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Autore: Padfootblack    30/12/2017    1 recensioni
E se Alex avesse intrapreso una relazione con una collega musicista? E se non fosse tutto così idilliaco?
Raccolta di song fic!
Dal testo:
Probabilmente si accorse del mio sguardo, perché si girò e sorrise imbarazzata, muovendo la mano come a salutarmi. Non riuscii a muovere un muscolo, aveva uno sguardo splendido. Era come se potesse leggermi dentro e mi persi in quel paradiso verde azzurro, fin quando non si voltò di nuovo verso gli altri. E la magia scomparve, ritornai nel backstage del club, attorniato da luci stroboscopiche e ombre penetranti, proprio mentre loro salivano sul palco.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Evil Twin – Alex

She's definitely one of those
Where you go wherever she goes

Roma. Una città magica, perfetta per il matrimonio della coppia migliore del mondo. Helders era abbastanza nervoso, ma lo sapeva nascondere bene. Io ero già alticcio, avere la mia ragazza e la mia ex nella stessa stanza mi era sembrato un buon motivo per iniziare a bere di mattina. Qualcuno bussò alla porta e andai ad aprire con veemenza. Eccola lì. Vestito nero in pizzo, scarpe che la slanciavano e trucco leggero. Capelli legati in uno chignon e ciocche che scappavano dall’elastico.

“Ehi, Ams”la salutò Matt.

“Come va?”chiese lei sorpassandomi e andando vicino allo sposo: “Sei un figurino, Helders”

“Grazie. Non riesco a mettere la cravatta, mi si incrociano le dita”

“Oh, sei così nervoso!”rise divertita. Prese le estremità della cravatta e iniziò a fare il nodo. Dallo stereo partì Suck it and see e le sue mani si fermarono per un momento.

“È come … la nostra canzone”si giustificò Matt: “Quella con cui l’ho conosciuta davvero”

“Lo so”sussurrò terminando il nodo e battendogli una pacca sul petto.

“Credo sia uno dei testi migliori che io abbia mai scritto”mi vantai, l’alcol mi dava il coraggio di parlare a sproposito di qualsiasi argomento.

“Non ti hanno insegnato che ai matrimoni si inizia a bere dopo la cerimonia?”disse Amy togliendomi il bicchiere dalle mani e uscendo. Feci segno a Helders che l’avrei seguita.

“Sei venuta da sola?”le chiesi mentre camminavamo velocemente lungo il corridoio. Tracannò giù il resto del bicchiere in un sorso, porgendomelo una volta vuoto. Fischiai con stupore, probabilmente non sarei stato l’unico ubriaco fradicio a quel matrimonio.

“Lui non poteva esserci”rispose.

“Perché?”

“Paparazzi”

“Non hai mai avuto paura di loro”

“Ha una famiglia”confessò.

“È sposato?”chiesi scioccato.

“No, ma ha dei figli e non mi va che il mondo intero sappia con chi vado a letto”

“Miles non vuole dirmi chi è, ma so che lo sa!”esclamai mentre si dirigeva verso la camera di Breana. Mi dedicò un dito medio e continuò per la sua strada.

Your love's not what I need
So don't give it to me

La cerimonia era stata molto bella, ero riuscito a restare in piedi nonostante le dosi di alcol che avevo in corpo. E la parte migliore del ricevimento era che c’era l’open bar. Mi sedetti e chiesi uno scotch. Taylor sedeva accanto a me, con occhi sognanti: “È stato bellissimo. Quando mi sposerò, sarà al Colosseo”. Scoppiai a ridere: “Proprio dentro? Come i leoni?”

“Come i leoni!”esclamò felice: “Pensi che si possa fare?”chiese poi irriverente. Le diedi un leggero bacio sulle labbra: “Qualsiasi cosa tu voglia, principessa”. Era il momento del lento, così la presi per mano e la trascinai sulla pista da ballo. Era bellissima con quel vestito verde acqua, risaltava ancora di più i suoi occhi. Appoggiò la fronte sulla mia spalla e ballammo a tempo di musica. Erano tutto ciò di cui avevo bisogno, lei e la musica. Era leggera, divertente, vivace. Sentivo di potermi cibare soltanto dell’aria intorno a lei e basta.

