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Autore: Dihanabi    22/12/2017    0 recensioni
Ma perché in questa felicità si insinuano ancora paure?
Sappiamo troppo bene che un tempo tutto questo era un deserto
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Min Yoongi/ Suga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HIM

Il racconto di una leggerezza

 

 

Crescendo si cambia. Spesso...spesso capita di guardarsi indietro e non riuscire neppure a riconoscere la persona che eravamo. Forse non siamo più gli stessi, o forse siamo chi saremmo sempre dovuti essere.”

 

La voce di Yoongi risuona tra la pareti, ma senza produrre eco. Gli unici altri rumori nella stanza sono i loro respiri leggeri, appena udibili, l’orologio da parete e lo scorrere veloce della matita sulla carta leggermente ruvida del taccuino del più grande.

 

Tu come ti senti a riguardo, Hoseok-ah?”

 

Vi è un sospiro; il ticchettio dell’orologio appare quasi distorto da quanto tempo ha passato ad ascoltarlo.

 

La punta della matita si ferma sul foglio, esattamente nel punto dove sarebbe dovuta cominciare la nuova parola, ma che mai arriva.

Tic

Tac

 

Yoongi conta i battiti, in attesa, lo sguardo fisso sul ragazzo difronte a lui.

 

Tic

Tac

 

Al momento?” chiede il più piccolo tra i due.

Uhm.”

Come se stessi tradendo chi ero.” dice, con una semplicità quasi estrema per Yoongi, che mai ha avuto il coraggio di ammetterlo ad alta voce.

 

Yoongi non risponde, ma scrive qualcosa. Fissa quelle parole così intensamente che Hoseok si preoccupa per quello che ha detto.

 

Sono il ragazzo che ti ha amato.

 

Ti ricordi quando stavamo scrivendo Gil?” inizia.

Hoseok annuisce, poco convinto di dove quella conversazione andrà a parare.

Stavi scrivendo la tua storia e io la mia” vi è un piccolo sorrisetto a stoppare quella frase a metà “eravamo nel vecchio studio.” continua, e Hoseok non può far altro che soffermarsi nel tono nostalgico con il quale pronuncia quelle parole.

Quello studio così piccolo che dovevamo stare attaccati per lavorare, con il divano più vecchio di mia nonna, il poster di Namjoon con una tipa popputa e gli skate attaccati alla parete...” finisce in una risata, e la leggera malinconia con cui tutto era iniziato scema in due sorrisi affettuosi.

Amavo quello stile underground!” ammette, perso nei ricordi.

Hoseok gli sorride, gli toglie il quadernino dalle mani e se lo posa sulle ginocchia, attendendo il continuo di quel discorso e cercando di impedirgli altre distrazioni.

 

Comunque-” riprende, il clima che torna momentaneamente serio. “Stavamo scrivendo le nostre storie personali, e poi… Poi hai detto che nonostante hai voluto intraprendere questa strada-” si interrompe, in cerca delle esatte parole.

Lo sguardo vaga alla sua destra, perdendosi momentaneamente nel vuoto, l’espressione concentrata di chi sta ricreando un ricordo importante.

 

Hai detto: alla fine di questa strada, non so dove saremo.”

 

Quella frase è finita anche nella canzone.” ci scherza Hoseok, sperando quasi di alleggerire l’atmosfera che si era creata, ma sembra non riuscire nel suo intento.

 

Quale è il problema Yoongs?” osa azzardare.

 

Ho paura di quello in cui questa strada ci sta trasformando.”

 

 

 

 

 

Stanno tradendo chi erano?

 

 

 

 

L’arte è lunga, ma la vita è corta. Ma ora… Per me l’arte è vita e la vita è sport: va fatto.” canta Hoseok. La voce, seppur leggermente roca e nasale, è dolce, soffice nell’aria chiusa.

 

È una strofa di quella canzone scritta troppi anni fa, quando erano persone diverse eppure sempre gli stessi.

 

Si rigira il quaderno tra le mani, lo stringe forte forse in un impeto frustrazione, forse per bloccare i troppi pensieri.

