Anime & Manga > One Punch Man
Ricorda la storia  |       
Autore: Angie96    24/12/2017    0 recensioni
Seconda classificata e premio "Non sono cattivo, è così che mi disegnano" al contest “Cuore d’Ombra” indetto da Laodamia94 sul forum di Efp.
[Webcomic!Spoilers]
L'ascesa verso l'oblio, ogni passo che ha portato Garou a diventare il cacciatore d'eroi, fino alla conclusione che, più o meno, conosciamo tutti.
Dalla prima shot:
"Si sentì scuotere ancora più forte, tanto da costringerlo a girarsi verso la fastidiosa presenza accanto a lui
«Vuoi essere mio amico?»
Una richiesta accompagnata da un sorriso raggiante, che lo fece rimanere immobile, con gli occhi spalancati dallo stupore, perché era una cosa che nessuno gli aveva mai detto: la sua maschera d'indifferenza si stava spezzando nel momento in cui ogni fibra del suo corpo, a parte la propria voce, stava gridando “Sì!”.
Così tanto che, quando annuì in modo affermativo con una timidezza che non aveva mai saputo di avere, gli occhioni scuri del bambino accanto a lui si erano illuminati dalla gioia
«Sono così felice, sei il primo amico che riesco ad avere a scuola! Come ti chiami? Io sono Taichi, ma se vuoi puoi chiamarmi Tacchan!»"
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bang/Silver Fang, Garou, Saitama
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1-You are my friend
Il secondo di scuola elementare era cominciato con un venticello primaverile a cullarlo, quasi come a cercare d'infondergli coraggio, di dirgli che anche quell'anno sarebbe andato tutto per il meglio, che gli bastava ignorare la gente intorno a lui e le giornate sarebbero passate più velocemente.
A Garou non piaceva andare a scuola: nonostante non gli dispiacesse imparare cose nuove e fosse anche piuttosto curioso su certe cose, l'idea di svegliarsi la mattina presto e mettersi a pulire la classe e sistemare le cose nel doposcuola non gli piaceva, soprattutto se doveva aver a che fare con gente che gli stava praticamente antipatica a pelle.
L'idea di dover guardare la sezione a cui era stato assegnato e scoprire di avere ancora tutti quegli idioti intorno gli faceva venire voglia di chiedere a sua madre di venirlo a prendere dopo aver inscenato un malanno.
Quando si ritrovò davanti il cartellone, forse troppo in alto per permettergli di vedere bene in mezzo alla folla composta da altri bambini un po' più alti di lui, quasi sbuffò.
La metà delle persone nella sezione 2 sono gli scemi che avevo in classe lo scorso anno, pensò, mentre cercava di alzarsi sulle punte quanto più possibile: accanto a lui, si sentivano dei rumori a intervallo irregolare, simili a quelli di un salto, talmente fastidiosi da costringerlo a girarsi verso la fonte del suono che, in mezzo alle risate, le urla, le voci e gli schiamazzi della gente, erano diventati talmente fastidiosi da fargli venire voglia di urlare contro al bambino dai capelli di un castano così strano da sembrare rosso che, intanto, non faceva altro che fare rumore coi suoi saltelli.
 
Si era seduto al banco in ultima fila nella colonna centrale in anticipo per allontanarsi da tutte le urla e le voci di quelli che in tutta probabilità sarebbero stati i suoi nuovi compagni di classe: contrariamente a cosa un insegnante avrebbe detto ad un bambino della sua età, a Garou piaceva la tranquillità. Il non sentire nulla se non il soffiare del vento, nessun passo troppo rumoroso o voce, era tutto così rilassante che probabilmente avrebbe finito per addormentarsi, se avesse appoggiato la testa sul banco anche solo per qualche secondo.
Si era perso così tanto nei suoi pensieri che quasi trasalì quando vide la classe riempirsi con i propri gruppetti, lasciando ovviamente il posto accanto al suo completamente vuoto: probabilmente aveva abbastanza fortuna da scoprire che il suo compagno di banco era malato o magari non sarebbe addirittura mai più venuto a scuola; quasi ci sperava, perché da quell'ammasso di volti vecchi e nuovi voleva solo essere lasciato in pace, e non avrebbe mai sopportato ritrovarsi qualcuno di rumoroso accanto a lu-
«Ta-dan! È arrivato Justice Man!»
