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Autore: Crepuscolina13    28/12/2017    1 recensioni
Crossover con True Blood ma non è necessario aver visto la serie perché è scritta in modo che tutti possano leggerla.
Ship Pam/Regina, accenni SwanQueen.
Emma si è sposata e Regina ne è sconvolta quindi decide di scappare da Storybrooke fino a fermarsi in una citta della Louisiana, qui si imbatterà in un locale, il Fangtasia dove scoprirà che i vampiri sono reali e che tutti conoscono la loro esistenza, ma incontrerà anche una donna attraente, Pamela o Pam, che stranamente è identica alla sua vecchia fiamma, Malefica.
Che cosa farà Regina? Tornerà a Storybrooke da Henry o resterà un altro po' nei dintorni, a scoprire quanto possa essere affascinante il mondo dei vampiri?
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Regina Mills
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10:

Quando mi svegliai mormorai qualcosa per poi girarmi a pancia sotto visto che mi ero svegliata a pancia sopra.

Dopo cinque minuti però aprì di nuovo gli occhi a causa del mio cervello che mi aveva inviato segnali di svegliarmi definitivamente così con fatica mi tirai su mettendomi seduta.

Pam dormiva alla mia destra, la osservai qualche minuto e mi impressionai un po’ notando che il suo petto non si abbassava né si rialzava, vista così...sembrava effettivamente morta, mi venne della pelle d’oca e fu a quel punto che decisi di alzarmi.

Non c’erano finestre per cui non potevo dedurre approssimativamente che ore fossero dalla posizione del sole, per fortuna notai solo adesso un orologio appeso alla parete, erano le 13:30, avevo dormito presso che sette ore e mi sentivo molto riposata e rilassata.

Merito del letto rosa, che effettivamente era davvero comodo e anche di tutti gli ormoni rilasciati dall’orgasmo.

Proprio in quel momento il mio stomaco gorgogliò e mi accorsi di avere molta fame, ciò mi ricordò….. scossi subito la testa.

No! Non avrei pensato a lei.

Mi rivestì velocemente indossando il vestito della sera prima e lentamente tornai al piano terra lanciando un sorriso a Pam.

Anche se era morta era davvero bellissima.

Aprì il suo frigorifero giusto per curiosità ma come avevo previsto lo trovai vuoto.

Presi la mia borsa e poi me ne uscì dalla casa con un bel sorriso in volto, decisamente di buon’umore.

Iniziai a camminare sul marciapiede e dopo meno di cinque minuti trovai un bar che faceva al mio caso.

Per fortuna vendevano anche insalate oltre allo street food per cui me ne presi una extra large insieme a un bel calice di vino rosso.

Dopo aver mangiato ed essermi concessa una lettura attenta al quotidiano gratis presente su uno dei tavoli del bar presi un taxi e tornai al mio hotel.

Durante il tragitto osservai scorrere la città sotto un sole accecante e caloroso, ciò mi fece ripensare a tutto ciò che di bello era successo da quando avevo messo piede in questa città, ovviamente tutti avvenimenti riconducibili alla presenza di Pam, mi ritrovai a sorridere ancora come una stupida ma non riuscivo a smettere di farlo.

Una volta nella mia camera decisi di farmi una bella doccia calda e mi ritrovai a canticchiare la ninna nanna che cantavo sempre ad Henry quando era piccolo, oltre ad essere una delle poche canzoni che conoscevo a memoria, era in pratica la mia preferita perché mi riportava alla mente i primi anni di vita del mio bambino che mi aveva salvato da una noiosa, apatica e solitaria vita.

Mentre ancora mi stavo asciugando il corpo con gli spessi teli bianchi messi a disposizione dall’hotel sentì squillare il mio telefonino così in fretta e furia mi avvolsi nel suddetto telo applicandoci un nodo e poi corsi nell’altra stanza, afferrai il telefonino e risposi per poi stendermi sul letto con gli occhi rivolti verso il soffitto.

Per qualche attimo sperai fosse Pam, ma poi mi ricordai che lei non possedeva il mio numero telefonico.

-Pronto?!- risposi con voce squillante e allegra.

-Mamma..?- domandò la voce piangente del mio bambino e subito la bellissima giornata che avevo avuto sembrò dissolversi dal nulla.

La mia felicità non contava niente di fronte a quella di mio figlio.

-Henry?! Cos’è successo? Stai bene? State tutti bene?- domandai velocemente mangiandomi quasi le lettere.

-Si..si..- rispose lui tirando su col naso ed io emisi un sospiro facilmente udibile, probabilmente ero invecchiata di 10 anni.

-Perché stai piangendo? Sai che puoi dirmi tutto- cercai di rassicurarlo con voce calda e pieno di amore.

-Scusami se ti ho disturbato-

-Henry non dire stupidaggine come tua madre, tu non disturbi mai e mai lo farai, adesso dimmi chi è che ti ha fatto piangere che gli spedisco una palla di fuoco-dissi seria al 100%.

Nessuno e dico nessuno si doveva permettere di torcergli un singolo capello, se Violet lo aveva lasciato giuro che non avrei saputo rispondere di me stessa.

Lui rassicurato dalle mie parole finalmente sputò il rospo.

-Ma niente...è solo che mi manchi-.

Il mio cuore a quelle parole si ruppe letteralmente in mille pezzettini, mi mancò addirittura il fiato.

