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Autore: Silver Hyacinth    24/12/2017    1 recensioni
I sensitivi non sono reali, i fantasmi di certo non esistono e Kageyama non ha nulla a che fare con tutto ciò. Queste sono le cose in cui crede, almeno finché non incontra Hinata Shoyo e la sua vita non verrà completamente messa sotto sopra. - Kagehina. [L'amore è colmo di paure, ma quale parte della vita non lo è?]
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: Incompiuta
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Sunset Ghost



Capitolo 1: Prima Aurora

“Ottimo lavoro, Kageyama! Le tue alzate sono ancora troppo alte, proseguiamo un altro po’ fino al tramonto.” Kageyama annuì verso il capitano della sua squadra, andando a recuperare la palla tra quelle che avevano impilato accanto a un enorme albero. Ne prese una e rimase per un attimo ad osservare l’orizzonte, dove il sole si stagliava basso nel cielo. Con ogni probabilità, sarebbe tramontato completamente nel giro di venti minuti.
“Kageyama, dai. Stiamo sprecando le ore diurne!”
“Arrivo.” il ragazzo si voltò e si diresse verso il capitano, lanciandogli la palla. L’altro, molto più alto di lui, fece qualche passo indietro e la lanciò in aria, scattando in avanti mentre Kageyama si metteva in posizione per poi alzargliela. La palla entrò in contatto con la sua mano vibrandosi in aria e rimbalzando con talmente tanta potenza, che rotolò giù per la collina. Il capitano imprecò. “Scusa!”
“Vado io!.” esclamò prontamente Kageyama, mentre si affrettava dietro al pallone. Era quasi aprile e la pioggia del giorno prima bagnava ancora il terreno, l’erba brillava di rugiada e piccoli rivoli d’acqua costeggiavano i due lati della strada, il che non aiutava minimamente a fermare la discesa del pallone; infatti, acquistò molta più velocità tanto che Kageyama dovette sforzarsi per riuscire a stargli dietro.
Il sole stava iniziando a tramontare e i suoi raggi dorati lo accecavano, rendendo ancora più difficile intercettare la palla impazzita. Ormai non sarebbe più riuscito a recuperarla, pensò il ragazzo. Non che importasse; era solo una pallone da pallavolo, non era certo l’unico che avevano.
Ma improvvisamente sentì qualcosa: un rumore di passi provenire dal nulla accompagnato da un brillante scintillio arancione. Era più brillante persino del tramonto. Kageyama strizzò gli occhi... e una macchia gli passò accanto, talmente veloce che non fece in tempo a sbattere le palpebre prima di trovarselo di fronte. Ci fu il rumore di una sbandata, e in poco tempo si ritrovò a fissare qualcuno: un ragazzo aveva appena fermato la discesa della palla, che ora teneva tra le mani. Come ha fatto a…?
Tenendo con fermezza la palla, si diresse verso di lui, mentre Kageyama lo fissava sbalordito. Tutto si muoveva al rallentatore: il sole stava tramontando e in lontananza si sentiva il canto degli uccelli; i petali di ciliegio fluttuavano dall’alto, andando a finire nelle pozzanghere sparpagliate sulla strada; E di fronte a lui c’era un ragazzo basso di statura, i capelli arancioni, gli occhi color ambra e un sorriso smagliante sul viso. Chi era?
“Hey, è tua?” gli tese la palla, quasi colpendo Kageyama sul petto. Il ragazzo sbatté le palpebre provando come la sensazione di essersi appena svegliato o di aver tirato fuori la testa dall’acqua. “Oh… ehm… sì.” prese la palla e la mise al sicuro sotto il braccio. “Come hai fatto?”
Il ragazzo misterioso sbatté le palpebre confuso con un ingenuo sorriso stampato sul volto. “Fatto cosa?”
Kageyama lo guardò irritato. “A prendere la palla a quel modo.”
“Oh… credo di…” tagliò l’aria col braccio “credo di aver soltanto preso la rincorsa voom! e poi ho saltato e fwahh! E ho preso la palla prima che rotolasse via!” tese le braccia con un risolino “è stato molto divertente!” si interruppe notando l’espressione di pura confusione di Kageyama e corrugò la fronte poggiando le mani sui fianchi. “Hey, aspetta un attimo, com’è che tu riesci a vedermi?”
“Che?” Kageyama lo guardò di traverso e incrociò le braccia “Mi pare ovvio che riesca a vederti, idiota, dal momento che sei proprio di fronte a me!” tutto questo lo stava confondendo. Questa specie di turbina era apparso dal nulla, aveva salvato la sua palla e ora si metteva a fare strane domande. Che cavolo stava succedendo?
Il ragazzo mise il broncio e fece la linguaccia a Kageyama “Non chiamarmi idiota, stupido! La maggior parte delle persone non riesce a vedermi, quindi mi stavo solo domandando come mai tu ci riesca.” sbuffò e gli diede le spalle “mmm, non mi hai nemmeno ringraziato per salvato la tua palla. Ho dovuto faticare parecchio per farlo, sai!”
