Film > Star Wars
Segui la storia  |       
Autore: MeliaMalia    29/12/2017    5 recensioni
“Dimmi dove ti trovi” la incitò nuovamente.
Rey lo fissò con tutto il disprezzo di cui era capace. Assunse un’espressione determinata e tornò a sollevare il braccio, richiamando un oggetto davanti a sé. Forse la spada laser?
Il suo corpo venne travolto, sollevato e gettato a terra da qualcosa che lui non vide. La sentì urlare per il dolore, un suono che scese fin nei crepacci più profondi del suo animo oscuro e lì si depositò sotto forma di un incubo nuovo di zecca.
Il collegamento s’interruppe e lui rimase a fissare il pavimento di freddo metallo, teso come una corda di violino. Sudava freddo.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kylo Ren, Principessa Leia Organa, Rey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Iniziò con un rimescolio alle viscere, come un senso di vertigine. Quasi stesse cadendo nel vuoto.
Kylo Ren conosceva bene quella sensazione. Mesi e mesi di precedenti lo avevano addestrato a riconoscerla senza esitazione alcuna. Piantò saldamente i piedi a terra, rizzando la schiena in modo del tutto istintivo, come un guerriero pronto all’imminente battaglia.
Che non sarebbe stata fisica, ma dialettica. Come sempre.
Il suo stomaco si contrasse con uno spasmo quasi doloroso.
Quello era l’ultimo segnale. Di lì a pochi istanti sarebbe apparsa.
Il loro collegamento non era morto con Snoke. Affatto. Dapprima avevano pensato che la cosa sarebbe andata scemando con il tempo. Poi, passati sei mesi, si erano ritrovati costretti ad ammettere che, molto probabilmente, quel maledetto legame sarebbe potuto durare in eterno.
Dannazione.
Un conto è non avere nemmeno trenta primavere sulle spalle e dover già affrontare una sanguinosa guerra per il futuro della propria galassia, un altro è ritrovarsi la persona al comando della fazione opposta alla propria davanti al naso nei momenti meno opportuni.
Percepì la Forza tendere una corda tra le loro menti, un ponte di emozioni e pensieri.
Talvolta lei appariva davanti a lui, o alle sue spalle. In certe occasioni, al suo fianco. Così vicina da causargli una misteriosa contrazione al muscolo cardiaco. Poteva vederlo chiaramente ma non distingueva l’ambiente o le persone che lo circondavano. Stessa regola valeva per lui: ecco perché non era ancora riuscito a sfruttare quella connessione per ottenere da lei l’esatta posizione della Resistenza.
Fortunatamente lo aveva interrotto durante l’allenamento giornaliero. Il che implicava due vantaggi: primo, non sarebbe stato costretto ad allontanarsi rapidamente dall’ambiente per evitare che qualche sottoposto lo vedesse dialogare con gli spettri come un matto e, secondo, che lo avrebbe visto mezzo nudo. Cosa che la infastidiva alquanto e quando lei era infastidita lui non era esattamente felice ma, insomma, guadagnava uno stato d’animo meno malmostoso del solito.
“Così hai riaperto le comunicazioni?” mormorò, senza neppure attendere che la fanciulla apparisse. Piegò le labbra in una smorfia, il volto seminascosto dai capelli che l’addestramento aveva reso umidicci e disordinati. “Cos’hai fatto per interrompere il legame, Rey? Ti sei chiusa alla forza? Per tre mesi?”
Centodieci giorni, per essere precisi. Ma contarli sarebbe risultato patetico.
Il loro canale preferenziale, ad un certo punto, si era semplicemente spento. Come un sole morente. Qualcuno aveva pigiato un interruttore ed esso era divenuto un buco nero, interrompendo i loro incontri.
Nel contempo, la percezione dell’esistenza di lei – vaga, eterea, come quella che lo informava del fatto che sua madre fosse ancora viva – era scomparsa nel nulla.