-Oh Henry io..-

-Ieri avevo la verifica di matematica e sai che non sono tanto bravo, così ho studiato per una settimana perché so che non ti fa piacere quando prendo brutti voti e io voglio renderti fiero di me, in più mi regali sempre qualcosa e io volevo il nuovo fumetto degli Avengers ecco.. così mi sono impegnato e oggi la prof mi ha detto che ho preso una A ed ero felicissimo, sono corso da Emma a dirglielo solo che sai come è fatta, a lei non importa di queste cose,dei voti che prendo, è sempre stata la mamma più permissiva tra le due e – fece una piccola pausa per tirare su col naso di nuovo -Niente mi sono reso conto che non c’era nessuno a dirmi quanto ero bravo e anche se a volte ti odio quando sei così severa con me in realtà so che lo fai per il mio bene e so che ho 16 anni e sono grande abbastanza da stare senza di te per un po’ però..-.

A quel punto ero arrivata al capolinea, non ce la facevo più, dovevo interromperlo.

-Henry, oh Henry- sentì qualcosa di caldo scendermi lungo le guance.

-Ma io sono sempre stata orgogliosa di te, lo ero perfino quando da piccolo mi urlavi che ero la Regina Cattiva perché nonostante io facessi di tutto per farti desistere con la storia delle fiabe tu non ti sei mai arreso, anche quando i tuoi amici ti chiamavano pazzo tu hai continuato e non hai mollato e in quei momenti io ero così fiera di te che avrei voluto rivelarti tutto, ma non potevo e ne soffrivo-

-Mamma..-

Tirai su col naso anche io in modo che capisse che mi ero commossa.

-Sappiamo entrambi che tua madre è una immatura e irresponsabile ma tu non devi impegnarti a scuola per fare un piacere a me, tu lo devi fare per te stesso, perché stai costruendo le basi per il tuo futuro -

-Lo so...-

-Ecco bene, detto questo..- feci qualche secondo di pausa -Henry ma sei bravissimo!! Ti meriti quel fumetto e molto altro!- esclamai con gioia imitando la voce che usavo di solito per complimentarmi per i suoi successi a scuola.

-Altro tipo cosa?- chiese con voce più allegra, finalmente aveva smesso di piangere.

-Beh direi che appena torno ti preparo il dolce alla cannella che ti piace tanto, ti compro il fumetto degli Avengers e anche il pupazzetto di uno dei protagonisti-

-Un Pop oddiooo mamma ma davvero??!!!- esclamò stimpanandomi quasi l’orecchio a cui ero poggiato il telefonino.

-Certo tesoro, sai che io non torno mai indietro sui miei passi- gli ricordai finendo con una piccola risata.

-Grazie mamma-

-Di niente tesoro anzi….-

Mi bloccai un secondo prima di pronunciare a voce alta ciò che il mio cervello aveva già elaborato.

Stavo per fare la scelta giusta?

Ne ero davvero sicura?

Sentivo che con Pam stava nascendo qualcosa di particolare ma io avevo troppa paura per usufruire di questa occasione, sapevo che qualcosa sarebbe andato storto, doveva andare storto, in fondo ero maledetta.

E poi non sarei mai riuscita a dimenticare Emma e nonostante la mia idea iniziale fosse stata quella di usare Pam come rimpiazzo adesso i miei pensieri erano totalmente cambiati e non sarei stata in grado di usarla per un tale spregevole scopo.

-Anzi sai che ti dico? Dammi qualche giorno per organizzarmi e un altro paio per il viaggio e sarò da te-.

Mentre pronunciavo quelle parole sentivo dentro di me che quella parte che la vampira aveva risvegliata si stava lentamente spegnendo , ma senza sofferenza, in fondo fin dal principio sapevo che non sarebbe mai potuto durare..una buona scopata ma nulla di più.

-Davvero??Ma non voglio costringerti a tornare, non devi farlo per colpa mia-.

Inoltre sentivo come una parte di me che mi rimproverava, che mi offendeva, che mi chiamava stupida per essermi fatta sfuggire l’occasione di trovare finalmente un po’ di felicità, nonostante questo però la sentivo affievolirsi sempre di più perché al contrario l’altra parte era sempre più forte, soffocando quei pensieri per ricordarmi che in fondo per essere felice mi bastava stare con Henry.

Lui era il mio vero lieto fine.

Lo era sempre stato.

-Ma non dire sciocchezze, tu non mi costringi a fare proprio nulla, la verità è che mi mancavi anche tu, mi mancano tutti, Zelena, la piccola Robin, addirittura tua nonna-

-Quindi ritorni a Storybrooke davvero?-

-Si davvero, ti faccio sapere più avanti la data precisa okay?-

-Certo certo vado a dare la bella notizia a tutti! Ti voglio bene!!-.

Non mi diede neanche il tempo di replicare che già aveva attaccato, sorrisi felice riponendo il cellulare sul comodino e poi ritornai in bagno a finirmi di asciugare e a vestirmi, solo che più tempo passava e più il mio sorriso si spegneva.

Ero a conoscenza della causa ma non potevo farci niente.

Mi sarebbe dispiaciuto lasciarla, lo ammisi, ma Henry era più importante e poi meglio troncare subito qualcosa che mi avrebbe fatto soffrire.

Mi ripetei questa tirantella per tutta la giornata e alla fine riuscì quasi ad auto convincermi.

Decisi di dirglielo stasera e poi partire la sera seguente.

Era arrivato il momento di tornare a casa.

  
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