“Sei un idiota e pure pigro?” chiese Kageyama con un'espressione imperturbabile. Il ragazzo lo fissò con uno sguardo corrucciato e arrabbiato che Kageyama trovò piuttosto buffo. “Zitto! Non sono pigro! È solo che ci vuole molta energia per manifestarsi abbastanza da riuscire a prendere una palla, ok?”
Kageyama ridacchiò sotto i baffi “Manifestarsi? Cosa sei, una specie di mago?”
“Sei così… BWAH!” il ragazzo sospirò frustrato abbassando le braccia, per poi incrociarle al petto e guardare Kageyama con uno sguardo infastidito negli occhi color ambra. “Perché proprio uno stupido sfigato come te doveva riuscire a vedermi? Perché non Kenma o Natsu?” sospirò triste e visibilmente combattuto “non è giusto…”
Confuso, Kageyama corrugò le sopracciglia, cercando di non perdere il filo del discorso. “Un momento… chi sono Kenma e Natsu?” chiese alzando un sopracciglio infastidito “e poi che cosa sono queste cazzate sul vederti, idiota?”
“Smettila di chiamarmi così!” il ragazzo se ne stava in piedi con la faccia paonazza per la rabbia, mentre Kageyama era impassibile, ma incredibilmente confuso. “Non l’hai ancora capito?” Il ragazzo sollevò la mano verso il petto di Kageyama, e l’alzatore alzò prontamente la sua per respingerlo. Non successe nulla, comunque, e strabuzzò gli occhi non appena realizzò che la sua mano aveva attraversato il suo braccio, lasciandogli addosso una sensazione di gelo. “Che diavolo…”
“Sono un fantasma!” esclamò il ragazzo facendo un passo indietro e puntando un dito accusatore verso un sempre più sbalordito Kageyama “hai visto? Sei tu l’idiota, non io!” sembrava fiero di sé stesso, con le braccia incrociate e un sorriso soddisfatto sul volto. Kageyama non rispose. Stava ancora fissando con occhi sorpresi il suo braccio, pervaso dalla stessa sensazione di freddo di poco prima. Il suo polso mi è passato attraverso… come se non ci fossi neppure.
“Ehi, mi hai sentito?” lui si fece più vicino con sguardo torvo “ho detto che sono un fantasma, stupido! Non fare quella faccia scioccata!”
Kageyama si riscosse e gli lanciò un’occhiataccia, spaventando il ragazzo che indietreggiò nervoso. “Senti, idiota.” fece un passo avanti verso il rosso e si abbassò leggermente per guardarlo dritto negli occhi “se sei davvero un fantasma, mi spieghi come mai riesco a vederti?”
“è PROPRIO QUELLO CHE STAVO DICENDO!” ululò il ragazzo frustrato, agitando le mani in aria e facendo ancora più confusione. “c’è stata solo una persona in grado di vedermi prima di te!” sentenziò guardando Kageyama sospettoso “non sei un fantasma, vero?”
Kageyama scoppiò a ridere. “Ti sembro un fantasma per caso, razza di idiota?”
“urggghhh!” Il ragazzo sembrava sul punto di scoppiare, digrignando i denti come un cane rabbioso. Sembrò calmarsi solo dopo aver fatto qualche respiro profondo e dei versi simili a un gatto arrabbiato, poi si voltò di nuovo verso Kageyama, che lo stava guardando in un silenzio divertito. “Quindi non sei un fantasma. Significa che sei un sensitivo, come Yachi-chan!”
“No!” ribatté immediatamente Kageyama “Non sono un sensitivo.”
“Devi esserlo!” protestò il ragazzo “è l’unica spiegazione plausibile…”
“Kageyama!” una voce lo interruppe e Kageyama si voltò per vedere il suo capitano in piedi in cima alla collina. “Kageyama, se hai preso la palla, sbrigati a tornare indietro! Stiamo perdendo tempo!” si voltò e sparì dalla vista di Kageyama ancor prima che il ragazzo potesse rispondere; irascibile, come al solito. Kageyama sospirò e si voltò verso il ragazzo. “Devo andare, ma questa conversazione non è ancora finita!” Si voltò e iniziò a risalire la collina, ma si sentì richiamare a gran voce. “Hey, aspetta un attimo!”
“Che vuoi, idiota?” Kageyama si voltò con uno sguardo irritato, ma leggermente divertito. Il ragazzo si infuriò per l’insulto, ma nonostante ciò sussurrò “come ti chiami?”. Kageyama si portò una mano sul fianco, reggendo il pallone con l’altra. “Kageyama. Kageyama Tobio.”
“Io sono Hinata Shouyo!” disse il ragazzo con un sorriso a trentadue denti, uno di quei sorrisi talmente ampi da farti chiudere gli occhi, che Kageyama aveva visto solo nei film e nei manga. “Ci vediamo in giro, Kageyama!” Prima che l’alzatore potesse dire qualsiasi cosa, il ragazzo se n’era andato, lasciandosi alle spalle una leggera brezza e il fruscio delle foglie.
Kageyama si voltò e cominciò a risalire la collina, guardando verso il basso. “Idiota,” sussurrò, reggendo il pallone più saldamente “non sono un sensitivo, e non credo ai fantasmi.”

