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Autore: Miticasupervio    29/12/2017    0 recensioni
Nel deserto ci doveva essere un equilibrio naturale da rispettare, ma il Sultano che poco più di vent'anni prima aveva preso il potere sembrava non curarsene. Tutti nel deserto lo sapevano, compresa Raya, una povera orfana finita a fare da danzatrice alle sfarzose feste degli emiri del paese. Tutto cambia quando un giorno incontra Kamil, figlio di una famiglia nobile caduta in rovina. Lui è pronto a farle vedere un altro lato del deserto, un lato in cui conflitti e sangue sono all' ordine giorno, un lato in cui è necessario recuperare a tutti i costi l'antico equilibrio stabilito dai Jinn...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Mi stavo preparando nei camerini improvvisati nei giardini dell’ emiro. C’erano ragazze che andavano e venivano, chi cercava vestiti sparpagliandoli dappertutto e chi invece era intenta ad acconciarsi i capelli. Io come al solito ero tutta sola nel mio angolino a prepararmi, perché a me toccava fare il più lavoro sporco ed umiliante di tutti. Mi stavo spalmando la pittura color oro sulle spalle quando il vecchio Bishr entrò sbraitando dentro la tenda. Una delle ragazze più giovani non lo vide e, andò a sbattere contro di lui,rovesciandogli tutto il barattolo di pittura verde addosso. Lei stava per scappare piangendo a gambe levate, quando lui la prese per un polso. «Idiota, guarda cosa mi hai fatto, era una delle vesti più belle e pregiate che avevo, dovrei darti cento frustate per questo!» «Signore, avete ragione ma vi prego lasciatemi, non l’ho fatto apposta...» la poveretta era accucciata a terra quasi in lacrime e lui stava diventando sempre più aggressivo, mi alzai. «Sciocca, che tu l’abbia fatto apposta o no la cosa non conta, guarda cosa hai fatto, hai idea di quanto mi costi la pittura per voi sgualdrine?» aveva alzato il braccio per tirarle uno schiaffo, ma il colpo non arrivò mai perché io lo bloccai prima. Lui si girò adirato a guardarmi. «Avanti Bishr, un piccolo incidente capita a tutti e si può perdonare.» «No, a voi non si può perdonare niente, guardatemi come mi avete conciato, non vi vergognate? Io, quello che vi ha dato una casa, del cibo e del lavoro! Quello che vi ha tolto dai luridi orfanotrofi dove eravate!» si era girato a gridare guardando tutte e le ragazze stavano tutte a debita distanza da lui, lasciandolo sfogare. «Sono stato io! E voi come mi ripagate?! Tingendomi di verde!» «Hai perfettamente ragione, ma questa ragazzina è solo un po’ sbadata, per questa volta lasciala andare, alla prossima ne pagherà le conseguenze» lui sospirò e fece cenno con la mano a tutte di andare via, tranne a me, doveva parlarmi. Ci facemmo strada fino al piccolo tavolino e alla sedia dove ero intenta a prepararmi. «Cosa devo fare questa volta?» chiesi io andando al sodo. «Il figlio dell’emiro e i suoi amici mi hanno chiesto di intrattenerli in privato, in un’area del palazzo opposta a quella dove siamo noi adesso, non ti faranno niente di male, me lo hanno promesso» «Bishr, ma perché devo sempre fare io questi lavori e non le ragazze più giovani, per favore, sta diventando una cosa veramente umiliante, ci sono giornate in cui nemmeno riesco a guardarmi allo specchio, per favore manda qualcun altro.» Bishr era un uomo bassino e grassoccio sulla mezza età, sembrava violento, ma sapeva ascoltare e capire perfettamente gli stati d’animo di una persona e in quel momento era a capo chino a grattarsi la testa per prendere una decisione. «E dimmi Raya, hai qualche idea su chi dovrei mandare? Più o meno hanno tutte quindici anni, sono troppo giovani» «Io ne ho poco più di diciotto, non mi sembra ci sia tutta questa grandissima differenza d’età» le mie parole erano un azzardo. «Per favore Raya, non ti toccheranno, me l’hanno assicurato, ci daranno il triplo del previsto, potrò essere sicuro di sfamarvi tutte per questa volta.» Sacrificare me stessa per salvarne venti o sacrificarne venti per salvarmi? Sapevo essere egoista sì, ma quelle ragazzine mi ridondavano troppo me i primi anni e, non avrei mai fatto passare a loro quello che ho passato io. «Va bene, ci sto» «Perfetto, allora cambiati, ti aspetto fuori». Aspettai che se ne andasse per prendere in mano lo specchio appoggiato sul tavolino, non potevo andare più avanti così, volevo una vita normale, non la mia, avrei pagato qualsiasi cifra per non essere me stessa. Finii di truccarmi e mi misi un vestito molto trasparente. Tra me e me pensai che era soltanto un’ altra di quelle volte, anche se non era affatto bello farsi vedere ballare mezza nuda da tutti quegli uomini, era una cosa che odiavo, ma dovevo farlo per la sopravvivenza mia e di una ventina di persone.
   
 
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