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Autore: _Kurama_    28/12/2017    0 recensioni
[EX LONDON'S MEMORIAL HOSPITAL!]
Ginevra Plateaux è una giovane strutturata in neurochirurgia al Diana's Hospital di Londra.
Bella, intelligente e di talento aveva conseguito il dottorato a soli ventisei anni e ora, che di anni ne aveva ventotto, poteva dirsi molto soddisfatta della sua vita: aveva un lavoro gratificante, una bella casa e la sua migliore amica, Morgana.
Morgana Pendragon: bella, carismatica e anch’ella un chirurgo di talento aveva ottenuto il dottorato in chirurgia cardiotoracica un anno dopo Ginevra.
Si erano conosciute quando avevano quindici anni. Morgana, cresciuta in Scozia da un ricco padre adottivo che non riconosceva la sue capacità, una notte aveva raccolto in una piccola valigia tutto ciò che poteva servirle per ricominciare e si era infilata nel primo treno disponibile, destinazione, Londra.
Era stato proprio su quel treno che aveva conosciuto Ginevra anche lei in fuga da una situazione complicata. Fu da allora che, complici un pacco di biscotti alla nocciola e un walkman con tutte le canzonidi Michael Jackson, divennero inseparabili.
Ma cosa potrebbe succedere alla vita perfetta delle due donne se all’improvviso arrivassero in ospedale due giovani, insopportabili e affascinanti specializzandi dell’ultimo anno?
Nulla di buono, ovviamente.
[GREY'S INSPIRED]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Merlino, Morgana, Principe Artù, Uther | Coppie: Gwen/Artù, Merlino/Morgana
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Voglio dedicare questo capitolo a Relie Diadamat,
la quale apprezzava la precendente versione,
e mi ha molto aiutata con le sue recensioni.
Spero che anche questa ti piaccia!
                                                     
   


                                                   
      #1. B
rain & Heart
                                                           perché non esiste uno
                                                                                 
senza l'altro.

 





Attenzione: le parti scritte così stanno a indicare che le azioni si svolgono in sincrono.





''Libera!''
Il defibrillatore era in funzione da più di dieci minuti ma quel paziente non ne voleva proprio sapere di ristabilizzarsi
''Carica a 350!''
''Ma dottoressa, se il paziente non è reattivo da dieci minuti non crede sia il caso di dichiararne il decesso?''
''E da quando una tua intuizione è mai stata utile a qualche paziente?
Smettila di farmi perdere tempo e carica a 350, subito!''
Defibrillò ancora una volta, dopo qualche secondo il battito cardiaco riprese.
Sorrise, soddisfatta del suo operato, si lisciò il camice bianco e si incamminò verso la tabella degli orari operatori, doveva assolutamente prenotare una sala per il suo paziente.
Camminava a passo svelto e quasi travolse il primario di chirurgia che andava dritto verso di lei.
Quello le posò una mano sulla spalla.

''Ho osservato il tuo operato. Ottimo lavoro.''
''Grazie signore.'' sospirò leggermente seccata dall'
inconveniente.”
''Dico davvero, ottimo lavoro, è stato un salvataggio magnifico. Non ho sbagliato quando ti ho dato il posto di primario del reparto.''
Sospirò ancora quando vide Shelley prenotare l'ultima sala disponibile per quella sera.
 
''E io non smetterò di ringraziarla per l’opportunità, Capo.'' sorrise artificiosamente.
''Continua così, Morgana.''

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
''Bene ragazzi, che cosa abbiamo qui?''
''17 anni, donna, aneurisma cerebrale, ha avuto episodi di crisi facilmente confusi con l’epilessia.''
''Il suo nome?''
''Madison Black.''
La donna finì di indossare il camice operatorio.
''Bene signori, bella serata per salvare delle vite(*). Cominciamo.''
 
 
 
 
 
 
''Un intervento fantastico dottoressa Plateaux.''
''Ti ringrazio Meyers ma ora, se permetti, vorrei andare a casa.''
''Certo dottoressa, mi scusi.''
 
Ginevra entrò nella stanza del medico di guardia e sospirò accasciandosi alla porta. Era in sala operatoria da quella mattina e la sua specializzanda non la lasciava libera neanche per un attimo.
Dopo essere stata in piedi per quarantotto ore non desiderava altro che tornare a casa per gettarsi sotto la doccia. Sospirò nuovamente sperando che la sua coinquilina fosse pronta per andare via dato che lei, di certo, non sarebbe rimasta lì per aspettarla.
 

Si chinò per raccogliere i vestiti che aveva distrattamente lasciato sul letto.


                                                                              *

Aprì lo sportello dell’armadietto della sala degli strutturati afferrando le sue cose alla rinfusa, doveva sbrigarsi o la sua compagna l’avrebbe lasciata a piedi quella sera.

