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Autore: TheWordsAreLife    28/12/2017    2 recensioni
Un ragazzo in cerca dell'amore, un demone che dimora nella luna.
La leggenda narra di una creatura in grado di esaudire ogni desiderio, ma non tutti sono in grado di vederla.
Riuscirai a scorgere il suo mondo per ottenere ciò che desideri?
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La luna dei miracoli
 


Esistono luoghi nei quali si narra che avvengano miracoli, dove i sogni degli uomini prendono vita grazie a semplici parole. Sono luoghi magici, nascosti agli occhi di chi non sa vedere e di chi non vuole credere. Qualcosa dimora in quei reami distinti dal mondo terreno, qualcosa che l’umana comprensione non può neppure tentare di comprendere e che comunque non potrebbe cogliere.
Nelle valli lambite dal vento gelido della notte, la luna risplende alta nel cielo mentre due occhi candidi come la neve scrutano gli abissi della notte.
Poi un canto limpido si unisce al suono del vento e nell’aria si diffonde una melodia sconosciuta, capace di infondere nell’animo umano la malinconia più profonda.
Nel mio cuore però, dilaga solo una subdola paura e la consapevolezza di aver compiuto un errore imperdonabile.
 
 
Sapevo fin da subito che affidarsi a una tale, sfuggevole speranza era da incoscienti, ma non ho potuto frenare la travolgente passione che si era impadronita di me. Come un padrone severo e irascibile, mi costringeva a fare ciò che la mia razionalità mi ordinava di ripudiare. E io, come un cane fedele e spaventato, seguivo quel padrone burrascoso conosciuto come amore.
Senza nemmeno accorgermene, le gambe mi avevano condotto in un luogo di leggenda, sospeso fra il nostro mondo e un altro, almeno così narravano storie passate, in quella valle desolata lambita dal vento freddo.
Mi guardai intorno disorientato, alla ricerca di qualcosa che forse nemmeno esisteva.
D’un tratto tutti quegli sforzi mi parvero vani, dettati dal mio unico desiderio di ambizione. Osservai ancora attorno a me quella valle solitaria sormontata da un mare d’erba che si agitava placida nella notte.
I miracoli non esistono, fu il pensiero che balenò nella mia mente, ma proprio quando stavo per gettare le mie infrante illusioni, il suono limpido e melodioso di un canto spezzò il monotono stormire del vento.
Una forza sconosciuta mi afferrò, mi costrinse a voltarmi e il mio sguardo incontrò indissolubilmente quello di lei.
Dalle leggende che avevo udito, mi sarei aspettato d’incontrare un essere mostruoso, dall’aspetto terribile, si narrava che fosse intriso di sangue e peccato.
Ma quello che vidi non somigliava affatto a un tale incubo anzi, aveva lo stesso candore della luna che ci sovrastava e la bellezza di una fragile fanciulla.
Gli occhi bianchi del demone mi osservarono solo per istante, poi un sorriso affiorò sulle sue labbra carnose.
«Un altro umano desidera i miei servigi.»
Le sue labbra non si mossero, quel suono parve rimbombare nell’immensità della valle ma io lo udii forte e chiaro nella mente, anche se la sua voce non era di questo mondo.
Come immaginavo, lo stupore mi aveva serrato la gola, la mia voce si era smarrita in un andito recondito del mio corpo e sapevo che non l’avrei recuperata facilmente.
Non riuscivo a staccare gli occhi da lei, non avrei nemmeno potuto farlo perché mai prima di allora avevo incontrato una donna tanto avvenente.
I lunghi capelli erano bianchi come la luna che sovrastava la sua figura ammantata di pizzo nero che nascondeva le nudità solo grazie al favore delle ombre. Anche la sua pelle risplendeva dello stesso candore, ad eccezione delle labbra, sulle quali aleggiava il nero della notte, rotto solo da una strana linea bianca che le segnava la metà del labbro inferiore.
