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Autore: nattini1    25/12/2017    3 recensioni
Buon Natale! Pre serie, Dean ha 7 anni e Sam 3.
John, dovendosi allontanare per la caccia, decide di lasciare Sam e Dean da Bobby per Natale. Bobby vuole dare loro un senso di normalità e così si adopera comprando un albero di Natale ed un ridicolo costume da Babbo Natale in modo da sorprendere i ragazzi. Opera realizzata per il Secret Santa del gruppo fb WAYWARD SONS AND DAUGHTERS: https://www.facebook.com/groups/waywardsonsanddaughters/, il prompt è di Lyaranna.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Questi personaggi non mi appartengono; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.






Ben lontano dall’essere un segno di devozione religiosa, l'albero di Natale è la proiezione di un sogno, un’immagine di un'utopia che gli uomini nascondono, ma che i bambini non esitano a manifestare, decorandola con cose semplici, con le proprie mani: un luogo felice e fermo nel tempo. Poco importa se a cose fatte la realizzazione è lontana dalla chimera che avevano nella mente: la luce, i colori e il calore sono lì, in una notte di meraviglie, nella loro casa, nel silenzio rotto solo dal dolce tintinnio di una campanella. Ciò che rende meraviglioso l'albero è quell'atmosfera magica che unisce tutta la famiglia in un cuore solo, la fa serena nella certezza che l'amore è là, vicino a loro, e li unisce. Ogni vita prende senso, perché si abbandona ogni impegno e si percorrono strade e sentieri per ricongiungersi coi propri cari ai piedi di quell'albero, nella notte magica o santa a seconda di ciò in cui uno crede.

Ogni vita, tranne quella dei cacciatori, che spesso non avevano una casa da addobbare o, quand'anche avessero la fortuna di possederne una, non avevano tempo per comprare un albero e delle decorazioni o non avevano nessuno con cui condividere il Natale.

Bobby Singer era ben lontano dall'essere un credente, figuriamoci un praticante, ma persino la sua vita, fatta di caccia ai mostri, alcol per dimenticare, libri in greco antico che narravano di morte e oscurità, ancora tanto alcol per dimenticare, ogni tanto veniva illuminata da uno spiraglio di luce e affetto che la rendevano migliore di quello che era. Non dipendeva certo dalla data sul calendario, per lui che fosse il 24 dicembre o il 24 giugno poco cambiava, ma era la presenza di due piccoli marmocchi che ancora, forse per poco, non avevano smesso del tutto di sognare e di essere bambini. Due marmocchi di 7 e 3 anni con gli occhi verdi che in quel pomeriggio nella vigilia di Natale avrebbero dovuto pensare solo ai regali che Babbo Natale avrebbe portato nella notte e messo sotto l'albero e alla gioia di strappare la carta da regalo al mattino sulle ginocchia del padre, non a intagliare le punte dei paletti di legno, come invece stavano facendo in quel momento seduti sul tappeto nella casa di Bobby.

Dean, il maggiore, spiegava a Sammy, infagottato in una camicia troppo grande per lui, che doveva sempre rivolgere il taglio della lama verso l'esterno, compiendo un movimento che l'avrebbe portata lontano dal corpo e il piccolo cercava con impegno di imitare i gesti del fratello stringendo l'elsa di un pugnale che a mala pena riusciva a tenere in mano.

Bobby sospirò. Non aveva mai voluto avere dei figli; aveva ancora davanti agli occhi l'ambra del whisky che si scuriva mescolandosi al rosso sangue di suo padre, lo stesso sangue gli scorreva nelle vene, e nelle orecchie lo schiocco dello sparo quando aveva premuto il grilletto e aveva lasciato partire il colpo che l'aveva ucciso. Si passò una mano sul viso per scacciare invano quel ricordo; no, non avrebbe mai rischiato di far passare a un bambino quello che aveva passato lui. Eppure ora si ritrovava a fare da babysitter ai piccoli Winchester perché John, il loro padre, era troppo preso dalla caccia al demone dagli occhi gialli, che ormai era diventato il suo demone personale, per fermarsi un momento e far vivere ai suoi figli un giorno sereno tutti insieme. Che idiota!

Dean probabilmente non conservava più alcun ricordo della sua vita di prima, quando aveva ancora una mamma, quando non sapeva che i mostri erano reali. Sam di sicuro non aveva mai festeggiato un solo Natale come tutti gli altri bambini della sua età.

