Merry Christmas.
Erano
trascorse ore da quando Vicio aveva messo piede dentro al negozio
più
prestigioso della città di Konikoni, era in piedi davanti al
bancone
e guardava la commessa con uno sguardo annoiato e accigliato.
Era
inutile, non riusciva a collaborare nemmeno sotto sforzo.
Sospirò
e si accarezzò il pizzetto, scrollò le spalle per
esprimere il
proprio disappunto e spostò lo sguardo in direzioni delle
due
dipendenti vestite di bianco, almeno loro sembravano entusiaste di
contemplare i vari gioielli in esposizione.
Quella mattina Vicio
aveva lasciato l'Æther Paradise con il cuore pieno di
speranze,
voleva comprare un regalo natalizio per l'unica persona che reputava
importante dopo il lavoro, ma il viaggio per i negozi più
prestigiosi di Alola si era rivelato infruttuoso e questo era servito
a metterlo di malumore.
Detestava sprecare il suo tempo e quella
serie di insuccessi gli faceva perdere la pazienza, nemmeno
l'intervento della commessa aveva migliorato la situazione. Quella
ragazza sprigionava giovinezza e inesperienza da tutti i pori, il suo
modo impacciato di porsi aveva turbato l'animo del Capo Filiare e per
lui era impossibile cambiare idea.
«No, nemmeno questo sembra
andare bene» esclamò quando la giovane donna
tirò fuori l'ennesimo
cerchietto cosparso di pietre preziose. «Il regalo che sto
cercando
è per una persona speciale e raffinata, questa spazzatura
non è ciò
che avevo in mente».
Vicio
aveva lasciato la boutique per dirigersi verso la Punta Akala, aveva
congedato le dipendenti per permettere alle due di godersi la
festività imminente. Ancora non era riuscito a realizzare il
suo
scopo e ciò lo infastidiva, era la prima volta che Vicio
metteva da
parte il suo narcisismo per fare un regalo a qualcuno, non riusciva a
digerire l'idea di aver commesso un enorme fallimento personale.
Eppure doveva sbrigarsi e fare ritorno alla Fondazione prima delle
sei, la cerimonia natalizia stava per avere inizio e l'idea di
presentarsi senza un dono era inaccettabile. Di solito erano i
dipendenti quelli che si preoccupavano di fare colpo sul Capo
Filiare, per non parlare delle lodi che riceveva dalla direttrice o
dai follower che seguivano il suo blog personale, ma Vicio voleva
provare a gettarsi in un'avventura diversa e non poteva dichiararsi
senza un buon regalo con cui sorprendere la futura partner.
Erano
mesi che rifletteva sul da farsi, anche se il fantomatico
“sì”
gli sembrava lontano anni luce. Alla Fondazione era conosciuto per
essere un superiore rigido e poco garbato coi sottoposti, come poteva
sperare di fare colpo sulla persona più dolce e amabile
dell'intera
struttura?
Impossibile.
Vicio
scrollò le spalle e si sistemò gli occhiali sul
naso, alzò lo
sguardo in direzione del mare per liberarsi la mente dai vari
pensieri negativi. Aveva raggiunto la costa rocciosa della Punta
Akala per immergersi nella natura e isolarsi dalla civiltà,
quando
si avvicinava il crepuscolo quel luogo diventava uno dei posti
più
affascinanti e silenziosi dell'intero arcipelago tropicale.
«Credo
proprio che dovrò aspettare il prossimo anno»
commentò ad alta
voce e con una punta di amarezza, accarezzandosi il pizzetto con un
movimento lento della mano sinistra. «Beh, forse è
meglio se mi
sbrigo. Se continuo di questo passo, sono sicuro che non
riuscirò ad
arrivare in tempo per la festa».
Fu
quello l'attimo in cui Vicio percepì qualcosa di estraneo
entrare in
contatto con la propria gamba, quel corpo estraneo lo
spintonò con
così tanta forza da farlo avvicinare al bordo della costa.
