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Autore: Gils_Malfoy    22/12/2017    0 recensioni
Gwen è una normale ragazza inglese, ha un bel lavoro da fotografa freelance e un relazione seria con Trent. Ha un fratello più grande, Grant che è titolare di un piccolo studio di avvocati; e due sorelle gemelle più piccole, Grace e Greta: la prima è la classica secchiona mentre la seconda ama di più darsi alla pazza gioia. I quattro rimasero orfani da piccoli e vennero cresciuti dalla nonna, Margie. Loro inseparabile compagna di giochi era la cugina Gloria figlia della sorella della loro madre, Nancy.
Quando Gwen compì 21 anni, la nonna morì per un infarto e la vita dei fratelli cambiò drasticamente. La zia Nancy, che già da tempo aveva creato una barriera tra i fratelli e sua figlia, chiuse definitivamente i contatti dopo il funerale.
Un anno dopo la morte di Margie, il suo avvocato mandò una lettera a tutti i nipoti, Gloria compresa, dove spiegava in che modo la nonna aveva diviso l'eredità. Tutti e cinque avrebbero dovuto compiere un viaggio insieme e percorre le tappe della giovinezza di Margie.
Sarà un viaggio che metterà a dura prova i ragazzi, ma che servirà per capire che direzione prendere. E magari trovare anche l'amore...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1

Lettere della Nonna

 

Era quasi mezzogiorno, l'Hodge's Pub si stava riempiendo di turisti in cerca di un posto caldo per mangiare. Fuori aveva iniziato a nevicare e le temperature si erano drasticamente abbassate. Una ragazza dai capelli rossi stava seduta ad un tavolo e sembrava in attesa di qualcuno dal modo in cui continuava a guardare la porta. Probabilmente stanca di aspettare, fece un cenno a Carl il barista perché le portasse una birra.
- Ancora nessuna traccia della combriccola?- chiese posandole il bicchiere davanti.
- Eh già. A quanto pare si sono dimenticati di avere un appuntamento con me.- rispose la ragazza pescando il telefono dalla borsa. - Grazie Carl. Almeno le tue birre sono di compagnia. - il barista le sorrise e tornò ad occuparsi dei turisti.
Quel pub le piaceva. Non era il classico pub per turisti, perché era piccolo ma all'ora di pranzo si riempiva lo stesso probabilmente perché i ristoranti li vicino non avevano abbastanza posti.
La porta si spalancò di scatto ed entrarono due ragazze tutte trafelate. La prima era piena di borse di negozi e si tirava dietro la sorella che non sembrava molto contenta di essere trascinata come un cane. Gli occhiali le scivolavano sul naso ogni qual volta la sorella dava uno strattone al braccio. Raggiunsero la ragazza al tavolo.
- Oh, sono veramente stanca. Fare shopping con il freddo è più brutto di quello che pensavo. - sbuffò la prima mentre tentava di far passare tutte le borse dall'altro lato del tavolo.
- Vedo però che la stanchezza non ti ha impedito di arrivare tardi, Greta. - commentò la ragazza della birra.
- Gwen, manca una settimana a Natale! Come puoi pensare che io non faccia shopping.- sbottò prendendo in mano il menù.
- Già, però potevi evitare di trascinarmi per tutta Londra. Io ho gli esami da preparare. - si lamentò la terza sorella cercando di sistermarsi la manica che era stata maltrattata fino a poco prima.
