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Autore: Alexys_Tenshi    25/12/2017    1 recensioni
[Post serie|What-if|DipperxBill (oneside?)]
La foresta tetra è ricoperta da una leggera patina di neve, che non basta a rendere il tutto più dolce conoscendo cosa potrebbe essere nascosto in quel luogo. Chi! potrebbe esserci.
“Ehi Dipper! Come mai tutto solo?”
Sussulta il ragazzo quando sente la voce dolce di Wendy, ritrovandosela accanto. Gli toglie il cappello bianco e blu con la stampa del pino e gli scompiglia i capelli.
“Cosa c’è? Mabel non ti ha contagiato con la sua allegria – e pazzia – nel riempire la casa di addobbi di Natale?” chiede facendosi sfuggire una risata.
“No… non proprio” risponde monotono.
Non è che non senta l’atmosfera natalizia – sua sorella gli ha riempito la testa di come avrebbe fatto diventare il Mistery Shack la seconda casa di Babbo Natale per tutto il tragitto dalla loro casa in California fino a Gravity Falls in Oregon – eppure sente che manca qualcosa di importante. Sente un vuoto nel petto che lo sta facendo sprofondare.
“È come se non fosse tutto completo. Come se mancasse l’ultima tessera di un puzzle!” gli occhi di Dipper scrutano il viso dell’amica, come se lì ci fosse la risposta.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bill Cipher, Dipper Pines
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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[Questa storia partecipa alla "Challenge Natalizia" della pagina FaceBook "Parole tra le dita" e alla challenge "La sfida dei 200 prompt" sul forum di efp, con il prompt Foresta.]

Note: Buona sera a tutti! Questa è la prima storia che pubblico in questo Fandom e sono terribilmente in ansia perché non scrivo da molto tempo.
Il titolo è preso da un prompt di piscinadiprompt (che ha sempre prompt bellissimi!)
L'avvertimento What-if è dato dal fatto che in questa storia (non chiedetemi come y.y) tutti hanno dimenticato cosa ha fatto Bill... o forse no?
 

Que quelqu’un me pardonne d’encore vouloir y croire
{ Che qualcuno mi perdoni di volerci ancora credere }

 
 

La prima cosa che riesce a mettere a fuoco, dopo aver finalmente lasciato la sua stanza, è il grande albero di Natale posizionato nell’angolo della sala relax del Mistery Shack.
La seconda è Soos che ha sulle spalle Mabel, intenta a posizionare il puntale (a forma di stella cometa colorata) sull’albero, con un’espressione super concentrata.

“Bentornato nel mondo dei vivi, ragazzo” gli dice il prozio Stan seduto sul divano con il maglione rosso e verde che Mabel gli ha portato da casa.

Dipper mugugna qualcosa di incomprensibile e sparisce in cucina. Apre il frigorifero, ne osserva il contenuto e decide dopo qualche minuto di prendere un budino al cioccolato. (Sì, è Dicembre e vuole mangiare qualcosa di freddo). Si siede al tavolo quadrato con la solita tovaglia scolorita ed osserva il paesaggio fuori dalla finestra.
La foresta tetra è ricoperta da una leggera patina di neve, che non basta a rendere il tutto più dolce conoscendo cosa potrebbe essere nascosto in quel luogo. Chi! potrebbe esserci.

“Ehi Dipper! Come mai tutto solo?”

Sussulta il ragazzo quando sente la voce dolce di Wendy, ritrovandosela accanto. Gli toglie il cappello bianco e blu con la stampa del pino e gli scompiglia i capelli.

“Cosa c’è? Mabel non ti ha contagiato con la sua allegria – e pazzia – nel riempire la casa di addobbi di Natale?” chiede facendosi sfuggire una risata.

“No… non proprio” risponde monotono.

Non è che non senta l’atmosfera natalizia – sua sorella gli ha riempito la testa di come avrebbe fatto diventare il Mistery Shack la seconda casa di Babbo Natale per tutto il tragitto dalla loro casa in California fino a Gravity Falls in Oregon  – eppure sente che manca qualcosa di importante. Sente un vuoto nel petto che lo sta facendo sprofondare.

“È come se non fosse tutto completo. Come se mancasse l’ultima tessera di un puzzle!” gli occhi di Dipper scrutano il viso dell’amica, come se lì ci fosse la risposta.

“Il prozio Ford arriverà domani, ecco svelato il mistero!” urla Mabel correndo per la cucina con gli addobbi tra le mani.

“Non è questo il mistero Mabel! Lo so che torna dalla spedizione in Messico con McGucket” risponde il gemello passandosi una mano sul viso. È già stanco e non sono nemmeno le otto di sera.

Wendy lo osserva ancora un po’ prima di lasciargli un leggero pugno sulla spalla sinistra. Un bellissimo modo per dire “io ci sono se ti va di parlare”. Dipper sorride leggermente e termina di mangiare il suo budino.

Eih, ragazzo

Un sussulto lo mette sugli attenti ed un brivido freddo gli percorre la spina dorsale. Si gira per cercare il possessore della voce ma è solo nella stanza.

Pine Tree, come mai quella faccia spaventata?

“Cosa diamine?” borbotta Dipper alzandosi di scatto dalla sedia. Un voce nella testa? È impazzito? La gola gli si secca e prova a prendere dei lunghi respiri.

Non dirmi che ti sei dimenticato di me? Il tuo triangolo malefico preferito”.

Un immagine si forma nella sua mente. Gravity Falls è sotto il dominio di mostri provenienti da altri universi, la piramide che è la loro base è sospesa nel cielo. Lì dentro Bill sta aspettando per la mossa che gli farà fare scacco matto in questa perversa partita a scacchi.