Proprio come Luke Skywalker, quando, anni prima, aveva scelto l’esilio. Kylo Ren aveva dedotto da quelle informazioni che la scelta della sua nemica numero uno fosse stata preferire una chiusura totale alla Forza piuttosto che sopportare un solo altro dei loro convegni intimi.
Peggio per lei, si era detto. Chiudersi alla Forza l’avrebbe resa meno abile e pericolosa il giorno in cui si fossero incontrati per la resa dei conti. La sciocca aveva appena scelto d’indebolirsi da sola.
E lo sciocco aveva preso a contare i giorni.
Vide la figura di lei materializzarsi. Ma non in piedi, non al suo fianco. La sua sagoma apparve distesa a terra, in posizione fetale. La cosa gli strappò un mezzo sorriso divertito, chiedendosi in quale situazione imbarazzante la Forza l’avesse interrotta.
Una volta gli era spuntata davanti al naso mentre stava beato sul cesso, per cui aveva diritto a una degna vendetta.
Il sorriso gli morì sulle labbra quasi subito, non appena altri dettagli fecero la loro comparsa, dandogli un quadro d’insieme più chiaro. Il Cavaliere di Ren impallidì, socchiudendo la bocca in un’espressione di sgomento.
Rey non era sdraiata a terra, ma bensì riversa al suolo, il corpo ferito in più punti, la tunica lacerata e sozza di sangue. Il volto era pesto, i capelli un groviglio appiccicato alla pelle sudaticcia. Qualcuno o qualcosa doveva essere riuscito nell’impresa di ridurla in fin di vita.
“Dove sei?” disse lui, con un’urgenza nella voce che non gli riuscì di controllare.
Rey non gli badò; alzò il braccio destro e spalancò la mano, forse facendo appello alla Forza. Sembrava intenta a richiamare qualcosa che doveva essere davanti a lei.
Emise un rantolo per quello sforzo e sputò sangue, riabbassando subito l’arto. Inspirò a fatica, poggiando il capo contro il pavimento – terreno, doveva essere terreno, poiché la sporcò di fango – e solo a quel punto cercò il suo sguardo con il proprio.
Kylo Ren era impietrito. Qualcosa dentro di lui bramava il bisogno di accosciarsi ed esaminare le condizioni della donna. Qualcos’altro, invece, voleva soltanto estrarre la spada laser e finire il lavoro, tacitare lei e la sua voce, che ormai identificava con il richiamo della Luce.
“Ti sei riaperta alla Forza perché sei in pericolo” comprese, cercando di mantenere la lucidità attraverso una fredda analisi della situazione.
“Sì” esalò Rey.
Centodieci giorni senza sentirla parlare. Non era pronto a subire questo per l’eternità. Non ancora, almeno.
“Dimmi dove ti trovi” la incitò nuovamente.
Rey lo fissò con tutto il disprezzo di cui era capace. Assunse un’espressione determinata e tornò a sollevare il braccio, richiamando un oggetto davanti a sé. Forse la spada laser?
Il suo corpo venne travolto, sollevato e gettato a terra da qualcosa che lui non vide. La sentì urlare per il dolore, un suono che scese fin nei crepacci più profondi del suo animo oscuro e lì si depositò sotto forma di un incubo nuovo di zecca.
Il collegamento s’interruppe e lui rimase a fissare il pavimento di freddo metallo, teso come una corda di violino. Sudava freddo.

SEI MESI PRIMA

“Quindi il legame non è morto con Snoke”
Rey avrebbe voluto pronunciare due battute. Una avrebbe ruotato attorno al concetto che la cosa era lapalissiana, visto che il Malvagio era perito da ben una settimana e, nonostante ciò, il fantasma di Kylo Ren stava dritto davanti a lei, fiero e dannato come il cattivo di una qualche fiaba per bambini. Quindi sì, caro, il legame è vivo e vegeto e tu mi sei di nuovo tra i piedi, grazie.