***



Il giorno dopo, Kageyama se ne stava con la testa poggiata sul banco mentre ascoltava il mormorio monotono dell’insegnante, che stava spiegando qualcosa a proposito di una qualche guerra di cui a Kageyama non importava minimamente. L'unica cosa a cui riusciva a pensare era Hinata. Un ciclo di parole continuavano a vorticare nella sua mente, mentre cercava di dar loro un qualche senso. Hinata, fantasma, arancione, tramonto, Hinata, fantasma, pallavolo, sensitivo, idiota, Hinata, fantasma?
Sospirò frustrato e chiuse gli occhi. Come se non avesse abbastanza cose a cui pensare tra lo studio e la pallavolo. Ora ci si metteva anche questo casino. Un fantasma? Sul serio? Kageyama si sentiva come se gli stessero tirando un brutto scherzo. Eppure… tornò con la mente a quando la mano di Hinata aveva attraversato il suo braccio; la sensazione di freddo che aveva provato sulla pelle, che lo aveva fatto raggelare fino al midollo. Era reale. E se era reale, allora forse…
“Kageyema! Psst! Kageyama!”
All’alzatore venne quasi un infarto e alzò la testa così velocemente che sentì il suo collo scricchiolare. Si voltò di scatto trovandosi il naso di Hinata a due centimetri dalla faccia e per poco non cadde dalla sedia, ansimando. “Idiota?” sibilò, guardandosi attorno con circospezione, timoroso che qualcuno potesse vederlo e pensasse che fosse impazzito. “Che cosa ci fai qui? Come mi hai trovato?”
Hinata sorrise, saltellando sulle punte dei piedi. “Beh, stavo parlando con Yachi-san e mi ha detto in che classe eri! Che bizzarra coincidenza che siate entrambi sensitivi e frequentiate la stessa scuola. È una figata!”
“Te l’ho già detto! Non sono un sensitivo!” sibilò “adesso vattene, prima che qualcuno ti veda!”
Hinata lo ignorò, facendosi cadere fragorosamente sul pavimento a gambe aperte come un bambino, fissando intensamente l’insegnante alla lavagna. “Ohh, era da così tanto che non entravo in aula di scuola! È esattamente come la ricordavo!”
“Hinata!” Kageyama ringhiò a denti stretti cercando di non perdere la calma “Te ne devi andare! Adesso!”
“Ma Kageyamaaaaaaa!” piagnucolò Hinata, mettendo il broncio come un bambino a cui è vietato prendere un altro biscotto. “Voglio restare! Qui mi diverto! Non sono mai andato da nessuna parte e nessuno può vedermi, quindi non parlo mai con le persone…” il suo tono di voce si affievolì, mentre disegnava pigramente cerchi sul pavimento col mignolo. “Mi sto annoiando tutto da solo…”
Kageyama sospirò. Avrebbe potuto provare pena per lui… se non fosse stato così fastidioso. “Hinata, ci siamo conosciuti solo ieri. Non puoi presentarti qui e bighellonare tutto il giorno attorno alla mia classe. Perché non stai con… questa Yachi per esempio!”
Hinata sbuffò rumorosamente e si strinse le ginocchia al petto. “Yachi-san mi ha detto di non parlarle a scuola perché la fa sembrare strana…”
“Beh immagina cosa sembro io.” disse Kageyama con un tsk infastidito. Sospirò all’ennesimo borbottio di Hinata, intento a raccogliere minuscole molecole di polvere dal pavimento. “Senti, facciamo così. Puoi bighellonare qui in giro fino a pranzo, ma poi te ne devi andare, ok?”
Hinata sembrò illuminarsi e annuì diverse volte, con così tanto entusiasmo che Kageyama ebbe paura che la testa gli si staccasse letteralmente dalle piccole spalle. “Sì! Grazie, Kageyama! Farò il bravo, promesso!” si raddrizzò e incrociò le gambe; sembrava così determinato mentre fissava il banco. “Starò seduto qui buono e calmo!”
Kageyama sospirò e riportò la sua attenzione di fronte a lui, pronto a scommettere che Hinata Shouyo sarebbe stato un’enorme seccatura.