                                                                               *

Infilò gli stretti pantaloni scuri sotto il top bianco.
          
                                                                               *

Prese lo stretto vestitino blu infilandolo alla bell’e meglio per la fretta e raccolse la catena dorata che usava come cintura.

                                                                                 *
 
Con una mano avvolse velocemente il foulard azzurro al collo mentre con l'altra  raccoglieva le zeppe bianche.

                                                                                  *
 
Il ciondolo con la gemma bianca spiccava sul lungo collo mentre si allacciava il cinturino delle sue amate Prada.

                                                                            *
 
I lunghi ricci neri cadevano  selvaggiamente lungo la schiena incorniciandole il volto scuro. 
 Prese la borsa e afferrando le chiavi della macchina si incamminò, sperando che, per una volta, Morgana non si facesse attendere troppo.
 
                                                                              *

 
I lisci capelli neri furono raccolti in una veloce treccia, doveva darsi una mossa, raccolse la tracolla sperando, di non essere in ritardo.







 





Ginevra si dirigeva impaziente verso la macchina, guardando in ogni lato del parcheggio ma di Morgana nemmeno l’ombra, fin quando non sentì la sua voce che la chiamava.
Poco più indietro di lei c’era la sua migliore amica che la raggiungeva a grandi falcate.
 
''Non sono in ritardo vero?''
''Fortunatamente per te, sei arrivata appena in tempo.''
''Devi scusarmi ma quell’idiota della mia specializzanda non sa trovare nemmeno il suo sedere.''
''Dovresti smetterla di torturare in quel modo quei poveri ragazzi.'' commentò laconicamente Ginevra.
''Senti chi parla! Io per lo meno sono esplicita quando devo mandarli al diavolo, tu invece sei crudele. La tua è violenza psicologica.''
''E’ uno dei miei talenti, ognuno usa i doni che gli sono stati concessi. Su, sali in macchina.''
 
Gli sportelli si chiusero e Ginevra mise in moto.
''Gin cosa c’è da mangiare a casa?''
''Carne, pasta, verdure di ogni genere e poi c’è la frutta e no, prima che tu dica qualcosa io non cucino, sono troppo stanca. Credo che potrei dare fuoco a tutto per la disperazione.''
''A proposito, hai sentito che domani arriveranno da noi degli specializzandi da un ospedale della Scozia? Sono dell’ultimo anno, pare che li stiano smistando in vari ospedali, affinché possano fare un confronto e poi scegliere il migliore per loro.''
''Che cosa idiota, non possono semplicemente fare i colloqui come si fa in ogni altro posto del globo? Almeno così non ci ritroveremmo con altri incapaci tra i coglioni. Le giornate sono già abbastanza stressanti senza altre palle al piede che ti seguono nella speranza di prendere un bisturi.''
 
 
 
''Ginevra Plateaux! E poi dici che sono io quella che maltratta gli specializzandi, e inoltre questo tuo linguaggio scurrile mi da’ i brividi!''
''Morgana Pendragon, questo linguaggio scurrile è lo stesso che ti riservo ogni volta che non riesco a dormire almeno cinque ore! Tu piuttosto, dimmi che non hai preso farmaci strani per rimanere attiva perché tu non puoi essere così… allegra alle undici di sera, dopo quarantotto ore di mancato sonno e di stupidi specializzandi che ti seguono come cagnolini.''
''Ti voglio bene anch’io Gin.'' Le rispose in modo stucchevole Morgana mimando un bacio.
''Fanculo, questa sera sei troppo dolce, hai esagerato con lo zucchero nel caffè.''
''Ginevra…''
''Mh?''
''Ti va se ce ne stiamo accoccolate sotto le coperte a guardare serie tv come quando eravamo adolescenti?'' la guardò supplicante.
Ginevra accostò la macchina nel vialetto di casa voltandosi a guardare la sua amica.
''Temo che tu stia diventando troppo brava nel persuadermi.'' le rispose con un dolce sorriso dopo averle afferrato la mano.
 
''Le patatine sono nella dispensa, portale in camera mia, ci metteremo sotto le coperte e guarderemo un altro episodio di 2 Broke Girls.''
 
''Sei la migliore Ginny!''
''Sì, tutto quello che ti pare, ma sbrigati a prendere le patatine!''
Uscirono dalla macchina in fretta e furia rincorrendosi come bambine e, prima che potessero entrare, Morgana inchiodò bruscamente all'ingresso "cazzo."
Prima che Ginevra le potesse chiedere qualsiasi cosa Morgana aprì la porta timidamente rivelando una distesa di candele.




"Vedo che sua maestà ci onora della sua presenza."