Il Capo
Filiale sussultò dallo stupore e riuscì a
mantenere l'equilibrio,
quello che bastava per evitare di cadere sulle rocce scure che si
incontravano con le acque salmastre del mare. Inarcò un
sopracciglio
e abbassò lo sguardo, notò subito un piccolo
Stufful intento a
strusciarsi contro alla propria gamba. La piccola creatura sembrava
deliziata e contenta di vederlo, si esprimeva con versi che
rasentavano il limite della dolcezza.
«E
tu che ci fai qui?» domandò a quel punto e si
sistemò gli occhiali
sul naso, sbuffò quando notò i piccoli frammenti
cosparsi sul pelo
rosa del Pokémon. Era un cucciolo appena uscito dall'uovo,
questo
significava che l'aveva scambiato per la madre. «Non sono
quello che
pensi tu, hai sbagliato persona, adesso sparisci dalla mia vista
perché mi stai facendo perdere tempo!».
Esclamò
il Capo Filiare senza trattenere lo sdegno, spostò il
minuscolo
esserino con il piede per liberarsene e cominciò a procedere
in
direzione del cimitero, doveva raggiungere il Resort Hanu Hanu per
salire sul traghetto e fare ritorno alla Fondazione. Ma il piccolo
Stufful non aveva afferrato il messaggio, dopo un paio di secondi
iniziò a seguirlo e ad emettere dei lamenti per richiamare
l'attenzione della “madre”.
«Smettila
di seguirmi! Io non sono tua madre!».
Sbraitò,
sull'orlo di una crisi di nervi.
Stava
per disfarsi di quel piccoletto grazie all'intervento del proprio
Hypno ma, nello stesso istante in cui afferrò la
Pokéball per
liberare il proprio compagno di squadra, ecco che un'illuminazione
gli arrivò dritta nella mente e lo bloccò sul
più bello.
Cominciò
a sorridere con un pizzico di malizia, finalmente era riuscito a
trovare ciò che stava cercando. Il suo genio infallibile
aveva
colpito ancora.
La
Fondazione Æther era il posto più elegante e
raffinato dell'intera
regione, ma quando si avvicinava il periodo natalizio possedeva una
bellezza unica nel suo genere. I dipendenti avevano trascorso le
utile settimane a decorarla con addobbi natalizi impeccabili e luci
di vario tipo, rendendola al pari di un gioiello dal valore
inestimabile.
La direttrice non era il tipo di donna che
accoglieva il Natale con tanto entusiasmo, la perdita del marito
aveva contribuito ad allontanarla dai festeggiamenti, ma il suo amore
andava oltre ogni misura ed era disposta a sacrificarsi pur di
accontentare le creature che vivevano dentro al suo paradiso
artificiale.
Era
un anno che Vicio aspettava con pazienza l'arrivo del Natale, era un
contesto magico per chiunque e l'idea di dichiararsi sotto alle luci
colorate a momenti lo faceva emozionare come un bambino. Ma non
doveva perdere il controllo delle proprie facoltà, era da
stupidi
rovinarsi sul più bello e mandare all'aria mesi di
progettazioni.
Sospirò
per mantenere la calma e si avvicinò a Ciceria con passo
lento e le
mani intrecciate dietro alla schiena, la sua assistente non era molto
distante, era intenta a conversare amorevolmente con chiunque le
capitasse sotto tiro. Era splendida nel suo vestito elegante e di un
rosso acceso, era una gioia per gli occhi vederla indossare qualcosa
che si allontanava dalla classica divisa bianca.
«Buonasera
Ciceria».
Esclamò
lui con un filo di voce, l'emozione lo rendeva teso come una corda di
violino.
«Oh!
Buonasera Signor Vicio, anche lei da queste parti?!».
Vicio
annuì con il sorriso, porgendole la mano.
«Venga
con me, devo mostrarle una cosa».
