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Autore: mari05    26/12/2017    2 recensioni
e se Francesca (https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3715589&i=1) si trovasse davanti un ammiratore, che, guarda caso, fa parte della sua classe?
una storia scritta prima di Natale, per cui probabilmente non avrà quell'essenza tipica delle festività, ma che spero piaccia lo stesso.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Ora di grammatica, banco di Francesca
Cara tu,
lo so che probabilmente accartoccerai questo foglio e lo butterai nel cestino con la semplicità con cui si battono le palpebre, ma va bene così.
Mi basta che tu sappia.
Non scrivo il mio nome perché so che se lo scriverei al minimo mi daresti del pazzo o del maniaco, per cui manterrò l’anonimato fino a quando sarò sicuro che starai al gioco e che mi ricambierai.
Ovvero mai, ma c’è sempre una speranza.
Ti sto guardando in questo preciso istante, perché è come se il solo vederti mi aiuti a far affluire le emozioni che provo, poiché uno sguardo può rompere la diga che c’è dentro il mio cuore.
Ti ho sfiorato, mentre uscivamo da scuola, l’altra volta, ed è stato come morire e poi risorgere sotto le sembianze di un angelo. Quel contatto è stato come una scarica d’energia che mi ha fatto volare talmente tanto che quando sono tornato a casa non sapevo più chi ero né chi fossi.
Ti ho toccato, mentre studiavamo assieme, e mi è sembrato di toccare per la prima volta la pelle di qualcuno, perché quando sto con te dimentico qualsiasi cosa del mio passato e comincio a balbettare come uno stupido.
Forse non ti accorgerai neanche delle mie reazioni perché  non sai neppure quando e come c’è capitato di toccarci: non ti pare di aver mai studiato con un maschio né di essere uscita da scuola con uno degli alieni che abitano la nostra classe, e credo che proprio per questo prenderai tutto per uno scherzo e non ci penserai più di tanto.
Ma io ci penso, ci penso mentre studio, mentre disegno, mentre dormo.
Ti penso in qualsiasi attimo, in qualsiasi istante, in qualsiasi momento.
E per questo mantengo l’anonimato, perché sono certo che la tua faccia sarà un misto d’orrore e di disgusto quando mi vedrai, perché mi conosci così bene che non hai mai pensato una cosa del genere su di me.
A proposito, ne approfitto per dirti che domani c’è assemblea, ma si entra comunque alle 8 (sfortunati, eh?), visto che forse te lo sei dimenticato.
Al più presto,
io
P.S se vorresti rispondere, sei pregata di lasciare la lettera  dentro al cassetto delle giustifiche (nessuno controlla mai, lì dentro) così che quando sarai distratta potrò prenderla e leggerla.
 
Intervallo, cassetto delle giustifiche
Non so chi sei, o almeno non so quale ragazzo tu possa essere, e per questo non voglio chiamarti caro: sarebbe troppo affrettato? Pensaci bene, non credi? Per questo ti prego di non chiamarmi cara né niente, solo “tu”. E forse io potrò chiamarti “io”.
Se però scopro che è lo scherzo di qualche balordo (o che sei Giuseppe, in quel caso ti ordino di non scrivermi mai più) e che tu sei il protagonista di una storiella inventata per spingermi sotto i riflettori, guarda che non è proprio il caso.
Ho dedotto da come scrivi che sei abbastanza bravo, il che è una cosa strana per un maschio. Non per offendere, ma secondo le mie statistiche non ho mai incontrato un ragazzo che sappia scrivere almeno al mio livello (non prenderlo come un atto di vanità, era solo una costatazione).
Ho appreso anche che se sei vero, al 90% sei un po’ troppo preso da questa storia.
Quanti anni abbiamo? 12? Non credo sia il caso di parlarmi di come mi pensi mentre dormi o mentre disegni.
Altra cosa stupefacente è che disegni: non giocate solo ai videogiochi, voi?
E poi c’è anche questa cosa del fatto che mi hai toccato quando non lo sapevo; non permetterti mai più, altrimenti non appena sento che qualcuno mi sfiora metto in atto tutto quello che ho imparato in due anni di ginnastica artistica, che, per la miseria, non è tutta ‘sta gran cosa, ma almeno non è nulla.
Ti ho risposto solo per dirti che non manterrai l’anonimato tanto a lungo, perché sono sicura che un giorno il tuo cervellino minuscolo non riuscirà a trattenersi e scriverai un indizio in una di queste stupide lettere.
Lo hai già fatto fin troppo nella prima, figuriamoci in quelle a venire.
(Non sono sicura di dire di te alle mie amiche o a mia sorella: anche se sanno ascoltare, Mariachiara ha la bocca decisamente troppo larga, e non voglio metterti in cattiva luce quando tutti sapranno quello che fai)
Senza un briciolo d’affetto,
tu
 
Ora di scienze, porta pastelli di Francesca
Cara (ti conosco abbastanza da scriverlo) tu,
sono felice che tu abbia risposto ma un po’ deluso dal fatto che pensi che questo sia uno scherzo, perché credimi che non è così.
Non avrei passato settimane a tormentarmi se fosse stato come dici tu.
Tutto è cominciato quando sei arrivata a scuola con quegli splendidi capelli corti: fino ad allora, eri stata solo una tra le tante.
Mi ricordo come mi sono sentito perso davanti al tuo sorriso, come mi sono sentito stranito e confuso quando senza dire una parola ti sei seduta sulla sedia decisamente troppo alta per te e con non troppi preamboli ti sei scusata per il ritardo e hai cominciato a studiare.
Da quel momento, davanti ai miei occhi ci sei stata tu.
Beyoncé avrebbe potuto stendersi sopra di me con fare sensuale e io non avrei detto assolutamente nulla.
Davanti a me ci sei solo tu.
Ho passato due settimane in giro per la stanza, cercando di convincermi che quello che provavo non era vero, che quello che provavo era solo frutto della mia immaginazione decisamente troppo sviluppata e che tu eri solo stata illuminata dalla luce divina per una frazione di secondo.
Ma la luce divina non ti ha mai abbandonato, e, dopo quattordici maledettissimi giorni, ho ceduto.
Ho ceduto a te, ai tuoi occhi, al tuo modo di fare, ai tuoi capelli, al tuo viso, alle tue labbra, ai tuoi vestiti.
E proprio per questo ho capito che mantenere l’anonimato è stupido, soprattutto dopo quello che mi hai scritto.
Il solo fatto di essere stato preso in considerazione mi fa girare le testa, non voglio spingermi oltre o dilungarmi troppo.
Perché ora svelerò chi è “io” e perché si è innamorato di “tu”.
“io” non è un lui e non è nemmeno una lei. È semplicemente “io”.
Ma sappi che io non è Giuseppe, non è Antonio, non è Luciano, non è Fernando, non è Namith e non è nemmeno Pasquale, come non è Emmanuel, Jack, Carlangelo e nemmeno Ciro.
“io” è “io”. Punto e basta.
Voglio però che tu sia cosciente che “io” è tuo amico, che “io” esce con te da scuola e che ama leggere forse di più di quanto lo ami tu.
Voglio solo che tu sia consenziente di chi si sia innamorato di te, anche se probabilmente non si farà mai avanti e si limiterà al semplice sfiorarsi.
Preferirei che tu non rispondessi, perché non sono sicuro di voler sapere cosa pensi di me.
Con tutto l’affetto e l’imbarazzo di questo mondo,
io
P.S. credo al 100% che tu possa parlarne con Mariachiara. La conosco molto bene, sono sicuro che capirà.

   
 
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