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Autore: edoardo811    25/12/2017    1 recensioni
Come un orso che si sveglia dal letargo, Chris McLean è tornato a fare danni dopo anni di silenzio, e questa volta, vuole farlo per davvero.
Una nuova location, sedici nuovissimi concorrenti, il burbero Chef ed alcune vecchie glorie che, malgrado il loro continuo negare, sono sempre pronte a tutto per mettersi in tasca qualche centesimo in più.
Una nuovissima edizione di A Tutto Reality sta per cominciare, mi raccomando gente, non cambiate canale!
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Blaineley, Chef Hatchet, Chris McLean, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Innanzi tutto, porgo un milione di scuse a tutti coloro che in passato avevano seguito questa storia e che se la sono vista svanire da sotto gli occhi. Ma purtroppo erano successi un po’ di casini ed ho dovuto eliminarla. Durante l’estate ho poi avuto un altro grosso progetto per un’altra storia e il tempo per questa fan fic si è affievolito, così ho semplicemente deciso di non ripubblicarla. Tuttavia, pochi giorni fa, ho visto che i capitoli che già avevo scritto su questa storia non erano andati perduti (ce li ho tutti salvati in una cartella) così ho deciso di ripubblicarla. I primi 5 capitoli sono sempre gli stessi (mi rivolgo a coloro che già l’hanno letta) ho solo cambiato alcune parti.

Questa storia si tratta semplicemente di una nuova edizione di A tutto reality con Chris McLean e con dei nuovi personaggi (ma non mancherà la presenza di alcune vecchie glorie). Gli OC presenti in questa storia sono quasi tutti di mia invenzione (quasi, perché per evitare di aggiungere qualche personaggio di troppo scopiazzato qua e là dagli altri, ho deciso di reclutare 5 OC creati da alcuni lettori che sono andati ad aggiungersi agli 11 che appartenevano a me). La scrivo semplicemente perché mi voglio esercitare nel gestire più personaggi tutti insieme e per cimentarmi un po’ nel genere verde comico, giusto per staccarmi un po’ dal mio classico arancione. So che vedere tanti OC possa far storcere il naso a molti, me compreso, ma confido nel fatto di riuscire ad intrattenere voi lettori e di scrivere qualcosa di decente.

Ultima cosa, la storia è stata scritta prima dell’arrivo di "Missione Cosmo Ridicola", pertanto non ci sarà alcun riferimento né a Don, né a quel reality in sé. Se siete fan di quest’ultimo prodotto, mi dispiace davvero (anche perché comunque a me non è affatto dispiaciuto, tolti i vincitori… senza fare spoiler, come diamine è possibile far vincere quei due? Grazie al cielo qui in Italia ha vinto l’altra coppia, però… brrr…)

 

 

 

I CONCORRENTI (pt1)

 

La stazione della metropolitana era deserta a quell’ora della notte. Non si vedeva anima viva, fuorché due persone. Una, molto più grossa dell’altra, era seduta comoda su uno dei tanti sedili di fredda plastica verde, l’altra invece andava avanti e indietro davanti ad essi senza sosta, borbottando parole incomprensibili e tormentandosi le mani. Sotto l’innaturale luce bianca dei neon sfarfallanti, aveva un’aria ancora più da fuori di testa di quanto non fosse in realtà.

Sentendo l’ennesimo brontolio lamentoso e sommesso, l’omaccione seduto sbuffò. «Piantala Chris, c’è ancora tempo...»

L’uomo bloccò il passo a mezz’aria e si voltò verso il compare guardandolo con una punta di follia negli occhi. «No, Chef, di tempo non ce n’è affatto!» esclamò mettendo da parte il broncio mantenuto fino a poco prima e rimpiazzandolo alla rabbia. «Maledizione, è passata più di un’ora! Se qualcuno fosse stato veramente interessato all’annuncio avremmo dovuto trovarlo qui prima ancora che noi fossimo arrivati!»

Chef roteò gli occhi, irritato dalla paranoia del celeberrimo collega. «Potresti spiegarmi di nuovo perché ci tieni così tanto che qualcuno venga?»

«Ma allora hai la testa di marmo!» ribatté Chris sempre più accigliato, nonché nervoso. «Se non arriva nessuno, possiamo dire addio al nostro lavoro!»

«Che tragedia...» borbottò Chef.

