Fumetti/Cartoni americani > Voltron: Legendary Defender
Ricorda la storia  |      
Autore: _thantophobia    24/12/2017    1 recensioni
[One shot natalizia senza troppe pretese][Klance][Introspettivo, Fluff, Angst accennato]
-Aspetta! Frena, frena.- Lance scatta in piedi così in fretta che Keith rischia di battere la testa sul pavimento. –Mi sai dicendo che non hai mai festeggiato il Natale?!-
[Se per Lance il Natale è una questione di famiglia, Keith non ne festeggia uno da anni]
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kogane Keith, McClain Lance, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Chistmas present

[e alla fine ci crede davvero]

 

 

 

 

Da qualche giorno, tutti gli abitanti del Castello dei Leoni si sono accorti che qualcosa non va. Lance è più distratto del solito, stranamente silenzioso e molto spesso con la testa tra le nuvole.

Coran e Hunk temono che abbia contratto una qualche patologia aliena a loro sconosciuta, Shiro pensa che sia soltanto stanco – e Allura concorda con lui – mentre Pidge e Keith continuano a vivere i loro giorni come se nulla fosse.

Almeno finché la Paladina del Leone Verde non collega tutti gli avvenimenti e – oh, Eureka!

-Ma oggi è il Ventiquattro Dicembre!- esclama quella mattina, scattando seduta sul divano e facendo prendere uno spavento a tutti i presenti – anche ai poveri topolini che si erano appisolati ai suoi piedi.

Dopo un attimo di silenzio, il primo a riprendersi è Keith, dando voce al pensiero di tutti. -…cosa?-

-Oggi.- ripete la ragazza, sistemandosi gli occhiali. –Oggi è il Ventiquattro Dicembre.-

E mentre Hunk e Shiro giungono a una conclusione implicita e mormorano un “oh…” a mezza bocca, Keith fa vagare lo sguardo trai tre compagni sperando in una delucidazione – che non arriva, ovviamente, che si aspettava.

Il pensiero viene rimosso nel giro di qualche ora e tutti tornano ai loro passatempi – salvare un pianeta, cucinare, evitare che Coran entri in cucina, salvare un altro pianeta, sperimentare un nuovo tipo di laser – almeno finché Keith, per qualche motivo inspiegabile perfino a sé stesso, raggiunge il ponte del Castello. Lance è lì, seduto a gambe incrociate sul pavimento e dà la schiena alla porta: gli occhi blu sono fissi sull’ologramma tridimensionale di un pianeta, solo dopo qualche secondo Keith vi riconosce la Terra.

Ed è lontanissima, pensa osservando gli anni luce che separano l’attuale posizione del Castello da casa.

In punta di piedi, silenzioso come un gatto, il Paladino Rosso si avvicina all’altro ragazzo studiandolo con attenzione. Quando riesce a vederlo in viso, nota l’espressione abbattuta e gli occhi velati di tristezza – e a Keith si stringe il cuore, a vederlo così: Lance è sempre così allegro, così spensierato… Cosa può essergli successo?

-…oggi, se fossi stato alla Garrison,- mormora il Paladino Blu senza distogliere lo sguardo dalla mappa. –sarei tornato a casa per Natale.-

Solo in quel momento, Keith capisce davvero cosa sta succedendo a Lance. Gli si siede vicino, gomito a gomito, e raccoglie le gambe al petto.

-È una tradizione iniziata dal nonno.- sussurra, Keith sente la tristezza nella sua voce. -Voleva che almeno una volta all’anno tutta la famiglia si riunisse a casa, a Varadero. È continuata anche dopo la sua morte. Non importa in quale angolo del mondo ti trovi, se sei un McClain toni a Varadero per Natale.-

Lo dice quasi con voce solenne e a Keith scappa da ridere: a volte è veramente buffo…

-Miguel e Sofìa si fanno dodici ore di volo e tre scali ogni volta, per arrivare a Varadero dall’Europa. Julio era disposto a fare la strada in macchina da San Francisco, quell’anno che non riusciva a trovare un posto sul primo aereo disponibile. L’unico fortunato è Luis: L’Avana è vicina.-

-Sono i tuoi fratelli?- lo chiede senza davvero pensarci, per pura curiosità: Lance non parla quasi mai della sua famiglia…

Annuisce. –Siamo in cinque. E io sono il più piccolo.- con la coda dell’occhio, Keith lo vede tremare appena. -…mi mancano così tanto, Keith. Mi manca tutto, anche la Garrison.-

Keith appoggia la testa contro il suo braccio e chiude gli occhi, restando in silenzio.

-Voglio tornare a casa.- ora Lance sta veramente piangendo: lo sente singhiozzare piano, come se avesse paura di fare rumore. Inconsciamente, Keith si ritrova a chiedersi quante volte abbia pianto di nascosto, da solo, nella sua camera, sperando che nessuno lo senta.

E non ha idea di cosa stia provando in questo momento - è sempre stato da solo, dopo la morte di suo padre, ha sempre badato soltanto a sé stesso, essere nello spazio o essere sulla Terra per Keith non è una grande differenza – ma sentire la sua voce rotta dal pianto fa più male della ferita che gli segna la spalla destra. Vorrebbe dirgli che torneranno a casa presto, che sconfiggeranno Zarkon domani e dopodomani saranno a casa – e Lance apparirà sulla soglia della casa a Varadero il giorno di Santo Stefano, chiederà scusa per il ritardo e poi si metterà a tavola con la sua famiglia a mangiare gli avanzi della sera prima.