- Grace, sei la solita secchiona. Non puoi per una volta non pensare allo studio? -
Gwen alzò gli occhi. Ormai era abituata alle schermaglie delle sue sorelle. Grace era la studiosa della famiglia. Aveva finito il liceo con ottimi voti ed era riuscita ad ottenere la borsa di studio per il Dipartimento di Pediatria dell'Università di Cambridge. Da allora studiava tutti i giorni a tutte le ore. Non si era mai interessata più di tanto alla moda o alle apparenze, portava i suoi capelli castani stretti in uno chignon praticamente sempre e aveva rinunciato alle lenti a contatto per dei comodi occhiali rotondi che non valorizzavano i suoi occhi nocciola. Greta era uguale, con l'unica differenza che lei si teneva più curata, perché credeva nel potere della bella presenza. Poteva sembrare una ragazza superficiale, ma non lo era per niente. Tra lei e la gemella c'era una sorta di collegamento che non avevano nemmeno con Gwen o con Grant, il loro fratello maggiore. Quando erano piccole si divertivano a scambiarsi, soprattutto se c'erano in ballo verifiche o test; ma dopo essere state pesantemente punite smisero gli scambi. Greta era riuscita a diplomarsi ma aveva deciso di non continuare a studiare. Al momento lavorare part-time in una boutique del centro, anche se aspirava a possederne una sua.
Grant entrò in quel momento, di corsa e rischiò di travolgere Emily, la cameriera, che in quel momento passava con il vassoio pieno di piatti.
- Scusa Emily!- le urlò, mentre raggiungeva le sorelle.
- Eccoti finalmente!- disse Gwen facendo posto al fratello.
- Scusate, ma io e Marisol stiamo lavorando ad un caso difficile e non ho tenuto guardato l'orario.- si scusò Grant sedendosi di fianco alle sue sorelle.
-Va bene, sei perdonato. Ora però gradirei avere la vostra attenzione.- disse Gwen gesticolando davanti alla faccia di Greta che era persa a guardare il telefono. - Vi ho voluto incontrare per darvi una bella notizia. Io e Trent abbiamo intenzione di sposarci!- annunciò con un largo sorriso.
Di certo non si aspettava che saltassero sul tavolo dalla felicità, ma nemmeno che stessero in silenzio con la bocca aperta come dei pesci. Eppure dalle loro bocche non uscivano suoni.
-Ragazzi!- urlò sbattendo le mani sul tavolo.
-Scusaci sorella, ma ci lasci di sasso. Non avevamo idea che tu e Trent fosse a questo punto.- spiegò Grace, cercando di rimediare all'offesa che avevano arrecato a Gwen. Quest'ultima d'altro canto non poteva che darle ragione. Lei e Trent stavano insieme da qualche anno ma non avevamo mai parlato di matrimonio. La sera prima erano andati a cena e all'improvviso Trent si era inginocchiato e le aveva chiesto di sposarlo. Lei aveva risposto si tra gli applausi del ristorante, ma ora che ci pensava non era sapeva se lo voleva davvero. Si, era innamorata di Trent ma il matrimonio era un passo importante.
-Lo so, nemmeno io lo pensavo. Ma Trent ha chiesto la mia mano e io ne sono innamorata. Non ci vedo una catastrofe.- si difese la ragazza incrociando le braccia.
- Ma no Gwen. Siamo felici per te. È solo che è una cosa improvvisa. - Greta si allungò a prendere le mani della sorella. - e adesso vediamo l'anello!- sbraitò tutta sorridente.
Gwen alungò la mano sul tavolo. Era un anello sottile con un brillante quadrato al centro. Era semplice ma di gran effetto. Greta pensò che era perfetto per la sorella. Non era mai stata una da gioielli grandi o costosi. In effetti l'anello era l'unica cosa di valore che aveva addosso. Gli altri anelli e i bracciali erano chincaglierie, come le definiva amorevolmente Greta, che Gwen aveva raccolto nei suoi viaggi, o che aveva fatto lei quando erano piccole. Ma ogni pezzo era unico e ciò li rendeva speciali agli occhi di Gwen.
-E non vi ho ancora detto la parte migliore! Vorrei che voi due foste le mie damigelle!- Grace fece un largo sorriso e gli occhi le si riempirono di lacrime mentre Greta saltò il tavolo per abbracciare la sorella.
-Oh mio Dio, Gwen! Graziegraziegrazie!! Sono la donna più felice della Terra!- urlò nell'orecchio della sorella.
Gwen rise. Sapeva che Greta sarebbe stata felice di essere la sua damigella. Grant ridacchiò come a dire “adesso è un problema tuo”, ma Gwen aveva in serbo qualcosa anche per lui.