«Puoi dirlo forte!» rimarcò il conduttore, non cogliendo l’ironia nella voce del cuoco. Si voltò e procedette per la stazione semi abbandonata, mettendosi le mani nei capelli. «Io non vivo senza ragazzini da torturare, Chef, non vivo! Ho bisogno di questo lavoro!»

«Oh, sì, amico, mi stai proprio togliendo le parole di bocca...» L’altro ormai quasi non lo ascoltava più. Tirò fuori il cellulare di tasca e cominciò a smanettarci, sperando che la successiva ora e mezza passasse in fretta, così da potersene andare finalmente a casa. L’ultima cosa che voleva era che un’altra accozzaglia di mocciosi impertinenti entrasse in quella maledetta stazione, dicendo di aver visto l’annuncio su internet e...

«Salve!» Una voce ruppe quel silenzio misto tra ansia e menefreghismo. I due uomini drizzarono di scatto la testa e sui volti di entrambi si dipinsero espressioni del tutto nuove. Chef maledisse con tutto sé stesso il mondo per odiarlo così tanto, Chris sfoderò uno dei suoi meravigliosi sorrisi a trentadue denti, lo stesso tipo che rivolgeva ad una vittima prima di dirgli di dover saltare in un vulcano per conquistarsi l’agognata immunità.

In piedi, all’ingresso della stazione, si trovava un ragazzino intorno ai diciotto anni, con un sorrisetto smagliante e due occhietti vispi che fecero subito capire quanto piantagrane fosse. Entrò nell’edificio illuminato dai neon, guardandosi intorno quasi convulsivamente, come un animale entrato in un mondo a lui del tutto nuovo. Indossava dei jeans blu scuri, una maglietta nera piena di teschi, simboli di una band impronunciabile, scarpe da ginnastica e un cappellino di lana sempre nero, simile a quello indossato da uno dei vecchi concorrenti, Shawn.

Ciocche di capelli neri come il carbone sbucavano dal copricapo e si posavano sulla fronte sopra i due occhi marroni. Non appena lo sguardo cadde sui due uomini, il suo sorriso arrogante si ampliò. «Sono qui per...»

Chris si fiondò su di lui, interrompendolo e stritolandolo in un abbraccio. «Ah, lo sapevo, lo sapevo che prima o poi qualcuno sarebbe venuto!» esclamò sprizzando gioia da tutti i pori, per poi separarsi di colpo dal ragazzo e schiarirsi la voce. «Cioè, insomma, non che avessi poi così tanti dubbi...»

«Ehm...di che sta parlando, signore?» domandò il ragazzo confuso.

Chris corrucciò la fronte. «Come, "di che sto parlando"? Non sei qui perché hai letto l’annuncio?»

«Annuncio? Quale annuncio? Io sono qui per il treno!» replicò l’altro visibilmente perplesso.

Chris sentì il mondo crollargli addosso. Allora quella era davvero la fine per il conduttore migliore di tutto il mondo. Chef, invece, dovette trattenersi parecchio per il non scoppiare a ridere di trionfo. Per un momento aveva quasi temuto che...

«Fregati!» esclamò il ragazzino scoppiando a ridere come un pazzo, piegandosi letteralmente in due. «Ovvio che sono qui per l’annuncio!»

Chef per poco non gli faceva ingoiare il telefono. Bello scherzo, davvero. Gli aveva dato l’illusione di potersi finalmente liberare di quel manicomio camuffato a programma televisivo, per poi fregarlo in pieno. «Che simpatico...» brontolò rivolgendogli uno sguardo omicida.  

Chris, che per poco scoppiava a piangere, si ricompose e si schiarì di nuovo la voce. «Sì, lo avevo capito che scherzavi...non stavo certo per mettermi a piagnucolare, assolutamente...»

Il ragazzo smise di ridere e si raddrizzò, asciugandosi una lacrima. «Oh cavolo...» disse con ancora il fiatone e le guance arrossate, per poi porgere la mano al conduttore. «Comunque, io sono Travis, e voglio partecipare a questa nuova edizione!»

L’uomo gli strinse la mano, guardandolo ancora di traverso per via dello scherzetto precedente. «Bene, Travis, perché non ti accomodi qui da qualche parte? Così aspettiamo in compagnia tutti gli altri concorrenti.»

