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Autore: Immortal_Black    24/12/2017    3 recensioni
Si dice che il silenzio valga più di mille parole, ma quando questo è l'unico testimone, speri con tutto il cuore che possa iniziare a parlare.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Silenzio. In tutta la casa aleggiava un innaturale senso di staticità, come se il tempo avesse deciso di rallentare e di soffermarsi su quel momento, per dargli maggiore importanza.
Per l’abitazione erano disseminate alcune pile di scatoloni, contenenti tutti quegli oggetti che non erano stati trasportati dal camion dei traslochi ed ora si ritrovavano inutilizzati, con l’unico scopo di raccogliere la polvere.
Le pareti erano bianche di intonaco, il pavimento di marmo chiaro, le cui venature disegnavano il percorso di un fiume immaginario che percorreva tutta la casa.
Al piano di sopra una sola stanza era ancora vuota. La finestre priva di tende lasciava entrare la luce del sole morente senza porle filtri o limitazioni. Questa tingeva tutto di colori caldi, riconducibili alle fiamme di un caminetto.
Nell’aria si distingueva un forte odore ferroso e, insieme a questo, un aroma dolciastro che nascondeva una nota amara. La parete candida era coperta da schizzi cremisi, come se un bambino si fosse divertito a dipingere il muro. Poco più in basso, adagiata in una pozza di liquido scarlatto, giaceva il corpo senza vita di una giovane donna. Aveva lunghi capelli biondi, che la luce crepuscolare tramutava in fili d’oro, i suoi occhi spalancati erano di un blu intenso paragonabili all’imperscrutabile fondo dell’oceano. Portava una collana di perle e orecchini d’argento, fiori bianchi incastonati nei bellissimi capelli, raccolti in una acconciatura complicata. Addosso un vestito anch’esso bianco, con un lungo strascico e decorato da rose.
Tutto ciò che indossava, il suoi capelli, il suo viso, tutto, era macchiato e irrimediabilmente corrotto da quel liquido viscoso color passione, che le era fuoriuscito dalla vena giugulare, esposta dallo squarcio che deturpava il suo bianco collo.
Nemmeno l’anello d’oro che portava all’anulare sinistro era stato risparmiato da quella vernice che rappresentava allo stesso tempo la vita e la morte.
Silenzio. Questo era l’unico rumore che si udiva, l’unico vero testimone dello scempio appena accaduto. Il silenzio avvolgeva la casa, coprendo con il suo velo tutti gli oggetti presenti nell’abitazione, tutti i ricordi e i momenti felici, il corpo di quella povera donna.
Il silenzio abbracciava tutti, perfino l’autore di quell’immotivato omicidio, accucciato davanti allo stipite della porta, con le orecchie abbassate, la coda a terra e le zanne sporche di sangue.
   
 
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