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Autore: Walking_Disaster    25/12/2017    1 recensioni
Una future!fic TodoDeku che celebra del sano e semplice fluff natalizio.
E' il primo Natale che Todoroki e Midoriya passano insieme, nella loro nuova casa. Secondo Izuku, bisogna renderlo speciale.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Shouto Todoroki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di vischio

e katsudon




Ad Elena, con tanti auguri.






Uhm... bentornato.”, lo accolse così, Midoriya. Con un ridicolo cappello natalizio, un brutto maglione con una renna ricamata sopra e due bicchieri di vino rosso in mano. Forse un po' imbarazzato, ma parte della sua bellezza si collocava proprio lì: nel rossore delle gote e negli occhi bassi.
Todoroki appese la sciarpa all'attaccapanni al suo fianco e prese uno dei calici che gli veniva offerto, le labbra appena dischiuse con incredulità. Izuku si decise a guardarlo in volto e si sporse fino a dargli un tenero bacio a fior di labbra, abbozzando un sorriso.
“Cos'è quell'espressione? Non ti piace?”, domandò. E per quanto cercasse di dissimulare, Todoroki sapeva che quelle domande nascondevano vera preoccupazione. Così si affrettò a scuotere il capo: non avrebbe mai finito di stupirsi di quanto sciocco fosse quel ragazzo e di quanto quella sciocchezza lo facesse innamorare ogni giorno in modo nuovo. Ogni giorno un po' di più.
“Non me l'aspettavo...” spiegò, abbozzando una stretta nelle spalle. Ed era vero.
L'espressione confusa che Midoriya gli rivolse lo fece sentire in dovere di specificare: “A casa mia non abbiamo mai festeggiato il Natale, figuriamoci la Vigilia. Finché c'era mia madre, ricevevamo dei regali, ma quando poi lei se n'è andata... non sono più esistite feste, in casa mia.”, ammise, concentrandosi sul calice che rimandava riflessi rossi.
Midoriya stette in silenzio per qualche istante, prima di gonfiare il petto. Fece cozzare gentilmente i due bicchieri, gli sollevò il viso con la mano libera e gli sorrise in modo caldo. Todoroki si sorprese a pensare che
quello sarebbe potuto essere un buon Natale. Una ricorrenza speciale, di gioia e calore, che viveva lì. Nella piega del sorriso di Izuku.
“Non è il caso di dimenticare ciò che è stato, ma c'è posto per costruire cose nuove. Questo è il nostro primo Natale insieme, nella nostra casa: d'ora in avanti non ci saranno più Natali tristi. È una promessa, la mia.”, e così dicendo, si portò il bicchiere alla bocca per prendere un paio di sorsi di vino. Todoroki era ancora intontito, ma lo imitò.
In casa era caldo, Midoriya aveva addobbato e sparso lucine per tutto il salotto, il camino crepitava ed il piccolo tavolo era apparecchiato in rosso e oro. L'unica nota stonata era l'albero, che troneggiava in un angolo, completamente spoglio. E gli strani occhi di Shouto indugiarono proprio in quel punto, facendo voltare Midoriya che attirò nuovamente la sua attenzione: “Va fatto insieme.”, spiegò, lanciandogli un sorriso raggiante.
Era possibile piangere a Natale? Era permesso? Non gli pareva il caso. Ed infatti ricacciò in gola il groppo e strinse le labbra, sentendosi in dovere di scusarsi in qualche modo.
“Mi dispiace se non sembro molto partecipativo... è che – vedi, non so davvero cosa dire. Non sono abituato.” e così dicendo, svuotò l'ultimo sorso di vino dal bicchiere, prima di avvicinarsi al corpo del compagno quel tanto che bastava per trovare rifugio nel suo abbraccio. Vi si crogiolò, il mento appoggiato sulla sua spalla, mentre guardava quel grande albero – il
loro albero – che avrebbero dovuto addobbare insieme.
“Non fa niente. Mi basta sapere che sei felice.”, sussurrò Izuku nel suo orecchio, mentre gli accarezzava con dolcezza i capelli.
Ovvio che era felice. Eppure si limitò ad annuire, stringendo il suo compagno più forte, mentre un piccolo sorriso gli sbocciava sulle labbra.
“Bene! Allora, la roba per il katsudon è pronta, devo solo friggere le cotolette e poi possiamo mangiare. Che ne dici di andare a tavola? Tu ti accomodi, ceniamo e poi facciamo l'albero.”
Todoroki annuì di nuovo, posando un piccolo bacio sul mento di Midoriya ed allontanandosi dalla sua stretta per andare a sedersi mentre il compagno spariva in cucina.
Al centro della tavola c'era una ciotola trasparente con dell'acqua dentro, dove cinque piccole candele rosse galleggiavano sulla superficie, illuminando di una luce aranciata la tovaglia bianca e dorata. L'apparecchiatura, come poté notare Todoroki mentre si accomodava sulla sedia, era stata sistemata con estrema cura ed un rametto di vischio era presente su entrambi i loro tovaglioli. Prese quel tradizionale simbolo natalizio e lo studiò con un mezzo sorriso, concentrandosi sui pallini rossi, prima di posarlo nuovamente.
“Posso venire a dare una mano?”, chiese a voce alta, per farsi sentire da Izuku. Il “no!” gridato fu preceduto da un fracasso non meglio identificato di qualcosa caduto a terra. Ci fu anche un “merda” biascicato che fece ridacchiare Todoroki; posò il mento sul pugno chiuso, il gomito puntellato sul bordo del tavolino, ed attese che Midoriya arrivasse vincitore.