Quella creatura armoniosa trasudava un fascino mistico capace di corrompere ogni uomo al primo sguardo, solo una cosa spezzava quell’armonia, l’unica cosa che mi strappò a quel sogno, ricordandomi la vera natura di quell’essere: le corna nere protese all’indietro che svettavano fra la chioma candida.
Però erano sinuose come il suo corpo, belle e lucenti quanto l’ossidiana, avvolte alla base da sottili trecce di capelli.
Alla fine, non avevo paura di lei, sentivo solo un’intensa attrazione che non potevo spiegare.
«Sei tu il demone dei miracoli?» chiesi con voce tremante, ben lontana dalla virilità che volevo dimostrarle.
La donna restò immobile, scrutandomi nel buio della notte, poi un sorriso che mi parve animato di comprensione, illuminò il candore dei suoi occhi.
«Dipende da chi mi sta cercando.»
Il suo corpo si mosse all’improvviso, sinuoso scivolò nel mare d’erba, galleggiando fra le ombre infinite e, prima che potessi rendermene conto, era dinanzi a me. Senza volerlo, il mio sguardo ricadde lascivo fra gli spiragli di pelle che il pizzo lasciava intravedere, ormai liberi dalle ombre, e sentii il sangue pulsare fra le gambe.
Imbarazzato, distolsi lo sguardo. Lei parve non accorgersene.
«Hai paura, umano?»
La sua voce riecheggiò nella vallata, eppure nella mia mente giunse solo un debole sussurro.
No, non avevo paura, ma forse avrei dovuto averne, o forse no?
Deglutii, ma la mia gola riarsa protestò. «Tu esaudisci i desideri degli uomini?»
Il demone fece due passi indietro, poi altri due, fino a che il suo corpo non fu lambito dai raggi argentei della luna.
«Io e la luna siamo scese sulla terra per esaudire i desideri degli uomini. Perché solo noi possiamo farlo, perché solo noi abbiamo orecchie che ascoltano e occhi che vedono. Nessun altro lassù può farlo, nemmeno Lui.»
Il suo sorriso era disarmante, la sua voce dilagò uno strano calore nel mio corpo.
Non compresi quelle parole, almeno non quel giorno.
Incerto, mossi un passo verso di lei. «Mi aiuterai?»
Lei sorrise ancora e si lasciò cadere sull’erba soffice, poi protese una mano verso di me, in segno d’invito. Senza rendermene conto, nell’attimo seguente ero disteso accanto a lei, bagnato dai raggi della fredda luna.
Sentii il suo profumo, mi ricordava la neve.
«Che cosa desideri?» ripeté con voce candida.
«Desidero conoscere l’amore.»
Lei parve sussultare, ma mi convinsi che fu solo la mia immaginazione.
D’un tratto si strinse a me, la morbidezza della sua pelle mi avvolse, calda come le fiamme del fuoco, e allora fui io a sussultare.
«Il tuo è un desiderio singolare. Tutti quelli che sono venuti qui prima di te desideravano cose materiali: donne, soldi, fama. Tu invece desideri l’amore. Ma che parte di esso?»
«Cosa intendi?»
«Vuoi amare o essere amato?»
«Entrambi.»
Lei si lasciò sfuggire una risata che risuonò come l’eco di un milione di cristalli.
«Sei un ragazzo ambizioso, ma la tua anima risplende della stessa purezza della luna. Sei tu quello giusto, finalmente ti ho trovato.»
Lentamente, il demone scivolò su di me e avvolse le cosce ai miei fianchi. Il suo viso si immerse nelle ombre, i capelli ondeggiavano sopra di me, sfiorandomi le labbra e il collo.
Il mio corpo si mosse da solo, attratto da una forza invisibile che guidò le mie mani sul suo seno, sui suoi fianchi, fra le sue gambe.
Ormai non distinguevo più la realtà, nemmeno lo scorrere del tempo. Il mio corpo e la mia anima vennero trascinati in un turbine di emozioni che mi fece sussultare di piacere, precipitai in un luogo nel quale distinguevo solo il mio respiro affannato e i dolci gemiti di lei.
E al culmine del piacere, capii che non sentivo altro che lei, che per me esisteva solo lei.
Che volevo solo lei.
 