-Grant, non credere che ti lasci fuori da questo matrimonio. Ho pensato che tu potresti accompagnarmi all'altare. Che ne dici, fratellone?- Grant sgranò gli occhi, non poteva credere a quello che aveva appena sentito.
-Io? Gwen, sono davvero lusingato della proposta. Io ti accompagnerò volentieri.- le rispose abbracciandola.
-Grazie ragazzi. Il vostro supporto è import...- Gwen fu interrotta dallo squillare insistente del suo telefono. - Scusate. Pronto?- Gwen si alzò e uscì dal locale per rispondere. Torno dentro poco dopo con un espressione strana sul volto.
-Ragazzi, era Howard l'avvocato di nonna. Dobbiamo raggiungerlo nel suo ufficio. Ci sono delle novità sull'eredita.-
Tutti e quattro si alzarono, salutarono Carl ed Emily ed uscirono nel freddo di Londra. 

Lo studio dell'avvocato si trovava nella City, da dove si trovavano loro ci volevano pochi minuti di taxi e furono fortunati a non trovare molto traffico.
Appena arrivarono nella sala d'attesa la trovarono già occupata da due persone a loro famigliari.
-Gloria! Zia Nancy! Anche voi qui?- domandò Grace mettendo la giacca sull'appendiabiti.
-Certo! L'eredità di Margie è anche affar nostro. Sono sempre sua figlia e Gloria è sempre sua nipote anche se non vivevamo con lei.- rispose velenosa zia Nancy, squadrando i quattro dalla testa ai piedi. Gloria fece appena un cenno, guardandoli anche lei con sufficienza.
-Non ricominciamo! Non abbiamo deciso noi di rimanere orfani!- Greta non era famosa per la sua diplomazia. Ma era dal funerale della nonna, un anno prima, che Nancy e Gloria avevano chiuso i contatti, accusandoli di aver fatto in modo di avere tutto l'affetto di Margie. Non ci furono possibilità di dialogo. Chiusero ogni tentativo di avvicinamento. Questa era la prima volta che si rivedevano dopo il funerale.
-Prego, potete entrare.- li invitò una segretaria aprendo la porta dello studio.
Howard Charleston li stava aspettando seduto ad una scrivania di mogano piena di fogli.
-Benvenuti, prego sedetevi.- disse indicando le sedie davanti alla scrivania. -Vi ho voluti qua perché secondo le indicazioni di Margie avrei dovuto leggervi questa lettera un anno dopo il suo funerale, so che sono in ritardo di qualche giorno ma purtroppo mi trovavo fuori città e non mi sembrava il caso di farvi venire fino a Belfast. - ridacchiando prese una busta dalla scrivania.
-Beh, spero che finalmente stavolta ci verrà detto come ha suddiviso l'eredità. E spero anche che i miei nipoti non abbiamo approfittato delle precarie condizioni di mia madre per farsi assegnare più soldi.- Grant, Gwen, Grace e Greta spalancarono la bocca guardando incredule Nancy. Non potevano credere alle parole appena pronunciate. Anche Howard era in imbarazzo per cui fece finta di niente e aprì la busta. Si schiarì la voce e lesse:
-Mie care nipoti e mio amato nipote, se Howard vi sta leggendo questa lettera vuol dire che è passato un anno da quando mi avete sepolta. Spero siate andati avanti con le vostre vite e che siate un passo più vicini al raggiungimento dei vostri sogni. Mi auguro anche che abbiate serbato un buon ricordo di me, voglio che sappiate che vi ho amato profondamente e che ovunque io sarò veglierò sempre su di voi. Ora passiamo alla parte più pratica, la mia eredità. Credo sia doveroso farvi sapere che non sono sempre stata la calma e dolce nonna che avete visto, quando ero giovane ero una ribelle o almeno così mi chiamavano i miei genitori. Ho avuto la fortuna di girare tutti e cinquanta gli Stati Americani ed è in quel viaggio che ho conosciuto vostro nonno, l'amore della mia vita. Quel viaggio è stata l'esperienza più importante nella mia vita, mi ha fatto capire chi volevo essere davvero e cosa volevo