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Autore: Mary P_Stark    20/12/2017    6 recensioni
Inghilterra - 1830
Il regno viene scosso dalla morte di re Giorgio IV e, più nel personale, per l'improvvisa malattia di Whilelmina, la madre di Christofer Spencer. Questo richiama a casa tutta la famiglia che, in quel momento, si trovava a Londra per la sessione estiva in Parlamento. Al gruppo si unisce un amico di Maximilian, Samuel Westwood, molto affezionato alla nonna di Max. Questo rientro anticipato a York consente alla coppia di amici - oltre che rassicurarsi sulle condizioni di Whilelmina - di conoscere una coppia di sorelle, Cynthia e Sophie, che colpiranno in modo travolgente i due giovani.
Ne seguiranno sorprese a non finire, un inseguimento rocambolesco e un finale inaspettato, che metterà di fronte Max a una verità che, fino a quel momento, aveva rifuggito come la peste. (3^ parte della trilogia Legacy - riferimenti alla storia nei racconti precedenti) SEGUITO DI "UNA PENNELLATA DI FELICITA'"
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Serie Legacy'
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Epilogo
 
 
 
8/9 settembre 1830 – Londra
 
 
L’incoronazione di un sovrano era un evento a cui mai, prima di quel giorno, avrebbe mai immaginato di poter partecipare. O anche solo di vedere da lontano.

Come moglie di Maximilian Spencer, invece, non solo aveva potuto entrare nell’Abbazia di Westminster come invitata, ma aveva potuto rivolgere i suoi ossequi al re.

Max aveva insistito perché il loro matrimonio si svolgesse prima dell’incoronazione, così da permetterle di partecipare come sua moglie, assieme all’intera famiglia.

Sophie aveva sottolineato quanto la cosa non fosse rilevante, per lei, ma in fondo le aveva fatto piacere che avesse insistito.

E non solo per poter parlare con Guglielmo IV, il loro nuovo sovrano.

Prima di ogni cosa, aveva approvato la fretta del giovane perché, a conti fatti, a sua volta aveva avuto un certo bisogno di mettere nero su bianco il loro rapporto.

Non che non si sarebbe fidata della parola di Maximilian, a quel punto… tutt’altro!

Ma, proprio a causa del fuoco che Max amava tanto in lei, e che lui sapeva risvegliare come pochi, era sorto un indubbio quanto scomodo effetto collaterale tra loro.

Stare lontani era parso subito a entrambi quasi insopportabile.

Pur se entrambi si erano giurati amore eterno a parole, Maximilian aveva preferito non concretizzare coi fatti il loro rapporto, prima del fatidico sì.

Come non apprezzarlo fin nel profondo, per questa sua gentilezza?

Sophie sorrise divertita, nel ripensare ai loro goffi gesti di fronte al vescovo di York, convocato praticamente d’urgenza – e con licenza speciale dell’Arcivescovo di Canterbury – per legarli in matrimonio.

Sposarsi dopo neppure un mese dal loro annunciato fidanzamento aveva dello scandaloso, e in molti avevano pensato a un matrimonio riparatore.

C’era ancora chi le controllava gli abiti, per essere certi che il suo girovita non stesse cambiando anche labilmente, ma ormai erano in pochi a farlo.

Maximilian aveva passato le prime tre settimane del loro frettoloso matrimonio a guardare in malo modo amici e parenti, rei a suo dire di non trattarla con il dovuto rispetto.

Alla fine, perciò, era stata proprio Sophie a dirgli di smettere sottolineando quanto, le sue paure, fossero in gran parte immotivate.

Certo, giungere a Londra – e avere a che fare con la sua cerchia di nobili – era stato un altro affare.

La prima volta che si era recata a teatro, era stato difficile non rispondere a tono ai sottili insulti velati dietro abili giri di parole.

Tra la favella di Alexander Chadwick, però, e l’istinto da mastino di suo padre Maxwell, era comunque riuscita a giungere in fondo alla serata, ricevendo anche il plauso di Elizabeth.

Nei salotti bene della città, invece, a farle da protettore era stato suo suocero che, lasciando al figlio solo il compito di farla ballare, aveva azzittito i più con un solo sguardo raggelante.

Mentre contro uno Spencer, dopotutto, era una cosa che nessuno voleva realmente.

La pendola dell’orologio - che stazionava nel corridoio del primo piano -  incoccò la mezzanotte e Sophie, nello scrutare la strada deserta di Grosvenor Square, sorrise.

Il palazzo in città le era piaciuto subito, così come aveva entusiasmato sua madre, che si era subito lanciata nello studio della disposizione dei mobili e dei complementi d’arredo.

Invero, sia lei che il padre avevano scoperto l’occhio davvero esperto e di buon gusto di Adelaide, pur se ne avevano avuto esempi pratici sotto il naso per tutto quel tempo.

