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Autore: Biblioteca    20/12/2017    0 recensioni
[Grande Grosso e Verdone]
[Grande Grosso e Verdone]Un mio tributo al primo film di Verdone che ho visto sul grande schermo, in cui immagino la serata di due personaggi del terzo episodio "Saluti da Taormina".
Si tratta di Steven, il figlio dei "bruni arricchiti" Moreno e Enza, in vacanza in un lussuosissimo hotel per cercare di ritrovare l'unione familiare perduta.
In questo albergo, l'unica persona quasi coetanea di Steven (quindicenne e romanista sfegatato) è Irene, che lavora nella hall dell'albergo; precisa e algida, la ragazza finisce per fare amicizia proprio con Steven e i due....
Genere: Commedia, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Steven gettò il pallone per terra e si stese sul letto.
Si sentiva molto più grande in quel momento.
Si sentiva più adulto dei suoi genitori.
E sapeva anche perchè: Moreno e Enza facevano finta di appartenere a un mondo che non era il loro. E per questo stavano tutti e due male. Lui no. Lui non aveva fatto finta.
"Io sò un pischello."
Lo aveva sempre detto, anche a Irene, quella sera che si era 'abbioccato' con l'accappatoio dell'albergo su un tavolino.
"Io sò un pischello.."
Eppure in quel momento si sentiva adulto.
Perché lui, alla fine, era stato il solo ad integrarsi.
Sua madre se n'era andata dall'albergo. Suo padre 'ce stava a provà co la cicognona'.
Lui invece era riuscito ad offrire una granita a quella precisina occhialuta.. così carina.. E in fondo tanto simpatica.
"Mi fai impazzire quando fai 'Aò!'" lei gli aveva detto quella sera.
E avevano scherzato.
Una serata semplice.
Senza tutto quel lusso, senza lo squallore dei locali coatti.
Era stata una serata normale, semplice.
Lui, lei, la granita e la luna.
Ed era stato così bene..
 
*Il giorno dopo nel tardo pomeriggio*
 
"Steven! Steven!"
"Eh, che c'è? Aò, ma che te specchi ar plasma? Ma fatte portà 'no specchio no?"
"Sta a sentì, t'ha chiamato tu’ madre?"
"No."
"Ve siete intesi?"
"No."
"Allora questa è la serata buona che la chiami, la vai a trovare e la porti fuori a cena. Va bene?"
"Te 'ndo vai? A un funerale? Poi co sti sandali.."
"Sei troppo giovane per capì certa eleganza te." Disse Moreno alzando il piede e mostrando il sandalo infradito nero e borchiato.
"Vai a cena co la cicognona, eh?"
"Io sta sera sono stato invitato da due coppie di nuovi amici che ho conosciuto. Poi se lei ce sta non lo so."
"E dove ai conosciuto sti nuovi amici che stai sempre solo?"
Steven ascoltò ancora il padre che mentiva. Avrebbe voluto che fosse stato onesto almeno con lui.
Ma cosa poteva aspettarsi, in fondo?
Moreno tirò fuori 500 euro e li diede al figlio dandogli precise istruzioni su come spenderli.
"Tu sta sera vai là fai er figlio e tu madre fa la madre, non sempre io e solo io.." aveva detto.
Ma Steven aveva in mente un altro programma.
“Salutame la cicognona!”
Suo padre per poco non bestemmiò e uscì dalla stanza.
Steven si sedette sulla poltrona e cercò sul cellulare il numero di Irene.
“Pronto?”
“Irene, so io.”
“Oh… Ciao. Come stai?”
“Bene. Senti… Te volevo dì n’a cosa… A che ora stacchi sta sera?”
“Sta sera… Verso le diciannove.”
“Allora… Senti, possiamo incontrarci?”
“Ma certo! Vediamoci all’uscita del giardino.”
“D’accordo. Ah, senti, c’hai mica cinquecento euro da cambiare?”
“Cosa? Beh… io credo di sì.”
“Allora senti, passo nella hall e cambio. Poi quando ci vediamo ti spiego.”
“Ok, d’accordo. A dopo.”
“Ciao.”
Steven chiuse la chiamata e sorrise. Aveva in mente una splendida serata.

 
(la scena della discussione tra Moreno e Steven è un po’ modificata: la potete vedere qui https://www.youtube.com/watch?v=_QZJQTnxoE0.)
  
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