 

Poi legge ciò che Yoongi aveva scritto, con la coda dell’occhio, quasi per errore.

 

Stavamo solo cercando amore. Io ero uno di loro, e neppure ci credevo.

Volevo essere accettato, amato, quasi fosse un desiderio abituale, senza più fondamento.

Ma ho trovato un altro me stesso, un me stesso completamente nuovo. Sono confuso, quale è il vero me?

 

 

Sono il ragazzo che ti ha amato

 

 

Yoongi.”

Lascia perdere.” dice, riferendosi ai suoi appunti. Li prende dalle mani di Hoseok, scrive tre lettere in fretta prima di richiuderlo.

Lo getta sul tavolino, abbandonando il lavoro e concentrandosi solo sul ragazzo davanti a lui e su quel discorso che lo preme da un po’ di tempo ma per cui non ha mai avuto il tempo sufficiente. Saranno gli altri a finire la canzone, magari Namjoon a stravolgere completamente il testo, o forse pddog non gli importa al momento.

 

Hoseok non sembra della stessa opinione, infatti lo riprende subito, insieme alla matita. Yoongi non dice niente, resta ad ascoltare il ticchettio e lo scorrere veloce della matita sulla carta, in attesa.

 

HIM, è ciò che ha scritto Yoongi.

 

Sorride a quello che deve essere il titolo, almeno per Yoongi. E non gli importa se sa già che sarà completamente stravolto o forse mai pubblicato, ma lui sa, ed è questo quello che importa.

 

Hoseok scrive di un amore complicato, scrive di una maschera che un ragazzo deve portare agli occhi del mondo per proteggere un amore onesto.

Le frasi di Yoongi restano immutate.

 

Sono la persona che ti ha amato, il ragazzo che ti ha amato.

 

Scrivono per loro stessi, scrivono l’uno per l’altro.

Come hanno sempre fatto.

Non per i fan, non per chi si aspetta qualcosa da loro. Lo fanno perché lo amano.

 

 

La canzone che ne uscirà non sarà quella che hanno scritto, ma loro sanno, e in fondo, alle volte, gli basta quello.

 

 

 

 

I mesi passano, la canzone finisce di mano in mano. La maggior parte delle frasi che hanno scritto restano, ma l’intero senso della storia cambia. Non è più la loro canzone.

Parla di un ragazzo che finge alla sua ragazza per amore, un amore non più onesto.

Yoongi e Hoseok annuiscono soltanto ai cambiamenti.

HER.

 

È così che si ritrovano con la schiena poggiata alla parete spoglia, i corpi a contatto.

Yoongi tira fuori una sigaretta dalla tasca dei jeans e Hoseok lo guarda sorpreso. “L’ho rubata a uno dello staff.” dice in fretta.

L’accendino è vecchio, trovato in giro tra le vecchie cose. Forse raccolto in strada durante una di quelle camminate al ristorante della zietta, quando erano ancora nel vecchio dormitorio.

 

Questo non succedeva dal...2014?”

Hoseok ride. “Si… Si eravamo in America.” ricorda.

 

L’ostello in cui alloggiavano era vuoto, tutti a fare compere per Los Angeles. “Avevamo rubato una sigaretta di Nate e abbiamo parlato fino al calar del sole.”

Certe cose non cambiano.” dice Yoongi, il tono è un misto tra nostalgia e divertimento, una punta non indifferente di affetto che Hoseok non si lascia sfuggire. E sono entrambi rincuorati da questo.

Tutto sta cambiando, nel loro mondo. La fama, i fan, i soldi, le persone, i posti.

Lo studio è più grande, la sala prove è diversa, il dormitorio non è più lo stesso e anche i palchi dove si esibiscono…

 

Fa paura.

Si chiede sempre se non siano cambiati anche loro.

 

Ora hanno una certezza, un qualcosa che sanno anche nel tempo non muterà.

 

Yoongi ricorda di giorni lontani in cui doveva scegliere tra l’autobus e il pranzo. Saltava i pasti per poter tornare a casa, non aveva soldi per entrambi.

