Anime & Manga > Mob Psycho 100
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Autore: Angie96    20/12/2017    2 recensioni
[Mob Psycho 100][Mob Psycho 100]
(Quarta classificata al concorso "Oceano Mare di parole senza fine" indetto da AleDic sul forum di EFP)
Sei arrabbiato anche con me, eh? deglutì, mentre l'ansia che fino ad allora non stava percependo aveva cominciato ad aumentare, quasi come se avesse un buco nello stomaco, mentre gli occhi dovevano essere diventati gonfi: era arrivato al punto di pensare a non piangere piuttosto che concentrarsi su tutte le ferite che aveva
Se dovessi andare via lo capirò, però vorrei che tu mi ascoltassi.
[Spoiler capitoli 100.16 e 100.17 del manga] [Arataka Reigen-centric] [Praticamente il momento che più riassumere di più la sua relazione padre-figlio con Shigeo]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arataka Reigen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Nickname sul forum e su EFP: Angie96 
Personaggi (e pairing, se presente): Arataka Reigen 
Citazione scelta: “Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde.” ~ Castelli di rabbia 
Numero Parole: 611 
Note autore:  
Ok, non so cosa dire: saranno secoli che un faccio una shot di quelle corte ma che cercano di essere le più corpose, e per quanto la "botta d'ispirazione" mi sia stata d'aiuto con questa storia, quando scrivo qualcosa così velocemente ho sempre la sensazione di aver sbagliato qualcosa, anche se questa è meglio della bozza iniziale e la paura di sforare nell'ooc è grande, non potevo tirarla troppo per le lunghe o probabilmente sarebbe uscita pure peggio. 
In vista della fine di uno dei manga che mi ha accompagnata negli ultimi anni, non potevo non scrivere qualcosa, inaugurando anche la creazione della sezione~! 
Detto questo, spero che questa shot sul mio personaggio preferito dell'opera vi piaccia e ricordate, anche se il viaggio con questi personaggi è finito, noi che siamo stati accanto a loro per tutto il tempo li dobbiamo lasciare con un sorriso, perché almeno li lasciamo tutti così come sono, con i loro pregi e difetti, senza forzature e allungamenti di brodo inutili (vero, Naruto, VERO?). 
Un abbraccio, 
Angie 96 
 
 
Una volta, una compagna del liceo che mi disse "accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde" dopo che le chiesi perché si ostinasse a starmi vicino nonostante fosse evidente che non avessimo nulla in comune; non ho mai capito il significato di quella frase, tanto che non ci diedi mai peso. 
Arataka cominciò a camminare tra i detriti, mentre cercava inutilmente di coprirsi il volto: per la prima volta, quella frase detta da una persona della quale non si ricordava neanche il nome aveva cominciato ad avere un senso. 
Aveva a che fare con qualcosa che, fin dall'inizio, aveva avuto paura che accadesse, ed era anche sicuro che Shigeo si sentisse allo stesso modo: incapace di accettare quel lato di se stesso che odiava e di cui aveva paura, si era incamminato verso lo studio di un fantomatico psichico che altro non era che un neolaureato che aveva deciso di fare il truffatore per guadagnarsi da vivere. Un bambino spaventato si era affidato al peggior tipo di persona che mai potesse esistere, gli venne da pensare, mentre si avvicinava al centro di quel tornado la cui causa non era altro che il suo "allievo": più andava avanti, più faceva fatica a tenere gli occhi aperti, tanto l'aria era diventata pesante e tagliente, tanto che era sicuro che non ci sarebbe arrivato vivo fino alla sua destinazione se non ci fossero stati Ekubo e Serizawa ad aiutarlo 
«Mob!» 
Eccolo, lì davanti a lui, uno studente delle medie con un mazzo di girasoli quasi appassiti stretti alla mano destra mentre, con i suoi poteri non faceva altro che distruggere qualsiasi cosa si muovesse intorno a lui. 
Era questa la domanda di cui quella ragazza parlava, era l'incontro con Mob? 
Un uomo che aveva passato la sua vita da solo, che si odiava in quello che era e quello che faceva, aveva trovato nella menzogna una delle poche cose belle che gli fossero mai capitate. Era quasi ironico, pensarla in quel modo, perché Arataka si era reso conto che "il solito modo" per calmare Shigeo non bastava, era stato scaraventato via tante di quelle volte che era quasi svenuto, tanto che Ekubo era riuscito a fermare il ragazzino per permettergli di parlare con lui. 
Quindi, la risposta alla mia domanda era la felicità che ho provato intorno alle persone a cui sto mentendo da tempo? Un sentimento falso quanto le mie parole. pensò, mentre guardava il volto quasi irriconoscibile della persona che aveva conosciuto per tre anni: uno sguardo vuoto, dove l'unica emozione che riusciva a percepire era una rabbia cieca. 
«C'è una cosa che devo dirti» 
Sei arrabbiato anche con me, eh? deglutì, mentre l'ansia che fino ad allora non stava percependo aveva cominciato ad aumentare, quasi come se avesse un buco nello stomaco, mentre gli occhi dovevano essere diventati gonfi: era arrivato al punto di pensare a non piangere piuttosto che concentrarsi su tutte le ferite che aveva 
Se dovessi andare via lo capirò, però vorrei che tu mi ascoltassi. 
La vita gli aveva risposto da tre anni, solo che lui era stato fin troppo ottuso e testardo da accorgersi che voleva così tanto bene al ragazzino che aveva davanti da considerarlo quasi un figlio, oltre al primo amico che avesse mai avuto: ora toccava a lui ricambiare il favore che gli era stato fatto in quei tre anni 
«Io non ho mai avuto dei poteri psichici, sono solo un impostore» 
Intanto, le lacrime cominciarono a cadere sul suo volto mentre, con la voce rotta dal pianto, pronunciava la frase che fino a qualche mese prima non si sarebbe mai sognato di dire. 
   
 
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