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Autore: Mr Lavottino    24/12/2017    1 recensioni
Zoey è alle prese con le chiamate di Natale che, come al solito, la disturbano durante ogni venticinque Dicembre. Ma la chiamata di una sua conoscente in particolare la metterà in estrema difficoltà, fortuna che Duncan sa come risolvere la situazione!
Un piccolo speciale natalizio. Auguri di buon Natale a tutto il Fandom!
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Sierra, Zoey
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Ed anche quell'anno per il venticinque Dicembre era stata costretta a rispondere all'infinità di chiamate che le erano arrivate dalle più disparate persone vogliose di farle gli auguri nel modo più invasivo possibile. Non erano nemmeno le undici di mattina e l'ammontare dei "disturbi", o almeno così li chiamava il suo ragazzo, era già a doppia cifra e, con molta probabilità, sarebbero aumentate all'infinito. C'era, poi, da prendere in considerazione anche i numeri messaggi che le arrivavano sul cellulare e sui vari social network a cui si era iscritta.
Dopo aver partecipato al reality la sua popolarità era accresciuta al punto che, in pochissimo tempo, si era ritrovata un sacco di seguaci sui suoi profili privati e una quantità spropositata di blog che la vedevano come protagonista, e che compievano gravi reati di stalking nei suoi confronti per via delle numerose foto sottrattole dai suoi account privati.
Solitamente adorava aver a che fare con tutte quelle persone, principalmente perché la solitudine di cui soffriva era quasi completamente sparita, ma a volte quest'enorme fardello le si rivolgeva contro. Come, per esempio, quando trovava le sue foto in bikini, che lei trovava orribili ed imbarazzanti, sulle testate dei giornali di gossip o su altri siti dedicati al reality. Anche se il momento in cui aveva più odiato avere tale fama era quando dopo essersi lasciata con il suo ragazzo si era ritrovata letteralmente sotterrata da messaggi che chiedevano, quantomeno, indicazioni sul perché il loro rapporto si fosse concluso.
Ogni giorno, per circa tre mesi, sentiva il telefono vibrare dalle duecento alle cinquecento volte al giorno. Un caso analogo accadde quando si fidanzò con un altro partecipante al reality, e con il quale stava ormai da due anni. Per molto tempo la suoneria del suo cellulare rimase muta, anche perché il suo nuovo "compagno di vita" non adorava essere svegliato dai continui beep emessi da quell'aggeggio infernale e più volte le aveva confidato l'idea di fare un video di minacce con il suo profilo per mettere in guardia i seccatori una volta per tutte.
In qualche modo era riuscita a dissuaderlo dai suoi piani omicidi e, dopo circa una trentina di giorni, i numeri dei messaggi erano diminuiti da soli, così come l'interesse per la stampa nei loro confronti.
Però, come prevedibile, c'erano determinati momenti nell'arco di un anno in cui ci si scambia auguri e quant'altro e, all'arrivo di tale periodo, Zoey sentiva il bisogno di interrompere la sua esistenza. I momenti "suicidio", questo il nome che gli aveva affibbiato, erano il giorno del ringraziamento, la festa della donna e il periodo natalizio.
Ed era proprio quest'ultimo che, in quel momento, le faceva desiderare un cappio intorno al collo ed uno sgabello con poter tentare di interrompere quella tortura.
Le chiamate si susseguivano all'inverosimile e, oltretutto, era costretta a rispondere anche a quelle del fidanzato che, conscio del pericolo al livello mentale, se ne stava sotto le coperte a ronfare lasciandola da sola in quel momento di estrema noia.
Quindi, tra un "Ehi, quanto tempo!" e un "Buone feste anche a te, da parte di entrambi!", aveva a malapena il tempo sufficiente per respirare.
Il colpo di grazia lo ricevette qualche attimo dopo aver chiuso l'ennesima chiamata da parte di un parente. Lo schermo del cellulare si illuminò e la suoneria, "Feel Good Inc." dei Gorillaz, la avvisò che altri dieci minuti di disagio erano pronti per lei. Però, quando lesse il nome scritto in minuscolo sopra i tasti per rispondere, capì che dieci minuti era fin troppo riduttivo. "Stai ricevendo una chiamata da: Sierra Anderson".
Quella frase le fece rabbrividire il sangue nelle vene, rischiando di farle cadere il, costoso, cellulare dalle mani. Lei, lei era la ragazza che mai e poi mai avrebbe voluto la chiamasse.
Un concentrato puro di noia, stupidaggine e parlantina unito a quel pizzico di psicopatia che non manca mai in individui del genere.
Con la mano tremante appoggiò il dito sulla piccola icona verde che diede inizio alla, terribile, chiamata che si susseguiva durante ogni festività e che, in media, durava più di mezz'ora.
- Zoey! Che bello sentirti! Tutto bene?- la voce, alta e incontenibile, della viola le perforò i timpani come un proiettile nella carne costringendola ad allontanare il telefono dall'orecchio.
- Uh, Sierra! Sì, tutto a posto.- ridacchiò nervosamente, aspettando che l'altra entrasse nel vivo del discorso.
- Ne sono contenta! Sai, oggi ho dato il mio regalo a Cody e gli è piaciuto un sacco! Vuoi sapere che cos'era?- chiese, seppur Zoey sapesse perfettamente che non avrebbe potuto rispondere che in maniera positiva.