«Ok!» Il ragazzo andò quasi saltellando a sedersi, sempre con quel sorriso idiota stampato in faccia. Chef lo odiava sempre di più man mano che lo guardava. Travis si accorse di lui e lo salutò calorosamente. «Ciao Chef! Dal vivo sei ancora più bello!» Il cuoco grugnì di indignazione e lo ignorò.

«Ehi, ma perché ci siamo solo noi tre?» domandò quello dopo essersi accomodato, rendendosi conto solo dopo abbondanti minuti di essere il solo presente sotto i trent’anni.

Chris sbatteva nervosamente il piede sul pavimento, restando a braccia conserte davanti all’ingresso, aspettando altra carne fresc...concorrenti. Dopo l’arrivo di quel ragazzo, aveva cominciato a riavere un po’ di speranza e a darsi un contegno. «Perché tu sei il primo ad essere arrivato» rispose senza guardarlo.

Travis fece cenno di aver capito, assumendo un’espressione quasi orgogliosa. «Ahhh, tutto claro

Chris si aspettò altre domande. Perché reclutare concorrenti in quel luogo, in quel modo, a quell’ora, oppure perché non ci fossero ragazzi dei precedenti cast, ma il ragazzo tacque e rimase seduto a canticchiare e infilarsi le dita nel naso. L’uomo scosse la testa contrariato, maledicendo la produzione.

Dopo interi minuti passati ad odiare ogni secondo trascorso ascoltando Travis canticchiare, un’altra figura avanzò timidamente nella stazione. E a Chris tornò il sorriso smagliante.

Una ragazza piuttosto carina entrò nell’edificio, tenendosi le mani congiunte in grembo e guardandosi intorno quasi nervosamente. Aveva indosso un paio di pantaloni neri, scarpe da ginnastica e un anonimo pile azzurrino. I capelli erano color ebano e lunghi, ben pettinati e con la frangia riportata di lato, per impedirle di andare a coprire gli occhi azzurri. Le labbra piene erano tenute in un’espressione titubante, lo stesso si poteva vedere dagli occhi. Ma non appena si accorse di Chris un piccolo sorriso la illuminò. «Oh cavolo, Chris McLean! Ma allora stai veramente reclutando nuovi ragazzi!» disse avvicinandosi rallegrata.

Il conduttore ridacchiò, assumendo un’espressione di sufficienza. «Ma certo! Pensavi di no?»

«Beh...avevo un po’ di dubbi...» La ragazza gli porse la mano, ampliando il sorriso. «Io sono Ste...»

Travis sbucò all’improvviso, urtando Chris e spingendolo di lato. L’uomo fece dei versi di protesta, ma il ragazzo neanche ci fece caso. Afferrò la mano della ragazza e le si inginocchiò davanti, inclinando il capo verso di lei. «Era scritto nel destino che io e te saremmo stati i primi due ad arrivare...» Alzò la testa e le rivolse la migliore occhiata da rimorchiatore che sapesse fare. «...mon chéri!»

La ragazza lo guardò perplessa, inarcando un sopracciglio. «Ehm...ok...» Si divincolò lentamente dalla presa del ragazzo, poi si mise la mano in tasca, cercando di non far capire che se la stava ripulendo. «Comunque io sono Stephanie...» concluse rivolta a Chris.

L’uomo si massaggiò il fianco colpito da Travis, brontolando parole poco gentili rivolte a quest’ultimo. «Ok...vai pure a sederti...» rispose alla ragazza, che perlomeno sembrava in po’ più sveglia dell’altro neo concorrente.

Stephanie obbedì e andò dalle seggiole, con Travis che le ronzava intorno come un cagnolino. Salutò rapidamente Chef, sorridendo anche a lui. L’omaccione grugnì una seconda volta e riportò l’attenzione sul cellulare. Quella ragazza gli piaceva di più di Travis, ma era pur sempre una nuova concorrente, una che lo avrebbe costretto a lavorare per un’altra odiosa stagione.

«A proposito, gli altri dove sono?» domandò Stephanie, per poi ricordarsi delle parole di Travis. «Un momento...io sono la seconda ad essere arrivata?»

Chris, di nuovo davanti all’ingresso, annuì. La ragazza sorrise sollevata, sospirando e appoggiando la testa sulla punta dello schienale. «E io che temevo di essere l’ultima...»

«Sei bellissima quando sospiri» la elogiò Travis guardandola incantato, seduto di traverso, rivolto verso di lei.