Voilà!”, si annunciò fieramente Izuku, appoggiando con galanteria la ciotola di riso e carne davanti a Todoroki. Intanto che si sedeva, Shouto aveva avvicinato il naso a quel ben di Dio, annusando. La pancia borbottò rumorosamente.
“Ho già l'acquolina, sai? Sembra davvero ottimo! Non pensavo fossi un cuoco così bravo.”, lo punzecchiò, prendendo le bacchette e sorridendo di sbieco.
Midoriya sembrò quasi lusingato, mentre arrossiva e si grattava il retro della testa: “E' che non ho mai tempo per via del lavoro, ma me la cavo ai fornelli. Mi ha insegnato mia madre. So che il katsudon è il tuo piatto preferito ed ho approfittato del fatto che oggi io fossi a casa.”
Todoroki sorrise grato, raccogliendo un po' di riso e la prima striscia di carne fritta, facendola sparire tra le labbra. Masticò con attenzione, sotto lo sguardo impaziente del compagno. Alla fine annuì, schioccando le labbra: “E' buonissimo. Ti ringrazio.”
Midoriya si illuminò, rilassandosi all'improvviso e cominciando finalmente a mangiare. Aveva aspettato con trepidazione il giudizio di Todoroki ed ora era evidentemente fiero del fatto che all'altro fosse piaciuto.
“Alla fine però a me sembra che più che la Vigilia di Natale qui si stia festeggiando me.”, scherzò Todoroki, allungando la mano sul tavolino e rivolgendola verso il soffitto, in attesa che Izuku gli porgesse la sua. Lo fece subito, mentre ridacchiava ed agitava le bacchette in aria in modo goffo: “In fondo a Natale si festeggia ciò che è gioia, la famiglia, l'amore... tutte cose che per me combaciano con te. Non stiamo festeggiando te, ma noi. Secondo me è una bella cosa.”, concluse, stringendo un po' di più le dita di Todoroki.
Questi rimase qualche istante in silenzio, osservando Midoriya che mangiava con gusto il suo piatto. Era sporco di salsa al lato della bocca e continuava a tenere su quel ridicolo cappello da Babbo Natale.
“Non hai idea di quanto tu sia meraviglioso.”, soffiò quindi Shouto, piegando il capo di lato. Midoriya sollevò gli occhi proprio mentre diventava pericolosamente paonazzo. Qualcosa doveva essergli andato di traverso, perché cominciò a tossire tragicamente, colpendosi il petto e suscitando l'ilarità di Todoroki, che lo raggiunse per picchiettargli delicatamente la schiena. Con la scusa, ne approfittò per rubargli qualche bacio sulla guancia, poi riuscì a raggiungergli il collo e poté perfino leccargli via il sugo dall'angolo della bocca – tutto mentre Izuku gracchiava “smettila!” nel panico.
Dopo un bel bicchiere d'acqua, la situazione riuscì finalmente a calmarsi, e Shouto tornò al suo posto dopo aver posato un tenero bacio sulla fronte dell'altro. A quel punto la cena proseguì senza altre interruzioni; le bacchette tintinnavano nelle scodelle e il vino veniva versato generosamente, e tra una chiacchiera e l'altra, i piatti furono svuotati. Todoroki si massaggiò lo stomaco con evidente soddisfazione, allungando le gambe sotto il tavolino e picchiettando col piede la gamba del compagno.