Un uomo dai corti capelli neri e barba rada era seduto al tavolo del salone con le mani incrociate sotto il mento. Guardò freddamente Morgana negli occhi, riducendo i suoi a due fessure.
"Stevie, mi dispiace..."
"Ti dispiace?" rise un po'.
Morgana gli si avvicinò, cercando di toccargli una guancia, lui la fermò.
"Anche a me dispiace e tanto. E' finita, Morgana."
La mora inarcò le sopracciglia "stai scherzando."
"No, no, porca miseria! Io sono stufo, sono stufo di doverti sempre capire! Capire te, il tuo lavoro di merda!"
La ragazza lanciò la borsa sul pavimento avvicinandosi a lui, infuriata.


Ginevra, nel frattempo, guardava la scena attonita. Stava succedendo tutto troppo velocemente. Non riusciva a rendersi conto di come si fosse arrivati a ciò: erano entrate, il coglione aveva fatto il coglione, aveva urlato e troncato con Morgana; il tutto era avvenuto troppo in fretta.



"Il mio lavoro di merda? Beh, mi sembrava ti piacesse molto il mio lavoro di merda quando ti ho mantenuto all'università fino allo scorso anno!"
Steve afferrò la caraffa poggiata sul tavolo e la sbatté sul pavimento, Ginevra saltò su come una molla. 

"Porca puttana, il parquet no! Cazzo, no!"

L'uomo se la prese anche con lei.
"E' anche colpa tua! Sei un'egoista Ginevra, una fottuta egoista! Perché non la lasci andare, eh? Vuoi sempre avere tutti intorno a te, sei una patetica narcisista che non vuole restare sola!"

Morgana era furibonda.

"Ti ho accolto in casa mia, ti ho mantenuto all'università, ti ho dato tutto il mio amore e non ti ho mai chiesto nulla in cambio. Ma non devi mai permetterti di insultare la mia migliore amica. Perciò, ora, fuori da casa mia."
"Me ne vado, me ne vado felicemente!" Steve uscì sbattendo la porta.

Morgana si accasciò contro la libreria.

"Ho speso sei anni della mia vita con quel coglione."

"A me non è mai piaciuto." Ginevrà le si sedette accanto ancora scombussolata.

"Grazie per averlo sottolineato."

La ragazza la guardò e le diede una leggera gomitata "dai non fare così, gli spediremo il conto per la riparazione del parquet."

Morgana rise.
"Sono così scioccata che ancora non riesco a metabolizzare la litigata, è stato tutto velocissimo."

"Già, pensa che mi sono ridestata solo quando mi sono resa conto che mi aveva rovinato il pavimento.- si prese una pausa- Però su una cosa ha ragione, sono un'egoista. Vorrei che restassi sempre con me." pronunciò quelle parole con un fil di voce, posando la mano su quella della corvina, la quale le poggiò la testa su una spalla "per me è lo stesso."

Restarono così per un po', fu Ginevra a spezzare il silenzio.

"Birra?"
"Sì."
"Torno subito."
Quando rientrò in soggiorno trovò Morgana ancora seduta contro la libreria e con lo sguardo perso nel vuoto; le porse la bottiglia.
"Gli ho permesso di monopolizzarmi. Mi faccio schifo da sola."

Ginevra la guardò e bevve un sorso.
"Vado a letto con Alan perché mi sento sola, va avanti da tre settimane. Siamo pari, facciamo schifo in due."

Morgana la guardò con una smorfia "Alan è sexy, Steve invece con quel taglio di capelli ricorda un goblin."

"Oh lo so che è sexy, è il mio comportamento ad essere disgustoso: io gli piaccio e sfrutto la cosa. Non pensavo mi sarei mai ridotta a fare una cosa simile."

"Effettivamente."

Bevvero un sorso.

Ginevra ruttò.

Morgana sbuffò.

"Fucking men."(**)












(*) Frase ricorrente che Derek Sheperd (Grey's Anatomy) dice prima di operare.
(**) fottuti uomini.


A.A.
Buonsalve!
Dunque, dopo un lungo periodo d'incertezza nel quale volevo cancellare questa storia mi sono ricreduta ed eccomi qui!
Spero che questa versione revisionata sia di vostro gradimento.
La scena della lite tra Morgana e il suo ragazzo è molto veloce, lo so, ma per me era necessario che fosse così; spero non sembri una forzatura.
Vorrei ringraziare di tutto cuore
Relie Diadamat che mi ha molto aiutata con le sue recensioni lasciate alla precedente versione.
Ringrazio anche
Miky9211 le tue recensioni sono state dolcissime!
Ah, inoltre ci tenevo a specificare che il cognome di Ginevra è francese e si pronuncia 'plato'.
Grazie a tutti coloro che leggeranno <3
A presto!
Ross
 
P.S.: dimeticavo di dirvi che il titolo della storia "Diana's Hospital" è un omaagio alla principessa Diana Spencer che è stata, secondo me, una delle personalità più affascinanti dell'ultimo ventennio.

Vi abbraccio ancora!
 
 
 
 



  
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