Vorrebbe farlo, davvero, ma lo sa anche lui che sono soltanto parole. Si limita a restare in silenzio, rannicchiato su sé stesso e premuto contro la sua schiena, aspettando che si calmi e pensando a un modo per tirargli su il morale…

-…potremmo pensare a qualcosa per festeggiare qui.- sussurra, scrutando le sue reazioni. –Certo, non sarà come festeggiare in famiglia e siamo a qualche migliaio di anni luce dalla Terra, ma… -

Lance inarca un sopracciglio, dubbioso, ma almeno ha smesso di piangere – e quella è già una piccola vittoria.

-E poi.- esclama, raddrizzando la schiena e arrossendo appena. –Non ho mai festeggiato il Natale come si deve, quindi… -

-Aspetta! Frena, frena.- Lance scatta in piedi così in fretta che Keith rischia di battere la testa sul pavimento. –Mi sai dicendo che non hai mai festeggiato il Natale?!-

Keith si acciglia, sedendosi compostamente per terra. –Non ho mai avuto nessuno con cui festeggiarlo?- il che non è propriamente vero, perché quando suo padre era ancora vivo Dicembre era il mese delle feste insieme al giorno del suo compleanno, ma sono passati così tanti anni che non si ricorda più cosa vuol dire “spirito natalizio”.

-Beh, adesso capisco perché hai questo carattere terribile.- sentenzia il Paladino Blu, costringendolo ad alzarsi e trascinandolo fuori dal ponte del Castello. Keith lo trova buffo in un modo quasi tragicomico, così infervorato ma con gli occhi ancora gonfi e rossi per il pianto mentre cammina a passo di marcia verso la cucina. –Bisogna rimediare!-

Quando le porte scorrevoli della cucina si spalancano, Keith teme di aver causato un danno di proporzioni galattiche: per lo spavento, Pidge strilla rovesciando la teglia che reggeva tra le mani e Hunk rischia di bruciarsi una mano sui fornelli.

Lance inarca un sopracciglio. -...che state facendo?-

-Ah, ehm. Ecco, noi… - Hunk inizia a gesticolare a guardarsi intorno, sperando in un aiuto da pare di Pidge o nell’apparizione salvifica di Shiro.

-Stavamo organizzando una festa di Natale.- Pidge si sistema gli occhiali sul naso. –E doveva essere una sorpresa.-

Keih vorrebbe scavarsi una buca e sprofondarvi dentro, perché Pidge lo sa che è colpa sua se Lance è lì – come faccia a saperlo non l’ha capito, ma questo non conta.

-Oh… Beh, ma abbiamo un problema più serio!- in un attimo Keith è un passo avanti rispetto a Lance, mentre il Paladino Blu gli stringe le spalle per non farlo scappare. –Keith non ha mai festeggiato il Natale!-

Hunk mormora qualcosa e Keith sta per ribattere che non è vero, ma Shiro gli posa una mano sulla testa e sorride. –Un motivo in più per festeggiare, no? Forza, al lavoro!-

E mentre Shiro con la sua solita calma serafica tenta di spiegare ad Allura e Coran perché devono mettere dei festoni per tutto il Castello e soprattutto cos’è il Natale, gli altri paladini si danno da fare come possono.

Lance sorride di nuovo, adesso, e questo è tutto quello che conta.

 

-Non abbiamo i regali impacchettati sotto l’albero e nemmeno un albero, ma è stato un bel Natale.- sentenzia Keith, accasciandosi esausto su uno dei divani. Non credeva che fosse così stancante.

-Ehy.- Lance si acciglia, le mani sui fianchi e la schiena dritta. –Io un regalo l’ho fatto. Ti ho regalato il Natale!-

Keith chiude gli occhi, sorridendo. –Devo pensare a qualcosa, allora. Ti sei sforzato tanto… -

-Beh… - no. Quel tono non gli piace. Per niente. –Potresti darmi un bacio.-

Il Paladino Rosso socchiude piano gli occhi: Lance è chino su di lui, una mano appoggiata sullo schiena vicino alla sua testa e un ginocchio tra le sue gambe per sorreggersi. Nell’altra mano stringe un rametto di vischio.

-E quello dove l’hai trovato?- ridacchia. Lance si limita a scrollare le spalle: ha veramente importanza?

No, pensa mentre gli passa le braccia dietro il collo affondando le mani trai suoi capelli e lo tira giù. Le labbra di Lance sanno di zucchero e quella che sembra cannella – oh, sì, i biscotti di Hunk – e lo sente sorridere che lo stringa piano in un abbraccio scomodo ma da cui non vorrebbe mai separarsi.

-Quando torneremo a casa… - è appena un sospiro contro la pelle del suo collo. Keith rabbrividisce. –Quando torneremo a casa, ti prometto che non passerai mai più un Natale da solo. Mai più.-

Vorrebbe dirgli di non fare promesse del genere, perché potrebbe non riuscire a mantenerle – ma Lance sorride ancora e gli racconta del suo nipotino, il figlio di Luis, a cui aveva promesso di portare la prova dell’esistenza degli alieni.

-…okay.-

Alla fine, ci crede davvero a quella promessa che sa di zucchero e cannella.

 

 

 

 

 

D.P.P.: Deliri Post Panettone

…che mi deve essere rimasto sullo stomaco, ops. Questa cosa è così piena di headcanon velati che io boh, non so nemmeno da dove iniziare. Sono stanca e non andrò a dormire fino a dopo mezzanotte, abbiate pietà.

Buon Natale a tutti, gente!

 

Maki

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Voltron: Legendary Defender / Vai alla pagina dell'autore: _thantophobia