***



“Yay, yay, yay, yay, yaaaaay!” Hinata saltellava in giro come un canguro, mentre Kageyama roteava gli occhi. Correva avanti e indietro, stringeva le braccia ai fianchi, poi le roteava in aria, se le stringeva alla maglietta e puntava a caso diverse cose, i suoi grandi occhioni ambrati e il suo sorriso felice a incorniciargli il volto. “Ohhh, è fighissimo! La scuola è esattamente come me la ricordavo!”
“Smettila di saltare in giro, idiota!” gli ordinò Kageyama, fermandosi davanti a un distributore corrugando la fronte mentre decideva cosa prendere dalla vasta selezione di bevande. Hinata si fermò di colpo di fianco a lui e allacciò le mani dietro la schiena, sporgendosi in avanti con sguardo curioso, come se non avesse mai visto un distributore prima di allora. “Che cosa stai facendo, Kageyama?”
“Sto comprando il latte,” rispose premendo un tasto sullo schermo e facendo scorrere verso di lui il cartone di latte dall’apertura. Infilò la cannuccia in cima e iniziò a bere, guardandosi intorno e dirigendosi verso un grande albero posto al centro del cortile mentre Hinata saltellava dietro di lui ridendo gioioso.
Kageyama si sdraiò sul prato di fronte all’albero e Hinata si lasciò cadere di fianco a lui, ridacchiando come un ebete (a dire il vero) iniziando a seccare Kageyama. “Ehi, idiota, vuoi toglierti quel sorriso smagliante dalla faccia? Mi stai facendo andare in bestia!”
Hinata gli fece la linguaccia. “Sta’ zitto, Bakageyama! Sorridere ti farebbe bene!” per poco Kageyama non sputò il latte che stava bevendo e si voltò per guardare il rosso. “Come mi hai chiamato, idiota?”
Ignorandolo, Hinata passò in rassegna il cortile finché i suoi occhi non notarono qualcuno. La bocca assunse una forma a O mentre saltellava e agitava le mani in aria come un pazzo. “Oh, Yachi-san! Ciao, Yachi-san!” Kageyama seguì lo sguardo eccitato di Hinata finché non notò una ragazzina bionda ricambiare il saluto con un sorriso. Mentre Hinata correva verso di lei, Kageyama roteò gli occhi e prese un altro sorso di latte.
Sì… sarebbe stata un enorme seccatura.

Note dell'autore: Wow, questa è la mia primissima fan fiction su Haikyuu. Probabilmente avrei dovuto scriverne una prima di questa, ma va beh. Spero che questa vi piaccia, mi piace l'idea dei fantasmi, quindi ho deciso perché non fare qualcosa con loro? In più ho pensato che sarebbe stato spiritoso se Hinata fosse un fanstasma e Kags fosse un sensitivo, perché onestamente è troppo divertente xD
Comunque, se la storia vi è piaciuta e volete leggere di più, ricordatevi di seguirla e metterla tra le preferite e fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione qui sotto!

Note del Traduttore: salve a tutti, questa è la mia prima traduzuione, spero che sia di vostro gradimento e di aver fatto un buon lavoro. Attualmente la fan fiction ha 15 capitoli, quindi ho abbastanza materiale su cui lavorare prima che continui. Il lavoro non mi lascia molto tempo per tradurre, ma spero di poter fare almeno un capitolo a settimana. Questa autrice scrive molte storie davvero interessanti, principalmente AU, un territorio che non ho mai davvero esplorato ma che inizia a piacermi. Inoltre, mi piace molto la coppia Hinata/Kageyama quindi credo che continuerò a tradurre le sue storie :) spero di ricevere molte recensioni e al prossimo capitolo ;)
Come mi dice il regolamento, vi passo il link della storia originale, così potete consultarla in qualsiasi momento. Grazie per aver letto.

Sion
   
 
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