Midoriya sospirò soddisfatto, ammiccando in modo giocoso: “C'è anche il dolce. Mentre cuoce decoriamo l'albero, va bene?”, chiese retoricamente, mentre si alzava e faceva per sparecchiare. Stavolta però Shouto lo fermò scuotendo la testa e rubandogli la ciotola da sotto il naso, che mise dentro la sua.
“Fermo qui, tu. Faccio io.”, disse, portando tutto in cucina e caricando la lavastoviglie. Dall'altra stanza si sentiva la voce di Izuku. Era stonatissimo, ma non sembrava interessargli mentre cantava “All I want for Christmas is you”.
Todoroki tornò da lui e Midoriya gli puntò l'indice contro, come a volerlo accusare. E invece tutto ciò che fece fu ululare la “u” di “you” in modo lungo e sgradevole, facendo ridere Shouto.
“I just want you for my own
more than you could ever know!
~”, proseguì, prendendo il posto di Izuku il polso ed attraendolo a sé. Fece scivolare le mani fino a palpargli le natiche e Midoriya rispose con una risatina allegra, scivolando via dalla sua stretta e tirando fuori dalla scatola degli addobbi un altro cappello natalizio, uguale al suo. Si alzò sulle punte e glielo infilò – e Todoroki avrebbe davvero tanto voluto lamentarsi e dirgli di no, per favore, era già abbastanza natalizio da solo, metà albino e metà rosso, ma Izuku era così felice, ci teneva così tanto... e allora stette in silenzio. Sollevò l'occhio azzurro e quello grigio verso l'alto, come aspettandosi di poter vedere quel copricapo – e per qualche ragione, Midoriya rise. E be' – se il guadagno per essere una decorazione su gambe era Izuku che rideva, era pronto a cavalcare una cazzo di renna e infilarsi nei camini della gente.
Prese in mano tre o quattro palline e, mentre l'altro sistemava un filo di lucine, cominciò ad attaccarle all'albero. Andarono avanti così per un po', e poi quel silenzio confortevole e che sapeva di casa venne interrotto: “Amore?”, fece Izuku, che in quel momento gli dava le spalle.
“Sì?”
“Ho comprato una bath bomb e dei petali di rosa. Pensavo che potremmo fare un bagno insieme, dopo il dolce.”
Todoroki sorrise – ed era un sorriso segreto, che sapeva di una felicità che prima d'allora non aveva mai potuto conoscere.
Stette in silenzio qualche istante, gustandosi il momento.
“Izuku?”
“Mh?”
Gli si avvicinò e lo abbracciò da dietro. Teneva un braccio sollevato sopra di loro, e la mano reggeva il vischio che era stato lasciato sul tavolino. Impose un bacio umido, profondo e dolce. Mangiò Midoriya un pezzo alla volta – si fece mangiare un pezzo alla volta. E tornarono ad essere parte uno dell'altro, come sempre e come mai.
“Potrei abituarmi a questo nuovo tipo di Natale.”




Walking_Disaster's corner:

Ciao Ele!
Lo so: ho un po' barato. Il prompt era tuo ed io l'ho riadattato fino ad arrivare ad avere questa piccola OS. Non sono brava a scrivere fluff, ma spero ugualmente che ti piaccia e che possa avere un ruolo nel tuo Natale – che sia felice, pieno di calore e che il prossimo anno ti riservi solo cose belle.

Ti voglio bene. Grazie di tutto,
Cate

   
 
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