diventare, mi ha insegnato che non è mai troppo tardi o troppo presto per inseguire i propri sogni. Non ho rimpianti della mia vita, ho vissuto appieno ogni momento, soprattutto con voi. Ora vi starete chiedendo cosa c'entra questo discorso con l'eredità, ebbene, io credo che anche voi abbiate bisogno di una spinta, di una miccia che accenda in voi la passione. Ecco perché per avere l'eredità vi affido una missione. A partire dal 1 Gennaio avete un anno per girare tutti e cinquanta gli Stati d'America come ho fatto io e tornerete a Londra il 31 Dicembre. Se avrete completato il viaggio tutti e cinque insieme allora Howard vi darà la vostra parte di eredità. Se uno di voi dovesse fallire l'eredità passerà interamente ad un ente di beneficenza. So che potrebbe sembrare strano, ma io credo davvero che questo viaggio sia la chiave per raggiungere la serenità. Non abbiate mai paura di affrontare nuove sfide. Siate coraggiosi nipoti miei e la vita vi sembrerà più bella. Con amore. Nonna Margie.-
Nello studio scese il silenzio. Persino Howard appariva stupito dalla richiesta della lettera. Poi Nancy ruppe il silenzio.
-È un dannato scherzo. E cosa dice riguardo a sua figlia? Io non avrò niente? Dammi quella lettera. Sono sicura che sia uno scherzo di pessimo gusto.- sbraitò allungandosi sulla scrivania per strappare di mano la lettere ad Howard. Questi fece appena in tempo ad indietreggiare e a salvare la lettere dalle mani della donna.
-Signora Matthews, la prego di calmarsi. Non è assolutamente uno scherzo. La lettera porta il simbolo del mio studio legale e la firma di sua madre è autentica. Io sono costretto a far rispettare i patti.- Howard estrasse un altro foglio dalla busta – queste sono le istruzioni dettagliate, da come leggo l'itinerario è già scritto, tutte le città e i luoghi da visitare. Ci sono anche i nomi di hotel e b&b che potete contattare. Il mio compito sarà quello di controllare che seguiate il percorso e che nessuno di voi abbandoni.- spiegò l'avvocato porgendo le copie ai ragazzi.
-Howard, capisco le ragioni della nonna e sarebbe davvero fantastico poter fare quel bellissimo viaggio, ma non possiamo abbandonare tutto per un anno intero. Il lavoro, lo studio, io devo organizzare il mio matrimonio!- Gwen fissava i fogli incredula. Voleva bene alla nonna ma questo era troppo. Non poteva chiedere una cosa del genere. Anche Grant si disse d'accordo con la sorella.
- Ho uno studio legale da mandare avanti. Lo sai anche tu Howard che un anno di assenza è troppo. Non posso chiedere a Marisol di fare tutto da sola.-
-Mi dispiace ragazzi. Avete due settimane per prepararvi, dopodiché se il giorno della partenza mancasse anche uno di voi allora l'eredità passerà all'ente. Ho per voi un'ultima lettera, ma questa è personale. Leggetela quando sarete a casa.- e diede una lettere a Grant, una a Gwen, una a Grace, una a Greta ed una a Gloria. - ce ne è una anche per lei, Signora Matthews. - e porse l'ultima busta a Nancy.
-Va bene, ora andiamo a casa e vediamoci domani. Gloria, se vuoi raggiungerci, saremo all'Hodge's Pub.- disse pacatamente Grace, che era probabilmente la più razionale e calma del gruppo.
-Mia figlia non si mescolerà a voi! State pur certe che voi non metterete le mani sull'eredità. Troverò il modo per dimostrare che siete voi la mente criminale dietro questa buffonata. E l'intera somma sarà mia. Andiamo Gloria.-
I quattro guardarono la loro zia che trascinava via Gloria, la quale non fece nulla per opporsi ma che aveva un'espressione indecifrabile sul volto.
Greta si voltò verso i fratelli e si passò una mano sulla fronte.
-Ok ragazzi. Io ho decisamente bisogno di bere.-

   
 
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