La ragazza lo guardò di nuovo pensierosa. «Ehm...grazie?»

«Prego...» mormorò il ragazzo appoggiando la testa sul palmo della mano, estasiato.

«Dunque...» Stephanie cambiò argomento, allontanando lo sguardo sbigottito da Travis, per poi tornare a guardare le spalle di Chris. «Perché avete bisogno di un nuovo cast?»

«Troppo rischioso continuare ad usare sempre gli stessi volti. Sia dal punto di vista penale, visto che ci siamo beccati diverse denunce, non solo da Courtney, ma anche dal punto degli ascolti, visto che gli stessi volti rischiavano di stancare il pubblico sul lungo andare» rispose Chris voltandosi verso di lei.

«E perché mettere un annuncio su internet anziché farsi mandare i provini?»

«Una trovata dei produttori, volevano "dare un’opportunità a chiunque"» disse facendo le virgolette con le mani. «Se qualcuno avesse letto l’annuncio e fosse stato interessato a partecipare, gli sarebbe semplicemente bastato andare al ritrovo all’ora prestabilita per essere preso, che fosse un adulto, un bambino o un vecchio. Il tutto, ovviamente, entro certi limiti. Se dovessero arrivare cinquanta candidati dovremo per forza scartarne alcuni.»

Stephanie annuì. «Chiaro. E l’ora e il luogo li avete scelti in base a qualche criterio?»

«Sono una sorta di prima prova» spiegò Chris. «Se qualcuno fosse stato veramente interessato, allora sarebbe dovuto venire qui tra l’una e le quattro del mattino.»

«Ehi, io ho vinto la prima prova quindi??» si intromise Travis guardando Chris esuberante.

«Non è la prima prova!» rimarcò l’uomo. «Semplicemente, se uno che diceva di essere interessato avesse deciso di non venire per via della tarda ora, allora non lo era davvero.»

«Mh...astuto» commentò Stephanie prendendosi il mento.

Chris annuì, sorridendo compiaciuto. «Già, e...»

«Chris McLean!» gridò qualcuno con una poderosa voce da dietro di loro. L’uomo sobbalzò, poi si giro quasi con timore. Perfino Chef, Stephanie e Travis sentirono un brivido gelato salire lungo la schiena.

Questa volta, sull’ingresso, si trovava una ragazza afroamericana. Se Chef avesse avuto una figlia, sarebbe sicuramente stata lei. Era alta e robusta, uno schiaffo ricevuto da lei sarebbe valso come una cannonata. Aveva indosso dei pantaloni da ginnastica rossi e una giacca imbottita dello stesso colore, più degli spessi stivali neri contro i quali era raccomandabile non imbattersi mai. I capelli erano castani e raccolti in una lunga coda da cavallo, gli occhi invece neri e incastonati su un volto severo e dall’aria perennemente incavolata.

Chris si avvicinò quasi intimorito. Aveva avuto a che fare con ragazze dall’aria poco raccomandabile, tipo Jo o Eva, ma quella sembrava perfino più minacciosa. «S-Salve, sei qui per...»

«Sono qui perché voglio partecipare!» tuonò quella anticipandolo e facendo sobbalzare tutti i presenti. «Mi chiamo Tonya! E sarò io a vincere!»

«O-Ok, Tonya, perché non ti accomodi e non ti presenti agli altri due concorrenti?»

Tonya si avviò verso gli altri due ragazzi, grugnendo. «Lo faccio solo perché voglio conoscere meglio chi distruggerò, non perché me lo hai detto tu!»

Travis e Stephanie per poco non si abbracciavano per la paura, mentre la ragazzona si avvicinava a loro. Quella avrebbe potuto spezzare entrambi come grissini. Travis fu puntato per primo. Tonya si avvicinò con il volto a lui, scrutandolo meticolosamente. Il ragazzo perse ogni traccia di colore dalle guance lentigginose. L’afroamericana lo soppesò a lungo con lo sguardo, per poi esordire con la sua vociona pesante: «Tu non mi piaci per niente.» Lo afferrò per il colletto della maglietta e lo sollevò come un peso piuma, per poi avvicinarlo ulteriormente a sé e premergli la fronte sul cappellino. «Prova a mettermi i bastoni fra le ruote e ti spezzo in due, capito mozzarella?!» minacciò guardandolo con aria omicida.

