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Autore: Shadowhunters033    27/12/2017    0 recensioni
Pensava sempre a quanto fosse fotunata, avere un ragazzo come il suo non era una cosa che capitava a tutte e lei a diciannove anni poteva giá dire di avere tutto ció a cui aspirava sin da bambina, a parte il fatto che non era ancora laureata e non aveva ancora intrapeso la carriera di Dottoressa, ma per quello c'era tempo. Di sicuro il suo ragazzo l' aveva fatta impegnare parecchio per far si che lo conquistasse, non a caso gli stava dietro dalla seconda media: tra messaggi su Whatsapp, sorrisi nascosti, occhiate di soppiatto non era riuscita a conquistarlo, si era dichiarato solo in terzo superiore, quando lei aveva ormai perso le speranze.
All'inizio non ci aveva neanche creduto, pensava fosse una specie di scherzo, un obbligo, avrebbe dato qualsiasi spiegazione plausibile al suo comportamento per quanto era incredula; in fondo gli piaceva giá da tantissimo tempo e non capiva come mai si fosse innamorato di lei cosí all'improvviso, ma alla fine gli aveva creduto, peró solo dopo parecchi sforzi da parte sua.
E adesso erano felici e contenti, proprio come in ogni fiaba: ma si sa, niente puó essere perfetto anche se tutto puó sembrarlo.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un raggio di luce penetró dalla finestra, illuminando la stanza e di conseguenza facendo svegliare Beth, che in segno della propria disapprovazione emise un debole grugnito. Aprì prima un occhio e poi l'altro, accorgendosi della mancanza di Lewis a causa dell'allenamento di calcio. A volte pensava che si allenasse troppo, insomma ogni giorno andava a correre, a differenza di lei che invece correva raramente e solo se lui glielo chiedeva, supplicandola. Svogliatamente si alzò dal letto, strizzando gli occhi per via della troppa luce. Guardò la sveglia posta sopra il comodino, che segnava le otto, per poi vestirsi velocemente. Si avviò verso il bagno, dalle mattonelle di un azzurro chiaro, e rimase ad osservarsi qualche minuto: era una ragazza che poteva essere definita abbatanza carina, viso leggermente allungato, dai lineamenti delicati, occhi da cerbiatto, color cioccolato e capelli castani, leggermente ondulati, con sfumature ramate. Fisicamente aveva belle forme e tutte al proprio posto: vita stretta, gambe lunghe e affusolate, come le proprie mani, e un altezza che non superava un metro e sessantacinque. Dopo aver perso così qualche minuto, andò in cucina, prese il suo solito caffè mattuttino con due cucchiaini esatti di zucchero, s'incamminò verso l'uscita, con la borsa e le chiavi in mano, e uscì dall'appartamento, richiudendosi la porta alle spalle.     *** Beth rientrò in casa, dopo due estenuanti ore di un esame scritto di anatomia umana. Riguardo al risultato era positiva, era stato un esame parecchio impegnativo, però si era preparata in maniera impeccabile ed era sicura che i propri sforzi avrebbero dato degli ottimi risultati. Guardò l'orologio del salotto, che segnava le dieci e tre quarti; Lewis sarebbe rientrato soltanto verso l'una, se solo il suo allenatore fosse stato di buon umore, così decise di uscire un po' e andare in biblioteca, sapendo che in quella settimana era uscito il libro di una scrittrice, il cui modo di scrivere le proprie storie l'affascinava. Beth era una ragazza che acuni avrebbero potuto definire "secchiona", ma lei si definiva semplicemente una ragazza a cui piaceva leggere, una ragazza che adorava immergersi in una storia diversa dalla propria, ogni volta una trama diversa, nuove avventure da vivere in prima persona, ogni volta che i suoi occhi accarezzavano, in una delicata carezza, ogni pagina, ogni riga. A Beth non piacevano soltanto quelle storie piene di problemi, sentimenti e intrecci complicati, no: a lei piaceva anche l'odore delle pagine, le parole impresse con l'inchiostro sulla carta candida e le sue mani che, delicate come quando si accarezza un neonato, sfogliavano le pagine, con meticolosa attenzione. Beth attraversò la strada, per ritrovarsi così dal lato opposto, nonché di fronte alla biblioteca, dove entrò dopo pochi istanti. Subito l'abituale calore di quel posto l'avvolse, facendola sentire a casa. S'incamminò fra gli alti scaffali, sicura, dopo aver salutato Margaret, la bibliotecaria, una dolce vecchietta che amava il libri quanto lei. Si avvicinò ad uno dei tanti scaffali, dove i libri erano posti in modo meticoloso e prese il libro che le interessava. Si avvicinó ad una delle tante poltrone di cui era ricca la biblioteca, vi si sedette sopra comodamente e inizió a leggere.                                  *** Beth entró in casa all'ora di pranzo e subito notó la presenza di un borsone sopra il divano, quello con lo stemma della squadra di Lewis. Le sue labbra si arcuarono a formare un sorriso e subito sentí lo scrosciare dell'acqua proveniente dalla doccia, così si tolse il cappotto e si diresse verso il bagno. In quel preciso istante l'acqua cessó e, prima che Beth potesse aprire la porta o fare un altro passo, sbucó dal bagno una testa castana e Beth si avvicinó immediatamente, lasciando un casto bacio sulle labbra di Lewis, che con un asciugamano in vita e i capelli bagnati, le rivolse un sorriso e la sollevó da terra, prendendola per la vita. "Lewis! Sei tutto bagnato!" urló lei, ridendo, mentre lui non le diede ascolto e continuó a stringerla a sé, bagnandola ulteriormente. "Lew, dai! Devo preparare il pranzo" ripeté lei, esasperata, e solo allora Lewis la lasció andare per andare un cucina, per poi gridarle: "Tanto dopo ti faccio il solletico!" Cosí, mentre sentiva i lamenti di Beth giungergli in lontananza, finì di vestirsi e la raggiunse in cucina.
   
 
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