La seconda, invece, avrebbe riguardato la più che fondata ipotesi che il suo nemico numero uno soffrisse di una forma di allergia ai vestiti, o, quantomeno, di una dermatite che lo costringeva a rimanere nudo più dovuto. Non si spiegava, altrimenti, perché lui fosse riuscito a farsi beccare privo di veli anche quella volta.
Se non altro, aveva un telo avvolto attorno ai fianchi, che magnanimo celava faccende di cui Rey aveva sentito solo parlare e che non aveva certo voglia di scoprire dal corpo nudo di lui. Il suo nemico doveva essere appena uscito dalla doccia, come indicavano i capelli ancora umidi o le gocce d’acqua che gli scivolavano lungo il corpo statuario, giocando con le forme dei suoi muscoli e delle sue cicatrici come danzatrici provocanti.
Alla fine, la giovane decise di non giocare sull’umorismo. Avrebbe potuto fargli pensare che non fosse arrabbiata, o che tra loro vi fosse ancora un possibile spiraglio comunicativo. Invece non era così. Kylo Ren era, ormai, un bambino perduto. Aveva tentato di trovarlo, salvarlo e portarlo in salvo. Aveva voltato le spalle al suo Maestro per tendergli una mano e probabilmente Luke aveva perso la vita anche a causa della sua scelta scellerata.
Non gli avrebbe permesso d’incasinarle la testa di nuovo.
Era rimasta in silenzio. La cosa lo aveva corrucciato, ma solo per un istante.
“Se vuoi fingere che non accada” sussurrò lui, con voce bassa ma decisa. “Mi trovi perfettamente d’accordo. Non siamo costretti a parlare.”
“Non lo siamo” concordò la ragazza. Si trovava nella piccola, spoglia e disastrata cabina che le avevano assegnato. Vi era una mappa del pianeta dove la Resistenza aveva trovato momentaneo asilo, ma lui non la stava considerando. Evidentemente, poteva vedere solo lei. Perfetto. Questo non rendeva il loro legame un pericolo per gli altri. “Aspettiamo che svanisca come le altre volte.”
Attesero.
Rey sedette sul proprio giaciglio – basso e pieno di spiacevoli bozzi – e lui dovette accomodarsi a sua volta da qualche parte, forse una sedia o, chissà, magari proprio il suo letto. Immaginò fosse una branda assai più confortevole della propria. La vita di Kylo era sempre stata più comoda della sua: figlio di genitori che non avevano mai smesso di amarlo, cresciuto senza la paura di dover procacciarsi il cibo giorno dopo giorno, padrone del proprio destino al punto da poter compiere scelte infelici e pericolose.
Dopo il fallito tentativo di riportarlo all’ovile, l’inconscio di Rey aveva iniziato a lavorare a una strategia emotiva difensiva, ridipingendo quel ragazzo tormentato come un moccioso viziato e isterico. Sapeva di stare peccando di superficialità e forse anche di ottusità ma, al momento, quella visione di lui le era necessario per odiarlo con tenacia. Perché quando dimenticava di farlo, in lei rifioriva il germe della speranza, il bisogno di cercarlo e di guidarlo verso la luce. Cosa che l’avrebbe inevitabilmente portata alla morte e, cosa ancora peggiore, forse alla rovina della Resistenza stessa. Per difendere coloro che aveva attorno e la sua vita, Rey si era resa conto di non potersi permettere altre debolezze. Doveva odiare Kylo Ren con tutto il suo cuore e la sua anima.
Come farebbe un vero Sith, giusto?
Scacciò quel pensiero – no, era un dubbio, e anche uno bello grosso – continuando a fissare il vuoto innanzi a sé, tentando di non badare alla sagoma scura di lui. Avrebbe anche potuto vestirsi, dannazione a lui. Leia si era mai preoccupata d’insegnare un po’ di senso del pudore al figlio?
“Suo figlio è morto”
Quelle parole risuonarono tra loro, pronunciate da lui con una rudezza che la spiazzò. Rey alzò il viso, incontrando gli occhi scuri del suo nemico, neri e disperati come l’abisso che doveva albergare dentro di lui.