Travis perse il dono della parola, oltre che quello della respirazione. La ragazza lo lasciò andare, facendolo cadere pesantemente sulla seggiola, poi si rivolse a Stephanie. «E tu...» Le puntò contro il dito. «...non pensare di potermi ingannare col tuo bel faccino, sai? Lo stesso discorso vale anche per te! Mettiti sulla mia strada e non la passerai liscia!»

Stephanie si era rannicchiata sul sedile senza neanche accorgersene, per il troppo timore. La sua voce si ridusse ad un sussurro appena impercettibile. «V-Va bene...»

Un'altra voce distolse l’attenzione generale. «N’giorno...»

Un’altra volta, i presenti si voltarono verso l’ingresso. Qui si trovava un ragazzo che si guardava intorno quasi con disinteresse, facendo vagare pigramente gli occhi lungo tutto l’ambiente a sé circostante.

Aveva indosso una t-shirt dei Blink182, jeans scuri come quelli di Travis e le solite scarpe da ginnastica. I capelli erano castani e mossi, gli occhi dello stesso colore e un filo di barba molto corta e curata. Come Travis, non era molto grosso fisicamente, ma nemmeno mingherlino.

«Sono Edward, bla bla bla, vorrei partecipare, bla bla bla...» cominciò a dire quello, massaggiandosi una tempia svogliatamente. Sembrava tutto fuorché felice di essere lì. Il che era un comportamento alquanto singolare. E non solo quello. Sembrava anche l’esatto opposto di tutti i concorrenti arrivati fino ad allora. Non era esuberante come Travis, non sembrava interessato come Stephanie e nemmeno determinato come Tonya. Semplicemente... era lì. Chris sorrise di nuovo accomodante e lo invitò a sedersi. Quel mix di ragazzi con caratteri così diversi cominciava a stuzzicarlo. Le cose si facevano interessanti. Dopodiché si sentì sollevato. Erano arrivati quattro candidati, la situazione si stava già risollevando. Per fare una stagione decente bastavano anche solo più dieci concorrenti, poteva farcela entro la fine dell’ora prestabilita.

«Tu non mi piaci!» esclamò Tonya quando vide Edward arrivare con le mani in tasca, rilassato come mai era stato. Il ragazzo scrollò le spalle, per nulla intimidito dalla robusta ragazza parata di fronte a lui, che lo superava in altezza di almeno dieci centimetri. «Non mi aspetto di piacere, ma di vincere» replicò in tutta tranquillità, fissando negli occhi quel toro imbufalito che stava diventando Tonya. Accanto a loro, Stephanie e Travis fissavano come in trance la scena.

La ragazzona lo guardò a lungo, ringhiando letteralmente. Non tollerava chi le rispondeva in quel modo. Edward mantenne lo sguardo svogliato e pigro, piegando anche la testa. Dopo minuti interminabili, Tonya sospirò esasperata e se ne andò. «Non ho alcuna intenzione di sprecare inutilmente energie con te.» Si sedette da un’altra parte della sala, guardandoli di traverso. Edward sorrise in segno di trionfo, ma quasi non si notò.

Stephanie riuscì finalmente a respirare di nuovo. Travis guardò convulsivamente prima l’altro ragazzo, poi Tonya, quasi incredulo. Po si alzò in piedi e scoppiò a ridere, dando una pacca sulla schiena di Edward, molto più forte di quanto si rese conto. «Lo sai bello, sento che diventeremo grandi amici!»

Il castano assottigliò le labbra dopo aver ricevuto quella sonora pacca così tanto indesiderata, ma si sforzò di non torcere il braccio a Travis. Si limitò a soppesarlo con i suoi occhi perennemente stanchi e a replicare con tono altrettanto incolore. «Anch’io lo credo...» rispose con zero convinzione nella voce.

Non l’avesse mai detto. Travis divenne dieci volte più esuberante ed irritante, cominciando a blaterare un sacco di cose a proposito l’andare a rimorchiare le ragazze insieme ed eccetera, poi accennò alla ragazza ancora seduta. «E lei e Stephanie, secondo me è una strega, perché mi ha stregato il cuore!» Ridacchiò. «Capito? Strega-stregare, non è divertente?»

Edward riconsiderò l’opzione del torcergli il braccio. Oppure dello strangolarlo con il primo oggetto capitato a tiro. Anche Stephanie si sbatté una mano sulla fronte, dopo aver sentito la pessima, davvero pessima battuta. Poi si sforzò di sorridere ed essere gentile. «Travis, ascolta, sei carino e tutt’un po’, ma io...ho già il ragazzo.»