“È tutto così perfetto”sussurrò. La cullai fra le mie braccia, incurante degli occhi che ci guardavano, tranne di un paio. Si soffermarono solo per pochi secondi su di noi, poi cambiarono centro d’interesse. Bastarono quei secondi a farmi interrogare sulla mia intera vita. Avevo bisogno di Taylor, la amavo, ma quegli occhi proprio non riuscivo a ignorarli, mi facevano sentire colpevole. Quando la canzone terminò, accompagnai Taylor al tavolo e con una scusa banale uscii dalla sala, seguendo Amy. Si stava dirigendo verso la terrazza.

“Ams”la chiamai e solo in quel momento si rese conto che la stavo seguendo: “Oh, ciao. Di nuovo”. Mi appoggiai al balcone, osservando la vista spettacolare: “Come va?”

“Bene”. Silenzio, terribile e temibile silenzio.

“Non hai nessuno con cui ballare?”chiesi.

“Almeno dieci persone mi hanno chiesto la mano”confessò: “Solo sette di loro erano ubriachi. E no, non mi va di ballare con nessuno, ma solo con una persona”. Le porsi la mano scherzando e scoppiò a ridere: “No, non sei tu”

“Avevo immaginato. Chi è questo fantomatico tizio?”

“Basta, Al. Non sono affari tuoi”sussurrò, senza cattiveria. Non aveva proprio intenzione di dirmelo.

“Mi preoccupo solo per te”mi giustificai.

“Beh, smetti di farlo”.

It’s more a hunger than a thirst

She’ll break your heart the second time

Before you know about the first

“Sono davvero felice con lui”ammise con gli occhi lucidi: “È una brava persona e mi fa sentire completa. È tutto ciò di cui ho bisogno adesso, e sono sicura che è lo stesso per te e lei”. Lei. Non pronunciava neanche il suo nome. Annuii: “Sì, la amo”

“Bene, e io amo lui. Forse sarebbe il caso di smetterla di parlarci”. Restai a bocca aperta, non potevo credere a quello che stava dicendo. Non solo non mi amava più, ora non mi voleva neanche più come amico. Avevo capito la necessità di allontanarsi pian piano dalla mia vita, ma questa decisione era drastica.

“Noi due? Scherzi?”

“No, è … strano”

“Solo se tu vuoi che lo sia”

“Non usare giochi di parole con me, è tempo perso”tagliò corto. Sbuffai sprezzante: “Questo tizio ti ha fatto il lavaggio del cervello?”

“No, ma rifletti: negli ultimi mesi ci siamo mai sentiti o parlati?”. In effetti no, avevamo avuto zero contatti dopo che io mi ero “sistemato” con Taylor e lei con uno sconosciuto, ma lei era sempre presente nella mia mente, in qualche maniera. Non sapevo neanche come chiamare ciò che c’era fra di noi, ma mi capitava di pensare a lei e a ciò che c’era stato. Forse erano solo i refusi di un amore ormai scomparso, forse era pura nostalgia. Però a quanto pare ero l’unico a provarla.

“Non sono d’accordo, ma se è quello che vuoi”mormorai avvilito.

“Grazie”. Sapevo che se ne sarebbe andata subito, per non mostrarmi la sua reazione a questa chiacchierata così atipica fra di noi e sapevo che non avrei potuto fermarla. Ma provai comunque ad allungare una mano verso di lei, in segno di resa. La prese e passò le dita sui miei polpastrelli, ormai rovinati dalle corde della chitarra. Intravidi un sorriso sulle sue labbra, ma scemò subito. Abbandonò la presa e sospirò: “È il caso di tornare dentro”. E scappò via, come faceva sempre, senza permettermi di vedere il suo volto. Ammiravo davvero la sua forza di volontà e il fatto che mi avesse dimenticato in un nanosecondo da quando era arrivato il fantomatico sconosciuto. In cuor mio speravo lui fosse davvero degno di stare con lei, perché non avrei permesso a nessuno di farla soffrire.

   
 
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