I bambini misero da parte coltelli e bastoni perché Sam era stanco e aveva chiesto a Dean di leggergli una storia e il più grande l'aveva subito accontentato, prendendo un libro che aveva rubato dalla biblioteca dell'ultima delle già numerose scuole in cui era stato sballottato dal continuo girovagare del padre. Si intitolava: Il mondo segreto di Babbo Natale. Aveva attirato la sua attenzione perché era pieno di figure coloratissime che pensava sarebbero piaciute al suo fratellino; parlava di Babbo Natale, un uomo molto magro che sembrava grasso solo perché indossava un enorme abito autoriscaldante e viveva al Polo Nord, dove aveva una fabbrica in cui lavoravano moltissimi elfi, che producevano giocattoli per tutti i bambini del mondo. Sam rideva mentre Dean leggeva che gli elfi gestivano un ufficio che riceveva tutte le lettere con le richieste dei bambini del mondo e organizzavano spedizioni di regali nascosti in fantasiosi mezzi di trasporto (perché nella slitta non potevano entrarci tutti!), progettati per non essere individuati dalle persone: finte isolette che galleggiavano sull'acqua, nuvole che nascondevano dirigibili all'interno. Nelle ultime pagine si raccontava che Babbo Natale, nella notte del 24 dicembre, viaggiava su una slitta supertecnologica ed entrava nelle case attraverso camini, porte o finestre per consegnare i regali e che la mattina di Natale i bambini aspettavano trepidanti che mamma e papà fossero svegli per aprirli tutti insieme; per fortuna l'illustrazione rappresentava solo una bambina felice davanti all'albero di Natale sotto cui stavano i regali, per cui Dean tralasciò volutamente la parte in cui si parlava di “mamma e papà”. Sam era completamente rapito dalla storia e tempestò Dean di domande: chiese se Babbo Natale esistesse davvero, se anche loro avrebbero dovuto scrivergli una lettera, se avesse davvero un naso così grande come nel disegno, quanti fossero esattamente gli elfi che lavoravano per lui e poi, guardandosi in giro, chiese dov'era l'albero dove avrebbe messo i regali.

Per rendere più felice e serena l'esistenza di Sam, Dean era abituato a raccontare storie, sia che fossero favole della buonanotte o menzogne per compensare l'assenza del padre, quindi gli disse che Babbo Natale esisteva nella loro mente e che stare insieme era tutto quello di cui avevano bisogno, distraendo poi il piccolo con la proposta di una merenda e trascinandolo in cucina. Ma l'innocenza di quelle domande aveva fatto breccia nel cuore di Bobby, che prese le chiavi della macchina e urlò a Dean di badare a Sam per una mezz'ora visto che lui doveva uscire a fare una commissione.

Quando rientrò in casa, aveva con sé un abete di un metro e mezzo (un po' spelacchiato a dire il vero, ma era il migliore che aveva trovato a quell'ora) e un paio di scatole che nascose svelto nello sgabuzzino. I bambini gli vennero incontro e Sam batté le mani felice e speranzoso e Dean chiese stupito: “È un albero di Natale! Ora lo decoriamo?”. Che palle! Bobby si diede dell'idiota per aver dimenticato di comprare le decorazioni, ma corse ai ripari rimediando con ogni cosa che aveva in casa che potesse essere vagamente adatta allo scopo. Diede ai bambini un sacco di vecchi ingranaggi del cambio, candele del motore e cuscinetti a sfera da appendere con dello spago ai rami e lui uscì a smontare tutte le luci ancora funzionanti dai fanali delle auto che teneva nel suo deposito di rottami. Poi recuperò un rotolo di filo elettrico e uno stagnatore, costruì una lunga fila con le lampadine fissate a intervalli regolari e la drappeggiò attorno all'albero. Il risultato si discostava molto dal classico albero di Natale, ma Sam lo guardava come fosse la cosa più bella del mondo, con gli stessi occhi con cui una volta aveva fissato un arcobaleno, e Dean lo abbracciò felice.

Come ultima cosa, Bobby prese un campanello d'argento (lo teneva in casa perché era una componente importante per un incantesimo di allarme e, da bravo bastardo paranoico, bisognava essere previdenti, non si sa mai cosa e quando poteva servire) e lo mise in cima.

La cena fu più allegra del solito e Sam andò a letto malvolentieri, nella segreta speranza che Babbo Natale arrivasse davvero. Appena furono sotto le coperte, Bobby scese nel ripostiglio e tirò fuori le due scatole che vi aveva nascosto. Mise da parte la più piccola che era avvolta con della carta da regalo, ci scrisse sopra “Per Dean e Sam” e aprì l'altra. Conteneva un costume da Babbo Natale completo di cappello e barba finta. Si costrinse a indossarlo (almeno ci aveva azzeccato con la misura) ed evitò accuratamente di andare a guardarsi allo specchio perché si sarebbe davvero sentito troppo ridicolo per poterlo sopportare.

Tornò in salotto con il regalo, aspettò una mezz'ora con la barba che gli tormentava il viso solleticandolo e poi uscì dalla porta e rientrò facendo volutamente molto rumore, ben sapendo che i bambini, fin troppo ben addestrati a reagire a qualsiasi cosa fuori dall'ordinario, si sarebbero svegliati e sarebbero venuti a controllarne la fonte. Infatti, dopo pochi secondi con la coda dell'occhio vide Dean sbirciare dalla scala e gli scorse in mano il luccichio di quello che doveva essere un coltello. Mise lentamente il pacco sotto l'albero e stava per uscire quando Sam saltò giù per le scale urlando: “Babbo Natale! Babbo Natale!”. Dean gli corse dietro terrorizzato urlandogli di fermarsi, ma poi riconobbe il viso di Bobby da sotto la barba e si tranquillizzò, anche se si stupì molto. Sam tese le mani e le buttò contro la pancia di Babbo Natale e rise: “Ma sei ciccione, non sei magro come nel libro!”. Dean cominciò a dire: “Sammy, ma questo è B...”, ma Bobby lo interruppe: “...Babbo Natale, sì, sono io bambini, mi avete scoperto, vi ho portato un regalo! Ma questo deve rimanere un segreto tra di noi, non dovete raccontare a nessuno di avermi visto!”.

