Dove c'è molta luce, lì le ombre saranno più oscure
e solo chi brucia dentro conosce il sapore della cenere
e che ora esistere non è un semplice sinonimo di vivere,
bensì la differenza che c'è tra la libertà e le frontiere.

Oceani profondi sono nati da ogni lacrima che ho versato
e la malinconia galleggia tra tutto quello che ho detto,
Ma proverò a resistere, no, io non cederò.
Mi costringo al silenzio perché nessuno starà zitto,
vagando con la mia mente attraverso questo nulla infinito;
coprendomi le orecchie ed ingoiando questo sonnifero.

Eppure sono ancora sveglio, pensando al mio frammento mancante:
a volte non so se sono la preda od il cacciatore.
Il silenzio urla e mi svuota, non riesco a continuare a vivere:
scavo dentro di me, affronto le mie paure, non ho paura di essere un perdente.

Sono immobile mentre fisso il soffitto,
Mentre il mio mondo sta lentamento implodendo.
I miei pensieri sono sempre in conflitto,
Mentre arrugginisco e sprofondo come un relitto.
Forse odio quello che sono,
ma sinceramente non m'importa.
La tristezza mi ha alimentato come fosse benzina,
la cenere sorge dove ho camminato.
Riesco a sentire le sirene del mio fallimento,
ma continuo ad essere il marinaio di questo mare di dolore.
Il tempo passa, sono ancora immobile,
sono solo una vittima della mia cecità.
L'abisso mi scruta troppo in profondità
e sul suo fondo presto striscerò.
Preferisco le mie infinite maschere alla realtà,
quindi lasciatemi nascondere, lasciatemi essere un Signor Nessuno.