I
due si allontanarono dalla folla per fermarsi sull'ascensore dalla
forma triangolare, Vicio si affrettò a premere i tasti per
salire
verso la zona protetta. Era l'unico luogo in cui gli invitati non
mettevano mai piede, la sicurezza dei Pokémon veniva prima
di tutto
alla Fondazione e quelle dolci creature non andavano disturbate per
nessun motivo al mondo.
«Dove
stiamo andando Signore?».
«Nell'unico
luogo che reputo tranquillo e in disparte, lo sa benissimo che non
sono abituato a partecipare a questo genere di feste. Ogni tanto,
anche uno studioso del mio livello deve fermarsi e far riposare la
propria mente» commentò con calma, accarezzandosi
il pizzetto.
«Ha
perfettamente ragione Signore».
La
donna cominciò a esprimersi con un dolcissimo sorriso, un
gesto che
riuscì a far sciogliere il cuore del Capo Filiare.
Vicio era
agitato e non riusciva a nasconderlo, era incredibile l'attrazione
che provava per la propria assistente. Lui che era così
pieno di
narcisismo e difetti, si era innamorato di una donna dolcissima e che
non perdeva mai l'occasione per fare una buona azione. Il loro
rapporto poteva funzionare? Ciceria era in grado di accettare ogni
suo lato oscuro?
Era una domanda che si faceva da chissà quanto
tempo, ora era lì per sentire una risposta effettiva.
«Già,
è risaputo che io non sbaglio mai».
Mormorò
con il sorriso sulle labbra e, quando l'ascensore terminò la
sua
corsa, invitò la donna a scendere per dirigersi nella parte
più
inoltrata della zona protetta. «Sa Ciceria, ammiro tantissimo
il suo
lavoro.
Lei fa sempre il possibile per provvedere al benessere dei
Pokémon che ospitiamo, per non parlare di come si interessa
anche
alle persone che lavorano per la Fondazione»
Cominciò
a parlare e alzò lo sguardo verso la vetrata che componeva
il tetto,
da lì era possibile vedere le stelle e la penombra del
Paradiso
rendeva quel quadretto stellato più affascinante del
normale.
«Però...Non posso ignorare la sua dedizione, di
come arriva allo
stremo pur di accontentare le mie richieste da Capo Filiare.
So di
essere molto esigente quando si parla di lavoro, per questo ho deciso
di farle un piccolo regalo per ringraziarla».
Finì
il proprio discorso e si voltò verso Ciceria,
cominciò a sorridere
e tirò fuori la sfera in cui era racchiuso Stufful, quel
piccoletto
che aveva incontrato sulla Punta Akala e che per un attimo aveva
voluto allontanare.
Aveva deciso di catturare Stufful proprio
perché, caratterialmente, si avvicinava a Ciceria. Entrambi
non
avevano smesso di seguirlo nonostante il caratteraccio dimostrato, un
gesto impossibile da ignorare.
«Signore...Lei...Non
doveva spingersi così tanto» borbottò
Ciceria con le guance rosse
dall'imbarazzo, si vedeva che non era preparata per l'occasione e che
Vicio era riuscito a coglierla di sorpresa.
Vicio
scrollò le spalle e si avvicinò alla donna, le
afferrò la mano con
delicatezza per appoggiarci sopra la sfera.
«Questo
è un ringraziamento che sentivo di farle, cercate di non
perdetelo
mai di vista» sussurrò con garbo e si
preoccupò di premere il
tasto al c'entro, partì subito un laser rossastro
così da liberare
il cucciolo di Stufful.
Gli occhi di Ciceria brillavano
dall'emozione, era impossibile non notarli.
«Signore,
lei...».
«No,
chiamami Vicio per stasera».
Vicio
guardò la donna con il sorriso e schioccò le
dita, proprio in quel
momento i dipendenti che erano nascosti negli angoli avviarono la
musica. Si preoccupò di avvicinarsi maggiormente a Ciceria,
l'afferrò con delicatezza per cominciare a ballare sotto
alla luce
candida delle stelle.