventare ancora più forte per sconfiggere il tiranno, ma per adesso sono debole. Mi sa che è giunta l'ora di partire. Sono sicuro che scoprirei nuovi metodi di lotta e nuovi poteri magici. Come faccio a dirlo a mia madre? Sicuramente non approverebbe."

Sentì un rumore e scattò in piedi. Era sua madre che si avvicinava molto lentamente e guardandolo con amore. Era sicura che l'avrebbe trovato su quella torre perché era il luogo dove Mark andava sempre quando era triste. Si sdraiarono ad osservare le stelle, per qualche minuto restarono in silenzio. Fu lui a rompere quel fastidioso silenzio.

-Mamma ho pensato a tutto ciò che mi hai detto ed ho pensato a molte cose. Se resto qui non potrò diventare più forte di come sono ora, ed io voglio diventare un guerriero dei draghi forte come mio padre, quindi vorrei partire per scoprire nuovi luoghi, stili di combattimento, apprendere nuovi poteri magici.-

Gli scese una lacrima. Restarono in silenzio, si fissarono, lei aveva una aria, come sempre, dolce e tranquilla, lui invece aveva un'espressione decisa.

-Ho paura! Il mondo intero ormai è in guerra. Solamente in pochissime città, per adesso, c'è la pace, ma prima o poi arriverà anche la morte e la distruzione. Non posso perdere anche te.
Ma non posso restare. Come faccio ad esser pronto se l'esercito del tiranno viene anche qui? I tuoi allenamenti, in tutti questi anni, mi hanno reso forte ma non al tal punto di avere la meglio contro un esercito del tiranno. Voglio diventare un guerriero di draghi! Solo allora sarò in grado di sconfiggere il tiranno e portare la pace in tutto il mondo.-

-Non lo so figliolo. Fammi pensare, non è una decisione facile da prendere. Nel frattempo fammi vedere quanto sei diventato forte, andiamo a casa.-

Appena arrivarono a casa sua madre disse a Mark di aspettarla nella stalla che lei doveva prendere una cosa. Tornò dopo una decina di minuti con in mano un oggetto lungo e sottile, avvolto in una coperta.

-Cosa è?

Domandò Mark, incuriosito dall'oggetto misterioso.

-Ecco, è tua. Apparteneva a tuo padre, fanne buon uso.-

Prese l'oggetto, non capendo cosa fosse tolse la coperta. Era una spada ad una mano, la lama intrisa di sangue e l'elsa era a forma di drago. Era la leggendaria spada Mifrit. Com'era possibile che adesso fosse nelle sue mani? Da piccolo aveva sentito che solamente un guerriero di drago aveva questa spada, l'unica spada dove il sangue del nemico vi rimane per sempre, ma non avrebbe mai immaginato che fosse suo padre quel guerriero.

-Questa è la leggendaria Mifrit. Tuo padre sconfisse numerosi nemici ed il loro sangue è rimasto sulla lama. Adesso è tutta tua. Tuo padre avrebbe voluto questo. Bene, adesso alleniamoci.-

Si misero uno di fronte all'altra,fu la madre ad iniziare. Mark non era dotato di una grande resistenza e la sua tecniche non era delle migliori ma sopperiva alle lacune con la velocità e la sua intelligenza. Parava e scartava ogni attacco e sceglieva i tempi giusti per attaccare. La madre era fiera di Mark e di come stava diventando un vero guerriero. Le scivolò la spada di mano andando a finire su un mucchio di paglia e Mark non si fece sfuggire l'occasione e le puntò la sua arma alla gola.

-Che fai, ti fai battere in questo modo?-

-Sono fiera di te. Non ho più motivi per tenerti qui con me. E' giunto il momento che anche tu, come fece tuo padre alla tua età, parta per diventare un guerriero di drago.-

Mark restò lì fermo senza capire cosa stava succedendo. La madre aveva accettato l'idea che lui partisse, era al settimo cielo.

- Domani invierò una lettera a tuo zio Artur per chiedergli se ti può addestrare lui per diventare guerriero di drago. Adesso andiamo a letto, domani è un altro giorno.-

   
 
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