«Tranquilla, non sono geloso» replicò il ragazzo ammiccando, per nulla abbattuto, anzi, tutt’altro.

Malgrado Travis fosse un completo idiota, Edward sorrise un’altra volta impercettibilmente dopo quell’altro scambio di battute. Soprattutto quando vide la faccia che fece Stephanie. Dire che si sentiva presa in giro era un eufemismo. Ed era proprio così che si sentiva la ragazza. Parlare con Travis era peggio che parlare ad un somaro. Nemmeno dirgli che era fidanzata era servito a farlo smettere. Poi si accorse del sorriso di Edward. Fino a pochi secondo prima le era parso che quel ragazzo fosse perennemente incazzato col mondo, ma a quanto pare era solo una maschera, la sua. «Ehi, ma allora sorridi anche tu» disse emulandolo.

Il ragazzo roteò gli occhi, piegando di nuovo le labbra verso il basso.

«E qui che si recluta?» domandò un altro ragazzo entrando nell’edificio, sorridendo smagliante. Quest’altro sembrava felice di essere lì, ma non euforico come Travis. Aveva l’aria di essere anche molto cordiale.

Indossava una giacca di pelle nera sbottonata, con sotto una t-shirt gialla con sopra ritratta una lisca di pesce azzurrina – gusti piuttosto bizzarri... – jeans blu scuri e le classiche scarpe. Aveva i capelli corti e biondi, tirati all’insù e gli occhi di un verde penetrante. Due lunghe e spesse basette solcavano lo spazio tra gli occhi e le orecchie.

«Io sono Paul, amico mio!» si presentò a Chris stringendogli la mano, per poi accorgersi di Chef e salutare anche lui con un cenno del capo e un altro sorriso, non venendo minimamente ricambiato. «Vorrei unirmi alla banda» spiegò riportando l’attenzione su Chris.

Il conduttore sorrise e ripeté l’antifona, calcolando mentalmente che bastavano solo più nove concorrenti.

Paul si integrò bene al gruppo formato da Travis, Stephanie ed Edward. Salutò la ragazza formando una V con l’indice e il medio, batté il pugno contro quello di Travis e si complimentò con Edward per la t-shirt e quindi per i suoi gusti musicali. Il castano sorrise di nuovo, pensando tuttavia che quel ragazzo fosse troppo gentile. Quello era un reality, tutti contro tutti, non c’era posto per essere carini con gli altri.

Cosa che né Travis né Stephanie pensavano, visto che stavano ridendo e scherzando allegramente con il nuovo arrivato.

«Mozzarella, qui si compete, non si fa amicizia!» esclamò Tonya dall’altra parte della stazione, vedendo come Paul si stesse comportando. Il biondo per tutta risposta sorrise e salutò anche lei con un ampio gesto della mano. La ragazza roteò gli occhi e grugnì contrariata un’altra volta.

«Salve.» Questa volta fu una voce molto fredda a pronunciare quelle parole. In piedi davanti a Chris era apparsa una ragazza, la cui espressione diceva chiaramente che non era lì per fare amicizia.

Indossava dei jeans talmente chiari da sembrare quasi bianchi, una t-shirt arancione e degli stivaletti neri. Come Stephanie, era piuttosto carina. Aveva i capelli biondi e piuttosto corti, con un taglio con riporto come quello dei ragazzi, che tuttavia le donava, e occhi azzurri. Occhi azzurri che emanavano freddezza a dismisura.

«Sono Kristy» si presentò al conduttore.

Chris ormai si muoveva autonomamente. Salutò e mandò a sedere la ragazza, pensando che era quasi vicino a metà. Kristy si avvicinò al gruppetto di ragazzi, ma non ebbe modo di fiatare che quella sanguisuga di Travis le aveva già preso una mano e si era inginocchiato davanti a lei. «Mon cherì, per caso hai il telepass? No, perché quando passi tu...»

«Lasciami la mano o ti arriva una vagonata di schiaffi!» esclamò Kristy interrompendolo bruscamente, pestando con rabbia il pavimento.

Purtroppo per lei, ancora non conosceva bene Travis. Il ragazzo alzò lo sguardo e le sorrise. «È una promessa o una minaccia?» domandò ammiccando con le sopracciglia.