Come non detto.
Lo stesso bambino che prima aveva saltato in modo insopportabile per vedere il tabellone con la nuova disposizione delle classi era entrato, esibendo una posa tanto ridicola da scatenare due diverse reazioni tra i presenti: delle risate e delle espressioni confuse.
Il suo compagno di banco rumoroso era arrivato, e già due bambine nel banco davanti al suo stavano ridacchiando sul fatto che quel tizio fosse riuscito a rompere una sedia nel primo anno usando come scusa il fatto che “non riuscisse a stare fermo”, pareva che quell'episodio surreale fosse diventato abbastanza famoso in tutta la scuola e che la maestra non sapesse neanche come punirlo, data la natura dell'evento stesso.
In pratica aveva firmato la sua condanna, pregando di poter rimanere da solo.
«Posso sedermi qui?»
Era arrivato lì, parlando con un tono amichevole, senza che Garou se ne fosse accorto: mosse il capo in segno d'assenso, cominciando ad osservarlo cercando di mascherare la curiosità che aveva; il suo nuovo vicino di banco si era seduto con una pesantezza che era sicuro che avrebbe finito per rompere qualcos'altro.
Lo vide aprire lo zaino, lasciato per terra in precedenza con la delicatezza di un elefante, per tirare fuori l'astuccio e il quaderno, iniziando poi a rovistare lì dentro per cercare qualcosa con impazienza: lo vide tirare fuori un giocattolo abbastanza datato, prima di riposizionarlo dentro con cura.
Aveva seguito bene ogni suo movimento, nonostante avesse cercato in tutti i modi di sembrare il meno interessato possibile facendo finta di guardare un punto indefinito della classe mentre si girava verso il lato opposto al quale si era seduto il suo compagno di banco, fino a quando non si sentì tirare la manica della maglietta che stava indossando proprio nello stesso istante in cui la maestra era entrata in classe.
«Ehi…»
Si era sentito chiamare a voce bassa, tra il silenzio dell'intera classe: ignorandolo deliberatamente, fece per far ticchettare piano la matita che aveva in mano.
Si sentì scuotere ancora più forte, tanto da costringerlo a girarsi verso la fastidiosa presenza accanto a lui
«Vuoi essere mio amico?»
Una richiesta accompagnata da un sorriso raggiante, che lo fece rimanere immobile, con gli occhi spalancati dallo stupore, perché era una cosa che nessuno gli aveva mai detto: la sua maschera d'indifferenza si stava spezzando nel momento in cui ogni fibra del suo corpo, a parte la propria voce, stava gridando “Sì!”.
Così tanto che, quando annuì in modo affermativo con una timidezza che non aveva mai saputo di avere, gli occhioni scuri del bambino accanto a lui si erano illuminati dalla gioia
«Sono così felice, sei il primo amico che riesco ad avere a scuola! Come ti chiami? Io sono Taichi, ma se vuoi puoi chiamarmi Tacchan!» Taichi gli afferrò la mano, stringendola dall'euforia, mettendolo ancora più in imbarazzo, nonostante stesse parlando a voce bassa per non farsi sentire, costringendolo a girarsi dall'altra parte per non guardarlo negli occhi, pronunciando «Mi chiamo Garou» con un filo di voce, sperando che Tacchan lo lasciasse in pace dopo le presentazioni ancora per un po', ma quello non pareva essere nei piani del nuovo amico, dato che si era messo a fare complimenti sul suo nome, cercando in tutti i modi di dare il via ad una conversazione.
Così per qualche minuto buono, dove non faceva altro che parlare di un anime vecchio che stava per ricevere una nuova serie
«Tu guarderai la nuova serie di Justice Man?»
Una domanda, che piú avanti si era trasformata in una promessa.
Una promessa che, a lungo andare si sarebbe trasformata in un incubo.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Punch Man / Vai alla pagina dell'autore: Angie96