“Non leggere i miei pensieri” lo redarguì, secca.
“E tu non sbattermeli in faccia” fu la pronta replica. Ma, con una certa stizza, egli si alzò e le diede le spalle, cercando qualcosa in quello che Rey intuì fosse il ripiano di un armadio a muro. Lo vide afferrare della stoffa nera e distolse lo sguardo appena in tempo per evitare che lui facesse cadere a terra il telo che gli avvolgeva i fianchi davanti al suo naso.
Udì rumore di stoffe e osò guardarlo solo dopo diversi minuti. Aveva indossato la sua solita divisa nera, che cadeva sgraziata e ingiustamente informe su quel fisico scolpito da anni di doloroso addestramento e tremende battaglie.
Rivederlo le rammentò la loro sfida su Starkiller. Nella foresta, tra gli alberi e la neve. In quel contesto, lui era apparso come il mostro d’un racconto per l’infanzia, un principe nero portatore di morte, dolore e distruzione. Lo aveva affrontato in preda al terrore, al panico più profondo. Odiandolo, desiderando distruggerlo, farlo a pezzi per ciò che aveva fatto a Han e a Finn.
Eppure non era riuscito a sconfiggerlo con l’odio. C’era riuscita solo grazie alla Forza.
La stessa Forza che ora li stava connettendo.
“Mi hai sconfitto perché ero ferito.”
“Smettila di leggere i miei pensieri.”
“Allora impara a custodirli.”
“So già farlo.”
“Ti ho dimostrato che non è così.” La umiliò ancora, desideroso di farla sentire inferiore. Probabilmente ricordare la sconfitta subita gli aveva aperto un bello squarcio nell’orgoglio. “Ti mancano disciplina e addestramento. Finirai col permettermi di leggere la vostra posizione.”
“Ti ho sconfitto perché avevi appena ucciso tuo padre e questo ti dilaniava.”
Quella risposta andò a fondo e lo fece per bene. Lo vide aprire e chiudere le mani, quasi pronto a colpirla. Se fossero stati corporei e tangibili, avrebbe forse pagato con il sangue la sua affermazione. Ma la Forza era beffarda e li costringeva a quei confronti dove solo le parole potevano colpire e lei si era appena aggiudicata un buon punteggio per quel round. Che finì proprio in quel momento, poiché la sua sagoma piena di furia scomparve nel nulla, lasciandola sola e piena d’adrenalina.
Rey ricadde all’indietro, sdraiandosi sul materasso vecchio e rovinato. Alzò lo sguardo, fissando la luce giallognola che veniva irrorata in quella stanza da un sistema d’illuminazioni che certamente doveva avere più anni di lei e si morse il labbro inferiore, in pieno conflitto.
Luke le aveva insegnato poche cose, durante il suo breve addestramento. Lei lo aveva interrotto perché le era preso un delirio da crocerossina ed era corsa a salvare un imbecille. Il quale aveva tentato di farla sedere al suo fianco su un trono composto delle ossa e del sangue dei suoi amici. Per colpa della sua esitazione Luke e molti appartenenti alla Resistenza avevano perso la vita. Per colpa della sua debolezza Kylo Ren era ancora vivo e costituiva il pericolo maggiore, una nube scura che aleggiava sulle vite di coloro che lei amava.
Distruggerlo era l’unica via percorribile, arrivati a quel punto della storia. Per quanto fosse piacevole alla vista senza vestiti addosso. Per quanto la sua voce fosse un suono amabile, forse perché ormai familiare, o forse, chi lo sa, forse perché era davvero bella.
Per quanto, al sentire nominare il padre, i suoi occhi avessero assunto un’espressione smarrita e ferita. Per quanto avesse desiderato rassicurarlo e dirgli che vi era ancora una redenzione possibile, insieme a lei, al suo fianco.
Doveva distruggerlo. E forse morire nell’impresa. Questo avrebbe tacitato la tempesta nel suo cuore.


   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: MeliaMalia