Anche dopo, anche con i bangtan, rischiavano di sciogliersi ogni giorno. Namjoon lottava per loro. Ora si sono affermati, hanno oggetti inverosimilmente costosi e forse inutili. Hanno percorso la loro strada, ma…

 

Lo rincuora sapere che comunque, lui e Yoongi, saranno sempre in questo modo, uno accanto all’altro.

 

C’è una playlist di lofi hiphop che Yoongi ha messo da spotify. Riempie quelle quattro pareti di un’atmosfera tranquilla e anche un po’ loro.

 

Yoongi si porta la sigaretta alle labbra leggermente umide. Hoseok gli ruba l’accendino prima che possa fare nulla e lo accende per lui. La fiamma brucia piano sulla punta, consumando la carta chiara.

 

Il ballerino si rigira l’accendino tra le mani mentre Yoongi ispira il fumo. È strano sentire di nuovo quel sapore. Non ci si è mai particolarmente affezionato, in realtà. Forse è il fatto che non dovrebbe farlo a sciogliere la tensione accumulata dallo stress nel suo corpo, più che il tabacco stesso.

 

È una leggerezza, anche questa.

Una trasgressione a delle regole troppo ferree da cui alle volte bisogna fuggire, e forse Yoongi ci ha preso troppo gusto nel farlo.

 

La parte migliore del fumare con Hoseok non è nel fumare stesso, ma nel vedere Hoseok farlo.

Yoongi ama vedere come il più piccolo getta il capo all’indietro, in quel modo particolare, suo tipico, che esalta la perfezione di una mascella eccessivamente definita e il profilo delicato. Tiene gli occhi chiusi, mentre espira lentamente, così lentamente che Yoongi sente consumarsi insieme alla sigaretta.

 

La scena si ripete per qualche minuto, le labbra delicate di Yoongi posate sul filtro, leggermente più umide o rosse di prima, cosa di cui Hoseok si prende la piena responsabilità.

 

Inspira un’ultima volta, le dita dietro il collo di Hoseok, che giocano con le ciocche corte. C’è una cosa che ha sempre voluto provare, e quasi d’istinto la fa.

Le sue labbra sono su quelle di Hoseok, il fumo passa tra di loro. Hoseok lo accetta così facilmente, così ben disposto ad ogni cosa Yoongi ha in serbo per lui.

 

Hoseok non lo lascia andare troppo facilmente, neanche una volta che il fumo è andato, che la sigaretta è consumata.

Preme le loro labbra un po’ più forte e dio, le labbra di Yoongi sono così buone contro le sue, soffici come sembrano, peggiori di ogni droga, peggiori del tabacco.

 

 

In America...” Yoongi lo bacia ancora, non lo lascia neppure iniziare la frase, nonostante ormai fossero tranquilli da un po'. La lingua si concentra sul contorno della labbra, prima di avventarsi sul piccolo neo nel labbro superiore, come lo stesse venerando, dedito a dare piacere, e se Hoseok non avesse avuto la bocca impegnata lo avrebbe quasi preso in giro con un “my good boy”.

 

In America?” chiede, un sorriso soddisfatto quando si allontana dalle sue labbra.

 

Io...”

 

Ghigna, Yoongi.

Fanculo.” e il ballerino optò per fiondarsi su quelle labbra piuttosto.

 

 

La leggerezza.

 

Basta cedervi una volta, una singola volta, e si verrà ricordati soltanto per questo.

Perché la leggerezza, come la semplicità, è una tentazione.

 

Non un errore, badiamo bene, soltanto una tentazione.

 

Un testo semplice, qualcosa di commerciale. Non fa male a nessuno, si dice. Non può essere così male, si ripetono.

 

Dei testi più semplici, un genere che non gli appartiene. Sperimentare, puro e innocuo.

Sperimentare un genere facile da vendere, un genere semplice da comporre.

 

Una leggerezza.

 

Eppure le canzoni sono belle, infondo ne sono anche soddisfatti.

 

Forse è il successo tutto insieme che li spaventa. Forse le critiche per essere dei venduti.