 
Quella consapevolezza ritorna.
Ho compiuto un errore imperdonabile, perché quella notte d’amore trascorsa con lei aveva lasciato un segno indelebile, un marchio a fuoco impresso nel profondo del mio cuore, qualcosa che ora mi ha costretto a tornare in questa valle lambita dal vento, al cospetto di questa gelida luna.
Mi guardo attorno, come quella volta la cerco frenetico, agogno di distinguere le sue morbide curve fra le ombre della notte.
Infine lei appare, splendida come il riflesso di un sogno.
Ma nel mio cuore non risuona la melodia dell’amore, bensì serpeggia una subdola paura avvolta in spire scure.
«Cosa mi hai fatto?» chiedo, mentre lotto contro il desiderio di cingerla fra le braccia.
Lei sorride e nel suo sguardo si rispecchia la luna, come riflessa sulla superficie dell’acqua.
«Ti ho donato l’amore. Era il tuo desiderio.»
«Mi hai reso tuo schiavo.»
Quasi non mi rendo conto di pronunciare quelle parole, mi vengono strappate dalla gola con forza, come se una parte di me mi avesse costretto a dirle.
Lei abbassa lo sguardo e il suo sorriso svanisce. La sua improvvisa tristezza mi spezza il cuore, lo sento svuotarsi di sangue.
Poi la voce di lei risuona melodiosa nella valle. «Nessun altro uomo mi aveva mai vista con i tuoi occhi. Sicuramente avrai sentito tante leggende su di me, in molte delle quali vengo dipinta come un mostro terribile avvolto di sangue e peccato. Quelle sembianze del mio essere si palesano agli uomini che non sanno vedere la bellezza della luna. Solo il tuo desiderio d’amore ha svelato la mia vera natura.»
Non riesco a capire. Oppure non voglio capire?
«Che cosa sei?»
Il tocco delicato della sue mani sfiora il mio volto. Non posso scostarmi, il mio corpo non si muove, non vuole muoversi.
Ora le sue labbra nere solcate da quella linea bianca si muovono. «Sono un demone della luna. Sono l’unica che può esaudire i desideri degli uomini, nessun altro è in grado di farlo.» Punta l’indice verso il cielo. «Nemmeno Lui.»
Ora comprendo quelle parole. «Quando dici lui, intendi Dio?»
Quell’indice si sposta sulle mie labbra, per farmi tacere. «Non chiamarlo così, non gli piace.»
Sorride con una tale dolcezza da sciogliermi il cuore lacerato. Mi odio per non riuscire a pensare ad altro che a lei, invade ogni mia percezione.
Ma è davvero questo l’amore? È essere schiavo di qualcuno?
«Non posso oppormi a te, mi hai costretto ad amarti, mi hai incatenato. Perché l’hai fatto?»
Lei si avvolge le braccia attorno al corpo, stringendosi in un abbraccio malinconico. «Sono sempre stata sola a osservare gli umani dai reami distrutti nei quali dimoro. Esaudisco i loro desideri, ma alla fine nessuno ha mai esaudito il mio.»
Le sue mani tornano ad accarezzarmi, le sue labbra sfiorano le mie con la stessa delicatezza della brezza notturna, il desiderio che sento per lei mi serra la gola, ma non abbastanza da impedirmi di parlare.
«Qual è il tuo desiderio?»
Mi cinge fra le braccia, appoggia la testa al mio petto.
«Desidero amare, l’ho sempre desiderato. E attendevo solo qualcuno come te in grado di vedermi davvero.»
Non posso oppormi, mi abbandono fra le sue braccia e alle sue labbra. La sua passione e il suo desiderio mi travolgono.
Perché dovrei ripudiare questi sentimenti? Il suo amore ha colmato la mia anima vuota, finalmente dopo tante ricerche e vane speranze, ho trovato qualcuno che mi ama e che sono in grado di amare.
Ed è l’unica cosa che conta.
D’un tratto la consapevolezza di essere schiavo svanisce, soffocata da quell’amore travolgente di cui lei mi ha colmato.
In realtà ho ottenuto più di quanto avevo sperato, ho trovato un amore capace di risplendere come la luna.






Nota dell'autrice: Grazie a tutti per aver letto questo racconto! Vi incoraggio a lasciare una recensione, mi farebbe molto piacere sapere il vostro parere, sia esso positivo o negativo. Grazie e alla prossima!
   
 
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