Anche grazie ai buoni uffici di lady Kathleen, la sua inaspettata madre stava in tutta fretta diventando una famosa designer d’interni delle ville nobiliari londinesi.

Nella settimana seguente l’incoronazione, aveva già preso tre appuntamenti in tre ville diverse.

Se mai fosse stato possibile, Sophie avrebbe giurato di vedere suo padre levitare di gioia, al pensiero di un simile apprezzamento nei confronti della moglie.

Due braccia forti la avvolsero alle spalle, facendola sobbalzare e strappandola a quei pensieri e, nel volgersi a mezzo, Sophie mormorò: “Max… che ci fai in piedi?!”

“Potrei chiedere lo stesso a te. Il talamo ti è già venuto a noia?” brontolò lui, trascinandola con sé lontano dalla finestra.

Lei rise piano, scuotendo il capo e, quando tornò a sdraiarsi sull’enorme letto a baldacchino, osservò divertita il marito sbadigliare sonoramente.

Volgendosi a guardarla, il capo poggiato sul guanciale di piume, Max mormorò: “A cosa pensavi? Ti ho chiamata un paio di volte, ma non mi hai udita.”

“Oh, scusa. Stavo ripensando a questa estate, e a come sia cambiata la mia vita grazie a te e alla tua famiglia.”

“Potrei dire lo stesso di te, cara” ammiccò lui, intrecciando le mani dietro la nuca.

Lei sorrise appena e, nell’appoggiare il capo sul suo torace esposto, mormorò: “Ricordi il nostro matrimonio?”

“Come se fosse ieri” assentì lui. “E, a ben vedere, sono passate solo tre settimane circa, quindi ho ancora un ricordo piuttosto fresco.”

“Io ricordo che ero nervosissima” ammise Sophie.

“Tu? Io penso di aver perso vent’anni di vita, in quella chiesa, aspettandoti. Ho pensato le peggio cose per ben venti minuti e…”

“Venti minuti?” ripeté lei, confusa.

Arrossendo leggermente, Max ammise: “Il tempo che ho impiegato da casa tua alla chiesa, comprensivi del tempo che ci ho messo per ripulirmi dal profumo di Spartan e tornare all’altare per aspettarti.”

Sempre più sorpresa, lei si sollevò sulle braccia e, squadrandolo scioccata, esalò: “E cosa saresti venuto a fare, a casa mia, poco prima della mia partenza?!”

“Controllare che non scappassi?” ipotizzò lui, sorridendo contrito.

Sophie non seppe che dire, di quel comportamento, se non mettersi a ridere, dargli un bacio e sussurrare: “Tu sei tutto matto, Maximilian Gregory Spencer.”

“E te ne accorgi solo ora? E’ un po’ tardi per lagnarsi di questo mio difetto, mi pare” ironizzò lui, piegandosi su un lato per spingerla nuovamente sul materasso.

“Non mi sto lamentando, infatti… è molto dolce, a ben pensarci.”

“Non sono dolce” mugugnò lui, chinandosi per baciarle il collo.

Lei lo inarcò leggermente per permettergli un più facile approccio e lui, tra un bacio e l’altro, sussurrò: “Però, eri splendida nel tuo abito di mussolina bianca e ricami dorati. E la tua coroncina di fiori era adorabile.”

Sophie rise sommessamente, mormorando: “Cos’altro ricordi?”

“Davvero vuoi che perda tempo a raccontarti un evento che abbiamo vissuto insieme, quando potrei impiegare in altro modo questa mia bocca volenterosa?” ironizzò Max, scrutandola con i suoi caldi occhi nocciola.

Lei ci pensò solo un  attimo. L’istante seguente lo attirò a sé per un bacio mozzafiato.

Gli avrebbe chiesto ogni particolare dei suoi ricordi più tardi.

Ora, avevano di meglio da fare.







Note: Ed eccoci alla fine della trilogia dedicata ai figli di Christofer e Kathleen. Spero che questo tuffo alternativo nell'Epoca Regency vi abbia divertito e, visto che a molte di voi è piaciuto il personaggio di Lucius Bradbury, posso dirvi che, nel 2018, procederò a postare la sua standalone.
Non vi so dire esattamente il mese, ma sono a buon punto con la bozza, perciò non mi ci vorrebbe molto, per terminarla. Tenete quindi d'occhio la mia bacheca.
Piccola comunicazione di servizio per i seguaci delle Missing Moments sui miei licantropi: ho appena inserito una nuova OS, che trovate nella cartella dedicata ai lupi mannari narrati nella Trilogia della Luna.
Per il momento, vi ringrazio per avermi seguita in questa piccola avventura, con la speranza di ritrovarvi anche nel 2018.
Buon Natale e Buon Anno!
  
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