Alle volte, Yoongi, si mette persino in dubbio da solo. Si chiede se lo sia diventato. Si chiede se quel cedere alla leggerezza per una singola volta lo abbia davvero cambiato.

 

Scuote la testa. Non è cambiato.

 

Vede negli occhi di Hoseok gli stessi dubbi.

 

Ma in fondo lo sa, che cadere in una tentazione, cedere alla facilità, non è sputare sui propri ideali.

 

Electronic Pop.

 

Non è questo che fa nella vita. Non lo ha mai fatto.

Una leggerezza.

Questo però, è ciò che tutti siano convinti faccia. È ciò che credono lui sia.

 

Ripensa alle notti passate a rappare nei locali a Deaug. Ripensa a quella mini band che aveva nella suo paese Natale. Ripensa ai primi album, al mixtape a tutto ciò che ha fatto fino ad ora e sembra il mondo abbia dimenticato.

 

Il mondo ha dimenticato.

 

È un idol come tanti che fa un pop scontato e video troppo colorati. Come tutti gli altri.

 

Scuote la testa, digrigna i denti, stringe i pugni.

 

 

 

Non è vero.

 

 

Ride. È folle quasi.

Sei ubriaco!” dice Hoseok allegro e se possibile più rumoroso del solito.

Oh, sta zitto.” lo spinge sulla sedia girevole, lo schienale abbastanza grande e comodo da sorreggere la sua caduta e sostenere il peso di Yoongi che gli sale sul bacino.

 

Forse anche questa è una leggerezza, una perversione: cedere così in fretta al fascino del sorriso di Hoseok, così puro rispetto al mondo in cui si trovano, così in contrasto, che non riesce a vedere altro.

All I do is win” gioca da sottofondo, e nonostante le labbra di Yoongi siano sulle sue, Hoseok non può far a meno di scoppiare in una risata. “Ripetimi che non eri ubriaco quando hai registrato questa...roba.”

È una critica?” chiede, un sopracciglio alzato per evidenziare l’interrogativo, ma le mani sempre ancorate sulle spalle di Hoseok, una che vaga sulla linea del collo di tanto in tanto.

Cazzo… Quando era!?” chiede Hoseok, non riuscendo a smettere di ridere.

Yoongi sembra pensarci un po’, forse troppo a lungo in realtà, tanto che la risata del ballerino non fa che aumentare.

Il 2011!” annuncia, come fosse la più grande delle memorie.

Vengo da Daegu per questo sono hot gngn!” lo prende in giro Hoseok.

Cazzo! Veramente! Come ho fatto a farlo da sobrio!”

Beh, se ci pensi, il testo di agust d non è veramente così diverso.”

Jung Hoseok.” inizia, la voce bassa. “Tu sei un uomo morto.”

 

 

 

Hoseok invece vorrebbe soltanto che fosse più semplice.

Forse perché per lui, semplice, non lo è mai stato.

 

Non lo era da piccolo, ombra di una sorella troppo perfetta.

Non lo era a scuola, solo nel suo banco.

Non lo era da adolescente, chiuso troppe ore in sala prove e senza un amico al di fuori.

Non lo era da trainee, quando doveva imparare rap, sperduto in una città che non conosceva, solo tra estranei.

Non lo era nei Bangtan, con tutti quei pesi da portare sulle spalle e tutti quei giudizi da sopportare.

 

Ogni giorno, un ctrl c ctrl v delle giornate precedenti.

Non una pausa dai commenti delle persone, dalle loro aspettative, dalle loro critiche.

 

Era geloso, alle volte, ma non lo avrebbe mai ammesso, ne a se stesso ne a chiunque altro.

Era difficile vedere tutte quelle persone riuscire a fare strada più facilmente, più velocemente, grazie ai soldi di paparino o un fascino casuale che tutti vedevano in loro e che lui non aveva mai posseduto.

 

Il duro lavoro, purtroppo, non ricompensa quanto dovrebbe.

 

 

Hoseok ha paura.