“Cosa ci hai portato?” chiese Sam trepidante.

“È una sorpresa, lo dovete aprire domani!” rispose Bobby che cominciava a divertirsi nella parte.

“Voglio vedere la tua slitta!” chiese ancora Sam.

Bobby fu preso alla sprovvista, ma gli venne in soccorso Dean che inventò di sana pianta: “È invisibile, non potresti vederla”.

Bobby gli fu mentalmente grato e concluse: “Adesso dovete tornare a letto, io devo portare i regali a tutti i bambini del mondo!”.

Dean prese per mano Sam, lo salutarono e tornarono a dormire.

Bobby si lasciò cadere nella sua poltrona, si tirò giù la barba e pensò che non fosse una cattiva idea bersi un bicchiere prima di andare a dormire.

La mattina dopo, quando Bobby li chiamò per la colazione, i bambini scesero di corsa le scale e si precipitarono a prendere il regalo ai piedi dell'albero. Si sedettero sul pavimento, Dean lasciò che Sam strappasse la carta e presto apparì il modello di un caccia da costruire; c'erano persino i missili che si potevano sparare premendo un pulsante.

“Wow! Bobby, che bello, l'ha portato Babbo Natale!” gridò Sammy scuotendo la scatola.

Dean lo riprese con dolcezza e sorrise a Bobby: “Ma era un segreto, non dovevi dirglielo!”.

“State tranquilli, non lo racconterò a nessuno” assicurò Bobby e poi aggiunse a mezza voce a Dean: “Non dirlo a John!”. Perché, nella migliore delle ipotesi l'avrebbe sfottuto a vita, nella peggiore avrebbe potuto arrabbiarsi.

Dean sorrise ancora e fece cenno di sì e poi si alzò e lo abbracciò stretto, mettendo in quel gesto tutto l'affetto e la gratitudine che non riusciva a esprimere a parole.

Ma il vecchio cacciatore capì comunque e ricambiò la stretta.

Il piccolo Sammy richiamò l'attenzione di Dean perché non riusciva da aprire la scatola e il fratello maggiore andò subito ad aiutarlo. Mentre tagliava il nastro adesivo che teneva chiuso il coperchio, gli tornò in mente una cosa che gli aveva detto la loro mamma; non ne parlava quasi mai a Sammy, ma quel giorno sentiva così tanto la sua mancanza che gli raccontò di lei per sentirla vicina: “Sai Sammy cosa mi diceva la mamma? Che gli angeli vegliano su di noi e che, se suoni una campana a Natale, loro ti sentono”.

“Facciamolo!” rispose Sammy con semplicità.

Dean sollevò il fratellino, che tese il suo piccolo braccio e con un dito riuscì a raggiungere la campanella in cima all'albero e la colpì. Il batacchio urtò il metallo e nell’aria echeggiò un diluvio di vibrazioni concentriche che pervasero la stanza e si espansero oltre la capacità di sentire umana, attivando risonanze mistiche. Così come quando una goccia di pioggia colpisce uno specchio d’acqua e una serie di onde che si dilatano in cerchi sempre più ampi, prima marcati e profondi, poi sempre più tenui fino a disperdersi e scomparire, così fece il rintocco del campanello. Quella voce, quasi fosse un'invocazione o una preghiera, entrò in risonanza con la grazia di un angelo, che se ne stava per conto suo, “sotto copertura” come spesso diceva tra sé e sé, da parecchio tempo. Gabriel scrutò curioso i due fratellini e il sorriso beffardo che indossava di solito, per un momento, fu trasfigurato da un'antica malinconia mista a dolcezza. E così questi erano i vessel dei suoi fratelli, due cuccioli d'uomo piuttosto buffi e impacciati, ma molto affettuosi l'uno con l'atro. Persino all'angelo era evidente quanto fossero legati e quanto bene si volessero, proprio come era stato una volta anche per Michael e Lucifer. Doveva aspettare ancora qualche anno, ma prima o poi quella storia sarebbe finita, Paradiso o Inferno, per lui non aveva importanza chi avrebbe vinto; ma, guardando Sam che passava i pezzi dell'aereo a Dean mentre stavano seduti vicini, per quel giorno ancora con stupore riuscì a credere che due fratelli si amassero e tutto fosse in pace.

 

 

 

NdA

 

Spero di essere riuscita a ricreare un'atmosfera dolce e a regalare a chi legge un frammento dello spirito natalizio! Il libro citato nel testo esiste davvero, è uno dei preferiti dei miei figli, l'autore si chiama Alan Snow. Il regalo invece è l'aereo con cui gioca Sam nel flashback della 9x07.

Se oggi vi sentite particolarmente buoni, fatemi un regalo e lasciatemi una recensione!

 

 

 

   
 
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