Sente la gambe cedere e si aggrappa con forza al bordo del tavolo. Da dove provengono queste immagini? Questi… ricordi?

Dipper Pines! Sapevo che il nostro legame avrebbe velocizzato il processo. Ora ricordi cosa è successo. Ora ricordi chi ero!

“Il nostro legame…” sussurra il ragazzo osservando la mano destra. La chiude a pugno e la riapre più volte come a ricercare una sensazione ormai persa. Una stretta di mano che non avrebbe dovuto eseguire per nessuna ragione al mondo.

Raggiungimi nella foresta. Io ti sto aspettando
 

Dipper indossa il cappotto e corre fuori, lasciando che i fiocchi di neve colpiscano il suo viso. Segue la voce, cercando di non cadere rovinosamente a terra per colpa di una radice o un sasso, allunga il passo, inspira a pieni polmoni lasciando che il freddo gli entri dentro, intorpidendolo. Si sforza ancora di più, ansima, sente il bruciore nelle gambe, quasi cercasse questo dolore per liberarsi di questa colpa.

Come può aver dimenticato Bill? Il pericoloso, malvagio, intrigante e bellissimo Bill Chiper.

Ogni secondo che passa gli fa ricordare dettagli o intere scene dimenticate. Il loro primo incontro, come lo aveva affrontato nella dimensione dei sogni, la paura di ritrovarlo in ogni angolo buio della stanza… la stessa paura che con il tempo, dopo che il suo corpo è stato posseduto dal demone, è mutata in impazienza e mancanza.
Segue il suono della sua voce, che gli indica dove svoltare, quale scorciatoia prendere. L’adrenalina prende il controllo e percorre gli ultimi metri con le gambe che gli lasciano un leggero formicolio.

Si blocca solo quando è a mezzo metro dalla statua. Poggia le mani sulle ginocchia e si curva in avanti, ansimando e provando a respirare in maniera regolare. Calde lacrime scendono sul suo viso, seccandosi subito per via del vento che si sta alzando. Le gambe gli tremano leggermente e quando compie il primo passo sembra quasi che la terra lo stia inghiottendo.

La figura in pietra di Bill, che allunga la mano come alla ricerca di qualcosa (di qualcuno) a cui aggrapparsi, gli provoca un giramento di testa. Ora che è arrivato lì è indeciso. Sente che toccandolo, che accendendo di nuovo quella piccola luce che può brillare solo per lui, (e che solo lui può capire ed amare) significherebbe abbandonare tutti, voltargli le spalle, essere visto come un traditore, un malvagio.

Non hai bisogno di loro e lo sai

“Non posso tradire Mabel e gli altri! Loro mi amano!” Dipper passa ossessivamente le mani tra i capelli.

Sì, ti amano… ma tu ami me” sentenza Bill.

Il ragazzo si morde le labbra e chiude gli occhi. Lo sa benissimo che quello che ha appena sentito è la verità e non può negarlo. Lui lo ama e lo seguirebbe ovunque. Allunga il braccio e le dita della mano sfiorano il freddo della pietra. Traccia tutti i contorni della statua, riscoprendo sensazioni ed immagini.


La prima volta che Dipper bacia Bill è in uno dei suoi sogni. Il demone ha una forma umana: un bellissimo ragazzo, lo deve ammettere, con i capelli biondi chiazzati di nero sulle punte e gli occhi giallissimi. È Bill, con il suo solito sguardo impaziente, che avvolge un braccio attorno la vita di Dipper e lo avvicina, facendo combaciare le loro labbra. Il più piccolo sembra sciogliersi, dimenticando tutto il resto e pensando solo alle labbra morbide di Bill. Si staccano per qualche secondo, prima che Dipper affonda le mani tra i capelli chiari e si spinge ancora una volta verso l’altro per assaporare quelle labbra. È come ossigeno, come una dipendenza. Bill è vita.


Scuoti la mia mano” gli sussurra e Dipper automaticamente lo fa.

La luce azzurra quasi lo acceca. Si porta una mano avanti agli occhi e per qualche secondo il mondo scompare. Quando riapre gli occhi, la prima cosa che distingue è la sagoma di Bill. La seconda è la sua risata (odiosa direbbero tutti).

Grazie mille Pine Tree” gli dice prima di schioccare le dita e sparire nel nulla, lasciando Dipper in compagnia dei fiocchi di neve.
 

Mabel è la prima che riesce a trovarlo. Il gemello è seduto sotto un albero, le gambe raccolte al petto e le braccia che le stringono. Trema per il freddo e ha il viso coperto di lacrime.

“Dipper! Cosa diamine è successo?” domanda la ragazza abbracciandolo. Riesce a sentire la flebile voce mormorare una litania.

“È tutta colpa mia… è tutta colpa mia…”

Non riesce a capire il senso delle parole, fin quando il prozio Stan non le arriva accanto facendole notare il vuoto nel terreno a pochi metri da loro.

“Dipper, spiegati meglio…” come può suo fratello aver fatto quel cratere?

“Bill è tornato ed è stata colpa mia! Mi dispiace tantissimo… credevo che… io… lui potesse…” i singhiozzi si fanno troppo insistenti e l’unica cosa che Mabel riesce a fare è abbracciarlo fino a farlo calmare. Dipper finisce per addormentarsi dalla stanchezza.

Lo portano al Mistery Shack in spalla a Soos e lo lasciano nella sua stanza. Solo Mabel gli resta accanto dopo che ha tranquillizzato gli altri, che ora sono scesi in cucina.
Appoggia la testa accanto alla spalla del gemello e mormora un “chi è Bill?” prima di addormentarsi a sua volta

   
 
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