Non è conosciuto per il suo coraggio, difatti. Ma sta volta non è la paura che gli fa tremare le gambe e lo fa urlare come una ragazzina alla vista di un insetto mostruosamente grande. Non è la paura dei serpenti o di fare bungee jumping. È una paura che lo strugge da tempo, che gli è entrata nelle ossa con gli anni. È la paura di non poter fare di più, e questa arriva ogni volta che coglie la vera bellezza di Yoongi. È la paura di non poter offrire lui altro al di fuori di una certezza.

 

Se ad Hoseok venisse chiesto in quale momento Yoongi è più bello, risponderebbe la sera, dopo una doccia calda e un po' stanco. I capelli ancora umidi lo fanno apparire soffice e se possibile ancora più delicato del solito.

 

Senza trucco o le preoccupazioni del lavoro a deformargli il volto. Le ciglia che volteggiano e quegli occhi luminosi che lo guardano come fosse la cosa più preziosa al mondo. E quella pelle, pallida e immacolata, che lo invita ad essere toccata con delicatezza, profumata di frutta, odore dovuto al bagnoschiuma.

 

Si, Yoongi è splendido la sera, fresco e naturale. E Hoseok si chiede che ha fatto di buono per meritarselo nella sua vita quando Yoongi ricambia il suo sorriso.

 

Ed è proprio lì che quella paura torna, per un secondo, forse poco più, ma ripetutamente, ogni sera, da anni.

 

Poi Yoongi lo guarda, con quegli occhi affilati che ricordano quelli di un felino, un predatore, ma con una dolcezza che li rende unici, e i dubbi di Hoseok, le sue paure, volano al giorno successivo. Sembrano dirgli “è questo che voglio, è questa certezza quello di cui ho bisogno” e infondo, anche per Hoseok è così.

 

Con Yoongi però non ha mai voluto dare nulla per scontato, sempre attento ai suoi sentimenti.

 

È questo quello che entrambi vogliono però, e se le loro mani strette insieme per gli altri non sono nulla, loro sanno il valore che vi è dietro.

 

Loro sanno che non è una leggerezza, non è una perversione, ma la più pura delle sensazioni.

Va oltre il tangibile, per molti.

Non vi sono fuochi d’artificio quando si baciano, non vi è il costante bisogno l’uno dell’altro, non c’è stato un colpo di fulmine, ma c’è una certezza, ed è quello che loro hanno sempre voluto.

 

Si appigliano l’uno all’altro come fosse tutto quello che posseggono. Stringono la presa sulle rispettive carni come se ne dipendesse la loro stessa vita, e forse è così.

 

 

 

Alla fine, ho afferrato il miraggio ed è diventato realtà
Il deserto di cui un tempo ero spaventato, si è tramutato in quel mare, col nostro sangue, sudore e lacrime
Ma perché in questa felicità si insinuano ancora paure?
Sappiamo troppo bene che un tempo tutto questo era un deserto

 

 

SeokSeok-”

Umh.”

Grazie.”

 

 

NOTE:

 

La frase iniziale, che nella fic dice Yoongi, Namjoon la ha detta DOPO che io ho scritto la fic, e lo sottolineo perché è la QUARTA volta che succede, quindi no, non era una citazione.

Di citazioni invece ce ne sono. Il testo in corsivo è quello di HER, ma solo le parti scritte dai Hoseok e Yoongi. Un’altra citazione è di Tomorrow, scritta da Yoongi. Tutte le cose sul passato sono vere, escluse le sigarette (quindi la roba di Yoongi e i biglietti, la zietta, le canzoni, il passato di Hobi ecc…)

La parte in corsivo alla fine è il testo di “Sea” che vi consiglio di leggere, e anche questo è stato scritto da Yoongi e Hobi insieme, mentre la base è opera del leader (che porca miseria complimenti tesoro.)

 

Se avete domande riguardo qualcosa, curiosità su fact che non sapete e non avete appreso al 100% dalla fic, o perplessità varie, critiche o che, non esitate a scrivermi qui sotto o anche per messaggio privato.

 

PS. Il disegno sopra è mio, questo è il mio tumblr per gli interessati: dihanabi.tumblr.com

 

Si spera alla prossima, bye

 

DIHANABI

  
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