- Certo, dimmi pure.- la viola rise per qualche secondo, contenta di aver ricevuto quella risposta.
- Un paio di calzini con la sua faccia sopra! Sono bellissimi!- si mise ad urlare come una pazza, mettendo la rossa ancora più a disagio.
- Che bello.- finse di essere divertita dalla cosa, riuscendoci anche piuttosto male. Era pienamente consapevole che, se anche non avesse detto nulla, la conversazione sarebbe stata comunque portata avanti da Sierra però voleva rendersi un minimo partecipe per non trattarla male.
La viola si perse in una lunga descrizione del regalo e di come e dove lo avesse comprato. Non omise nemmeno un dettaglio, dalla via, alla fila e persino alla descrizione di ogni persona dentro al negozio. Zoey aveva completamente perso il filo del discorso e si limitava a sussurrare un "certo" oppure un "capisco" di tanto in tanto durante le brevi pause che l'altra compieva per riprendere fiato. Poi, senza che la rossa capisse precisamente secondo quale collegamento fossero giunte a parlare di tale argomento, Sierra le rivolse una domanda.
Sulle prime rimase stupita, poiché era la prima volta che le accadeva una cosa del genere, poi inizio ad imbarazzarsi, causa il contenuto della domanda.
- Dimmi, tra te e lui come va?- la sua voce assunse un tono malizioso mentre il volto di Zoey si tingeva di rosso. Seppure stessero ormai insieme da due anni, odiava quando le veniva chiesto qualcosa di personale riguardo loro due. Soprattutto per via della particolarità del ragazzo che, detto in parole povere, aveva il desiderio picchiare ogni ficcanaso.
- Uhm... tutto... bene direi.- tagliò corto, ottenendo solo una risatina dall'altra parte della cornetta. Sierra non esitò nemmeno per un istante e si lanciò alla carica con le domande più disparate e impiccione.
- Dai, sii più precisa! Devo aggiornare il mio blog!- esclamò, senza lasciarle il tempo di rispondere - Come va con i suoi genitori? E lui con i tuoi? Uscite spesso insieme? Avete già in programma di sposarvi? Volete fare un bambino? Fate la doccia insieme? Lo fate regolarmente? Che tipo di posizione...- le domande, che pian piano stavano diventando fin troppo personali, della viola vennero rese poco udibili da un rumore proveniente dall'altra stanza.
Zoey, che nel frattempo era quasi svenuta per l'imbarazzo, capì che ciò che stava per accadere l'avrebbe salvata da quel momento di panico ma allo stesso tempo avrebbe potuto compromettere il suo rapporto con Sierra.
E, come da previsione, la sua sagome le si mostrò davanti. Era, come suo solito, in mutande e gli occhi, invece di essere assonnati e spenti, come ci si aspetterebbe da una persona che si è appena svegliata, erano rossi e pieni di nervosismo.
- Duncan!- urlò lei, tentando di calmarlo. Il punk non la stette a sentire e, con un gesto rapido, le tolse il cellulare di mano. Sierra stava continuando a fare domande e lui, semplicemente con una frase, fece smettere tale sopruso.
- Ehi, Sierra, quanto tempo!- la viola venne spiazzata dalla presenza del moro, tanto che stette in silenzio per qualche secondo.
- Duncan, sei tu? Che piacere sentirti!- urlò, pronta a fare direttamente a lui le domande a cui Zoey non aveva risposto.
- Senti, tesoro, potrei farti una domanda?- il punk parlò con il tono più gentile che riuscì ad usare, lasciando la rossa a bocca aperta. Pensò che, dopo due anni di convivenza, fosse finalmente riuscito ad usare le buone maniere. Sentì le lacrime sugli occhi dall'emozione.
- Sì, dimmi pure.- Sierra assunse un tono interessato, motivo per cui Duncan iniziò a ridacchiare. Prese un grosso respirò e poi, finalmente, si decise a parlare.
- Potresti non rompermi il cazzo mentre dormo? Specialmente nel giorno di Natale!- urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni, facendo completamente sbiancare il volto di Zoey. Il punk chiuse la telefonata ed appoggiò il cellulare sul tavolo, fermandosi poi a riprendere fiato.
La rossa lo guardò con occhi spaventati, che più che altro erano colmi di delusione per via dei bei pensieri che aveva fatto prima, così Duncan le si avvicinò lentamente. Le cinse un braccio intorno al collo e portò le loro fronti a toccarsi lentamente.
Rimase fermo per qualche istante dopodiché, con un gesto veloce, appoggiò le labbra su quelle della rossa venendo immediatamente ricambiato.
- Scusami fiorellino, è solo che odio essere svegliato.- gli sussurrò all'orecchio.
- Figurati, ormai ci ho fatto l'abitudine.- la rossa iniziò a ridere venendo seguita a ruota dal punk.
- Buon Natale.-
- Anche a te. -
 
 
ANGOLO AUTORE:
Ben ritrovati! Tutto bene?
Sono veeeeramente felice di essere riuscito a finire questa storia prima di Natale! Non ho avuto il tempo di scrivere una storia per Halloween quindi mi sono attrezzato e, in circa un'oretta, ho ideato questo piccolo slice of life a tema Doey.
Spero che la storia vi sia piaciuta!
Auguro un buon Natale a tutti voi e, già che ci sono, un felice anno nuovo!
Vostro, Lavottino.
   
 
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