La bionda non rispose nemmeno, si limitò a mantenere la promessa. Dopo un rumore improponibile, Travis si ritrovò a terra con le cinque dita della ragazza stampate sulla guancia. «Ahia...»

Dall’altra parte della sala, Tonya scoppiò in una risata fragorosa. Edward invece sorrise di nuovo, mentre Paul e Stephanie si davano da fare per aiutare il povero ragazzo a terra.

«Stai bene amico?» domandò il biondo aiutandolo a risistemarsi sulla seggiola.

«Ti fa male?» indagò anche Stephanie, sfiorandogli il segno rosso sulla guancia.

Ad entrambe le domande, il ragazzo rispose con dei gemiti incomprensibili.

«Io l’avevo avvertito...» brontolò Kristy, per poi pulirsi la mano che Travis le aveva toccato. Edward allargò il sorriso, mentre gli altri due ragazzi la guardarono male. Lei per tutta risposa sorrise altezzosa e se ne andò. Tuttavia, passando accanto al castano, rallentò il passo. Lo guardò per un momento, poi, quasi senza motivo, gli fece l’occhiolino e proseguì.

Edward la guardò allontanarsi muovendo i fianchi in maniera alquanto provocatoria ed inarcò un sopracciglio.

«Tsk, stronzetta...» commentò Paul da dietro di lui, a braccia conserte. Il castano si voltò e sorrise di nuovo. «Siamo su a Tutto Reality, amico, non pensare di incontrare solo persone per bene...»

«Come sei pessimista...» borbottò Stephanie dando delle pacche d’incoraggiamento a Travis, il quale era riuscito a riprendersi dalla sberla ricevuta.

«Chris e Chef?» Un’altra voce, questa volta maschile, profonda come quella di Tonya, che fece rabbrividire tutti i presenti. «Mi chiamo Seth. Vorrei partecipare.»

Dentro l’edificio era entrato un altro ragazzo. Edward era sembrato quello indecifrabile, all’inizio, ma il nuovo arrivato era perfino peggio.

Aveva indosso delle vecchie scarpe sgualcite, dei jeans strappati e rattoppati in più punti, una camicia a quadri beige con le maniche strappate e sbottonata, con sotto una canottiera grigia. Aveva i capelli lunghi e castani, che gli arrivavano alle spalle, occhi dello stesso colore e una barba molto più folta e trascurata di quella di Edward. Un piercing sul sopracciglio e un tatuaggio sul tricipite destro scoperto, raffigurante un serpente. Tutte caratteristiche che gli davano l’aria di uno decisamente poco raccomandabile. Se uno così in passato avesse mandato un provino, la produzione lo avrebbe preso ad occhi chiusi, oppure avrebbe chiamato la polizia. In quella circostanza, Chris non poteva fare altro che dirgli di accomodarsi.

Il ragazzo avanzò sotto gli sguardi attoniti di tutti, senza spicciare una parola e senza badare a nessuno. Andò a sedersi in un punto appartato e rimase lì, in religioso silenzio, a girarsi letteralmente i pollici e a guardarsi le stringhe delle scarpe.

Travis e Paul si guardarono bene dall’andare a fare amicizia con lui, perfino Tonya non ebbe nessun commento da fare. Tantomeno Edward, Kristy o Stephanie.

Un silenzio irreale calò in mezzo a tutti loro, nessuno trovò più la forza di chiacchierare. Gli unici suoni che si sentivano erano quelli che il cellulare di Chef emetteva mente l’uomo ci giocava, con un’espressione mai stata così concentrata. Sembrava quasi che, entrando lì dentro, Seth avesse portato con sé il silenzio tombale che lo caratterizzava e avesse contagiato tutti i presenti.

«NO! DANNAZIONE!» esclamò Chef quando il suo personaggio di Flappy Bird andò a schiantarsi contro il tubo verde. «Stavo per battere il mio record di sei!»

Nonostante la sua protesta, non riuscì comunque a spezzare la tensione che quel silenzio stava andando a creare.

Chris, dal canto suo, non si accorse di nulla. Sette concorrenti erano arrivati, ma ne mancavano altrettanti, perciò aveva ancora la pressione a mille. E il tempo stava scadendo. Poteva solo sperare che gli altri sette si sbrigassero, o addio reality, addio soldi e addio lavoro dei sogni.

   
 
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